Monaco 24 settembre 1970 ore 20. il dott. Karl Maria Herrlingkoffer sta tenendo una conferenza stampa. La sua spedizione tre mesi prima ha conquistato la vetta del Nanga Parbat.
È la terza volta che questo accade ma è la prima volta che viene risalito il versante meridionale lungo l'inviolata, fino ad allora, parete Rupal.
All'improvviso irrompe nella sala Reinold Messner. Avanza sorreggendosi alle stampelle. È il silenzio. Herrlingkoffer, scosso dalla inaspettata presenza, prosegue la conferenza visibilmente innervosito. Dà notizia della terribile tragedia che si è consumata durante la spedizione.
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Monaco 24 settembre 1970 ore 20. il dott. Karl Maria Herrlingkoffer sta tenendo una conferenza stampa. La sua spedizione tre mesi prima ha conquistato la vetta del Nanga Parbat.
È la terza volta che questo accade ma è la prima volta che viene risalito il versante meridionale lungo l'inviolata, fino ad allora, parete Rupal.
All'improvviso irrompe nella sala Reinold Messner. Avanza sorreggendosi alle stampelle. È il silenzio. Herrlingkoffer, scosso dalla inaspettata presenza, prosegue la conferenza visibilmente innervosito. Dà notizia della terribile tragedia che si è consumata durante la spedizione. Uno dei due fratelli Messner, il giovane Günther, è rimasto vittima a dir suo della irresponsabilità del fratello maggiore. Messner urla la sua innocenza ed incomincia a raccontare la sua versione di quanto è accaduto.
La ricostruzione della vicenda è molto dettagliata, lo stesso Reinold Messner nella realtà ha collaborato alla stesura della sceneggiatura. Il suo punto di vista è essenziale per la comprensione di ciò che realmente è accaduto. Il film viene così impreziosito anche da aneddoti importanti che ci raccontano l'infanzia e la crescita dell'uomo e dell'alpinista.
Il regita Joseph Vilsmaier affonda efficacemente il suo sguardo dentro personaggi carismatici e dalla grande personalità alla ricerca dei loro difetti e dei loro limiti. Non potrebbe fare diversamente per rendere al meglio il suo obbiettivo: celebrare l'alpinismo ed uno dei suoi più importanti padri fondatori.
L'aspetto storico e sociale in cui questa storia si è svolta rafforza il messaggio più intimo che l'alpinismo insegna: la conquista non è la vetta, non è un percorso che possiamo organizzare nel dettaglio arrivando alla certezza della vittoria. La vetta è la conquista della propria anima, è la comprensione di noi stessi, di quello che veramente vogliamo e possiamo.
La comprensione della psicologia dei protagonisti è il successo di questo film.
È stato distribuito nelle sale solo in lingua originale con i sottotitoli. È stato poi doppiato nella versione in DVD.
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