valerio75
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sabato 14 novembre 2009
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non mi è piaciuto molto...
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Queste righe raccolgono disordinatamente un'opinione negativa rispetto ad un film non gradito, per tanto spero di non offndere nessuno con ciò che penso, comunque se così fosse, NON LEGGETE QUI SOTTO!
Forse non sono riuscito ad entrare nel vivo del film, ma la mia conclusione è che non ne consiglierei la visione.
Riassumendo molto rapidamente, ho percepito il parallelismo tra le vicende di queste due persone, animate dalla passione per la cucina francese.
Ho trovato simpatica la storia di Julia Child, nelle sue particolarità, ma ho trovato davvero eccessiva l'attenzione che Jules (la ragazza giovane e, secondo me un po' suonata...) aveva nei confronti di Julia; la sua ammirazione si esprimeva in una vera e propria ossessione, inutilmente fanatica ed irreale nella vita di una persona che lavori quotidianamente per vivere.
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Queste righe raccolgono disordinatamente un'opinione negativa rispetto ad un film non gradito, per tanto spero di non offndere nessuno con ciò che penso, comunque se così fosse, NON LEGGETE QUI SOTTO!
Forse non sono riuscito ad entrare nel vivo del film, ma la mia conclusione è che non ne consiglierei la visione.
Riassumendo molto rapidamente, ho percepito il parallelismo tra le vicende di queste due persone, animate dalla passione per la cucina francese.
Ho trovato simpatica la storia di Julia Child, nelle sue particolarità, ma ho trovato davvero eccessiva l'attenzione che Jules (la ragazza giovane e, secondo me un po' suonata...) aveva nei confronti di Julia; la sua ammirazione si esprimeva in una vera e propria ossessione, inutilmente fanatica ed irreale nella vita di una persona che lavori quotidianamente per vivere..e solo per scommessa, apre un blog per sperimentare tutte le ricette del libro di cucina di Julia.. Sembra che i soldi le piovano dal cielo e che il fidanzato-fratello la assecondi in tutte le sue nevrosi senza nemmeno ricordarle che si tratta di una cosa improponibile..
Nella realtà ci starebbe bene un bel "ma vai a lavorare che è meglio..!"
Il film stenta a decollare e ogni tanto strappa qualche timida risata (forse per la gratificazione o consolazione per aver pagato il biglietto di un film che non piace...), ma.. non passione ed empatia.
Dovessi dare un voto...4e1/2.
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[+] per me hai ragione da vendere
(di fandango4ever)
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sider
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martedì 10 novembre 2009
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se non fosse per...
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Inutile esaltare ulteriormente questo film, in quanto ritengo che le altre recensioni siano più che esaustive.
Vi scriverò invece le due cose che mel'hanno reso a tratti insopportabile.
- Un film maleducato! Insopportabile vedere protagonisti e comparse di due epoche che mangiano con avidità, quasi siano stati tenuti a digiuno per mesi, e continuano a farlo anche durante i dialoghi. Ritengo che l'intendo del regista fosse di far trasparire la bontà del cibo in tavola, ma a mio parere si è calcata troppo la mano. Scene più adatte ad un film sulla vita in un lager.
La voce di Julia è davvero insopportabile. Capisco che probabilmente il personaggio reale parlava effettivamente così, ma non mi sembra un sufficiente motivo per torturare la visione del povero spettatore.
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Inutile esaltare ulteriormente questo film, in quanto ritengo che le altre recensioni siano più che esaustive.
Vi scriverò invece le due cose che mel'hanno reso a tratti insopportabile.
- Un film maleducato! Insopportabile vedere protagonisti e comparse di due epoche che mangiano con avidità, quasi siano stati tenuti a digiuno per mesi, e continuano a farlo anche durante i dialoghi. Ritengo che l'intendo del regista fosse di far trasparire la bontà del cibo in tavola, ma a mio parere si è calcata troppo la mano. Scene più adatte ad un film sulla vita in un lager.
La voce di Julia è davvero insopportabile. Capisco che probabilmente il personaggio reale parlava effettivamente così, ma non mi sembra un sufficiente motivo per torturare la visione del povero spettatore.
Il resto, come dicevo fila abbastanza bene e sopratutto la fotografia della parte girata a Parigi è affascinate. Inconsistente la scena della lite che porta il marito di Julie ad andarsene di casa. Non so voi, ma dalle mie parti per andarsene di casa, devono volare almeno 5/6 piatti =).
Ad ogni modo, un film da vedere.
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silvio 52
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lunedì 9 novembre 2009
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c'è di meglio...
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Era molto tempo che non vedevo un film così noioso e prolisso , 2 ore sono veramente troppe. La trama già debole non viene rinforzata dal regista con altre situazioni ma parla,parla e parla solo di ricette e cucina. Non metto in dubbio la bravura delle interpreti, ma dubito fortemente che nell' edizione originale la Streep abbia una voce così stridula e indisponente come se fosse ubriaca , anzi penso che la doppiatrice prima di iniziare il proprio lavoro si facesse qualche bicchierino di grappa.
E poi troppo pieno di discorsi, senza una pausa, secondo me durante il periodo francese ci stava bene qualche brano dell' epoca, per rendere più gradevole e rilassante l' atmosfera. Qualcosa di positivo? non ho pagato nulla per vedere il film.
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ennedì
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domenica 8 novembre 2009
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"ping-pong" culinario mediante lo spazio-tempo
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Come in un "ping-pong" ideale, Julie & Julia benché separate da 50 anni, grazie alla sapiente sceneggiatura e agli ingredienti della riuscita regia di Nora Ephrom, riescono a duettare in sincronia perfetta.
Si tratta di due storie di vita vissuta realmente, quella di Julie Powel (interpretata dalla bravissima Amy Adams), trentenne dei giorni nostri appena trasferitasi insieme al marito nel Queens, e quella di Julia Child (la sempre ottima Merryl Streep), moglie di un diplomatico (Stanley Tucci) appena trasferitasi a Parigi insieme al marito nel 1949.
I tempi, le epoche, sono completamente diverse ed anche il contesto del mondo in cui si muovono in parallelo le due protagoniste, è completamente diverso.
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Come in un "ping-pong" ideale, Julie & Julia benché separate da 50 anni, grazie alla sapiente sceneggiatura e agli ingredienti della riuscita regia di Nora Ephrom, riescono a duettare in sincronia perfetta.
Si tratta di due storie di vita vissuta realmente, quella di Julie Powel (interpretata dalla bravissima Amy Adams), trentenne dei giorni nostri appena trasferitasi insieme al marito nel Queens, e quella di Julia Child (la sempre ottima Merryl Streep), moglie di un diplomatico (Stanley Tucci) appena trasferitasi a Parigi insieme al marito nel 1949.
I tempi, le epoche, sono completamente diverse ed anche il contesto del mondo in cui si muovono in parallelo le due protagoniste, è completamente diverso. Ciononostante la trama risulta perfettamente continua, come se le due vicende avvenissero contemporaneamente, inoltre il salto fra le due epoche è sempre ben riuscito e gradevole, fornendo alla pellicola un piccolo valore aggiunto.
I problemi di una trentenne dei giorni nostri, insoddisfatta del lavoro e della quotidianità che le fa sentire un gran vuoto, si contrappongono alla spensierata brillantezza di una donna matura negli anni 50.
In comune le due donne hanno il desiderio di realizzarsi. La prima ci riesce prendendo spunto dalla seconda, la quale trova nella cucina francese l'interesse con cui riempire le proprie giornate e attraverso cui arrivare al successo. Le due donne non entreranno mai in contatto veramente nel corso della storia, solo in una occasione quasi si sfioreranno.
Ne nasce una commedia dai ritmi piacevoli che non lascia mai spazio alla noia, mentre riesce sempre a divertire e a tratti a stimolare le corde giuste dei sentimenti. 123 minuti gradevolissimi, da non perdere.
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princifiume
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sabato 7 novembre 2009
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meryl streep
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Grande, mi è piaciuto un sacco. Meryl Streep è grandiosa, una mimica facciale mitica. Davvero bello.
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postlucano
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venerdì 6 novembre 2009
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boeuf bourghignon all'americana. immangiabile.
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Occasione perduta per un grande tema, la cultura gastronomica USA, la pedagogia televisiva della Child,grande personaggio mito nella formazione della giovane menagère-cuoca americana.Un fallimento.Julia child è una macchietta, trasbordante e falsa.Il tema eros e gastronomia annunciato trascende nel ridicolo .Offensivo per gli americani che non saprebbero stare a tavola, parlano con il boccone in bocca, mettono le dita nei formaggi. E poi non una ricetta credibile. Insomma una grossa delusione. Meryl Streep gonfia falsa esuberante senza crederci in cucina nei salotti a letto.Sprecata.
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fabrizio cirnigliaro
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lunedì 2 novembre 2009
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foodblogger di tutto il mondo unitevi!
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Due donne in due epoche diverse che danno una svolta alla loro vita facendo una delle cose più antiche e naturali: cucinare. Entrambi i mariti appoggiano in pieno le scelte delle rispettive mogli, facendo il possibile perché vengano raggiunti gli obiettivi preposti. Julia è un’americana che vive nell’Europa del dopo guerra, ma anche oltreoceano si sente lo spettro di McCharthy e della sua caccia alle streghe. Julie invece a lavoro è coinvolta emotivamente dalle tristi storie che le vengono raccontate al telefono, che la fanno sentire una burocrate impotente in un sistema troppo complesso. Il blog le sconvolgerà la vita in positivo. Con questo strumento anche chi non è giornalista, ma ha davvero qualcosa da dire, riesce a farlo.
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Due donne in due epoche diverse che danno una svolta alla loro vita facendo una delle cose più antiche e naturali: cucinare. Entrambi i mariti appoggiano in pieno le scelte delle rispettive mogli, facendo il possibile perché vengano raggiunti gli obiettivi preposti. Julia è un’americana che vive nell’Europa del dopo guerra, ma anche oltreoceano si sente lo spettro di McCharthy e della sua caccia alle streghe. Julie invece a lavoro è coinvolta emotivamente dalle tristi storie che le vengono raccontate al telefono, che la fanno sentire una burocrate impotente in un sistema troppo complesso. Il blog le sconvolgerà la vita in positivo. Con questo strumento anche chi non è giornalista, ma ha davvero qualcosa da dire, riesce a farlo. A volte i risultati che si possono ottenere possono essere straordinari. Julie non si limita a pubblicare un ‘alchimia di ingredienti. Lei prepara nella sua cucina tutte le ricette che pubblica, inserendo nei post anche dei fatti della propria vita quotidiana, compreso i “meltdown”, quei momenti in cui tutto le va storto ed è sull’orlo di una crisi di nervi. Julia invece ha un altro temperamento. Andando contro tutti i pregiudizi dell’epoca non sembra mai mostrare segni di debolezza. Lei è convinta che sia necessario riuscire a pubblicare il suo libro, sente che potrebbe cambiare davvero il modo di cucinare degli americani.
Infatti la storia le ha dato ragione. Anche se lei non avrebbe mai immaginato che in quegli stessi anni in cui lei si sforzava di poter insegnare la cucina francese agli americani, negli States stavano nascendo i fast food, che avrebbero cambiato per sempre, in peggio, le abitudini dei suoi connazionali.
Ci penserà Julie a coinvolgere e aiutare i lettori del blog ad apprezzare il piacere della cucina, della lunga preparazione delle pietanze, correndo anche il rischio di addormentarsi nell’attesa prolungata della cottura a forno tradizionale. Julie da foodblogger riuscirà a diventare scrittrice e pubblicare un libro.
Nora Ephron, sua anche la sceneggiatura che è tratta dai 2 libri di Julia e Julie, dopo i flop degli ultimi anni (Vita da strega e Magic Numbers), riporta sul grande schermo dei personaggi femminili che convincono. Julia si rivolge alle donne medie della società americana, quelle senza servitù. Julie invece scrive nel blog soprattutto per aiutare se stessa, per trovare la propria strada. Forse non verrà ricordato come uno dei migliori film che parla di cucina, però in molti, critica e pubblico, hanno trascurato un piccolo dettaglio, Julia and Julie è la prima grande produzione inspirata , in parte, ad un blog, strumento che comunque è diverso da un social network.
Per il blogger ogni commento positivo o critica da parte di un lettore sconosciuto, è motivo di orgoglio, è una soddisfazione per il lavoro che si compie quasi quotidianamente.
Se è vero che alcuni nascono e muoiono nel giro di poco tempo, altri invece continuano a produrre un post dietro l’altro, e alcuni, come quello di Julie Powell, hanno la fortuna di diventare libri. Grazie al suo blog in molti hanno potuto conoscere l’arte di Julia Child,
e scoprire che in America non c’è solo o cibo spazzatura o ristoranti di lusso,o almeno, non è sempre stato cosi. Visto il successo che ha avuto il blog di Julia Powell, il consiglio nasce spontaneo:Foodblogger di tutto il mondo, unitevi!
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paolo allegra
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lunedì 2 novembre 2009
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viva la bulimia mentale!
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Una Streep all'altezza del suo carisma, ma utilizzata per un filmetto di cui non si capisce l'utilità. Una regia raffinata, una fotografia ottima, a servizio di un prodotto di cui il pubblico dei cinefili forse non sentiva la necessità... E poi, scusatemi, ma il doppiaggio della Streep - affidato ad una voce stridula e sgradevole, più adatta - forse - ad una novantenne che ad una sessantenne - fa la sua parte. Deliziosa e credibile la deuteragonista Amy Adams, specchio delle frustrazioni del nostro tempo. Ma in definitiva un'opera che mi ha lasciato a bocca asciutta, nonostante il traboccare dei manicaretti...
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alchechengi
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domenica 1 novembre 2009
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che noia!
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Un film noiosissimo! La Streep sa immergersi in ogni ruolo, ormai lo sappiamo ed ho retto la visione solo perchè c'era lei, ma non lo consiglio. Una storia piatta, ed anche un po' svilente per la figura femminile dei giorni d'oggi. Inoltre la caratterizzazione della voce (doppiata) della Streep in certi momenti era persino fastidiosa.
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olgadik
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sabato 31 ottobre 2009
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che noia!
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Una commedia con Meryl Streep mi era sembrato un degno rientro dopo una lunga influenza e invece no, perché stavolta uno dei miei idoli mi ha deluso. Sarà un doppiaggio infame, sarà l’idea che per essere brillanti bisogna essere bamboleggianti tipo semialcoolizzati, sarà una storia senza storia, non ho ritrovato niente di godibile in questo film sostanzialmente noioso, ripetitivo, recitato male. Forzosa l’operazione immaginata dalla giovane protagonista (Julie) che inventa un blog (tributo ai tempi), dove rifà le ricette contenute nel libro della protagonista anziana (Julia), condendole con qualche pettegolezzo da diario adolescenziale sul suo privato. Quest’ultima rivive nel film tramite lunghi flash-back, ma tali trovate non servono a movimentare la sostanziale inerzia del racconto e anche l’aver messo di mezzo Parigi e una scuola di cucina, non accende l’interesse per l’inesausto pigolare anni ‘50 e anni 2000 di donne, tutto sommato, banalizzate il giusto.
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Una commedia con Meryl Streep mi era sembrato un degno rientro dopo una lunga influenza e invece no, perché stavolta uno dei miei idoli mi ha deluso. Sarà un doppiaggio infame, sarà l’idea che per essere brillanti bisogna essere bamboleggianti tipo semialcoolizzati, sarà una storia senza storia, non ho ritrovato niente di godibile in questo film sostanzialmente noioso, ripetitivo, recitato male. Forzosa l’operazione immaginata dalla giovane protagonista (Julie) che inventa un blog (tributo ai tempi), dove rifà le ricette contenute nel libro della protagonista anziana (Julia), condendole con qualche pettegolezzo da diario adolescenziale sul suo privato. Quest’ultima rivive nel film tramite lunghi flash-back, ma tali trovate non servono a movimentare la sostanziale inerzia del racconto e anche l’aver messo di mezzo Parigi e una scuola di cucina, non accende l’interesse per l’inesausto pigolare anni ‘50 e anni 2000 di donne, tutto sommato, banalizzate il giusto. Per uscire da vite insoddisfacenti (l’anziana per la mancata maternità, la giovane per la pochezza del suo lavoro) non trovano di meglio che dedicarsi come invasate vestali alla cucina. Lo spunto della commedia viene da una storia reale, quella di Julia Child, nel film Meryl Streep, che sentì, pubblicando un libro di successo al riguardo, l’esigenza di far conoscere negli Usa le raffinatezze della cucina francese, dopo un soggiorno a Parigi al seguito del marito diplomatico, interpretato da uno scolorito Stanley Tucci. Questa esperienza nella finzione cinematografica, è vista attraverso il personaggio di Julie Powell (Amy Adams già in coppia con la Streep nel Il dubbio). La giovane frustrata dalla routine e dalla sua vita grigia e ripetitiva impara così piano piano a cimentarsi con le ricette dell’ “antenata”; poi la cosa diventa una vera ossessione e la trasferisce in un blog personale, dove alle ricette aggiunge qualcosa della sua vita. Così, tramite una quasi identificazione con Julia riesce a vivificare la sua quotidianità e conosce un certo successo mediatico, riconquistando il maritino.
Tra incongruenze e qualche sbadiglio si arriva alla fine, chiedendosi cosa sia accaduto alla vivacissima interprete, ballerina-cantante nonché solare matriarca di Mama mia o all’algida stilista superbamente interpretata dalla Streep in Il diavolo veste Prada.
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