giovanni_b_southern
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martedì 19 aprile 2022
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molto buono
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Un film con la Diaz va visto in 'default'. Questo film si lascia nettamente vedere. Buon intrattenimento
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renatoc.
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sabato 25 febbraio 2017
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allucinante!!
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Quello che sto per scrivere è di parte: da cattolico! A partire da qualunque altra considerazione, questo film è di buon insegnamento morale! Gesù aveva detto: "Non si può servire Dio e anche "Mammona" (cioè il denaro!) perchè alla fine uno amerà l'uno e odierà l'altro e viceversa"! La coppia dei protagonisti, messa un un po' in difficoltà economiche, davanti alla prova di premere il pulsante del "box" e far morire una persona sconosciuta, però ricevendo in compenso un milione di dollari, o rinunciare, cede al miraggio del denaro e preme il bottone! E qui si può benissimo capire che il personaggio sfigurato che fa loro la proposta rappresenta il demonio che induce in tentazione e fa peccare la coppia contro il 5° Comandamento: "Non uccidere"! Tanto, pensavano, si tratta di uno sconosciuto! Ricevono il milione di dollari, ma quando lo "sfigurato" dice loro che si riprende la scatola e farà la stessa proposta ad un'altra coppia a loro sconosciuta, cominciano a sospettare che le future vittime potrebbero essere loro! Ed infatti un giorno viene loro rapito il figlio e torna da loro lo "sfigurato" dicendo che il figlio è vivo ma resterà sordomuto per tutta la vita, se il protagonista non sparerà alla moglie! Di fronte alle urla del figlio che, chiuso nel bagno dice che non vede niente e non sente niente, e con la prospettiva che sarebbe rimasto così per sempre, la protagonista si fa sparare dal marito ed in quell'istante il figlio guarisce! Nell'istante, però in cui la moglie muore si vede un'altra coppia con la moglie che preme il pulsante e lo "figurato che si presenta alla loro porta"! Ed il film termina con questa scena.
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Quello che sto per scrivere è di parte: da cattolico! A partire da qualunque altra considerazione, questo film è di buon insegnamento morale! Gesù aveva detto: "Non si può servire Dio e anche "Mammona" (cioè il denaro!) perchè alla fine uno amerà l'uno e odierà l'altro e viceversa"! La coppia dei protagonisti, messa un un po' in difficoltà economiche, davanti alla prova di premere il pulsante del "box" e far morire una persona sconosciuta, però ricevendo in compenso un milione di dollari, o rinunciare, cede al miraggio del denaro e preme il bottone! E qui si può benissimo capire che il personaggio sfigurato che fa loro la proposta rappresenta il demonio che induce in tentazione e fa peccare la coppia contro il 5° Comandamento: "Non uccidere"! Tanto, pensavano, si tratta di uno sconosciuto! Ricevono il milione di dollari, ma quando lo "sfigurato" dice loro che si riprende la scatola e farà la stessa proposta ad un'altra coppia a loro sconosciuta, cominciano a sospettare che le future vittime potrebbero essere loro! Ed infatti un giorno viene loro rapito il figlio e torna da loro lo "sfigurato" dicendo che il figlio è vivo ma resterà sordomuto per tutta la vita, se il protagonista non sparerà alla moglie! Di fronte alle urla del figlio che, chiuso nel bagno dice che non vede niente e non sente niente, e con la prospettiva che sarebbe rimasto così per sempre, la protagonista si fa sparare dal marito ed in quell'istante il figlio guarisce! Nell'istante, però in cui la moglie muore si vede un'altra coppia con la moglie che preme il pulsante e lo "figurato che si presenta alla loro porta"! Ed il film termina con questa scena. Morale: Non si uccide nessuno! E se il motivo del delitto è il denaro il peccato è ancora più grave! E poi il diavolo fa le pentole e non i coperchi perchè di conseguenza alla fine il marito si trova davanti al terribile dilemma se sparare alla moglie o tenere il figlio sordomuto per tutta la vità! In ogni caso avrebbe vissuto il resto della vita col senso di colpa ed infelice! Andare nuovamente contro il 5° Comandamento uccidendo una persona che si ama, anche se è per il bene del figlio è terribile! inoltre se i due protagonisti fossero stati uomini di Fede, innanzitutto non avrebbero fatto morire uno sconosciuto per denaro! E poi non avrebbero posto limite alla Provvidenza avendo fede che nulla è impossibile a Dio e che il figlio sarebbe potuto in ogni caso guarire nonostante quello che aveva detto lo "sfigurato"! Troppo spesso, nel mondo moderno, la maggioranza degli uomini, dovendo scegliere tra Dio e "Mammona" sceglie "Mammona"!
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elgatoloco
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domenica 17 luglio 2016
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film troppo lungo, da una short story
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Questo "The Box"del 2009 scritto per lo schermo e diretto da Richard Kelly(dalla short story di quasi quaranta anni prima"Button, button"di Richard Matheson")ha il difetto di voler risolvere quanto indicato in modo polisemico ed"enigmatico"dallo scrittore in un quadro di soluzioni a loro volto quanto meno"aperte"e"problematiche"(come l'accenno, che è ben più di ciò, all'esistenzialismo sartriano e al tema-chiave della libertà nell'affermazione"L'enfer c'est les autres", posta già all'inizio)pur se Kelly ha l'intenzione decisa di voler"sciogliere"i problemi posti dal racconto.
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Questo "The Box"del 2009 scritto per lo schermo e diretto da Richard Kelly(dalla short story di quasi quaranta anni prima"Button, button"di Richard Matheson")ha il difetto di voler risolvere quanto indicato in modo polisemico ed"enigmatico"dallo scrittore in un quadro di soluzioni a loro volto quanto meno"aperte"e"problematiche"(come l'accenno, che è ben più di ciò, all'esistenzialismo sartriano e al tema-chiave della libertà nell'affermazione"L'enfer c'est les autres", posta già all'inizio)pur se Kelly ha l'intenzione decisa di voler"sciogliere"i problemi posti dal racconto. Riassumendo, potremmo dire che rimane la questione di dover dare un racconto breve in un lungometraggio, dunque ampliando, "gonfiando"il film, dando soluzioni, che però poi(pena la totale negazione di quanto si trova in Matheson, che comunque si muove nell'ambito del fantastico, che comunque è per sua natura aperta, come ha dimostrato, tra gli altri, Todorov nel suo testo fondamentale sulla letteratura fantastica, appunto)rimangono a fortiori aperte o meglio dove soluzioni diverse e in parte contrastanti si accavallano. C'è poi l'ambientazione natalizia, "confezionata"forse per"piazzare"e"vendere"meglio il film. QUalcosa di tardivo, di"appiccicaticcio", di ridondante e pletorico, ma anche di assolutamente fuori luogo rispetto al tema.Il tema del"new born", della"new genesis", adombrato nel tema del "Natale-Christmas-Noe"l"non si capisce come si rapporti alla questione"de bono et malo" che sembra essere(ed è, sostanzialmente)il fulcro di quanto discusso in"The Box". Sarebbe stato sciocco voler introdurre altri elementi magari quasi tuttti in esterni e "d'azione", ma "The Box"in parte lo fa, pur rimanendo nell'ambito di un film più che decoroso senza essere geniale. Decisamente meglio, comunque, il tv-movie-episodio di Peter Medak del 1986/marzo)in"The Twilight Zone", breve che quindi non aveva il problema di ampliare il tutto...Bene, in complesso, Cameron Diaz, James Marsden, ma anche Frank Langella, nel ruolo del misterioso latore della"Box"...anche se a tratti si ha l'impressione che siano là, sul set, quasi in una condizione di"alterità"e"spaesamento"diverso dal senso del racconto e del film. El Gato
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toty bottalla
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mercoledì 9 marzo 2016
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alieni giudici e giustizieri in una storia noiosa!
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Una storia raccontata con presunta enfasi misteriosa, una trama spianata a lunga gittata senza mai emozionare davvero, una vicenda fantascientifica complicata che non riesce a focalizzare un momento cruciale post visione, una specie di morale, la solita, sul denaro, le tentazioni e le conseguenze da catechismo, un film sostanzialmente noioso che non regala spunti originali su cui riflettere. Saluti.
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evildead
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mercoledì 17 febbraio 2016
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scatola a sorpresa
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Un guazzabuglio pazzesco di sitauzioni senza capo ne' coda; il fim parte incuriosendo per l'idea di base ,poi devia verso la SF e il polanskiano buttando dentro la NASA ,la vita su Marte,complotti forse alieni o governativi,clima da invasione degli ultracorpi,portali dimensionali ,test etico-sociali,signori dei fulmini,personaggi catatonici ecc. ecc..
La sensazione e' di trovarsi davanti 1000 pezzi di un puzzle buttati su un tavolo e che tali sono rimasti alla fine della visione. 2 stelle solo per la messa in scena.
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francy99
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lunedì 27 luglio 2015
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thriller teso ed inquietante
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"È solo una scatola". Dopo questa frase si scatena il vero thriller di cui è composto il film.
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great steven
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mercoledì 17 settembre 2014
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una scatola pericolosa che apre un bivio terribile
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THE BOX (USA, 2010) diretto da RICHARD KELLY. Interpretato da CAMERON DIAZ – JAMES MARSDEN – FRANK LANGELLA – JAMES REHBORN – HOLMES OSBORNE – SAM OZ STONE – GILLIAN JACOBS – CELIA WESTON § Arlington Steward è misteriosamente resuscitato in ospedale dopo essere stato colpito da un fulmine e, costruito un certo apparecchio, se n’è andato. Virginia, 1976. Prima dell’alba il campanello di casa Lewis suona svegliando i coniugi Norma e Arthur. Trovano un pacchetto e un biglietto: il signor Steward chiamerà alle cinque del pomeriggio. Norma, insegnante in un istituto superiore, è sola in casa quando arriva puntualmente Steward, con il volto sfigurato dal suo incontro ravvicinato con il fulmine.
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THE BOX (USA, 2010) diretto da RICHARD KELLY. Interpretato da CAMERON DIAZ – JAMES MARSDEN – FRANK LANGELLA – JAMES REHBORN – HOLMES OSBORNE – SAM OZ STONE – GILLIAN JACOBS – CELIA WESTON § Arlington Steward è misteriosamente resuscitato in ospedale dopo essere stato colpito da un fulmine e, costruito un certo apparecchio, se n’è andato. Virginia, 1976. Prima dell’alba il campanello di casa Lewis suona svegliando i coniugi Norma e Arthur. Trovano un pacchetto e un biglietto: il signor Steward chiamerà alle cinque del pomeriggio. Norma, insegnante in un istituto superiore, è sola in casa quando arriva puntualmente Steward, con il volto sfigurato dal suo incontro ravvicinato con il fulmine. Spiega a Norma che, se preme il pulsante che sovrasta la scatola, provocherà la morte di uno sconosciuto e guadagnerà un milione di dollari. Se invece rinuncerà a premerlo, riceverà cento dollari per il disturbo e nulla accadrà. Ventiquattro ore per decidere, ovviamente in combutta col marito Arthur, la cui collaborazione per la decisione sarà indispensabile. Dopo tanto parlare, Norma preme il pulsante quasi d’impulso. Il lauto pagamento avviene come promesso, ma questo è solo l’inizio di una storia ricca di suspense, tremori, paura e ostentazione. Inquietanti bizzarrie e suggestive stranezze sono disseminate per tutto il film a dare un tono singolarmente impressionante e destabilizzante alla vicenda. Eventi turbolenti e misteriosi sconvolgeranno la vita dei due coniugi, passando per portali con altre dimensioni e gente che sanguina inspiegabilmente dal naso. In realtà Steward non è un umano: è un alieno proveniente da un’altra galassia che sta conducendo esperimenti sugli esseri umani, per verificare se sono capaci di rinunciare ai loro desideri egoistici in favore di un bene comune e indubbiamente superiore. II finale di quest’arcana storia metterà Norma e Arthur nuovamente di fronte a responsabilità sconcertanti, che riguarderanno il futuro del loro unico figlio, improvvisamente cieco e sordo dopo le peripezie martellanti che li hanno perseguitati fino a quel momento. Tratto dal racconto Button, Button del 1970, scritto da Richard Matheson. Per adattarlo sul grande schermo, Kelly ha ottenuto un finanziamento di trenta milioni di dollari dalla Media Rights Capital. La pre-produzione della pellicola è cominciata nei primi mesi del 2007, e verso la fine dell’anno l’organico degli interpreti si è completato. Le riprese hanno avuto luogo principalmente a Boston e in altre città del Massachusetts. Effettivamente, il film ha migliorato il racconto, introducendo elementi estranei alla versione cartacea (come ad esempio la questione degli alieni che pilotano le vicende tragiche e pericolose che perseguitano la famiglia protagonista) che lo hanno reso più intrigante, accattivante e movimentato e gli hanno fornito un tocco quasi magistrale di meccanismo fantascientifico che si riflette nelle scene in cui i due personaggi maggiori si trovano in bilico nel fare le loro scelte che, da un lato permetteranno loro di salvarsi, dall’altro li condurranno all’eterna dannazione. Gli effetti speciali – non troppo invadenti e fracassoni – sono al servizio della storia, e vengono impiegati con facilità e vigore espressivo, due elementi che certamente non stonano nell’insieme figurativo dell’opera. Passiamo ad affrontare il cardine delle interpretazioni: C. Diaz è perfetta nel ruolo della moglie professoressa con un paramorfismo genetico al piede destro che in una scena viene pudicamente e orribilmente svelato, e le sue espressioni di nostalgia malinconica e puro terrore vengono rese con straordinaria efficacia, e non perde il ritmo col procedere della vicenda che s’intrica sempre più; anche J. Marsden le tiene testa audacemente, interpretando il marito ingegnere aerospaziale che ha perorato una causa giudiziaria vincendola, e che fra i due coniugi è certamente il più riflessivo e razionale, o perlomeno colui che riesce a valutare le decisioni con sufficiente distacco (per quanto la situazione lo consenta) e parca sobrietà; F. Langella, diventato famoso negli anni 1970 per aver impersonato in più film il conte Dracula, è un villain non convenzionale e antitetico alla maggior parte dei cattivi imborghesiti che impressiona non tanto per il volto sfigurato dal contatto con la saetta quanto per la calma con cui rivela i fatti sconvolgenti e terrificanti che approdano nella vita di due tranquille persone che vengono da lui poste di fronte a una scelta che determinerà la morte di un individuo loro pari, ma non solo: egli avrà anche modo di continuare il suo esperimento diabolico e spaventoso sui terrestri, per appurare quanto siano coraggiosi e tenaci nel rinunciare alle pretese egoistiche per conquistare la salvezza dei loro simili. Infine, la regia di R. Kelly segue con pazienza e occhio indagatore la vicenda, contenendo la materia narrativa nei confini della fantascienza urbanistica e facendo sì che non sfoci troppo nell’horror o nel thriller psicologico, sebbene le motivazioni che spingono i personaggi a schiacciare il pulsante e i dubbi che si pongono quando vengono assaliti dagli innumerevoli pericoli soprannaturali portino non poco il film a toccare le corde di quest’ultimo genere. Ma nel complesso l’opera è godibile e fruibile da un pubblico più o meno vasto, sia fra gli amanti della science-fiction che fra quelli che prediligono generi più sottili e velati. La conclusione lascia un po’ delusi e con l’amaro in bocca, per via della morte della Diaz, e non appare affatto una risoluzione drastica e convincente dei problemi che hanno a lungo attanagliato durante tutta la proiezione i due poveri combattenti, ed è forse la pecca maggiore del film, che non riesce a stupire gli spettatori con un finale a sorpresa che spasimi e fughi ogni dubbio sorto nel corso della storia. Comunque, il resto, come già sottolineato, non sfigura e non inganna.
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stefanocapasso
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mercoledì 23 aprile 2014
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vittime o carnefici?
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Film di fantascienza tratto dal romanzo dal titolo omonimo con un significato profondo che viene rivelato chiaramente solo nel finale.
Il signor Steward tornato in vita dalla morte dopo essere stato colpito da un fulmine, ha il compito di testare l’animo umano offrendo a delle famiglie una scatola. Spingendo il bottone al suo interno morirà una persona ma si potranno avere in cambio 1 milione di dollari. Tra Artur e Norma, i protagonisti della storia, cosi come in altre coppie puntualmente è la donna a premere il bottone, spinta da un moto istintivo che al tempo stesso contiene sfida e bramosia. Si mette in moto una catena di eventi che porterà la coppia di fronte ad una nuova scelta questa volta molto più drammatica.
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Film di fantascienza tratto dal romanzo dal titolo omonimo con un significato profondo che viene rivelato chiaramente solo nel finale.
Il signor Steward tornato in vita dalla morte dopo essere stato colpito da un fulmine, ha il compito di testare l’animo umano offrendo a delle famiglie una scatola. Spingendo il bottone al suo interno morirà una persona ma si potranno avere in cambio 1 milione di dollari. Tra Artur e Norma, i protagonisti della storia, cosi come in altre coppie puntualmente è la donna a premere il bottone, spinta da un moto istintivo che al tempo stesso contiene sfida e bramosia. Si mette in moto una catena di eventi che porterà la coppia di fronte ad una nuova scelta questa volta molto più drammatica. Per salvare il proprio figlio lui dovrà sparare a lei, e l'evento sarà compiuto proprio nel momento in cui altrove la donna di un’altra coppia premerà il bottone della scatola.
E' qui a mio avviso la chiave del film. Nel momento in cui per salvare il figlio Artur sta per sparare a Norma, in un’altra casa una donna decide di premere il bottone. C’è una sottile linea di demarcazione tra chi mette in moto il tutto. E' Artur spinto dal desiderio di salvare del figlio, o la donna attratta dai soldi?
Dove c'è una vittima c''è un carnefice mi verrebbe da dire, e la mia sensazione è che la scelta sia fatta proprio da Artur. Solo allora la donna decide di premere il bottone. E allora si comprende come la scelta di Artur di sacrificare Norma, che acconsente, è ancora una vola una incapacità di accettazione di ciò che si è e si ha, e di quello che si è prodotto. Se all'inizio è la donna, che attratta dalle sue passioni da il via alle disgrazie, è l 'uomo a porre il suggello finale nel suo solo apparente eroico tentativo riparatorio
E' forte il rimando alla storia biblica di Adamo ed Eva. E' le che sceglie di sfidare la sorte per cercare di ottenere il premio. E questo comporta delle conseguenze nefaste che dovranno essere pagate di persona e senza soluzione di continuità per i protagonisti e per la discendenza in un pattern ripetitivo che sembra non fermarsi.
Ciò che rimane è che siamo noi stessi con le nostre azioni a dare vita alle nostre disgrazie. L’altro diviene strumento e complice del nostro tentativo di riscatto, assumendo su di se quella responsabilità che siamo pronti a dargli e che non fa altro che moltiplicare e prolungare l’effetto nocivo del male,
Meglio sarebbe saper accettare la propria condizione piuttosto che forzarla.
E' interessante la chiave di lettura evoluzionista del romanzo, anche se inserita in un contesto narrativo confuso, con molti spunti non chiariti e che tutto sommato non riesce a risolversi completamente
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glimpse
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martedì 25 marzo 2014
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criptico e spietato
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Una pellicola spettacolare dove la storia, si fonde perfettamente con la realtà effettiva della vita terrestre: l'utilizzo, da parte dei misteriosi "Datori di lavoro", dell' essere umano o meglio dell' "uomo macchina" di gurdjeffiana memoria, inconsapevole di sè e di ciò che stà accadendo alle proprie spalle (salvo brevissimi squarci di verità), per una sperimentazione non - sense. Tra complottismo, governi ombra e dominazione aliena, un film perfetto in ogni aspetto e più preciso di un orologio svizzero, con un Frank Langella sopra le righe. Un Must.
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jobbo9942
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giovedì 8 agosto 2013
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un obrobrio cinematografico
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Ho visto questo film a casa di un mio amico che me lo spacciava come un capolavoro. Alla fine del film speravo scherzasse. Una recensione non è abbastanza per sottolineare quanto questo film sia scadente. Ma siccome non voglio lanciare insulti all'aria, ecco un paio di motivazioni sul perchè del mio voto:
1) Innanzitutto la trama è stracopizzata un po' di là e un po' di qua, gli alieni che mettono alla prova l'uomo e la sua morale con una serie di test mi ricorda Utimatum alla terra, i test stessi ai quali alla fine non c'è scampo mi ricordano film horror tipo Saw ecc.. (e non ho citato Saw a caso ma poi ne riparliamo)
2)La parte centrale del film è completamente inutile, tutta la parte sui portali che alla fine nn serve a NULLA.
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Ho visto questo film a casa di un mio amico che me lo spacciava come un capolavoro. Alla fine del film speravo scherzasse. Una recensione non è abbastanza per sottolineare quanto questo film sia scadente. Ma siccome non voglio lanciare insulti all'aria, ecco un paio di motivazioni sul perchè del mio voto:
1) Innanzitutto la trama è stracopizzata un po' di là e un po' di qua, gli alieni che mettono alla prova l'uomo e la sua morale con una serie di test mi ricorda Utimatum alla terra, i test stessi ai quali alla fine non c'è scampo mi ricordano film horror tipo Saw ecc.. (e non ho citato Saw a caso ma poi ne riparliamo)
2)La parte centrale del film è completamente inutile, tutta la parte sui portali che alla fine nn serve a NULLA. diciamo una buona mezzora di film se nn di più ce poteva essere benissimo risparmiata.
3) Anche la morale del film è sviluppata male, sti alieni vogliono testare gli uomini, dicono che sn troppo cattivi e nn pensano agli altri, ok va bene ma in una scena, mentre un tizio sta aiutando il protagonista perchè ha capito il piano degli alieni, questi lo spiaccicano cn un camion, ora, se devono testare l'aiuto reciproco umano (che in questa scena è palese), perchè li fanno fuori comunque?! Facevano prima a fare un film tipo un apocalisse aliena, un gigantesco meteorite, muoiono tutti e basta, almeno nn butta nel cesso un ora e mezza della mia giornata.
4) La presa in giro più grande l'ho avuta guardando wikipedia nella sezione curiosità riguardanti questo film. una frase dice "Il trailer del film è accompagnato da "Hello Zepp", la colonna sonora del film "Saw - L'enigmista"." Ora già è palese il fatto che sto film è il copia incolla di tanti altri, ma così mi sembra davvero esagerato, visto che la colonna sonora di The Box fatta dagli Arcade Fire è forse la cosa migliore di tutto il film...
5) L'ultimo punto è una opinione personale: secondo me è un film evitabilissimo,dai molteplici buchi nella trama (sarà x rendere l'atmosfera di ambiguità ma a me ha fatto decisamente cagare sta cosa) e dai contenuti banalizzati e superficiali, che inizia bene ma che, nel suo sviluppo è davvero DELUDENTE. Io poi ho davvero poco apprezzato il ruolo degli alieni, evitabilissimi e soprattutto semi-onnipotenti ma che alla fine non sono tanto diversi dagli umani come etica.
Ho letto che il film è tratto da un libro, mi spiace molto per l'autore del romanzo che vede stuprata in questo modo la sua opera.
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