nigel mansell
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giovedì 28 ottobre 2010
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poi potresti pensare che tutto è possibile
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Poi potresti pensare che tutto è possibile, uscito dal cinema vedi il mondo migliore, ti mette di buon umore. Ottima musica, fotografia sognante specialmente la vista dei canali, attori con visi e movenze azzeccatissimi. Se vogliamo c'è anche il classico vecchietto del west, solo che qui è un burbero marinaio greco, Socrates; ma le trovate sono moltissime e tutte divertenti come le personalità dei personaggi tratteggiate con cura. Una cura per il buonumore.
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carlita
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mercoledì 29 settembre 2010
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giusti gli ingredienti sbagliate le dosi
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Amore cibo e sesso. Questi gli ingredienti del fim. I presupposti sono buoni, forse troppo per riuscire a non deludere uno spettatore con le aspettative degne di tali ingredienti. Ottima la scelta della città multietnica dove i personaggi sono cittadini di un mondo che sembra non avere limitazioni raziali. E' forse il titolo a tradire le speranze di uno spettatore che si aspetta qualcosa di meno catostrofico e più intenso? La tematica della cucina poteva essere ampliamente più sviluppata, soprattutto pensando a quel filo immaginario ma potentissimo che la lega al sesso. Quest'ultimo è lasciato al suo destino, relegato a poche scene per poi essere dimenticato.
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Amore cibo e sesso. Questi gli ingredienti del fim. I presupposti sono buoni, forse troppo per riuscire a non deludere uno spettatore con le aspettative degne di tali ingredienti. Ottima la scelta della città multietnica dove i personaggi sono cittadini di un mondo che sembra non avere limitazioni raziali. E' forse il titolo a tradire le speranze di uno spettatore che si aspetta qualcosa di meno catostrofico e più intenso? La tematica della cucina poteva essere ampliamente più sviluppata, soprattutto pensando a quel filo immaginario ma potentissimo che la lega al sesso. Quest'ultimo è lasciato al suo destino, relegato a poche scene per poi essere dimenticato. Direi che il sale del filmè senzaltro l' amore, a volte amaro, a volte inaspettato, ma sempre adatto a portare il lieto fine che piace tanto a quei sostenitori di un romanticismo, oramai, ahimè, divenuto pura fantasia!
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dario
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lunedì 2 agosto 2010
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commediola
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E' una piccola commedia che non riesce a prendere quota. La gradevolezza è garantita da un buon taglio cinematografico, ma i tipi sono stereotipi e la vicenda, a zig zag, è molto banale. La trascuratezza vorrebbe essere un segno di originalità e di disinvoltura in barba alla seriosità della vita, ma diventa presto una innocua puntura al sistema con contorno di buona musica, tutto sommato allineata. Recitazione soft in tutti i sensi.
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(di leon80)
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audreyandgeorge
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martedì 27 luglio 2010
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soul kitchen, il cibo che fa ridere l'anima!
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Una commedia vincitrice del Premio Speciale della Giuria alla 66° edizione del Festival del Cinema di Venezia che sembra nata per questo blog: tutto gira intorno al cibo e non importa se siamo ad Amburgo e il cuoco di origine greca Zinos non è sicuramente Vissani, ma il risultato è simpatico, furbo, pulp, soul, anni 70 e molto divertente.
Se devo dirla tutta, i primi minuti la grande somiglianza del protagonista con l'ultimo vincitore del grande fratello mi tratteneva da un coinvolgimento totale, ma poco dopo il giovane regista turco-tedesco Fatih Akin (già autore di una grande prova nel 2004 con la Sposa Turca) convince e dimostra tutto il suo talento; si respira la cultura multi etnica di un regista ironico che non dimentica le sue origini.
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Una commedia vincitrice del Premio Speciale della Giuria alla 66° edizione del Festival del Cinema di Venezia che sembra nata per questo blog: tutto gira intorno al cibo e non importa se siamo ad Amburgo e il cuoco di origine greca Zinos non è sicuramente Vissani, ma il risultato è simpatico, furbo, pulp, soul, anni 70 e molto divertente.
Se devo dirla tutta, i primi minuti la grande somiglianza del protagonista con l'ultimo vincitore del grande fratello mi tratteneva da un coinvolgimento totale, ma poco dopo il giovane regista turco-tedesco Fatih Akin (già autore di una grande prova nel 2004 con la Sposa Turca) convince e dimostra tutto il suo talento; si respira la cultura multi etnica di un regista ironico che non dimentica le sue origini.
La storia conduce sempre al "Soul Kitchen", il vero protagonista, il ristorante di Zinos che ogni sera propone ai propri clienti abituali piatti per palati "coraggiosi".
La location è una ex fabbrica nei sobborghi di Amburgon e il protagonista si trova coinvolto in due eventi cruciali della sua vita: la crisi con la sua ragazza e il fratello appena uscito di galera... La svolta arriva con il nuovo chef, l'irresistibile Birol Uenel che nutre l'anima con i suoi piatti, che non cucina ma crea, che trasmette passione e anche troppa dedizione al suo lavoro..
La sensazione che si prova appena finito il film è un terribile dolore di schiena ma questo è un caso di pura immedesimazione... lo comprende solo chi segue Zinos per tutto il film.
Vale la pena soffermarsi sui dettagli grafici e la splendida musica soul anni '70....se volete un "assaggio" visitate www.nonsolopizzaecinema e scoprirete meglio la ricetta che ci consiglia il regista!
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vittorio
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martedì 6 luglio 2010
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simpatico!!
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Bella commedia, divertete, condita da cucina e buona musica....Film che riesce pienamente nel suo intento...far passare un paio d'ore liete allo spettatore!!
Da vedere..
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ultimoboyscout
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sabato 24 aprile 2010
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bello bello!!!
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E chi se lo sarebbe mai immaginato! una carrellata di personaggi bellissimi, dai fratelli greci allo spaccaossa turco, dalla signora del fisco agli amici rapinatori, per una storia simpatica gustosa, piacevole e dal gusto dolcemente retrò. Complimenti ad attori e regia, per un prodotto ben fatto e molto poco pubblicizzato. Musiche bellissime. Assolutamente consigliato.
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jackm
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giovedì 22 aprile 2010
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da vedere assolutamente
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divertentissimo, grande scenografia, super ritmo, bellissima sceneggiatura, ottima musica, serve altro? assolutamente da consigliare agli amici...
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federinik
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sabato 10 aprile 2010
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cucina multietnica globale
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Questa è la storia di un giovane emigrato che cerca la propria fortuna e investe I propri soldi e anche quelli della propria fidanzata, per la gestione di un ristorante, soprannominato “Soul Kitchen”. Cucina dell’anima per chi serve il piatto adatto per ogni situazione, anche quando a sgomitare per un posto nel locale sono quelli del fisco o un presunto amico che cerca il colpaccio. Zinos, emigrato greco in Germania, come il regista turco Fatih Akin, accusa un problema fisico nel momento più importante della sua vita, così inizia a soffrire di ernia al disco. Assume un cuoco specializzato, essendo nell’emergenza, ma le cose non funzionano. La gente preferisce i soliti piatti e la fantasia non va a braccetto con il convenzionalismo dei clienti.
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Questa è la storia di un giovane emigrato che cerca la propria fortuna e investe I propri soldi e anche quelli della propria fidanzata, per la gestione di un ristorante, soprannominato “Soul Kitchen”. Cucina dell’anima per chi serve il piatto adatto per ogni situazione, anche quando a sgomitare per un posto nel locale sono quelli del fisco o un presunto amico che cerca il colpaccio. Zinos, emigrato greco in Germania, come il regista turco Fatih Akin, accusa un problema fisico nel momento più importante della sua vita, così inizia a soffrire di ernia al disco. Assume un cuoco specializzato, essendo nell’emergenza, ma le cose non funzionano. La gente preferisce i soliti piatti e la fantasia non va a braccetto con il convenzionalismo dei clienti. Quando tutto precipita, a seguito di tutta una serie di rocambolesche peripezie, giunge l’aiuto insperato da parte di chi inizialmente aveva tradito le aspettative.
La cucina soul ha il sapore e il tocco frizzante di una colonna sonora fusion, dove il rythm’n’blues predomina donando vigore alla trama.
Una commedia degli equivoci a sfondo sociale, buoni sentimenti ed estremismo situazionale, una matassa orgasmica di piaceri corporali, dal palato al sesso.
Il tocco di Akin emerge dal tono scanzonato che permane e pervade l’intero film, anche dai volti degli interpreti, funzionanti a quella che si potrebbe nominare come la commedia rocambolesca dell’anno, premio della giuria all’ultima mostra del cinema di Venezia.
Ambientato ad Amburgo, “Soul Kitchen” ha il pregio di raccontare una storia dal ritmo vitale racchiusa in un’atmosfera plumbea come quella di un luogo grigio e invernale com’è la città tedesca. Da questo punto di vista, il lieto fine non scalfisce quelle che sono le prerogative principali del regista turco, parlarci di buoni sentimenti di una voglia che traspare d’integrazione sociale adottando il registro della commedia farsesca. Così a tratti i personaggi sembrano ricalcare le movenze dei comici dell’era del muto, pur se parlano, alzano la voce sul posto di lavoro, perché il Soul Kitchen è luogo di chiasso e baldanza, senza remore.
Contribuisce efficacemente all’atmosfera ovattata e kitsch allo stesso tempo, la fotografia di Rainer Klausmann.
Multi etnie a confronto fanno scoprire quanto possano convivere bene assieme una faccia come quella del fratello di Zinos, il rapinatore in semi-libertà Ilias, e Lucia, la misteriosa cameriera. L’idillio è così vicino da sentirlo entrare fin su nelle narici come un piatto fumante afrodisiaco, cotto e pronto per l’uso.
Un film che convince di più di polpettoni artificiali in odore di tripudio di Oscar come “Avatar” o di commedie di critica sociale pedanti e poco convincenti come il sopravvalutato “Tra le nuvole”. Senza ombra di dubbio il film del mese di Gennaio, anche se “A single man” dell’esordiente stilista Tom Ford, riesce ad essere struggente con pochi tocchi calibrati d’autore (nella sua pur esibita esteticità, contrastata da una tendenza maggiore all’interiorità, ritratta da un ottimo Colin Firth), soprattutto per quanto riguarda le musiche, veramente splendide.
Nel caso di “Soul Kitchen”, sono da menzionare anche gli originalissimi e gustosissimi titoli di coda. Che il cibo risuoni con armonia nei nostri stomaci, a lungo andare.
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mary22
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lunedì 5 aprile 2010
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divertente
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Ottime le caratterizzazioni del fratello e dello chef. L'"orgia" si dilunga troppo e con una scena parecccchio volgare; particolari interessanti lasciati invece finire lì dove tante scontatezze prendono il sopravvento. Ma è un film che vira sul comico e sul prevedibile lieto fine. Ritmo perfetto...insomma intelligentemente spiritoso e godibile.
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gabriella
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lunedì 29 marzo 2010
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ricetta gustosa
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Decisamente gradevolissima questa commedia di Akin, già apprezzato in "La sposa turca", film dal ritmo travolgente, sorretto da una bella colonna sonora e dall'ottima interpretazione dei protagonisti.
Zimos gestisce un capannone ristorante dove si cucinano piatti surgelati per una clientela senza pretese che riempie il locale nella pausa lavorativa, ma, benchè il lavoro proceda bene, non mancano i grattacapi, C'è un fratello che entra ed esce di galera , non ha voglia di lavorare e spende i suoi guadagni al gioco, c'è una fidanzata snob da accontentare e assecondare nei suoi capricci, il servizio d'igiene che gl'impone di mettersi in regola con una cucina a norma di legge. A completare il tutto, un'improvviso e fastidiosissimo mal di schiena obbliga Zimos a cercare un cuoco che lo sostituisca affinchè possa curarsi.
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Decisamente gradevolissima questa commedia di Akin, già apprezzato in "La sposa turca", film dal ritmo travolgente, sorretto da una bella colonna sonora e dall'ottima interpretazione dei protagonisti.
Zimos gestisce un capannone ristorante dove si cucinano piatti surgelati per una clientela senza pretese che riempie il locale nella pausa lavorativa, ma, benchè il lavoro proceda bene, non mancano i grattacapi, C'è un fratello che entra ed esce di galera , non ha voglia di lavorare e spende i suoi guadagni al gioco, c'è una fidanzata snob da accontentare e assecondare nei suoi capricci, il servizio d'igiene che gl'impone di mettersi in regola con una cucina a norma di legge. A completare il tutto, un'improvviso e fastidiosissimo mal di schiena obbliga Zimos a cercare un cuoco che lo sostituisca affinchè possa curarsi. L'occasione si presenta con Shayn, chef irascibile e dal coltello facile che si trova senza lavoro dopo un divebio con un cliente che pretendeva gli fosse servito del gazpacho caldo ( come chiedere a Michelangelo di vestire il suo David ), inizia così la collaborazione tra i due e ben presto il ristorante assume un'aria sofisticata grazie a piatti cucinati con arte e all'inserimento di una buona musica.
I colpi di scena e il ritmo serrato vengono mantenuti sino alla fine in un crescendo d'ilarità e di sorprese, si esce dal cinema soddisfatti, come quando si lascia un ristorante dopo una cena sostanziosa, ma che non lascia appesantiti, perchè il cuoco,bisogna riconoscerlo, conosce il suo mestiere e ha indovinato la ricetta giusta per accontentare anche i palati più esigenti, e quella sera era in uno stato di grazia, così come il regista.
Appena visto il film, viene voglia di rivederlo e sai che sarà altrettanto bello e divertente.
Da consigliare, caldamente.
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