siper
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lunedì 1 novembre 2010
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tra crack e iguane viene fuori un flop
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In una New Orleans scossa dall’uragano Katrina, il detective Terence McDonagh (Nicolas Cage) porta in salvo un carcerato rimasto in trappola proprio a causa dell’uragano. Quest’eroico gesto gli frutta la promozione a tenente ma anche alcune lesioni alla schiena che gli causeranno una dipendenza da antidolorifici e, in seguito, da cocaina e crack. Il caso vuole che gli venga affidato il caso di un pluriomicidio legato al traffico di droga. Durante le indagini McDonagh si fa corrompere con grosse quantità di droga che condivide con la fidanzata,nonché prostituta, Frankie (Eva Mendes). Nato come remake dell’omonimo film di Abel Ferrara, la pellicola di Werner Herzog se ne distacca completamente mettendo in scena una confusionaria trama poliziesca intrecciata con simbologie non troppo chiare (inspiegabili quelle delle iguane!) che ha come unica forza quella di un cast di ottimo livello.
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In una New Orleans scossa dall’uragano Katrina, il detective Terence McDonagh (Nicolas Cage) porta in salvo un carcerato rimasto in trappola proprio a causa dell’uragano. Quest’eroico gesto gli frutta la promozione a tenente ma anche alcune lesioni alla schiena che gli causeranno una dipendenza da antidolorifici e, in seguito, da cocaina e crack. Il caso vuole che gli venga affidato il caso di un pluriomicidio legato al traffico di droga. Durante le indagini McDonagh si fa corrompere con grosse quantità di droga che condivide con la fidanzata,nonché prostituta, Frankie (Eva Mendes). Nato come remake dell’omonimo film di Abel Ferrara, la pellicola di Werner Herzog se ne distacca completamente mettendo in scena una confusionaria trama poliziesca intrecciata con simbologie non troppo chiare (inspiegabili quelle delle iguane!) che ha come unica forza quella di un cast di ottimo livello. Il film vuole dare uno spaccato sul mondo della droga nelle città americane, in particolare a New Orleans, ma esagera rendendo troppo centrale il ruolo della droga, che poi un ruolo non è. Sembra quasi che siano cocaina, crack e quant’altro il cardine del film, questo accade perché la trama in sé non è un granchè. Si salva la sola interpretazione di Cage in un ruolo non facile, scialba invece quella di Eva Mendes, relegata ad un ruolo di secondo piano. “Il cattivo tenente” parte con grandi ambizioni, un ottimo cast e un po’ di presunzione ma si rivela un clamoroso flop per la sua poca fluidità e per l’estrema confusione della trama che finisce con lo stancare lo spettatore.
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francesco2
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venerdì 15 ottobre 2010
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la 26.ora?forse
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Dicendo-Ma come si fa a credergli?- di non conoscere neanche l'omonimo film di Ferrara, Werner Herzog si allontana da "gridi di pietra", come da altre opere che godono della fama di cinema "esistenzialista", per cercare di regalarci -credo- una personale 26.ora successiva, questa volta, non più all'11 settembre, ma all'uragano Katrina. (Non era stato proprio Lee, del resto, ad aver realizato e la 25.ora ed un film-documentario su questo nuovo dramma americano?).L'inizio sa forse di didascalico, o forse no; se ci illustra certi leziosismi a cui il regista tedesco non rinuncerà, come animali ripresi dal vivo in primo piano, ci fornisce i primi ragguagli sull'ambiguità"Sordiana" del personaggio, che rigetta per mestiere le ingiustizie e i prepotenti, ma che usa il suo lavoro per (tentare a vuoto di)alterare il risultato di un match sportivo, ed evitare di pagare una contravvenzione.
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Dicendo-Ma come si fa a credergli?- di non conoscere neanche l'omonimo film di Ferrara, Werner Herzog si allontana da "gridi di pietra", come da altre opere che godono della fama di cinema "esistenzialista", per cercare di regalarci -credo- una personale 26.ora successiva, questa volta, non più all'11 settembre, ma all'uragano Katrina. (Non era stato proprio Lee, del resto, ad aver realizato e la 25.ora ed un film-documentario su questo nuovo dramma americano?).L'inizio sa forse di didascalico, o forse no; se ci illustra certi leziosismi a cui il regista tedesco non rinuncerà, come animali ripresi dal vivo in primo piano, ci fornisce i primi ragguagli sull'ambiguità"Sordiana" del personaggio, che rigetta per mestiere le ingiustizie e i prepotenti, ma che usa il suo lavoro per (tentare a vuoto di)alterare il risultato di un match sportivo, ed evitare di pagare una contravvenzione. Questo atteggiamento, spesso vera forza di un film che cade nella ripetitività e si compiace di camei relativamente inutili(Cosa aggiungono la recitazione ed il doppiaggio" particolari" dell'uomo che picchia la Mendes?, tocca il suo culmine quando Cage, forse mentendo agli altri o a se stesso ma non del tutto, dice a voce alta: "Di quegli omicidi non mi è mai importato nulla".
Gli Stati Uniti del post-Katrina, secondo Herzog, somigliano forse loro stessi ad un'iguana, che potrebbe non simboleggiare le visioni del cocainomane poliziotto(Bella quella del morto che "continua a ballare"), ma los tato d'animo di un paese in cui i neri restano vittime sommesse, i giovani nascondono ingenuamente di fumare droghe, e le vecchiette "in cura2 non vogliono essere disturbate, anche se sono stati commessi omicidi efferati. Dove Cage prende(spesso) le distanze da situazioni in cui poi bagna il pane, come quando finisce per approfittare dei ragai drogati più che rimproverarli. Un paese disperato in cui igiovanissimi possonoe ssere ammazzati per esser stati testimoni, ma non mancano neanche momenti di ottimismo, come il padre del protagonista, anziano vecchio stampo, che per non rinunciare al suo cane cerca in tutti modi qualcuno acui affidarlo.
E' un paese, però, non arrabbiato sino in fondo, se Cage viene (molto) retrocesso di grado quando tocca i figli dei potenti. Ed il paradosso nel paradosso è proprio questo: in un paese che si autocontraddice Cage, autocontraddittorio a oltranza, persino quando kischia il reale ed il virtuale in presenza dei colleghi(Pensa di vedere iguane che non esistono), il poliziotto non si trova asuoa gio. forse perché dentro di lui cova per sempre una rabbia di fondo(Credo che questio lo distingua dai "vari" Sordi), ove invece gli Stati Uniti di Herzog possonoe ssere colpiti come inkliggersi da soli mazzate, ma rimangono sempre -Almeno in parte_ un paese di vecchiette petulanti e pezi grossi che alzano la voce. Ma anche, bisogna dirlo, di personaggi che alla fine cambiano idea sul rancore verso il protagonista (E qui, forse, bisogna dare ragione a chi abbia rimproverato ad Herzog l'Happy-end" del film).
Che però si conclude come era iniziato: iguane all'inizio, domaande riguardannti i sogni dei pesci alla fine. Si fondono(Ancora) l'umanoe l'animalesco, o forse l'animale che c'è in ognuno di noi. ma nei finali dei film bisogna per forza disperarsi?
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aris62
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venerdì 15 ottobre 2010
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insulso
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L'inopportuno richiamo al capolavoro di Ferrara peggiora un giudizo già negativo. Il film sarebbe brutto di per se: fiacca la trama, inadeguata la recitazione (Cage evidentemente ritiene che per impersonare un cocainomane basti fare uno sguardo ancora più inespressivo del solito, con il risultato di apparire ridicolo; assolutamente non credibile la Mendes nel ruolo di una prostituta anch'essa cocainomane ma con un look da rotocalco di moda), inverosimile l'affrettato happy-ending.
Ma se lo si confronta con il Bad Lieutenant del 1992, del quale peraltro non può definirsi un vero e proprio remake, il paragone è addirittura devastante. Tanto intenso, "maledetto" e coinvolgente era il primo, forte della maiuscola interpretazione di Harvey Keitel, quanto convenzionale e stereotipato è il secondo.
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L'inopportuno richiamo al capolavoro di Ferrara peggiora un giudizo già negativo. Il film sarebbe brutto di per se: fiacca la trama, inadeguata la recitazione (Cage evidentemente ritiene che per impersonare un cocainomane basti fare uno sguardo ancora più inespressivo del solito, con il risultato di apparire ridicolo; assolutamente non credibile la Mendes nel ruolo di una prostituta anch'essa cocainomane ma con un look da rotocalco di moda), inverosimile l'affrettato happy-ending.
Ma se lo si confronta con il Bad Lieutenant del 1992, del quale peraltro non può definirsi un vero e proprio remake, il paragone è addirittura devastante. Tanto intenso, "maledetto" e coinvolgente era il primo, forte della maiuscola interpretazione di Harvey Keitel, quanto convenzionale e stereotipato è il secondo.
Un consiglio: se non lo avete visto, procuratevi un DVD dell'originale, e lasciate perdere questa maldestra rivisitazione.
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[+] un atroce sequenza di luoghi comuni
(di drugo)
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peer gynt
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giovedì 14 ottobre 2010
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la ballata del cattivo tenente
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Buon esempio di poliziesco, serrato e inventivo, con a protagonista un
pessimo caso di correttezza professionale. A leggere il titolo, sembra un
remake dell’omonimo film di Abel Ferrara. Invece, il tono generale e’ un
altro. Un malato, e percio’ sempre piu’ drogato e sedato, tenente di
polizia si vede impedite le vie di una giustizia un po’ troppo
personalistica da corruzione e nepotismi vari. Trova allora ispirazione
nel crack per incastrare magistralmente due gruppi di assassini,
spacciatori e mafiosi e ricevere ufficialmente il premio di tanta
abnegazione: ed ecco alla fine il cattivo capitano, che ricalca
esattamente le orme del cattivo tenente dell’inizio.
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Buon esempio di poliziesco, serrato e inventivo, con a protagonista un
pessimo caso di correttezza professionale. A leggere il titolo, sembra un
remake dell’omonimo film di Abel Ferrara. Invece, il tono generale e’ un
altro. Un malato, e percio’ sempre piu’ drogato e sedato, tenente di
polizia si vede impedite le vie di una giustizia un po’ troppo
personalistica da corruzione e nepotismi vari. Trova allora ispirazione
nel crack per incastrare magistralmente due gruppi di assassini,
spacciatori e mafiosi e ricevere ufficialmente il premio di tanta
abnegazione: ed ecco alla fine il cattivo capitano, che ricalca
esattamente le orme del cattivo tenente dell’inizio.
L’inventiva del miglior Herzog la si trova nei deliri macrozooptici del
tenente: quando vede, durante le azioni di polizia, due grossi iguana che
lo accompagnano e lo scrutano, o quando coglie l’isterico ballo rap
dell’anima di un mafioso morente che non vuole lasciare il corpo
agonizzante: davvero, questo, un colpo da maestro!
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[+] giusto
(di filmtalker 98)
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doni64
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giovedì 9 settembre 2010
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film ...discreto da dimenticare
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Un film decisamente discreto specie nella interpretazione che delude da parte di un attore come N.Cage che in altri ruoli ha recitato con piu' vigore.La trama scialba e incoerente ed il film non prende l'interesse del pubblico per il tema trattato.Nel complesso un film discreto da dimenticare.Voto 6
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wakeih2br
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giovedì 29 luglio 2010
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film veramente bello
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è stato davvero un film coinvolgente ed a tratti esilarante
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filippomazz
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venerdì 12 febbraio 2010
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grande herzog
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Penso che The Bad Lieutenant/ Il Cattivo Tenente possa annoverarsi tra i migliori film di Herzog..certo non al livello di pietre miliari come Aguirre o Fitzcarraldo ma comunque un film da non sottovalutare. Gia' nella primissima scena dove vediamo un serpentello acquatico nuotare tra le sbarre di una prigione allagata il tocco di Herzog e'assolutamente inconfondibile, come in tutti i suoi film infatti l'elemento della natura e'immancabile, Il Cattivo Tenente e'appunto ambientato in una New Orleans reduce dall'uragano Katrina, un luogo insomma dove la natura ha messo nuovamente i bastoni tra le ruote all'uomo (un classico tema di Werner Herzog..vedi Fitzcarraldo). Da lodare la recitazione di Nicolas Cage, personalmente non lo amo molto ma sotto la guida di Herzog da' vita ad un personaggio esplosivo, pieno di oscure ombre e fantastiche paranoie.
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ultimoboyscout
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martedì 2 febbraio 2010
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harvey keitel era altra cosa.
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Cage, fatto di coca e antidolorifici, è un Tenente della Polizia, dai metodi quantomeno discutibili, di New Orleans post-Katrina. Non male ma una spanna sotto il precedente soprattutto nel protagonista. gangsters, puttane e coca a volontà!
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salvo996
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martedì 26 gennaio 2010
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non mi piace...
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L'unica cosa bella del film è Eva Mendes!
Film con poco ritmo, tutto incentrato su una unica indagine neanche poi troppo complessa.
Secondo i miei gusti, inutili e brutte le scene con i primi piani sull'alligatore e sui camaleonti (ma che vuol dire...!!!)
Un finale troppo fiabesco come detto da altri.....
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paride86
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venerdì 8 gennaio 2010
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molto interessante
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Nonostante il titolo, questo film ha ben poco in comune con quello di Abel Ferrare, se si esclude qualche raccordo nelle sceneggiature.
La storia è quella di un tenente ambiguo, un uomo né completamente buono né completamente corrotto, uno che dà un calcio al cerchio e uno alla botte, seguendo un individualismo impavido e, allo stesso tempo, vigliacco. Eppure questo film funziona, seppur la morale di questa storia possa sembrare contraddittoria, o quantomeno inusuale - cioè che si può costruire anche da fondamenta marce, che si può reinventare se stessi e "risorgere" anche senza eventi che sconvolgono la nostra vita (come invece accadeva nel film originale).
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Nonostante il titolo, questo film ha ben poco in comune con quello di Abel Ferrare, se si esclude qualche raccordo nelle sceneggiature.
La storia è quella di un tenente ambiguo, un uomo né completamente buono né completamente corrotto, uno che dà un calcio al cerchio e uno alla botte, seguendo un individualismo impavido e, allo stesso tempo, vigliacco. Eppure questo film funziona, seppur la morale di questa storia possa sembrare contraddittoria, o quantomeno inusuale - cioè che si può costruire anche da fondamenta marce, che si può reinventare se stessi e "risorgere" anche senza eventi che sconvolgono la nostra vita (come invece accadeva nel film originale).
Come ciliegina sulla torta abbiamo qualche tocco visionario di Herzog e una convincente interpretazione di Cage. Ovviamente quest'ultimo non ha (e non avrà mai, suppongo) l'intensità drammatica e il pathos di Harvey Keitel, ma dopotutto sono due tenenti profondamente diversi e va bene anche così.
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