Racconti dell'età dell'oro |
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Un film di Hanno Höfer, Cristian Mungiu, Constantin Popescu, Ioana Uricaru, Razvan Marculescu.
Con Alexandru Potocean, Teodor Corban, Emanuel Parvu, Avram Birau, Paul Dunca.
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Titolo originale Amintiri din Epoca de Aur.
Commedia,
durata 100 min.
- Romania, Francia 2009.
- Archibald Enterprise Film
uscita venerdì 18 settembre 2009.
MYMONETRO
Racconti dell'età dell'oro
valutazione media:
2,92
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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La vita al tempo di Ceausescu
di Roberto Nepoti La Repubblica
Regista di punta della "nouvelle vague" romena, Cristian Mungiu torna con un film di tono molto diverso da quello (4 mesi 2 settimane 3 giorni) che gli fece conquistare la Palma d' oro a Cannes: un tono surreale, grottesco, amaramente comico. Fin dal titolo, che si riferisce agli ultimi anni della dittatura di Ceausescu, periodo orrendo ma denominato "età dell' oro" dalla propaganda ufficiale. Il film raccoglie quattro diversi racconti, tutti ispirati ad altrettante "leggende metropolitane" del periodo e tutti scritti da Mungiu, che ne ha affidato la direzione a quattro colleghi. "La leggenda della visita ufficiale" riguarda il maquillage cui il villaggio di Vizuresti è sottoposto in previsione di una visita di funzionari politici, evento che non si verificherà mai. "La leggenda del fotografo di partito" gioca sull' incontro tra Ceausescu e il presidente francese Giscard d' Estaing e ci informa che la censura sulla stampa può esercitarsi attraverso una foto anche "per colpa" di un cappello. Nella "Leggenda del camionista di pollame" si scopre quanto chi trasporta merci commestibili possa, all' improvviso, diventare sexy agli occhi di una bella locandiera. L' ultimo episodio è "La leggenda del poliziotto ingordo", dove apprendiamo le tecniche su come fare la festa a un maiale senza insospettire i vicini. In un modo o nell' altro, tutti i "corti" sono variazioni sull' eterno tema popolare della fame e dei tentativi di soddisfarla. Mongiu racconta che, dopo 4 mesi 3 settimane 2 giorni, qualcuno lo etichettò come il tipico regista da festival. Fama che ha voluto smentire ispirandosi alle atmosfere dei film italiani degli anni 60 e 70, spesso caustici ma anche "diretti" e divertenti.
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