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L'ultimo dei quattro episodi di cui è composto il film ruota intorno alla presenza di un maiale vivo, che viene portato in un appartamento di un condominio per essere macellato e consumato. Il grosso, grasso, invasivo animale può essere visto come la metafora del regime comunista ormai morituro, destinato ad essere travolto dagli eventi. Il padre della famiglia protagonista è un poliziotto, rappresentante quindi delle forze dell'ordine che contribuirono a dare il colpo di grazia al potere di Ceausescu ormai alla fine. Sopprimere il maiale-regime non è facile e vengono proposte dai componenti della famiglia, che può rappresentare le varie componenti della società rumena, diverse soluzioni; alla fine si opta per il gas, una morte dolce, quindi, per non creare rumore e spargimento di sangue. Tale tentativo si rivela però fallimentare: in tal modo il suino-regime, infatti, ha in sè un potenziale esplosivo che non si può arginare: quando viene messo a contatto con la fiamma (che nella metafora possiamo leggere come il fuoco del profondo malcontento sociale e della rivolta)l'animale esplode, morendo in maniera estremamente cruenta. Possiamo qui vederci la fine sanguinosa di Ceausescu, unico leader comunista ad essere stato sommariamente ucciso alla caduta dei regimi dell'est? La didascalia finale ci informa che, nonostante l'esplosione, le parti ancora fruibili del maiale sono state utilizzate dalla famiglia nelle festività natalizie: il regime deflagrato, con ciò che ne resta, continua ancora ad alimentare, attraverso i molti rappresentati che sono passati nel nuovo corso, la nascita di una nuova realtà, che ha in sè, però, una qualche continuità con il passato.
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