andre89lost
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domenica 25 aprile 2010
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interessante
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Bel film thriller/drammatico con bravi interpreti. Tanta azione ben ripresa e bella trama. Un pò noiosetto in certi punti.
voto: 7.5
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gropius
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domenica 18 aprile 2010
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l'arma più difficile da trovare?...la verità!
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All'indomani della presa di Bagdad da parte dell'esercito statunitense, il maresciallo luogotenete Roy Miller e l componenti della sua squadra di ispettori sono chiamati a scovare ,su codesto territorio, i presunti depositi conteneti le tanto decantate armi di distruzione di massa ,assunte dall'amministrazione Bush quale ragione primaria giustificatrice dell'invasione stessa.Gli uomini obbediscono diligentemente agli ordini impartiti; ma si imbattono in una elaborata opera di insabbiamento perpetrata artatamente dalle stesse fonti interne dell'enturage governativo americano.
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All'indomani della presa di Bagdad da parte dell'esercito statunitense, il maresciallo luogotenete Roy Miller e l componenti della sua squadra di ispettori sono chiamati a scovare ,su codesto territorio, i presunti depositi conteneti le tanto decantate armi di distruzione di massa ,assunte dall'amministrazione Bush quale ragione primaria giustificatrice dell'invasione stessa.Gli uomini obbediscono diligentemente agli ordini impartiti; ma si imbattono in una elaborata opera di insabbiamento perpetrata artatamente dalle stesse fonti interne dell'enturage governativo americano.Il tutto provoca un'emorragia di frustrazione nei confronti dei valori patriottici del soldato Miller il quale, assetato di verità, capisce che per raggiungere il minimo barlume di essa è costretto a prevaricare il limite del sapere postogli gerarchicamente da chi con abili artefizi è da tempo maestro a nascondere i veri sporchi interessi che stanno da sempre alla base della maggior parte delle azioni militari Statunitensi.Il regista Paul Greengrass ci confeziona abilmente ,a tratti anche in maniera sopraffina, un vero e proprio action-movie , nonostante il tema di fondo sia quello politico-bellico,dal ritmo furioso ambientato in una Bagdad molto verosimile in cui la sensazione di pericolo costante ti avvolge con la stessa rapidità con la quale il vento accarezza la sabbia del deserto.Il ritmo furioso che caratterizza costantemente la pellicola è stato reso possibile dal sapiente uso della camera a mano,dalle riprese panoramiche e dai filmati a raggi infrarossi ottenuti dalle riprese sugli elicotteri.Siamo al cospetto di un thriller codibile in cui l'abile regista mescola teorie complottistiche a dettagliate ricostruzioni storico-narrative al termine delle quali emerge una visione altamente scomoda e sicuramente non consona a quanto gli americani avessero voluto fosse raccontato.Un plauso all'interpretazione energica del bravo Matt Damon abile a calarsi con disinvoltura in ruoli diversi ed anche al poco conosciuto Yigal Naor interprete del generale Al Rawi e già precedentemente dello stesso Saddam Hussein nel film Casa Shaddam.Infine non si può non ricordare una delle scene finali del film in cui Freddy personaggio che rappresenta verosimilmente il popolo iracheno ,attraverso un suo cruento modo di agire, ricorda ancor più al mondo che i mutamenti della struttura sociale di un popolo debbono essere generati dal popolo stesso e non da vettori esterni che mai potranno comprenderne in toto i delicati elementi che lo compongono.
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gropius
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domenica 18 aprile 2010
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l'arma più difficile da trovare?...la verità!
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All'indomani della presa di Bagdad da parte dell'esercito statunitense, il maresciallo luogotenete Roy Miller e l componenti della sua squadra di ispettori sono chiamati a scovare ,su codesto territorio, i presunti depositi conteneti le tanto decantate armi di distruzione di massa ,assunte dall'amministrazione Bush quale ragione primaria giustificatrice dell'invasione stessa.Gli uomini obbediscono diligentemente agli ordini impartiti; ma si imbattono in una elaborata opera di insabbiamento perpetrata artatamente dalle stesse fonti interne dell'enturage governativo americano.Il tutto provoca un'emorragia di frustrazione nei confronti dei valori patriottici del soldato Miller il quale, assetato di verità, capisce che per raggiungere il minimo barlume di essa è costretto a prevaricare il limite del sapere postogli gerarchicamente da chi con abili artefizi è da tempo maestro a nascondere i veri sporchi interessi che stanno da sempre alla base della maggior parte delle azioni militari Statunitensi.
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All'indomani della presa di Bagdad da parte dell'esercito statunitense, il maresciallo luogotenete Roy Miller e l componenti della sua squadra di ispettori sono chiamati a scovare ,su codesto territorio, i presunti depositi conteneti le tanto decantate armi di distruzione di massa ,assunte dall'amministrazione Bush quale ragione primaria giustificatrice dell'invasione stessa.Gli uomini obbediscono diligentemente agli ordini impartiti; ma si imbattono in una elaborata opera di insabbiamento perpetrata artatamente dalle stesse fonti interne dell'enturage governativo americano.Il tutto provoca un'emorragia di frustrazione nei confronti dei valori patriottici del soldato Miller il quale, assetato di verità, capisce che per raggiungere il minimo barlume di essa è costretto a prevaricare il limite del sapere postogli gerarchicamente da chi con abili artefizi è da tempo maestro a nascondere i veri sporchi interessi che stanno da sempre alla base della maggior parte delle azioni militari Statunitensi.Il regista Paul Greengrass ci confeziona abilmente ,a tratti anche in maniera sopraffina, un vero e proprio action-movie , nonostante il tema di fondo sia quello politico-bellico,dal ritmo furioso ambientato in una Bagdad molto verosimile in cui la sensazione di pericolo costante ti avvolge con la stessa rapidità con la quale il vento accarezza la sabbia del deserto.Il ritmo furioso che caratterizza costantemente la pellicola è stato reso possibile dal sapiente uso della camera a mano,dalle riprese panoramiche e dai filmati a raggi infrarossi ottenuti dalle riprese sugli elicotteri.Siamo al cospetto di un thriller codibile in cui l'abile regista mescola teorie complottistiche a dettagliate ricostruzioni storico-narrative al termine delle quali emerge una visione altamente scomoda e sicuramente non consona a quanto gli americani avessero voluto fosse raccontato.Un plauso all'interpretazione energica del bravo Matt Damon abile a calarsi con disinvoltura in ruoli diversi ed anche al poco conosciuto Yigal Naor interprete del generale Al Rawi e già precedentemente dello stesso Saddam Hussein nel film Casa Shaddam.Infine non si può non ricordare una delle scene finali del film in cui Freddy personaggio che rappresenta verosimilmente il popolo iracheno ,attraverso un suo cruento modo di agire, ricorda ancor più al mondo che i mutamenti della struttura sociale di un popolo debbono essere generati dal popolo stesso e non da vettori esterni che mai potranno comprenderne in toto i delicati elementi che lo compongono.
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lau42
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sabato 17 aprile 2010
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diserzione senza corte marziale?
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bello..............avvincente...............realistico.........................nn sono convinta che poi questo soldatello potesse passarla liscia così facilmente...........nn sò se sia successo davvero.............ma è possibile che gli abbiano concesso deliberatamente di contravvenire agli ordini...........partire x una missione del tutto personale (nn è diserzione) perdere tempo a cercare una verità tra le tante.................... e poi tornare tranquillamente dove????? la fine è un pò misera.................nn si capisce dove sia diretto il nostro eroe.....................COME MAI E' RIMASTO VIVO ED ILLESO DOPO AVER AFFRONTATO PEZZI GROSSI CHE VOLEVANO LA SUA TESTA SU UN VASSOIO D'ARGENTO????? niente corte marziale??????????? niente omicidio/suicidio in circistanze misteriose?????????' niente ripercussioni al rientro????????? la fine nn mi è piacuita x niente!!!!!!! poco curata.
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bello..............avvincente...............realistico.........................nn sono convinta che poi questo soldatello potesse passarla liscia così facilmente...........nn sò se sia successo davvero.............ma è possibile che gli abbiano concesso deliberatamente di contravvenire agli ordini...........partire x una missione del tutto personale (nn è diserzione) perdere tempo a cercare una verità tra le tante.................... e poi tornare tranquillamente dove????? la fine è un pò misera.................nn si capisce dove sia diretto il nostro eroe.....................COME MAI E' RIMASTO VIVO ED ILLESO DOPO AVER AFFRONTATO PEZZI GROSSI CHE VOLEVANO LA SUA TESTA SU UN VASSOIO D'ARGENTO????? niente corte marziale??????????? niente omicidio/suicidio in circistanze misteriose?????????' niente ripercussioni al rientro????????? la fine nn mi è piacuita x niente!!!!!!! poco curata..................cosa vuole dire alla fine??? dove và il nostro soldatino???????? BOHHH!!! illuminatemi x favore!!!!!!!!!!!!!!
cmnque ho trovato l'interpretazione di Matt D emon splendida! è un grande!!!!!!!!!! veramente perfettamente nella parte..............ha dato al pubblico l'eroe x caso che voleva trovare in quest'uomo.................
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blacksky
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venerdì 16 aprile 2010
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da vedere
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Davvero un gran bel film!!
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spike
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giovedì 15 aprile 2010
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pop corn movie d'autore
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Azione e adrenalina al servizio di un'idea che, seppur non nuova e che la storia sembra aver già derubricato come "...era un lavoro sporco ma qualcuno doveva pur farlo...", ci fa capire come anche all'interno delle Istituzioni statunitensi non tutti agiscano verso uno stesso obiettivo (forza delle democrazie?): "...pensavo fossimo un fronte unico." "...non sia ingenuo Miller...". La regia di Greengrass ci fa entrare a capofitto nella guerriglia, tra i vicoli di una città allo sbando dove la vita vale meno di zero; la scena dell'inseguimento è d'antologia anche se talvolta non si capisce come i soldati riescano a capire se chi hanno di fronte sia il nemico da abbattere (vero è che non tutto appare come.
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Azione e adrenalina al servizio di un'idea che, seppur non nuova e che la storia sembra aver già derubricato come "...era un lavoro sporco ma qualcuno doveva pur farlo...", ci fa capire come anche all'interno delle Istituzioni statunitensi non tutti agiscano verso uno stesso obiettivo (forza delle democrazie?): "...pensavo fossimo un fronte unico." "...non sia ingenuo Miller...". La regia di Greengrass ci fa entrare a capofitto nella guerriglia, tra i vicoli di una città allo sbando dove la vita vale meno di zero; la scena dell'inseguimento è d'antologia anche se talvolta non si capisce come i soldati riescano a capire se chi hanno di fronte sia il nemico da abbattere (vero è che non tutto appare come...), ma la confusione e il caos è sicuramente una caratteristica della nuova società che il regista vuole trasmettere: vedi la scena finale quando i rappresentanti delle varie etnie iraqene non riescono ad accordarsi sul futuro governo del paese. La guerra è vinta, come afferma alla televisione un compiaciuto Presidente americano, ma la pace è lontana. ... Dimenticavo le protagoniste del film non si vedono mai, vengono citate più volte ma in realtà non sono mai esistite, provate ad indovinare cosa sono.
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matteobaldan
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mercoledì 14 aprile 2010
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un action thriller su uno sfondo reale
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Le immagini sempre uguali e insignificanti dei traccianti della contraerea nel cielo nero di Baghdad e la voce monocorde dell’inviato della CNN Peter Arnett diedero alla prima guerra del Golfo la parvenza di un conflitto più virtuale che reale. Diversamente lo sviluppo della tecnologia digitale e di Internet hanno reso il fronte della seconda guerra del Golfo un colabrodo da cui filtra qualsiasi notizia, sia essa proveniente da giornalisti indipendenti, soldati americani o fonti irachene. Torture inferte ai prigionieri di Abu Ghraib comprese.
Paul Greengrass, ben consapevole dell’ampiezza della cornice informativa che racchiude il conflitto iracheno, sfrutta appieno la sua vena documentaristica - pochi sanno che ha cominciato la sua carriera occupandosi di conflitti globali per la ITV britannica – per costruire il forte di autenticità che emana dalla rappresentazione del paese sull’orlo della guerra civile.
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Le immagini sempre uguali e insignificanti dei traccianti della contraerea nel cielo nero di Baghdad e la voce monocorde dell’inviato della CNN Peter Arnett diedero alla prima guerra del Golfo la parvenza di un conflitto più virtuale che reale. Diversamente lo sviluppo della tecnologia digitale e di Internet hanno reso il fronte della seconda guerra del Golfo un colabrodo da cui filtra qualsiasi notizia, sia essa proveniente da giornalisti indipendenti, soldati americani o fonti irachene. Torture inferte ai prigionieri di Abu Ghraib comprese.
Paul Greengrass, ben consapevole dell’ampiezza della cornice informativa che racchiude il conflitto iracheno, sfrutta appieno la sua vena documentaristica - pochi sanno che ha cominciato la sua carriera occupandosi di conflitti globali per la ITV britannica – per costruire il forte di autenticità che emana dalla rappresentazione del paese sull’orlo della guerra civile. Green Zone è infatti frutto di un meticoloso lavoro di ricerca su svariate fonti: riprese documentarie, video su YouTube, registrazioni audio e libri. Da bravo documentarista Greengrass ha anche intervistato testimoni oculari del conflitto come inviati di guerra e reduci, decidendo di coinvolgere una parte di questi ultimi nella produzione del film.
Tuttavia Green Zone non è un film sulla guerra in Iraq. E’ un thriller ambientato in Iraq. Nel 2003 il primo maresciallo luogotenente Roy Miller (Matt Damon) e la sua squadra di ispettori – interpretati da reduci di guerra – ricevono l’incarico di scovare nel deserto i depositi dove sono custodite le armi di distruzione dei massa. Muovendosi in luoghi zeppi di trappole esplosive alla ricerca dei mortali composti chimici Miller e i suoi si imbattono in una elaborata copertura che inverte lo scopo della loro missione. Preso nell’intrigo delle operazioni di agenti segreti guidati da strategie contrapposte, che riecheggiano lo scontro tra falchi e colombe alla Casa Bianca, Miller decide di oltrepassare i limiti del suo incarico e i confini della Zona Verde in cui si trova la base si stanziamento della coalizione US-UK e delle forze alleate per addentrarsi nel territorio non sicuro della Zona Rossa alla ricerca della verità.
La sceneggiatura ben congegnata dell’Oscar Brian Helgeland, che crea sottotraccia una sottile tensione derivante dalla consapevolezza che la verità nel mondo connesso può trapelare in un istante, e il sorprendente senso di realtà che viene dall’elaborata ambientazione fanno di Green Zone qualcosa di più di un thriller ben riuscito, ne vanno un film a cui manca appena una sottile vena lirica per essere un capolavoro.
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torres
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mercoledì 14 aprile 2010
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il vero ritratto dell'iraq
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ottimo film, specialmente le ambientazioni nella città di bagdad con le splendide viste aeree, il film ha il coraggio di raccontare la verità che tutti sanno ma che nessuno dice!!! In Iraq non c'erano armi di distruzione di massa.
La regia è ottima, nel perfetto stile greegrass ottimo il cast sia damon che i personaggi iracheni che i personaggi di gleeson e kinnear; purtroppo per una volta la scarsa durata del film è uno svantaggio infatti ,insieme alla sceneggiatura, non permette un più giusto approfondimento dei personaggi e di alcuni fatti anche importanti tralasciati. Il film rende anche l'idea del casino che c'è a livello politico in iraq con politici filo americani e non iracheni come vorrebbe il popolo.
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ottimo film, specialmente le ambientazioni nella città di bagdad con le splendide viste aeree, il film ha il coraggio di raccontare la verità che tutti sanno ma che nessuno dice!!! In Iraq non c'erano armi di distruzione di massa.
La regia è ottima, nel perfetto stile greegrass ottimo il cast sia damon che i personaggi iracheni che i personaggi di gleeson e kinnear; purtroppo per una volta la scarsa durata del film è uno svantaggio infatti ,insieme alla sceneggiatura, non permette un più giusto approfondimento dei personaggi e di alcuni fatti anche importanti tralasciati. Il film rende anche l'idea del casino che c'è a livello politico in iraq con politici filo americani e non iracheni come vorrebbe il popolo. Per finire il film merita un bel 8 e mi stupisce il flop totale che ha avuto negli USA.
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tonioross
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mercoledì 14 aprile 2010
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un film troppo ipercinetico
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il tema è fondamentale per capire meglio quello che sta accadendo e, soprattutto, perchè è accaduto, mentre gli attori hanno ben interpretato i loro ruoli, ma il film è follemente e irrazionalmente ipercinetico, infastidisce la visione e non consente di apprezzare nemmeno la sceneggiatura.Con i miei amici ho abbandonato la sala in anticipo per una seria sofferenza visiva. Peccato, si poteva fare di più e meglio.
cordiali saluti
[+] allora guarda l'uomo nell'ombra...
(di andrea-w)
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mr cinefilo
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mercoledì 14 aprile 2010
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la sporca guerra
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l'agente jason bourne va in guerra e diventa un mito.Trama prevedibile nel finale ma ben strutturata, bellissima la contrapposizione tra green zone e il resto della capitale.regia sapiente, ma rispetto a bourne manca un pò del corpo a corpo che tanto ci era piaciuto.
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