alessandro venier
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lunedì 11 aprile 2011
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everybody's fine
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Frank è un operaio in pensione e da qualche mese vedovo. Attende con ansia il ritorno a casa dei suoi quattro figli per poter finalmente trascorrere un po' di tempo insieme. Quando apprende la notizia che nessuno dei suoi "bambini" (così vengono definiti dallo stesso Frank in un'esilarante scena del film) gli farà visita, decide di intraprendere un lungo viaggio per andare a trovare ognuno di loro. Inizia così questa burrascosa avventura attraverso un'America disincantata. Giunto a destinazione scoprirà che le vite dei suoi figli non sono esattamente perfette come gli era stato descritto.
Il regista Kirk Jones, dopo il fortunato "Svegliati Ned", commuove il pubblico con questa commedia drammatica, amara ma allo stesso tempo delicata, dimostrando che anche le storie più sussurrate meritano un posto nel mondo.
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Frank è un operaio in pensione e da qualche mese vedovo. Attende con ansia il ritorno a casa dei suoi quattro figli per poter finalmente trascorrere un po' di tempo insieme. Quando apprende la notizia che nessuno dei suoi "bambini" (così vengono definiti dallo stesso Frank in un'esilarante scena del film) gli farà visita, decide di intraprendere un lungo viaggio per andare a trovare ognuno di loro. Inizia così questa burrascosa avventura attraverso un'America disincantata. Giunto a destinazione scoprirà che le vite dei suoi figli non sono esattamente perfette come gli era stato descritto.
Il regista Kirk Jones, dopo il fortunato "Svegliati Ned", commuove il pubblico con questa commedia drammatica, amara ma allo stesso tempo delicata, dimostrando che anche le storie più sussurrate meritano un posto nel mondo.
De Niro dimostra ancora una volta il suo naturale talento per la recitazione, riuscendo a creare un personaggio reale e completo. Nella complessità del suo Frank, l'attore americano non eccede mai in istrionismi ma, recitando per sottrazione, ci regala una delle interpretazioni più significative degli ultimi anni.
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spaventapasseri
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venerdì 30 settembre 2011
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l'ultimo capolavoro di de niro
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Robert De niro nel film Stanno tutti bene dimostra ancora una volta che cosa sia capce di fare davanti la telecamera ammaliando lo spettatore con le sue impnotiche espressioni che lo hanno reso famoso. La sua interpretazione in questo film è senza alcun dubbio la sua migliore interpretazione degli ultimi dieci anni. Il film (che altro non è se non il remake dell'omonimo film italiano deiretto da Peppuccio Tornatore) conta nel cast anche l'attrice Drew Barrymore gia famosa per aver lavorato al fianco di Ben Stiller e Adam Sandler, da sottolineare anche la partecipazione alla colonna sonora dell'ex Beatle Paul Mccartney. Il film vede Robert De niro nei panni di Frank Goode un operaio in pensione che a seguito della morte della moglie si accorge quanto sia difficile creare un dialogo con i propri figli ormai adulti e lontani da casa.
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Robert De niro nel film Stanno tutti bene dimostra ancora una volta che cosa sia capce di fare davanti la telecamera ammaliando lo spettatore con le sue impnotiche espressioni che lo hanno reso famoso. La sua interpretazione in questo film è senza alcun dubbio la sua migliore interpretazione degli ultimi dieci anni. Il film (che altro non è se non il remake dell'omonimo film italiano deiretto da Peppuccio Tornatore) conta nel cast anche l'attrice Drew Barrymore gia famosa per aver lavorato al fianco di Ben Stiller e Adam Sandler, da sottolineare anche la partecipazione alla colonna sonora dell'ex Beatle Paul Mccartney. Il film vede Robert De niro nei panni di Frank Goode un operaio in pensione che a seguito della morte della moglie si accorge quanto sia difficile creare un dialogo con i propri figli ormai adulti e lontani da casa. Non riuscendo a riunire i propri figli sotto lo stesso tetto neanche in occasione delle feste decide allora di andarli a trovare, cominciando così un lungo viaggio on the road che lo porterà a conoscere veramente i suoi figli e a capire che "non stanno tutti bene".
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angelo umana
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lunedì 29 novembre 2010
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migliaia di km di cavi telefonici
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Tratto dal film di Giuseppe Tornatore del 1990. Entrambi interpretati da due “mostri del cinema” che hanno sostenuto a livelli eccellenti la parte del papà vedovo che va a trovare di sorpresa i figli sparsi per il mondo: in Italia Marcello Mastroianni, negli USA Robert De Niro. Più asciutta ed essenziale mi pare di ricordare la stesura italiana, dove Mastroianni interpretò un papà un po’ sprovveduto che raccontava a tutti, in treno, i fatti suoi; ha qualcosa di patinato e artificiale il rifacimento americano e con qualche “addolcimento” negli incontri tra padre e figli, sempre però nell’alta qualità che De Niro e il regista forniscono.
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Tratto dal film di Giuseppe Tornatore del 1990. Entrambi interpretati da due “mostri del cinema” che hanno sostenuto a livelli eccellenti la parte del papà vedovo che va a trovare di sorpresa i figli sparsi per il mondo: in Italia Marcello Mastroianni, negli USA Robert De Niro. Più asciutta ed essenziale mi pare di ricordare la stesura italiana, dove Mastroianni interpretò un papà un po’ sprovveduto che raccontava a tutti, in treno, i fatti suoi; ha qualcosa di patinato e artificiale il rifacimento americano e con qualche “addolcimento” negli incontri tra padre e figli, sempre però nell’alta qualità che De Niro e il regista forniscono. Gli incontri che Frank compie con tre dei quattro figli si concludono tutti con un colloquio ravvicinato, l’intimizzazione di un rapporto che il papà vuole riconquistare, dopo aver delegato sempre alla moglie la comunicazione con essi. Immancabile ed efficace la domanda al momento di congedarsi, “Sei felice?”, che costringe i figli a guardarsi dentro.
Tutti questi figli, anche quelli di Mastroianni, cercano di celare al genitore con segreti e bugie le loro vite, che al telefono sembravano “glamour”, ma da vicino appaiono per quello che sono, lontane da ciò che i genitori volevano credere: il presunto direttore d’orchestra suona in realtà il tamburo, la presunta ballerina da Chorus Line è in realtà un’intrattenitrice al bar di Las Vegas, la figlia con la casa più bella ha un matrimonio a rotoli. Il figlio preferito, David, quello che “non voleva deluderti”, è colui che Frank non può incontrare perché è morto di overdose, ma è l’unico che in realtà ha realizzato le aspettative del papà, faceva l’artista, pittore di quadri particolari, non per tutte le bocche. D’altra parte non è forse una pretesa assurda che i figli divengano ciò che i genitori hanno sognato? Frank-De Niro, il papà duro che “pretendeva parecchio” dai figli, parlando tra sé o con la moglie morta dice “se mi fosse data un’altra possibilità lascerei che facessero la loro vita, i loro errori”, cosa che in realtà fanno, è già la loro vita, con errori o delusioni appartiene a loro, nonostante il padre nella sua vita abbia ricoperto per lavoro “migliaia di chilometri di cavi telefonici con PVC umidificato per farli arrivare dove sono”, e si sia guadagnato una fibrosi polmonare. Interessante il pensiero di Frank, che col suo lavoro ritiene di aver consentito a milioni di voci di parlarsi.
Questa versione si conclude in un modo “americano”, più idilliaco di quanto ricordo del film di Tornatore: papà De Niro, con la pazienza dei forti e più determinato del papà italiano del ‘90, riesce a raccogliere i tre figli attorno a sé a Natale, i figli che “came so close to the edge of defeat, I want to come home” (parole di una canzone della notevole colonna sonora del film).
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samanta
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martedì 6 settembre 2022
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i difficili rapporti tra padri e figli ... .
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Uscito nel 2009 è un remake (con molte modifiche) di un precedente film del 1990 di Tornatore, la regia oltre la sceneggitura è di Kirk Jones che non ha un particolare curriculum cinematografico (Svegliati Ned, Il mio grosso grasso matrimonio greco 2). Il film affronta un tema psicologico fondamentale: il rapporto tra padri e figli, c'é poi un elemento ricorrente: i pali che sorreggono i fili telefonici.
Frank Goode (Robert De Niro) per più di 40 anni ha fatto l'operaio specializzato rivestendo di PVC migliaia di KM di cavi telefonici, andato in pensione poco dopo muore la moglie dopo 41 anni di matrimonio. Frank ha una decorosa agiatezza, dopo 8 mesi dal funerale invita i 4 figli sparsi per l'America di passare il weekend con lui, tutti accettano ma all'ultimo momento tutti, accampando varie scuse, non vengono.
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Uscito nel 2009 è un remake (con molte modifiche) di un precedente film del 1990 di Tornatore, la regia oltre la sceneggitura è di Kirk Jones che non ha un particolare curriculum cinematografico (Svegliati Ned, Il mio grosso grasso matrimonio greco 2). Il film affronta un tema psicologico fondamentale: il rapporto tra padri e figli, c'é poi un elemento ricorrente: i pali che sorreggono i fili telefonici.
Frank Goode (Robert De Niro) per più di 40 anni ha fatto l'operaio specializzato rivestendo di PVC migliaia di KM di cavi telefonici, andato in pensione poco dopo muore la moglie dopo 41 anni di matrimonio. Frank ha una decorosa agiatezza, dopo 8 mesi dal funerale invita i 4 figli sparsi per l'America di passare il weekend con lui, tutti accettano ma all'ultimo momento tutti, accampando varie scuse, non vengono. I figli sono David a New York pittore affermato, Robert (Sam Rockwell) direttore di Orchestra sinfonica a Denver, Amy (Kate Beckinsale) dirigente in carriera vive a Los Angeles con il marito e un figlio di 11 anni bravo a scuola, Rosy che fa la ballerina in importanti spettacoli a Las Vegas. Frank che è malato gravemente di enfisema e non può prendere l'aereo decide di andarli a trovare (in treno e autobus). A N.Y. non trova David passa un giorno davanti alla sua porta poi gli lascia un biglietto, in realtà tossicodipendente ha lasciato casa ed è andato in Messico senza lasciare notizie, Robert non è direttore d'orchestra ma solo percussionista Amysorpresa e gli fa capire che non può ospitarlo più di 1 giorno in realtà è separata e il figlio va male a scuola ma Frank che ha capito la situazione va via. Infine Rose finge di stare bene in realtà economicamente va male, ha un bambino di pochi mesi che dice di essere di una sua amica . Frank ritorna a casa ma in viaggio ha un infarto quando si riprende ha intorno i figli salvo David che è morto in Messico per overdose, Frank riesce a chiarire tutto con i figli.
Il tema del rapporto genitori e figli è svolto in modo convincente, la moglie sapeva la verità: Rose aveva un figlio e senza soldi vive con l'amica con cui ha una relazione, Robert ha fallito la carriera musicale, Amy è separata dal marito che l'ha abbandonata e ha una relazione con un collega, David era un tossicopendente bravo ma non affermato pittore. Il film ha una scena centrale di grande effetto diretta con abilità dal regista con un iniziale piano sequenza dall'alto: Franck in sogno pranza con i 4 figli tutti bambini e David gli rivela la verità su tutti che Frank aveva intuito. E' una scena che poteva essere ridicola o grottesca ma che invece si presenta suggestiva e commovente, Jones l'ha diretta con abilità mediante efficaci inquadrature. Credibile il personaggio di Frank che come dicono i figli "papà parlava mamma ascoltava" non vessava i figli, cercava che realizzassero i loro sogni: la musica, il ballo la pittura, era un padre un padre esigente e figli per non deluderlo avevano nascosto la realtà. Frank alla fine comprende tutto e si riconcilia con tutti a Natale chiedendo però che non gli nascondano più la verità, si riconcilierà anche con David morto comprando un suo quadro in cui aveva dipinto i pali e i fili. E' da sottolineare l'interpretazione di De Niro che tralascia l'interpretazione "gigionesca" di vari suoi film per esprimere un personaggio credibile, intimista che si esprime anche solo con lo strizzare degli occhi.
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ensciac
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sabato 4 dicembre 2010
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un bel film
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Come sempre grande De Niro, la commedia è veramente carina anche se con risvolti drammatici. La descrizione dei vari personaggi (figli) è molto superficiale, però sostanzialmente il film è guardabile, soprattutto per come viene strutturato.
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eugenio
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lunedì 15 novembre 2010
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legami perduti
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Bob,Robert De Niro di nuovo protagonista di una commedia,lontana dagli stilemi comico/umoristici di "Un boss sotto stress" ,"Ti presento i tuoi" e sequel;commedia drammatica,perche'in salsa agrodolce viene trattato l'importante tema della famiglia e delle relazioni affettive padre-figli(o/a),certo non nuovo nella vasta produzione cinematografica sia nazionale che non,ma qui particolarmente enfatizzato con tono elegiaco e gran classe.
Siamo ai giorni nostri; Frank Goode (un bravo De Niro) è un lavoratore instancabile e indefesso che ha trascorso la sua vita nella difficile arte di rivestimento di cavi telefonici,al fine di risparmiare soldi per garantire ai suoi tre figli un futuro migliore.
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Bob,Robert De Niro di nuovo protagonista di una commedia,lontana dagli stilemi comico/umoristici di "Un boss sotto stress" ,"Ti presento i tuoi" e sequel;commedia drammatica,perche'in salsa agrodolce viene trattato l'importante tema della famiglia e delle relazioni affettive padre-figli(o/a),certo non nuovo nella vasta produzione cinematografica sia nazionale che non,ma qui particolarmente enfatizzato con tono elegiaco e gran classe.
Siamo ai giorni nostri; Frank Goode (un bravo De Niro) è un lavoratore instancabile e indefesso che ha trascorso la sua vita nella difficile arte di rivestimento di cavi telefonici,al fine di risparmiare soldi per garantire ai suoi tre figli un futuro migliore. Si avvicina il Natale; l'anziano vedovo, in occasione delle festività, decide di riunire la famiglia,oramai stabilitasi in differenti località degli Stati Uniti,per un barbecue in compagnia.
Al declino del loro invito,nonostante il diniego del medico di fiducia che gli ha vietato ogni sforzo in quanto cardiopatico, a Frank non rimarra' che intraprendere un lungo viaggio per ristabilire e rinsaldare i rapporti oramai perduti e sbiaditi dal tempo.
La volontà del protagonista lo porterà a viaggiare con ogni tipo di mezzo:bus,aereo,treno, mosso unicamente dal desiderio di rivedere i propri cari. Cosi',troverà Amy, Robert,Rosie, ognuno che conduce la sua tranquilla esistenza, ognuno apparentemente appagato e soddisfatto della vita che conduce. Ma è solo una triste illusione, dettata dalla incapacità dei figli di rivelare la cruda e nuda verità che affrontano quotidianamente: un divorzio,l'inquetudine e il fallimento lavorativo,un bebe' e una natura omosessuale oltre che una condanna in prigione a vita per spaccio di narcotraffico da parte del figlio David,il piu' refrattario e indisciplinato ai rimproveri paterni. I tre figli,mossi da pietà per la situazione del padre, decideranno di nascondere la triste situazione,che,nonostante tutto, verrà capita dall'anziano uomo durante una lunga parentesi onirica nel viaggio di ritorno.
Regia sicura di Jones che nulla varrebbe senza la performance di De Niro,piu'facciale e mimico del solito, che sembra aver ereditato le movenze di Jack Nicholson nel film: "A proposito di Schmidt", attore che riesce a trasmettere allo spettatore il senso di solitudine che pervade il suo animo e il desiderio di affetto ricercato nella famiglia.
Fluido, buonista nella gestione degli eventi senza scadere nella retorica banalizzazione, "Stanno tutti bene", pur partendo da un concept italiano (l'omonimo di Tornatore del 1990),costituisce un interessante e piacevole prodotto incentrato sulla paradossale crescita interiore del protagonista il quale imparerà ad accettare l'esistenze dei tre figli nonostante avesse sempre cercato di dare il meglio per garantire loro un'esistenza serena e tranquilla.
L'eccessivo sentimentalismo costituisce, tuttavia, un'arma a doppio taglio della pellicola: se,da un lato, permette una maggiore istanza di riflessione circa la natura drammatica vissuta dall'anziano vedovo, dall'altra disturba e puo' irritare nell'eccessiva ripetitività di alcune scene: la telecamera che inquadra fin troppo spesso i tralicci telefonici, permettendo di sentire le conversazioni tra i figli che si avvisano l'un l'altro, del percorso del padre, è una metafora della comunicazione un po'troppo abusata,che non pregiudica,tuttavia,il fascino delle splendide ambientazioni:le notturne highways e la sgargiante Las Vegas.
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cannedcat
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mercoledì 17 novembre 2010
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nemmeno bob de niro può fare miracoli
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Sciropposo, scontanto, ovvio, e sopratutto fuori tempo, visto che in un'America devastata dalla disoccupazione oggi si tende a rinforzare i legami familiari e molti figli, finanche nipoti tornano dai genitori per trovare un tetto e un piatto a tavola.
L'America di oggi è quella di Frozen River e questo cartonato è un tradimento per chi è abituato a vedere nel cinema americano la realtà effettiva raccontata con grandi storie in contesto, non esercizi fatti tanto per fare qualcosa.
Che Bob De Niro possa recitare pure una nota della spesa e che il retaggio familiare della Barrymore le faccia ben intepretare la finzione nella finzione scenica non sono cose che bastano a salvare un totale disastro, di cui si salvano solo fotografia e scenografia che danno il senso della solitudine imposta o subita.
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Sciropposo, scontanto, ovvio, e sopratutto fuori tempo, visto che in un'America devastata dalla disoccupazione oggi si tende a rinforzare i legami familiari e molti figli, finanche nipoti tornano dai genitori per trovare un tetto e un piatto a tavola.
L'America di oggi è quella di Frozen River e questo cartonato è un tradimento per chi è abituato a vedere nel cinema americano la realtà effettiva raccontata con grandi storie in contesto, non esercizi fatti tanto per fare qualcosa.
Che Bob De Niro possa recitare pure una nota della spesa e che il retaggio familiare della Barrymore le faccia ben intepretare la finzione nella finzione scenica non sono cose che bastano a salvare un totale disastro, di cui si salvano solo fotografia e scenografia che danno il senso della solitudine imposta o subita.
Tutto il resto e noia!
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