coffine burier
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lunedì 8 marzo 2010
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ansiogeno, ben diretto, ma un po' scontato
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Un film da vedere, ma non per tutti. Ansiogeno, coinvolge lo spettatore e gli concede poche pause, giusto il tempo di prendere fiato: i tre membri della squadra, addetta al disinnesco di ordigni esplosivi a Bagdad, sono a rischio della loro vita costantemente, in un conto alla rovescia per tornare in patria... in una bara o sulle loro gambe.
Dove spicca in regia, pecca in prevedibilità. Ho trovato scontate alcune scelte del protagonista, James, causa la sua eccessiva esuberanza. Un protagonista sopra le righe che oserei definire inverosimile... sebbene sia proprio la guerra, come droga, come bisogno adrenalinico, il tema centrale del film. Altre sono le inverosimili imperfezioni che mi sono saltate all'occhio, riportandomi nel mondo reale e non quello immaginato pensato da Boal: un esempio è la sparatoria in mezzo al deserto, che tanto mi ricorda "L'uomo che fissava le capre" e "Nato il 4 Luglio".
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Un film da vedere, ma non per tutti. Ansiogeno, coinvolge lo spettatore e gli concede poche pause, giusto il tempo di prendere fiato: i tre membri della squadra, addetta al disinnesco di ordigni esplosivi a Bagdad, sono a rischio della loro vita costantemente, in un conto alla rovescia per tornare in patria... in una bara o sulle loro gambe.
Dove spicca in regia, pecca in prevedibilità. Ho trovato scontate alcune scelte del protagonista, James, causa la sua eccessiva esuberanza. Un protagonista sopra le righe che oserei definire inverosimile... sebbene sia proprio la guerra, come droga, come bisogno adrenalinico, il tema centrale del film. Altre sono le inverosimili imperfezioni che mi sono saltate all'occhio, riportandomi nel mondo reale e non quello immaginato pensato da Boal: un esempio è la sparatoria in mezzo al deserto, che tanto mi ricorda "L'uomo che fissava le capre" e "Nato il 4 Luglio"... niente a che vedere con dei professionisti insomma.
Il film sotto molti aspetti ricorda Black Hawk Down... che se non ricordo male fu premiato agli Academy Awards per audio e montaggio. The Hurt Locker replica, ma immeritatamente, soprattuto dal punto di vista del sonoro.
Comprensibile la scelta dell'Academy di premiare un film a basso budget in questo periodo di crisi. Meno comprensibile per il pubblico e per quella parte di critica che non ama le premiazioni politiche: vedi Alle Berry e Denzel Washington premiati nel 2001.
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[+] sullo scontato dissento!
(di miss olive)
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the lady on the hot tin roof
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domenica 7 marzo 2010
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arena e sangue.
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"The Hurt Locker" non è propriamente un "film di guerra": le pellicole riconducibili a tale genere prendono posizione sul tema da loro trattato, direttamente o indirettamente. Questo film è "a-politico", in quanto, pur rappresentando un aspetto settoriale della guerra in Iraq, ossia quello della disattivazione di congegni esplosivi, non contiene alcun riferimento a presidenti, patrie, bandiere et cetera. Ciò che viene portato sullo schermo con uno stile schietto ed asciutto è il dramma di chi vive la guerra come realtà quotidiana, costantemente sospeso tra l'adrenalina e la depressione, costretto a rivolgere l'attenzione alla meccanica della guerra per schermarne l'orrore. Il sergente James, interpretato da uno straordinario Jeremy Renner (un'interpretazione così aspra, sofferente e carismatica mancava dai tempi di "Il Gladiatore"), è, agli occhi dei suoi commilitoni, un burlone irresponsabile: non rispetta le procedure di sicurezza e disinnesca le bombe come se fosse in un'officina di provincia.
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"The Hurt Locker" non è propriamente un "film di guerra": le pellicole riconducibili a tale genere prendono posizione sul tema da loro trattato, direttamente o indirettamente. Questo film è "a-politico", in quanto, pur rappresentando un aspetto settoriale della guerra in Iraq, ossia quello della disattivazione di congegni esplosivi, non contiene alcun riferimento a presidenti, patrie, bandiere et cetera. Ciò che viene portato sullo schermo con uno stile schietto ed asciutto è il dramma di chi vive la guerra come realtà quotidiana, costantemente sospeso tra l'adrenalina e la depressione, costretto a rivolgere l'attenzione alla meccanica della guerra per schermarne l'orrore. Il sergente James, interpretato da uno straordinario Jeremy Renner (un'interpretazione così aspra, sofferente e carismatica mancava dai tempi di "Il Gladiatore"), è, agli occhi dei suoi commilitoni, un burlone irresponsabile: non rispetta le procedure di sicurezza e disinnesca le bombe come se fosse in un'officina di provincia. Quello che noi spettatori siamo chiamati a percepire è la motivazione di fondo che giustifica il suo bizzarro comportamento: il protagonista è sostanzialmente un uomo d'azione, che vuole lasciarsi sopraffare dal suo lavoro per non avere mai respiro e dover pensare a come la morte e l'affetto nei confronti di coloro che ha lasciato a casa influiscano sulla sua sensibilità. Egli non è un Terminator, ma neanche una versione idealizzata del soldato americano, gonfiata dagli alti ideali della democrazia, bensì un uomo reale, con tutte le sue debolezze, così vero da poter essere tanto il nostro vicino di casa quanto un passante incrociato per caso. Il suo punto di vista è la chiave di volta per comprendere il film, girato come un action movie crudo e tragico. I soldati gettati tra le sabbie irachene possono contare esclusivamente sulla solidarietà dei loro compagni di missione: è proprio in quei piccoli, apparentemente insignificanti momenti di aiuto e conforto che Kathryn Bigelow dà il tocco di grazia e regala qualche secondo di autentica ed impregiudicata commozione. L'unico cruccio che si potrebbe vantare nei confronti di questo film è quello di essere stato girato, senza alcuna ombra di dubbio, per le sale cinematografiche e, di conseguenza, quegli accorgimenti tecnici che hanno fatto salire vorticosamente il numero delle candidature all'Oscar potrebbero non essere sempre apprezzati in pieno.
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(di the lady on the hot tin roof)
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marvelman
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martedì 23 febbraio 2010
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brava ex di cameron
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Davvero un bel film, mi è piaciuto per il realismo e la regia, di sicuro è il miglior film girato da una donna che abbia mai visto...una pellicola di morale per niente ovvia con un realismo reso al dettaglio...bellissime la scena dell'appostamento dei cecchini col cameo del grande Ralph Fiennes e quella iniziale con l'esplosione al rallentatore! E' un film che merita per la sua grezza fattezza e l'argomento che tratta in modo efficace. L'unica cosa da dire però è che non merita agli oscar...le 9 nomination che condivide con Avatar DEVONO essere vinte dal film di James Cameron che, unendo la spettacolarità di un buon blockbuster di qualità che non centra nulla con transformers e una regia sempre perfezionista che rende bene un messaggio nella semplice storia, onestamente merita molto di più.
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Davvero un bel film, mi è piaciuto per il realismo e la regia, di sicuro è il miglior film girato da una donna che abbia mai visto...una pellicola di morale per niente ovvia con un realismo reso al dettaglio...bellissime la scena dell'appostamento dei cecchini col cameo del grande Ralph Fiennes e quella iniziale con l'esplosione al rallentatore! E' un film che merita per la sua grezza fattezza e l'argomento che tratta in modo efficace. L'unica cosa da dire però è che non merita agli oscar...le 9 nomination che condivide con Avatar DEVONO essere vinte dal film di James Cameron che, unendo la spettacolarità di un buon blockbuster di qualità che non centra nulla con transformers e una regia sempre perfezionista che rende bene un messaggio nella semplice storia, onestamente merita molto di più...senza contare che the hurt locker per quanto apprezzabile possa essere è stato un flop (e qua non capisco il PGA vinto...) e inoltre è un film del 2008 che neanche dovrebbe gareggiare...
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[+] senza contare...
(di marvelman)
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hanzo sun
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martedì 9 febbraio 2010
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ma chi decide le nomination agli oscar!?!
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qualcuno mi spieghi come ha fatto questo film ad essere nominato per ben otto oscar. appunto dopo aver visto le nomination mi sono detto : -bè questo film meriterà forse di essere visto! 2 ore buttate, ed anche io come verbal mi sono molto concentrato per riuscire a vederlo tutto. è uno di quei film che mentre lo vedi pensi "ecco adesso sicuramente inizierà la parte bella" ed invece il film finisce senza iniziare. noiosissimo. e non pensateci proprio a volerlo far passare per capolavoro adatto a pochi eletti. in sintesi, un film che non vale i soldi del biglietto
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(di ciacky)
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(di brian77)
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filippomazz
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sabato 30 gennaio 2010
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capolavoro assoluto
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Questo film è senza dubbio il capolavoro del 2009. L'ultimo film al suo livello fu Il Petroliere di Paul Thomas Anderson. Kathryn Bigelow riesce a dare forma ad una gemma di suspense e thriller, action e dramma..questo film deve essere preso come un esempio, come una lezione accademica per la moltitudine dei modesti registi di action-thriller dei giorni nostri. La trama è ottimamente costruita ed alterna scene adrenaliniche ad episodi di dialogo e sviluppo dei personaggi. Jeremy Renner (l'attore protagonista) è un soldato americano artificiere che fissa la morte negli occhi santo giorno, un personaggio ben sviluppato e tremendamente carismatico che oscura le brevi partecipazioni di grandi attori come Guy Pearce e Ralph Finnes ai quali la Bigelow ha intelligentemente affidato ruoli secondari.
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Questo film è senza dubbio il capolavoro del 2009. L'ultimo film al suo livello fu Il Petroliere di Paul Thomas Anderson. Kathryn Bigelow riesce a dare forma ad una gemma di suspense e thriller, action e dramma..questo film deve essere preso come un esempio, come una lezione accademica per la moltitudine dei modesti registi di action-thriller dei giorni nostri. La trama è ottimamente costruita ed alterna scene adrenaliniche ad episodi di dialogo e sviluppo dei personaggi. Jeremy Renner (l'attore protagonista) è un soldato americano artificiere che fissa la morte negli occhi santo giorno, un personaggio ben sviluppato e tremendamente carismatico che oscura le brevi partecipazioni di grandi attori come Guy Pearce e Ralph Finnes ai quali la Bigelow ha intelligentemente affidato ruoli secondari..questo dimostra che per creare un capolavoro non e' assolutamente necessario il solito grande attore come protagonista.
Academy non commettere l'errore mortale di non premiare con l'oscar al miglior film The Hurt Locker..quest'anno non ha assolutamente rivali.
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[+] andiamoci piano!
(di hal 9000)
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pantera33
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mercoledì 13 gennaio 2010
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il miglior film 2009
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Il piu´bel film del 2009.Entrera´nella storia del cinema
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francesco2
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giovedì 12 novembre 2009
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ma perché ignorarlo a venezia?
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Era interessante vedere le novità apportate dalla regista di "Point Break" relativamente all'argomento trattato, vuoi perché è un soggetto abbondantemente sviscerato negli ultimissimi anni, vuoi perché se lei con "Strang Days" aveva ANTICIPATO i tempi, qui rischiava paradossalmente di giungere IN RITARDO, non aggiungendo nulla né in senso generale(La "sporca"guerra le cui vittime sono prima di tutto gli innocenti), né in senso specifico(La guerra in Iraq,"nuova" perché, al di là delle ragioni morali critiche verso il bushismo, prende di mira un nemico non immediatamente percepibile.
Da questo punto di vista,la scelta si differenzia( ma non totalmente, ed ora vedremo perché), rispetto all'ottima "Valle di Elah",dove l'approccio avviene attraverso una vicenda personale (ri)vissuta in prima persona da un padre che PROFESSIONALMENTE è anche implicato(In quanto autorità nell'esercito):più facile semmai un accostamento col coraggioso(?)"Redacted", dove lo sguardo è al contempo distaccato in quanto documentaristico(Ma vi ricordate il "Dogma"di "Festen", che a volte tutto fa fuorché ispirarsi al rigore della macchina da presa?), e coinvolto in quanto riprende le atrocità come un atto di violenza da parte dei soldati americani).
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Era interessante vedere le novità apportate dalla regista di "Point Break" relativamente all'argomento trattato, vuoi perché è un soggetto abbondantemente sviscerato negli ultimissimi anni, vuoi perché se lei con "Strang Days" aveva ANTICIPATO i tempi, qui rischiava paradossalmente di giungere IN RITARDO, non aggiungendo nulla né in senso generale(La "sporca"guerra le cui vittime sono prima di tutto gli innocenti), né in senso specifico(La guerra in Iraq,"nuova" perché, al di là delle ragioni morali critiche verso il bushismo, prende di mira un nemico non immediatamente percepibile.
Da questo punto di vista,la scelta si differenzia( ma non totalmente, ed ora vedremo perché), rispetto all'ottima "Valle di Elah",dove l'approccio avviene attraverso una vicenda personale (ri)vissuta in prima persona da un padre che PROFESSIONALMENTE è anche implicato(In quanto autorità nell'esercito):più facile semmai un accostamento col coraggioso(?)"Redacted", dove lo sguardo è al contempo distaccato in quanto documentaristico(Ma vi ricordate il "Dogma"di "Festen", che a volte tutto fa fuorché ispirarsi al rigore della macchina da presa?), e coinvolto in quanto riprende le atrocità come un atto di violenza da parte dei soldati americani). La Bigelow si spinge ancora oltre:la sua tecnica con (Apparentemente) algidi primi piani su soldati e poveri disgraziati, è così vicina e così lontana al tempo stesso dal documentario,perché li riprende nella quotidianità(Ma non solo:bellissima quella scena in cui un gruppo saluta con la mano chi lo sta riprendendo) ma come fossero, proprio nella scena appena descritta, tutti attori dello spettacolo della guerra già visto nella citato film di Haggis: lì , nell’epoca delle bombe intelligenti, il padre vedeva e ri-vedeva quelle scene, anch’esse emblema della società di oggi dove tramite un telefonino riusciamo(?) a catturare i momenti piccoli e grandi della nostra vita.
Qui, alcune scene(Valga per tutte quella citata prima) sembrano anch’esse “Da telefonino”:quasi come se l’autrice dell’eccellente “Strange Days”, in cui già (R)esisteva l’ossessione dei ricordi (ri)visitati, o la discutibile ultima scena del maxischermo gigante, volesse ammonirci che oggi, in tempi di ipertecnologia, tutto rischia di diventare un GAME, che si mostra nella sua cruda realtà in un’altra grande scena, quella dell’uomo che si fa saltare per aria. Come quelli con cui si baloccava(Appunto) chi è nato nella mia generazione:sono del’73. Solo che stavolta, di mezzo, ci sono gli esseri umani.
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vittorio
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giovedì 4 giugno 2009
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bello ma mi aspettavo di più!!
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Complessivamente è un bel film, con una bella storia, a volte però è troppo lento e con delle scene che vengono ripetute eccessivamente.....Buone le interpretazioni degli attori e la fotograria...
Mia aspettavo però di più!!
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verbal
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lunedì 6 aprile 2009
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la routine dell'artificiere
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Mi aspetto di più, vista la scena iniziale. Poi, mi pare che grossomodo il film ripeta la stessa scena, nelle stesse ambientazioni per quasi due ore, salvo qualche parentesi (caserma, sparatoria nel deserto, ritorno in Usa del protagonista, ecc.).
Gli attori non sono male, sebbene non siano delle star. O meglio ci sono anche due star, Guy Pearce e Ralph Fiennes, ma durano solo 5 minuti a testa prima di .... "crepare" .
Ho avuto l'impressione che dopo aver letto il copione, le grandi star si siano tenute alla larga da un film ripetitivo e un po' noioso. Io a mezz'ora dalla fine mi sono anche addormentato e ho voluto farmi violenza e rimetter indietro il DVD per rivedere a mezzanotte passata l'ultima parte.
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Mi aspetto di più, vista la scena iniziale. Poi, mi pare che grossomodo il film ripeta la stessa scena, nelle stesse ambientazioni per quasi due ore, salvo qualche parentesi (caserma, sparatoria nel deserto, ritorno in Usa del protagonista, ecc.).
Gli attori non sono male, sebbene non siano delle star. O meglio ci sono anche due star, Guy Pearce e Ralph Fiennes, ma durano solo 5 minuti a testa prima di .... "crepare" .
Ho avuto l'impressione che dopo aver letto il copione, le grandi star si siano tenute alla larga da un film ripetitivo e un po' noioso. Io a mezz'ora dalla fine mi sono anche addormentato e ho voluto farmi violenza e rimetter indietro il DVD per rivedere a mezzanotte passata l'ultima parte.
Devo ammettere che dal punto di vista tecnico le scene di guerra sono ben fatte e abbastanza verosimili. Anche se come sempre ci deve essere il protagonista fuori dalle righe (e di senno), altrimenti che spettacolo è?
Mi è parso un collage di azioni quotidiane di disinnesco ordigni, quasi documentaristico. Ma nella trama non c'è UNA vicenda che si sviluppi e che vada oltre la routine del compito della squadra artificieri protagonista del film. A questo punto c'è materiale abbastanza per ricavarne una serie televisiva di nicchia come ce ne sono molte relative a professionisti e specialisti made in USA. Potrebbe chimarsi ovviamente col nome (possibilmente l'acronimo) della squadra, come i vari CSI, NCIS, NYPD, JAG, ecc.
Ma come film è alquanto inconsistente e nonostante le tante scene d'azione, il ritmo, tanto ricercato dalla Bigelow, non ..... esplode!
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[+] the hurt locker... ha fatto boom!
(di imbedan)
[ - ] the hurt locker... ha fatto boom!
[+] non sono d'accordo, o meglio...non del tutto
(di esperando giova dale)
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mary22
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sabato 28 marzo 2009
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un finale da antologia
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Una storia molto concentrata e concreta ma con un punto di astrazione che rende simboliche le immagini (l'iracheno che chiede di essere "disinnescato"..lo stesso "rito" di dirigersi verso le bombe)Il Finale Superbo(si chiarisce la dicitura iniziale della guerra come droga)introduce il differenziale su cui riflettere.. con la carrellata su un supermercato vuoto e silenzioso, dove il protagonista (artificiere top) non riesce a focalizzare cosa comprare in uno scomparto strapieno dello stesso tipo di prodotto; lo stupendo discorso al suo bambino:10 minuti meravigliosi di cinema che PARLA.
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(di ciacky)
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[+] un finale scontato
(di snafuz)
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