mara65
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lunedì 6 giugno 2011
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buone intenzioni, ma troppo amatoriale
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Buone le intenzioni del regista, che mette tanta carne al fuoco, ma lo fa in maniera grossolana, conferendo a tutto il lavoro un aspetto amatoriale. E' nella rappresentazione dei personaggi, forse il punto più debole: gli attori (a parte Blitch) hanno poca esperienza ed anche nelle movenze risultano falsi. La recitazione è insufficiente. La fotografia è eccessivamente contrastata per la correzione al computer. La storia è scontata, come in ogni horror/splatter.
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baronerosso683
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sabato 23 novembre 2013
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mio dio, che orrore
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LA TRAMA
Tre ragazzi (Sarah, David e Nicole) vanno a fare un viaggio per seguire la loro band preferita (SONO DOVUTO ANDARE SU WIKIPEDIA PER SCOPRIRLO, PERCHE' DAL FILM NON SI CAPISCE NIENTE, E MI MERAVIGLIO CHE SU WIKIPEDIA CI SIA UNA PAGINA DI STO SCHIFO!). La prima parte è piuttosto noiosa, con discorsi "interessantissimi" sulle uova o con barzellette che non fanno minimamente ridere raccontate tanto per allungare il film.
Finita la benzina, si fermano in un distributore per fare rifornimento. Il proprietario sta guardano nel frattempo "A prova di morte" di Tarantino. Beato Lui. Si fanno leggere la fortuna da una cartomante (che a me è sembrata una drogata), mentre il negozio viene rapinato da due figuri molto poco credibili.
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LA TRAMA
Tre ragazzi (Sarah, David e Nicole) vanno a fare un viaggio per seguire la loro band preferita (SONO DOVUTO ANDARE SU WIKIPEDIA PER SCOPRIRLO, PERCHE' DAL FILM NON SI CAPISCE NIENTE, E MI MERAVIGLIO CHE SU WIKIPEDIA CI SIA UNA PAGINA DI STO SCHIFO!). La prima parte è piuttosto noiosa, con discorsi "interessantissimi" sulle uova o con barzellette che non fanno minimamente ridere raccontate tanto per allungare il film.
Finita la benzina, si fermano in un distributore per fare rifornimento. Il proprietario sta guardano nel frattempo "A prova di morte" di Tarantino. Beato Lui. Si fanno leggere la fortuna da una cartomante (che a me è sembrata una drogata), mentre il negozio viene rapinato da due figuri molto poco credibili. I tre si rimettono in viaggio, ma, finiti i soldi e le provviste, si fermano in un supermercato aperto tutto il giorno, e David ha la brillante idea di chiudersi nei bagni per restare tutta la notte nel supermercato e darsi alla pazza gioia. Ovviamente l'inserviente non li scopre, così restano nel super. Non sono soli, ma se ne accorgono troppo tardi. Infatti vengono presi in ostaggio da Adam il Macellaio. I suoi monologhi sono lunghi il doppio, se non il triplo o il quadruplo, delle sporadiche scene di tortura. Tralaltro, nei suoi discorsi non si capisce niente. Alla fine tutti i ragazzi vengono uccisi e il macellaio vende la loro carne.
CONSIDERAZIONI GENERALI
Io, questo film, non lo conoscevo, prima di vedere le recensioni di Yotobi e di Victorlaszlo88, nonostante sia aretino come il regista. Dopo averle viste, mi sono incuriosito, e dopo aver trovato il dvd di questo obbribrio l'ho guardato.
Yotobi e Victorlaslzlo88, guardatevi le spalle...
Il film, scusate la parolaccia, nel suo 85% è fatto col CULO. Annoia e non ci si capisce niente. Lombardi sarebbe anche capace, ma avrebbe dovuto lavorarci di più, su questo progetto, perché questa sembra la versione alpha non definitiva di un videogioco. Ecco, ora togliete alpha, non e videogioco, e al posto dell'ultimo mettete film.
Gli attori sono quasi tutti alle prime armi, ma questo non giustifica il bassissimo livello di recitazione con cui è fatto il film. Si salvano solo le interpretazioni di Rossella Caiani (Sarah), Elisa Sensi (Nicole) e Ottaviano Blitch (Adam, ma solo nelle scene di tortura). Marco Martini, colui che interpreta David, non l'ho mai visto, e non l'ho mai incrociato, nonostante abiti nel mio stesso paese. SPERA DI NON INCONTRARMI MAI. Il motivo? Guardatevi il film.
L'unica scena di tortura che si salva è quella in cui Adam trita la mano a David, quella mi è piaciuta, ma solo perché è l'UNICA scena di tortura vera e propria del film.
Le musiche non sono male, ma sono buttate completamente a caso nelle scene.
Gli do un 3.5 , ma solo perché mi è piaciuta la mano tritata.
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topsykretts
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martedì 17 aprile 2012
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b-movie mediocre, ma indipendente
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Iniziato come un classico road movie, in cui tre amici partono per un "viaggio senza meta", In the Market si trasforma in un terribile e spietato horror splatter.
I tre giovani, infatti, subiscono una rapina e, non sapendo dove trascorrere la notte, decidono di nascondersi all’interno di un supermercato; sfortunatamente per loro, nel market si aggira un sadico serial killer...
Nella prima parte del film si alternano banalità e citazioni ad altre opere. In particolar modo viene "omaggiato" il genio del pulp, Quentin Tarantino: musica de "Le Iene", dialoghi allucinati e scene che sembrano aver subito un "copia e incolla" da "Grindhouse - A prova di morte" (film che per giunta appare in un televisore di una stazione di servizio; in “Hostel” succede la stessa cosa con un altro film di Tarantino).
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Iniziato come un classico road movie, in cui tre amici partono per un "viaggio senza meta", In the Market si trasforma in un terribile e spietato horror splatter.
I tre giovani, infatti, subiscono una rapina e, non sapendo dove trascorrere la notte, decidono di nascondersi all’interno di un supermercato; sfortunatamente per loro, nel market si aggira un sadico serial killer...
Nella prima parte del film si alternano banalità e citazioni ad altre opere. In particolar modo viene "omaggiato" il genio del pulp, Quentin Tarantino: musica de "Le Iene", dialoghi allucinati e scene che sembrano aver subito un "copia e incolla" da "Grindhouse - A prova di morte" (film che per giunta appare in un televisore di una stazione di servizio; in “Hostel” succede la stessa cosa con un altro film di Tarantino).
Tuttavia, gli stralunati dialoghi tarantiniani rischiano di cadere nel ridicolo se messi in bocca ad attori che, eufemisticamente parlando, possiamo definire poco esperti.
Lo spettatore dopo circa 50 minuti di noia, tra scene al limite della comicità (involontaria) e situazioni inverosimili, si trova di fronte ad un repentino cambiamento. Ciò che cambia è il genere, ma non il risultato, ancora più irritante.
Infatti, il killer, anziché abbandonarsi al sadismo e alla tortura, decide di impostare un’estenuante conversazione priva di senso logico con uno dei ragazzi (imbavagliato allo stesso modo di Pulp Fiction) in cui può mettere in mostra le proprie conoscenze antropologiche.
Finalmente, a pochi minuti dai titoli di coda arriva qualche scena splatter, obiettivamente di ottima fattura; ma probabilmente lo spettatore è già addormentato a questo punto del film. Da segnalare che questi effetti speciali sono da attribuirsi a Sergio Stivaletti, storico collaboratore di Dario Argento.
Altra nota positiva sta nel fatto che si tratti di un horror indipendente, made in Italy e low cost (si parla di 25.000€ spesi) e che la regia, del giovane Lorenzo Lombardi, non sia affatto scadente.
Le diverse locandine del film lo annunciavano come un nuovo Saw o un nuovo Hostel, la verità è che “non e' lo stesso fottuto campo da gioco, non e' lo stesso campionato e non e' nemmeno lo stesso sport”.
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sylya
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lunedì 28 gennaio 2013
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non si può definire film
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Nonostante la locandina che evidentemente è stata ben realizzata per dare al film l'aspetto di una normale pellicola, non credo si possa commentare In The Market come un film normale, quanto, piuttosto, come un esperimento mal riuscito di un regista alle sue primissime armi.
Sebbene l'idea sia piuttosto carina, e sebbene il film voglia suggerire riferimenti e paralleli che potrebbero dargli una certa rilevanza, il tutto scade più che in basso nel momento in cui, fin dalla prima scena, ci rendiamo conto di quanto gli attori siano degli incapaci, non tanto nell'espressione del corpo, quanto nel parlato.
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Nonostante la locandina che evidentemente è stata ben realizzata per dare al film l'aspetto di una normale pellicola, non credo si possa commentare In The Market come un film normale, quanto, piuttosto, come un esperimento mal riuscito di un regista alle sue primissime armi.
Sebbene l'idea sia piuttosto carina, e sebbene il film voglia suggerire riferimenti e paralleli che potrebbero dargli una certa rilevanza, il tutto scade più che in basso nel momento in cui, fin dalla prima scena, ci rendiamo conto di quanto gli attori siano degli incapaci, non tanto nell'espressione del corpo, quanto nel parlato..che, come ho letto anche altrove, ci fa chiedere perchè una simile pellicola sia stata seriamente prodotta e sia addirittura uscita nelle sale.
Dunque, personaggi mal delineati e senza spessore, attori assolutamente incapaci nel senso più stretto della parola (senza capacità) e privi di qualunque esperienza possibile, almeno a vederli così, dialoghi insensati con banali riferimenti cinematografici inseriti per dare uno spessore che resta inconsistente, storia banale che non riesce ad essere efficace come potrebbe..Solo gli effetti speciali riescono a dare alla storia una parvenza di film serio -quale non è- ma di sicuro non bastano a dargli una rilevanza.
Inoltre ho sentito molti dire che Ottaviano Blitch, l'antagonista, sia un bravo attore, e onestamente in questo film a mio parere contribuisce ad una pessima resa, tanto più che mezz'ora di dialogo folle ed insensato, per quanto possa essere significativa, fa di un tentato film horror un film noioso.
Ammesso che lo si possa considerare un vero e proprio film.
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l''uomodellasala
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venerdì 23 giugno 2017
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noioso, ma l'ultima parte è interessante
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pessimo film d'esordio per il giovane Lombardi, evidente fan di Tarantino che però non riesce ad eguagliare il suo maestro. i primi quaranta minuti sono stupidi e noiosi, con situazioni decisamente ridicole (la maschera di Minnie nella rapina) ed inutili ( la rapina stessa, quella stupida cartomante, ecc..). c'è troppa, troppa carne al fuoco, con mille spunti sulla carta interessanti ma resi malissimo. i dialoghi tentano di ricalcare i sucessi di quelli tarantiniani ma non riescono, risultando forzatissimi. ho poi avuto due grandi dubbi: perchè i personaggi hanno nomi inglese quando l'ambientazione è chiaramente italiana? cosa centra quello stranissimo e incomprensibile incipit? poi, sono il solo a tyrovare forzatissima la scusa del "viaggio senza meta" per portare i protagonisti dal serial killer? o quella del rimanere nel supermarket per prendere tutto gratis? la recitazione poi è oltremondo patetica, ma li si può lasciar correre.
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pessimo film d'esordio per il giovane Lombardi, evidente fan di Tarantino che però non riesce ad eguagliare il suo maestro. i primi quaranta minuti sono stupidi e noiosi, con situazioni decisamente ridicole (la maschera di Minnie nella rapina) ed inutili ( la rapina stessa, quella stupida cartomante, ecc..). c'è troppa, troppa carne al fuoco, con mille spunti sulla carta interessanti ma resi malissimo. i dialoghi tentano di ricalcare i sucessi di quelli tarantiniani ma non riescono, risultando forzatissimi. ho poi avuto due grandi dubbi: perchè i personaggi hanno nomi inglese quando l'ambientazione è chiaramente italiana? cosa centra quello stranissimo e incomprensibile incipit? poi, sono il solo a tyrovare forzatissima la scusa del "viaggio senza meta" per portare i protagonisti dal serial killer? o quella del rimanere nel supermarket per prendere tutto gratis? la recitazione poi è oltremondo patetica, ma li si può lasciar correre. la parte col killer (interpretato benissimo da Blitch, unico punto positivo del film purtroppo schiacciato da dialoghi e sceneggiatura) mi è invece piaciuta, tanto che mi sono chiesto: perchè non realizzare un discreto cortometraggio horror con l'ultima parte del film invece che fare un film ibrido fra un horror e un road movie ( fatto da cani per giunta)? purtroppo, il giovane regista ha scelto ambiziosamente la seconda scelta, fallendo miseramente. per farla breve: caro Lombardi, poichè non puoi fare un film di paura in cui i primi quaranta minuti sono noiosi e inutili, la prossima volta vola basso e fai qualcosa di più semplice e meno ambizioso.
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