eccome!
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domenica 11 marzo 2018
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resilienza: chi si rialza, sempre
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Film spassoso, originale, inaspettatamente tedesco, ma dal sapore tutto mediterraneo, in cui un trentenne che tenta di fare ristorazione di bassa qualità, in un capanno nemmeno ristrutturato, incrocia un cuoco di livello e gran talento, ma dal carattere imprevedibile, che gli offre un'opportunità di svolta, soprattutto umana.
Una sorta di "romanzo di formazione" per un trentenne con poco talento e assolutamente di medio calibro, ma che non molla mai e che è un esempio allegro e vivace di tenacia, resistenza, passione, sensualità, amore, in un contesto ambientale che è sempre avverso e ostile. Con risorse (non economiche, ma umane) apparentemente infinite, il giovane protagonista traccia il suo destino dando un colpo al cerchio e una botte, incassando colpi che sono tranvate e permettendosi qualche raro guizzo, con un'energia apparentemente inesauribile.
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Film spassoso, originale, inaspettatamente tedesco, ma dal sapore tutto mediterraneo, in cui un trentenne che tenta di fare ristorazione di bassa qualità, in un capanno nemmeno ristrutturato, incrocia un cuoco di livello e gran talento, ma dal carattere imprevedibile, che gli offre un'opportunità di svolta, soprattutto umana.
Una sorta di "romanzo di formazione" per un trentenne con poco talento e assolutamente di medio calibro, ma che non molla mai e che è un esempio allegro e vivace di tenacia, resistenza, passione, sensualità, amore, in un contesto ambientale che è sempre avverso e ostile. Con risorse (non economiche, ma umane) apparentemente infinite, il giovane protagonista traccia il suo destino dando un colpo al cerchio e una botte, incassando colpi che sono tranvate e permettendosi qualche raro guizzo, con un'energia apparentemente inesauribile. Esempio concreto di quello che oggi chiamano resislienza, inglesismo dell'espressione italiana: "capacità di ripresa". Consigliatissimo.
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enzo70
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domenica 23 ottobre 2016
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buoni gli ingredienti, meno il risultato
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Fatih Akin, il regista usa ingredienti di moda, l’integrazione, la cucina e il lavoro. Zinos è un cuoco greco che vive ad Amburgo e ha un ristorante che propone i classici cibi della cucina per poveri; piatti surgelati, patatine fritte, il grasso gusto della povertà. Ma un’ernia al disco non consente più a Zinos di stare all’impiedi in cucina a spiattellare e così si vede costretto ad assumere un vero chef, ed anche il pessimo carattere fa parte della parte, che man mano trasformerà il locale in un punto di ritrovo dove troverà spazio anche della buona musica soul.
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Fatih Akin, il regista usa ingredienti di moda, l’integrazione, la cucina e il lavoro. Zinos è un cuoco greco che vive ad Amburgo e ha un ristorante che propone i classici cibi della cucina per poveri; piatti surgelati, patatine fritte, il grasso gusto della povertà. Ma un’ernia al disco non consente più a Zinos di stare all’impiedi in cucina a spiattellare e così si vede costretto ad assumere un vero chef, ed anche il pessimo carattere fa parte della parte, che man mano trasformerà il locale in un punto di ritrovo dove troverà spazio anche della buona musica soul. Il film, come detto, utilizza ingredienti rodati e Akin ha buona mano, ma a mio avviso alla fine manca un vero filo conduttore che possa consentire alla storia di appassionare lo spettatore, sembra tutto così scontato che sembra un film già visto.
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marco chiappetta
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sabato 29 settembre 2012
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commedia di cucina, sesso, musica e passione!
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Zinos gestisce un ristorante ad Amburgo di nome Soul Kitchen. La sua cucina è infima e le condizioni igieniche del locale sono pessime. Un nuovo cuoco di origine spagnola darà al ristorante un livello culinario più alto spaventando la vecchia clientela ma conquistando l'attenzione di molti giovani. Zinos finalmente ha il locale che desiderava ma tra una fidanzata pressante, un fratello galeotto, un vecchio amico che vuol rilevare l'attività ed un incessante mal di schiena troverà non poce difficoltà per preservare la sua creatura. Il film ci racconta la storia di un ragazzo della periferia europea che cerca di realizzare il suo sogno tra mille difficoltà, il tutto narrato in un tono leggero che regala a questa commedia una certa fluidità.
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Zinos gestisce un ristorante ad Amburgo di nome Soul Kitchen. La sua cucina è infima e le condizioni igieniche del locale sono pessime. Un nuovo cuoco di origine spagnola darà al ristorante un livello culinario più alto spaventando la vecchia clientela ma conquistando l'attenzione di molti giovani. Zinos finalmente ha il locale che desiderava ma tra una fidanzata pressante, un fratello galeotto, un vecchio amico che vuol rilevare l'attività ed un incessante mal di schiena troverà non poce difficoltà per preservare la sua creatura. Il film ci racconta la storia di un ragazzo della periferia europea che cerca di realizzare il suo sogno tra mille difficoltà, il tutto narrato in un tono leggero che regala a questa commedia una certa fluidità. Bravi gli attori, anche se pressocchè sconosciuti, almeno in Italia, e bene Akin che conferma di essere un regista di talento. Ben caratterizzati i personaggi, sopratutto quello della bella cameriera Lucia e dello Chef, e divertenti le gag che mischiate a qualche scena di sesso e musica fanno si che questo film risulti molto gradevole.
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fedeleto
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martedì 11 settembre 2012
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il film cibo per l'anima..
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Mandare avanti il soul kitchen non e' cosa facile,questo lo sa bene Zinos,che con il problema della ragazza a Shangai diventa anche piu' difficile lavorare.Ma quando le cose e' destino che si complichino ,allora la valanga e' pronta a colpire,e il povero Zinos oltre a soffrire per l'assenza della sua ragazza,si prendera' una bella ernia del disco e come se non bastasse il fratello per debiti di gioco si giochera' il locale .Che fare?visto che anche la ragazza lo ha lasciato?magari pero' la massaggiatrice che lo ha portato dallo spaccaossa e' la sua donna ideale.Faith Akin dopo il trionfo della sposa turca dirige una buona commedia condita in salsa musica e divertimento.
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Mandare avanti il soul kitchen non e' cosa facile,questo lo sa bene Zinos,che con il problema della ragazza a Shangai diventa anche piu' difficile lavorare.Ma quando le cose e' destino che si complichino ,allora la valanga e' pronta a colpire,e il povero Zinos oltre a soffrire per l'assenza della sua ragazza,si prendera' una bella ernia del disco e come se non bastasse il fratello per debiti di gioco si giochera' il locale .Che fare?visto che anche la ragazza lo ha lasciato?magari pero' la massaggiatrice che lo ha portato dallo spaccaossa e' la sua donna ideale.Faith Akin dopo il trionfo della sposa turca dirige una buona commedia condita in salsa musica e divertimento.Ci si orienta con Zinos,che e' sempre impelacato in qualche problema,il fratello che ne crea altri come fosse un dovere,e il soul kitchen,dove tra l'altro ci lavora un irrascibile ma ottimo cameriere .Molti sono i punti interessanti,dal mangiare che inizialmente e' solo un atto che serve per soddifare la pancia,ad un'altra cucina che e' quella per l'anima con cui una sera ci si scatena in un orgia e in un altra ci si innamora tra Zinos e la sua fisioterapista.Si sorride(la scena del funerale,la cena con i genitori di Denise),ma allo stesso tempo si riflette sul problema dell'ipocrisia che serpeggia sempre con il volto sorridente(l'amico d'infanzia di Zinos che e' un avido compratore e vuole cacciare il medesimo per impossessarsi del terreno.Buone anche le inquadrature circolari che Akin dirige con bravura(la scena del ballo tra i due fratelli) .Tra gli ultimi buoni registi c'e' rimasto anche Faith Akin,che con poco ci fa' passare un'ora e mezza di evasione inteligente.Fossero tutti cosi i film di oggi.Questo film e' cibo per l'anima
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francesco2
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mercoledì 30 marzo 2011
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una kitchen senza stories
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Modesta coproduzione, presa in concorso a Venezia dove è stata addirittura premiata dopo avere ricevuto un'accoglienza non so quanto calorosa, che mettendo in scena un umorismo grottesco con venature kusturiciane( Si pensi alla scena in cui un fratello chiede all'altro:"Io sono qui, ma tu perché non sei in Cina?")incasella una serie di siparietti ed ossessioni dell'uomo contemporaneo, come l'amore virtuale tramite Skype o la globalizzazione, che sembra far scomparire le nostre radici più autentiche
ma dove ci sentiamo anche più orgogliosi della nostra specificità, quanto e forse più di prima, anche e soprattutto per un "Greco di Germania" come il protagonista. Relativamente pochi gli spunti veramente curiosi, ad esempio il finto amico che cerca di mettere le mani sul tuo locale non aggiunge nulla, come anche la "Fidanzata" che all'improvviso non chiede più al protagonista di partire, per poi tornare lì causa l'improvvisa morte della nonna.
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Modesta coproduzione, presa in concorso a Venezia dove è stata addirittura premiata dopo avere ricevuto un'accoglienza non so quanto calorosa, che mettendo in scena un umorismo grottesco con venature kusturiciane( Si pensi alla scena in cui un fratello chiede all'altro:"Io sono qui, ma tu perché non sei in Cina?")incasella una serie di siparietti ed ossessioni dell'uomo contemporaneo, come l'amore virtuale tramite Skype o la globalizzazione, che sembra far scomparire le nostre radici più autentiche
ma dove ci sentiamo anche più orgogliosi della nostra specificità, quanto e forse più di prima, anche e soprattutto per un "Greco di Germania" come il protagonista. Relativamente pochi gli spunti veramente curiosi, ad esempio il finto amico che cerca di mettere le mani sul tuo locale non aggiunge nulla, come anche la "Fidanzata" che all'improvviso non chiede più al protagonista di partire, per poi tornare lì causa l'improvvisa morte della nonna. Anche Lucia, personaggio più stravagante che poteva essere più approfondito con la sua vita sregolata (Vive in una casa che non è "sua"), lascia un pò delusi. Quanto all'interesse per la cucina, è superiore quella del curioso "La finestra di fronte", film non brutto di Ozpetek; in ogni caso, non è un gran complimento. E pensare che "Ai confini del paradiso" mi aveva veramente commosso.
Se non mi pento di averlo visto, e dico "Se", è proprio perché sono un appassionato di cinema e per l'ironia del regista che fa capolinea in certe situazioni, come la scena del funerale, magari un pò calcata, e quella della "Rapina" in cui l'uomo soffre di ernia. Il finale, ha detto qualcuno, vorrebbe esprimere anch'esso affetto per la cucina. Boh.
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violationdomain
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domenica 27 febbraio 2011
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consigliato
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jaky86
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mercoledì 23 febbraio 2011
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cucina a ritmo di soul
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Akin si conferma uno dei registi più interessanti del panorama del cinema tedesco, ambientando ad Amburgo la storia di uno squattrinato cuoco di origine greca che gestisce un ristorante (un capannone) servendo surgelati e birre.
L'incontro con un sofisticato e bizzarro cuoco rinnoverà totalmente il locale e l'uscita di prigione del fratello lo porterà a vivere una serie di avventure. Commedia tutta da vedere e da gustare con picchi di comicità irresistibili (la festa che si trasforma in orgia grazie al dolce afrodisiaco!). Colonna sonora trascinante, ovviamente soul!
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vipera gentile
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lunedì 21 febbraio 2011
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una commedia divertente
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Un uomo si dedica con entusiasmo e devozione al suo ristorante situato in un caseggiato fatiscente della periferia londinese dove cucina per un gruppo affezionato di clienti. E' fidanzato con una giornalista che si trasferisce in Cina per lavoro. Rimasto solo, incontra casualmente un nuovo amore e uno chef dal carattere esuberante; lo assume. Il locale diventerà redditizio e una preda ambita. Ben caratterizzati i personaggi, talvolta le scene sono eccessive.
Molto divertente.
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notedo
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venerdì 3 dicembre 2010
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film simpaticamente trasgressivo
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Akin,giovane regista sicuramente da tenere d'occhio,ha girato un film diverso,un film vacanza che ci parla di lui (autobiografico),dei suoi vagabondaggi nelle realtà notturne di una Amburgo che immaginiamo grigia ma che viene magnificamente colorata dalla sua narrativa. Akin,forse il principale regista tedesco di oggi,magnifico frullatore di situazioni ,capace di porre in modo magistrale la macchina da presa,con questo film ha messo in opera,nella sua semplicità,una felice operazione cinematografica. A mio avviso,meritati gli applausi al festival del cinema di Venezia.
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reservoir dogs
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martedì 9 novembre 2010
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il cibo che nutre anima e corpo
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La vita di Zinos il proprietario del Soul Kitchen, un ristorante, non sembra aver preso la via giusta infatti la ragazza vuole partire per la Cina, il fratello gli chiede un lavoro fittizio per avere i domiciliari, il fisco lo cerca perchè ha evaso col ristorante, una vecchia conoscenza tenta di comprargli il ristorante e il terreno circostante per farci un centro commerciale e come se non bastasse gli è venuta fuori un ernia.
Attraverso il suo amore per il cibo e la musica e quindi in un certo senso anche per la vita, Zinos riuscirà a risolvere i suoi problemi uno alla volta.
Un film che abbraccia a pieno il culto del nutrire l'anima e il corpo attraverso il cibo, la vita di Zinos cambia, forse migliora quando prende coscenza di questo.
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La vita di Zinos il proprietario del Soul Kitchen, un ristorante, non sembra aver preso la via giusta infatti la ragazza vuole partire per la Cina, il fratello gli chiede un lavoro fittizio per avere i domiciliari, il fisco lo cerca perchè ha evaso col ristorante, una vecchia conoscenza tenta di comprargli il ristorante e il terreno circostante per farci un centro commerciale e come se non bastasse gli è venuta fuori un ernia.
Attraverso il suo amore per il cibo e la musica e quindi in un certo senso anche per la vita, Zinos riuscirà a risolvere i suoi problemi uno alla volta.
Un film che abbraccia a pieno il culto del nutrire l'anima e il corpo attraverso il cibo, la vita di Zinos cambia, forse migliora quando prende coscenza di questo.
Nella scena finale infatti, il protagonista prepara una cena con i fiocchi per la sua fisioterapista, la sua probabilmente futura fidanzata: il connubio tra "anima" e "corpo".
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