Biutiful |
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Un film di Alejandro G. Iñárritu.
Con Javier Bardem, Maricel Álvarez, Eduard Fernández, Diaryatou Daff, Cheng Taishen.
continua»
Drammatico,
durata 138 min.
- USA 2010.
- Universal Pictures
uscita venerdì 4 febbraio 2011.
MYMONETRO
Biutiful
valutazione media:
3,50
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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L'artista Inarritu e l'evoluzione del suo stiledi davide belloniFeedback: 244 | altri commenti e recensioni di davide belloni |
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giovedì 24 febbraio 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
I grandi artisti, nell'accezione di 'cretaori di opere che provocano una reazione emotiva nel fruitore', raramente si sono cristallizzati su di un unico filone stilistico, ma hanno intrapeso vari percorsi, mutazioni e trasformazioni che hanno forgiato la loro ricerca all'insegna dell'evoluzione continua, e di conseguenza, della sorpresa. Io considero Inarritu un' artista della macchina da presa, che in Biutiful ha varcato la soglia della sua prima trasformazione (ricordiamo che questo è solo il suo quarto film). In ogni suo film precedente la storia era stata smembrata e riproposta allo spettatore in sequenze cronologiche totalmente non consequenziali, provocando effetti di sorpresa continua, dimostrando grande abilità tecnica ed una mano sartoriale nel cucire finali rivelatori e pregnanti di emozioni. Nonostante i sentimenti molto spesso violenti, corrosivi, estremi che saturavano l'atmosfera dei suoi film, credo che quella tecnica cinematografica andasse a discapito proprio di una rappresentazione puntuale degli stati d'animo. Ora che con Biutiful la storia si fa più cronologicamente lineare, possiamo assaporare tutto il gusto acre del degrado civile e morale che regna tra le vie della Barcellona dimenticata dai tour operators, in cui un Javier Bardem (che apparentemente ha risorse infinite, riuscendo sempre ad aggiungere prove notevoli ad interpretazioni memorabili) cresce due figli gestendo una rete di venditori ambulanti e lavoro nero con 'imprenditori' cinesi, mentre lotta contro un cancro che lo divora dall'esterno, così come il cancro del degrado lo divora dall'esterno. Il rapporto con la moglie disturbata mentalmente e con il fratello sono affrontati con tatto ma allo stesso tempo ci viene presentata ogni serie di particolari scabrosi e degradanti. L'apnea che deriva da questo film toglie il fiato anche per molto tempo dopo l'immersione e ci lascia in eredità un regista che speriamo abbia ancora nuove 'sorprese evolutive' da offrirci, ed un Bardem oggettivamente da Oscar.
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