molinari marco
|
mercoledì 20 luglio 2011
|
il peggior mostro di tutti: la solitudine
|
|
|
|
Quando non si legge un libro di successo come quello da cui è stato tratto questo film, è d’obbligo andare con i piedi di piombo in qualsiasi tipo di giudizio, in quanto il più delle volte c’è qualcuno che, avendolo fatto, ne è rimasto talmente deluso da dare alla trasposizione cinematografica tutt’altro valore. Avendolo sceneggiato lo stesso Giordano, tuttavia, ci si augura che il danno, se vi è stato, non sia stato eccessivo. Ad ogni modo, pare che qui Costanzo abbia incentrato il film sulle mille difficoltà, e dolori conseguenti, che incontrano nella vita tutti coloro che non riescono ad adattarsi all’ambiente che li circonda (primo fra tutti quello familiare) andando così incontro al triste destino della solitudine.
[+]
Quando non si legge un libro di successo come quello da cui è stato tratto questo film, è d’obbligo andare con i piedi di piombo in qualsiasi tipo di giudizio, in quanto il più delle volte c’è qualcuno che, avendolo fatto, ne è rimasto talmente deluso da dare alla trasposizione cinematografica tutt’altro valore. Avendolo sceneggiato lo stesso Giordano, tuttavia, ci si augura che il danno, se vi è stato, non sia stato eccessivo. Ad ogni modo, pare che qui Costanzo abbia incentrato il film sulle mille difficoltà, e dolori conseguenti, che incontrano nella vita tutti coloro che non riescono ad adattarsi all’ambiente che li circonda (primo fra tutti quello familiare) andando così incontro al triste destino della solitudine. Lo stile che il regista adotta in tale operazione, è quello di avventurarsi in un puzzle temporale fuori da qualsiasi logica narrativa, nel quale prendono forma i momenti più traumatici della vita dei due protagonisti e dei quali i più interessanti appaiono quelli legati all’adolescenza. Se gli americani, qualche decennio fa, per descrivere a pieno l’angoscia che si prova durante il periodo in cui pare decidersi il nostro destino, e durante il quale nessuno sembra comprenderci, si avvalevano il più delle volte della metafora del mostro pronto a sterminare intere comitive di ragazzini; Costanzo nel 2000 decide di non ammazzare nessuno pur non rinunciando a qualche suggestione tipicamente horror. E allora il vero mostro risulta essere proprio la solitudine scritta a chiare lettere sin dal titolo di quest’opera, e dalla quale i due protagonisti devono cercare di salvarsi, se non proprio per la salute della loro anima, per lo meno per il bene del loro corpo che col passare degli anni appare sempre più martoriato a causa della mancanza di una persona cara che possa prendersi cura di lui. Il film offre anche l’opportunità di fare una riflessione non superficiale sul sentimento più prezioso che vi sia al mondo, ossia l’amore. L’ultima scena del film, infatti, sembra volerci suggerire che il vero amore forse (ed un avverbio del genere è d’obbligo dato il tema trattato) è quella cosa inspiegabile che nasce da una prima occhiata innocente, che in seguito ha la forza di tramutarsi in una sincera amicizia, per poi trasformarsi nel tempo in un sentimento che non ha bisogno di tante frasi per giustificare la sua natura, in quanto di fronte ad esso siamo tutti più simili a degli animali che hanno bisogno di leccarsi le ferite a vicenda che non a degli esseri dotati del prezioso dono della parola. L’impressione finale è quella di un film che propone in continuazione atmosfere gotiche con numerosi parallelismi tra gli stati d’animo dei personaggi e la natura circostante, e con la macchina da presa intenzionata ad asfissiare i due protagonisti, prediligendo i primi e i primissimi piani. E fra i tanti primissimi piani che il regista ci consegna, spicca quello di un cameo d’eccezione, vale a dire quello di Filippo Timi, il quale anche con solo qualche breve istante a sua disposizione, è in grado di esprimere tutta la sua bravura.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a molinari marco »
[ - ] lascia un commento a molinari marco »
|
|
d'accordo? |
|
francesco2
|
domenica 17 luglio 2011
|
rovinare sempre tutto..per colpa della solitudine?
|
|
|
|
Le prime scene ci mostrano una recita di cui sono protagonisti i due giovani protagonisti, allora bambini: non sappiamo subito che si tratta di una recita, perdipiù non certamente priva -Con contorni soft- di quella dimensione "Horror" che secondo vari giudizi, non a torto pervade parzialmente il film. Non sapendo se esista o meno nel libro una situazione del genere (L'incipit vero e proprio è comunque diverso), è possibile leggerlo come un suggerimento, meno didascalico probabilmente a vedersi di quanto possa apparire in questa recensione: la vita è una recita,e più che mai lo è per dei numeri primi come Alice e Mattia, (auto?) condannatasi alla solitudine ed a un certo grado di isolamento dal mondo.
[+]
Le prime scene ci mostrano una recita di cui sono protagonisti i due giovani protagonisti, allora bambini: non sappiamo subito che si tratta di una recita, perdipiù non certamente priva -Con contorni soft- di quella dimensione "Horror" che secondo vari giudizi, non a torto pervade parzialmente il film. Non sapendo se esista o meno nel libro una situazione del genere (L'incipit vero e proprio è comunque diverso), è possibile leggerlo come un suggerimento, meno didascalico probabilmente a vedersi di quanto possa apparire in questa recensione: la vita è una recita,e più che mai lo è per dei numeri primi come Alice e Mattia, (auto?) condannatasi alla solitudine ed a un certo grado di isolamento dal mondo.
Da questo punto di vista, l'inizio fa ben(ino) sperare, nonostante la sceneggiatura vista e rivista di genitori piccolo-borghesi-ottusi che, spiace dirlo, finisce paradossalmente per apparire vecchia almeno quanto i personaggi che pretende di rappresentare. Esistono però elementi innovativi rispetto al nostro, stantio cinema: la dimensione del cartone animato che non propone un lieto fine, ma che anzi porta all'estremo la dimensione non consolatoriadella finzione" vista nella sequenza d'apertura, e persino i codici linguistici, con certe scene di gruppo ove le compagne di Viola appaiono simpaticamente(?) deformate, appaiono una curiosa miscellanea Di Corsicato, della De Lillo e forse di altro: un film che sconfiggerebbe la perbenista "Igiene del cinema" canoviana , proprio perché deforma secondo codici di quel Cronenberg adorato dal codice milanese, a differenza del (Mi ripeto) del cinema nostrano che raramente, come in "Pranzo di Ferragosto" e poco altro deforma i canoni, non perché garbato ed elegante ma anzi per il motivo opposto: perché come scrive Maltese la televisione lsembra averlo ucciso, e le sue forme (In tutti isensi!) sono le stesse anodine e falsamente viscerali che ci ripropongono le nostre fiction.
La storia però comincia scricchiolare ove si vuole giocare coi flashback: se "Il cigno nero" fondeva sogni e realtà, perversione (Un pò grossolana, a volte) e realtà, paradossalmente(?) quello che non riusciva a fare la malcapitata protagonista, Costanzo qui parzialmente cade. Perché passino, parzialmente, la storia lesbica di Viola (Peraltro, dicono, inesistente nel libro) che la segnerà per sempre (A proposito di Cronenberg: è troppo associare il tatuaggio e ciò che comporta all'uomo-macchina cronenberghiano?), con delle psicologie un pò arraffazzonate ed un ricerca della trasgressione un pò fine a sé stessa, almeno quanto nel film di Afronovsky: ma è nel racconto di Michela,ì che Giordano esaurisce quella carica trash (Non kitzch, attenzione) che caratterizzava i primissimi minuti, anche con trovate caricate come il braccio mutilato(Ancora!) mostrato con fare provocatorio, e la carrellata con la musica presa in prestito dall'"Uccello delle piume di cristallo". Tutto si riduce al giallino(??) instile(??)Mazzacurati, la festa che rovina tutto stile "Gianni e le donne", il complesso di colpa che ti accompagnerà per tutta la vita.
Finale poco credibiile e didascalico: Alice, fondendo (Ancora) la finzione con la realtà, aveva creduto (Quasi sicuramente) di avere rivisto Micaela, ma quel falso allarme farà tornare da lei Mattia, riducendo ulteriormente il film ad un esempio di cinema splatter buono per una seratina televisiva, in cui si chiede un pò di provocazione spicciola che ti faccia un pò pensare e non ti annoi troppo.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a francesco2 »
[ - ] lascia un commento a francesco2 »
|
|
d'accordo? |
|
cristi65
|
venerdì 15 luglio 2011
|
un libro discreto...... un film mediocre
|
|
|
|
ho letto e visto di meglio
non aggiungo altro se non di aver dormito malissimo la scorsa notte dopo la visione di un'orrenda interpretaizone di un libro discretamente scritto
|
|
[+] lascia un commento a cristi65 »
[ - ] lascia un commento a cristi65 »
|
|
d'accordo? |
|
dellos
|
sabato 9 luglio 2011
|
trasposizione cinematografica pessima
|
|
|
|
Anche se la regia era molto buona, la sceneggiatura non convince e rende il film noioso, lento e quasi senza senso. Molto meglio leggersi il libro. Pessime la colonna sonora.
|
|
[+] lascia un commento a dellos »
[ - ] lascia un commento a dellos »
|
|
d'accordo? |
|
sorelladeijonas
|
giovedì 30 giugno 2011
|
il lamento di un bambino capriccioso
|
|
|
|
Se il libro era brutto, il film è decisamente peggio. L'autore non fa che comunicarci il suo disprezzo per la società, come il capriccio di un bambino a cui hanno tirato via il suo giocattolo. Saverio non fa che intensificare questo capriccio, rendendolo assordante e spiattellandolo in due ore di un film assolutamente insopportabile. La realtà che rappresenta è un finto catastrofismo, stereotipata e artificiosa, con una sceneggiatura e un cast posticcio, che annoia e basta.
Tanto rumore per nulla, per un film assolutamente mediocre e commerciale, fondato sul lamento di un bambino capriccioso.
|
|
[+] lascia un commento a sorelladeijonas »
[ - ] lascia un commento a sorelladeijonas »
|
|
d'accordo? |
|
guido
|
venerdì 17 giugno 2011
|
vittime di guerra -
|
|
|
|
Questi Genitori tristi pavidi depressi egoisti - semplicemente imbecilli.
Siamo noi! Incuranti dei nostri Figli. La mamma di Alice il papa'...
Michela è la linea dell'isopportabilita' - che peso.Voglio giocare vivere
Ma c'è sempre una Michela( la paura di non essere conformi adeguati ai cari stereotipi di questa bella gennte).
|
|
[+] lascia un commento a guido »
[ - ] lascia un commento a guido »
|
|
d'accordo? |
|
astromelia
|
mercoledì 4 maggio 2011
|
che dire...
|
|
|
|
non ho letto il libro,che si tratti di horror è assodato,non ho capitp ehm se la sorella di mattia si è annegata o cosa......un pò confusionario nelle scene clou,.e inorridisco ogni volta che vedo quell'attrice con quella magrezza......
|
|
[+] lascia un commento a astromelia »
[ - ] lascia un commento a astromelia »
|
|
d'accordo? |
|
leonor
|
giovedì 21 aprile 2011
|
come rovinare un best seller...
|
|
|
|
Il libro di Paolo Giordano può essere definito un capolavoro non tanto per la storia in sè, ma per le emozioni che trasmette. Il film ridicolizza queste passioni, tagliando gli episodi più intensi e cucendo a suo piacimento un'altra trama. Non sembra rispettare affatto la storia narrata nel libro, prende i caratteri dei protagonisti e dà vita ad un'altro racconto. Sicuramente belli i momenti dominati dal silenzio, come durante la scena in cui l'unico suono è la stupenda "Bette Davis eyes". Altro punto di lode è la bravura dei protagonisti, che riescono a restituire in parte le emozioni cancellate dal regista.
|
|
[+] lascia un commento a leonor »
[ - ] lascia un commento a leonor »
|
|
d'accordo? |
|
gianko
|
domenica 20 marzo 2011
|
un film a metà
|
|
|
|
Avendo letto il libro ho voluto vedere il film, il film a differenza della linearità del libro si frammenta in troppi momenti separati non dando la possibilità allo spettatore di provare un pò di codivisione per i personaggi, si va su e giù tra infanzia, adolescenza e età adulta e solo verso la fine si disvelano i meccanismi iniziali del romanzo. Si rimane un pò freddi e distaccati e quindi direi che il film non sia completamente riuscito.
|
|
[+] lascia un commento a gianko »
[ - ] lascia un commento a gianko »
|
|
d'accordo? |
|
nicola.acinapura
|
domenica 13 marzo 2011
|
il film più noioso della storia.
|
|
|
|
un film lento, senza un minimo di spessore, e che non trasmette nulla a nessuno. Riuscire a finirlo di vedere non è facile...
Evitatelo come la peste!!
|
|
[+] lascia un commento a nicola.acinapura »
[ - ] lascia un commento a nicola.acinapura »
|
|
d'accordo? |
|
|