| Anno | 2009 |
| Genere | Documentario |
| Produzione | USA |
| Durata | 92 minuti |
| Regia di | Judith Ehrlich, Rick Goldsmith |
| Attori | John Dean, Daniel Ellsberg, Patricia Ellsberg, Max Frankel, Krogh, Tony Russo Hedrick Smith. |
| MYmonetro | 2,75 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
|
Ultimo aggiornamento venerdì 21 maggio 2010
Il film ha ottenuto 1 candidatura a Premi Oscar, Al Box Office Usa The most dangerous man in America: Daniel Ellsberg and the Pentagon Papers ha incassato 325 mila dollari .
|
CONSIGLIATO SÌ
|
Chi è l'uomo più pericoloso d'America nel 1971? Kissinger definisce così Daniel Ellsberg, analista del Pentagono che decide di assumersi una grande responsabilità. In questo periodo, infatti, lavora come analista e ha accesso ai documenti top secret della guerra del Vietnam. Quando si rende conto che il presidente Nixon e i suoi predecessori nascondono informazioni e rifilano una serie di bugie agli americani, prende la situazione di petto e s'impossessa di 7000 pagine di un dossier segreto sull'attività in Vietnam. Va a rischiare una pena di oltre cento anni per aver violato dei documenti ufficiali, ma quando un giornalista gli chiede se fosse al corrente del rischio, Ellsberg risponde "Lei non farebbe lo stesso per fermare questa guerra?".
Ellsberg entra nell'ufficio di notte con i suoi figli e li mette come in una catena di montaggio a fotocopiare e ritagliare il dossier. Qualche giorno dopo contatta il New York Times e affida a loro la divulgazione del materiale. Il secondo giornale contatto è il Washington Post ed entrambe le testate vengono raggiunte da un'istanza del governo che proibisce qualsiasi pubblicazione di documenti ufficiali. Inizia un processo e nel frattempo Ellsberg coinvolge anche un politico dell'Alaska che, venuto a conoscenza del dossier, indice una conferenza stampa alla quale è da solo e dove legge i documenti top secret con l'obiettivo di registrare il tutto agli atti. L'opinione pubblica si schiera con Ellsberg e i telegiornali per due settimane parlano della vicenda in ogni edizione giornaliera. Il processo su Ellsberg termina con un'assoluzione per l'analista, appellandosi al diritto di libertà di parola e di stampa.
La voce narrante del film è affidata allo stesso Ellsberg che racconta anche la relazione con la sua compagna, una fervente pacifista con la quale è costretto a nascondersi dopo la diffusione del dossier. Judith Ehrlich e Rick Goldsmith, i due registi, inseriscono nel documentario le intercettazioni telefoniche tra Nixon e Kissinger, vera chicca di The most dangerous man in America. Come sottolinea il critico Alessandro De Simone che ha presentato il film in sala, come non mai il documentario capita proprio in un momento politico italiano molto delicato, dove si sta discutendo una riforma sulla stampa italiana. Fino dove si può spingere un giornalista nella diffusione dei materiali? Nove mesi dopo le dimissioni di Nixon, il governo taglia ai fondi alla guerra in Vietnam e Ellsberg non sconta nemmeno un giorno di prigione vincendo così la sua partita personale.
Confessions of a dangerous mind comincia dalla fine: siamo a New York, è il 1981, Charlie (Sam Rockwell) è asserragliato in una stanza d’albergo dove cerca protezione dal mondo circostante, nudo (vulnerabile), provato. Aldilà della porta, la presunta donna della sua vita gli ricorda che lo ama mentre lui le ricorda che è molto impegnato. Certo, impegnato a cercare di rimettere insieme i tasselli della [...] Vai alla recensione »
In 1971, Daniel Ellsberg, a former Marine, Pentagon employee and military analyst, performed one of the most daring whistle-blowing acts of the century: Leaking ex-employer Rand Corp.'s copies of the top-secret Pentagon Papers to the New York Times (and subsequently other major dailies) in order to expose the truth -- or, more specifically, the lies -- behind America's longtime involvement in the Vietnam [...] Vai alla recensione »