marco chiappetta
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mercoledì 10 ottobre 2012
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onesto poliziesco salvato dal cast
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I detective Turk e Rooster, ormai prossimi alla pensione, si ritrovano ad indagare su un serial killer con la passione per la poesia. Dopo una prima fase senza particolari sviluppi, le indagini si indirizzano verso il marcio presente all'interno del dipartimento di polizia, a cui anche i protagonisti hanno partecipato in passato. A complicare le cose la collaborazione con due giovani colleghi e la bella agente Karen Corelli, che soffre di dipendenza dal sesso. Il film è un onesto poliziesco, anche con un discreto colpo di scena, che però non convince fino in fondo. La vicenda è circoscritta ai pochi personaggi principali e sembra non ampliarsi mai, per intenderci non c'è quella sensazione che il nemico sia la fuori nelle immense città americane.
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I detective Turk e Rooster, ormai prossimi alla pensione, si ritrovano ad indagare su un serial killer con la passione per la poesia. Dopo una prima fase senza particolari sviluppi, le indagini si indirizzano verso il marcio presente all'interno del dipartimento di polizia, a cui anche i protagonisti hanno partecipato in passato. A complicare le cose la collaborazione con due giovani colleghi e la bella agente Karen Corelli, che soffre di dipendenza dal sesso. Il film è un onesto poliziesco, anche con un discreto colpo di scena, che però non convince fino in fondo. La vicenda è circoscritta ai pochi personaggi principali e sembra non ampliarsi mai, per intenderci non c'è quella sensazione che il nemico sia la fuori nelle immense città americane. Non si registrano scene di particolare spettacolarità o bellezza visiva ma vedere De Niro e Pacino recitare insieme, anche se un po' attempati per questi ruoli, è comunque un evento che da solo vale la visione della pellicola.
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antonello villani
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mercoledì 1 ottobre 2008
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pacino e de niro: star quasi inossidabili
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Ci sono voluti tredici anni per vederli ancora insieme, stavolta dalla stessa parte e non piu’ l’uno contro l’altro. Dopo la magnifica fotografia metropolitana di “The Heat”, De Niro e Pacino si trovano ad affrontare nemici comuni in una città che chiude gli occhi su omicidi, stupri e violenze di ogni genere. New York, i criminali la fanno franca per cavilli legali e mancanza di prove ma le cose cambiano quando un misterioso serial killer inizia a ripulire le strade. Poliziesco vecchio maniera che vuole farsi perdonare le troppe cadute di stile, “Sfida senza regole” si affida totalmente alla presenza scenica di due mattatori sonnolenti ma in gran forma nonostante l’eta avanzata: il tempo passa per tutti e la recitazione esplosiva di Pacino e’ ammorbidita dalle rughe, mentre quella implosiva di De Niro è contagiata dall’esuberanza di un collega con velleita’ da giustiziere.
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Ci sono voluti tredici anni per vederli ancora insieme, stavolta dalla stessa parte e non piu’ l’uno contro l’altro. Dopo la magnifica fotografia metropolitana di “The Heat”, De Niro e Pacino si trovano ad affrontare nemici comuni in una città che chiude gli occhi su omicidi, stupri e violenze di ogni genere. New York, i criminali la fanno franca per cavilli legali e mancanza di prove ma le cose cambiano quando un misterioso serial killer inizia a ripulire le strade. Poliziesco vecchio maniera che vuole farsi perdonare le troppe cadute di stile, “Sfida senza regole” si affida totalmente alla presenza scenica di due mattatori sonnolenti ma in gran forma nonostante l’eta avanzata: il tempo passa per tutti e la recitazione esplosiva di Pacino e’ ammorbidita dalle rughe, mentre quella implosiva di De Niro è contagiata dall’esuberanza di un collega con velleita’ da giustiziere. Il film si lascia vedere anche se l’interpretazione delle star è sottotono per esigenze (e limiti) di sceneggiatura, eppure il regista Jon Avnet depista lo spettatore con la scena iniziale che vede uno dei protagonisti confessare gli omicidi dinanzi la telecamera. Funziona l’amicizia tra i due poliziotti che hanno condiviso trent’anni di onorata carriera, spunta il desiderio di emulazione ed una sospetta omosessualità latente. Molte persone rispettano il distintivo, tutti rispettano la pistola: quando si passa il confine e’ difficile tornare indietro.
Antonello Villani
(Salerno)
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lordfreedom93
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sabato 2 maggio 2020
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i due giganti di nuovo insieme in un film orrendo
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De Niro e Al Pacino sono due detective prossimi alla pensione. Si ritrovano ad indagare su un serial killer che ha come obbiettivo dei presunti criminali e lascia sulla scena del crimine dei sonetti in rima.
Tralasciando il montaggio videoclipparo che sin dai titoli di testa lascia perplessi, tralasciando la poliziotta ninfomane (che personaggio imbarazzante, che vergogna!) che va prima con de Niro e poi con John "Benny Blanco" Leguizamo. Ragionando sulla sostanza del prodotto abbiamo un film misero, con personaggi bidimensionali e assolutamente dimenticabili, un film che ha come scopo quello di attirare più pubblico possibile solo dai poster, in cui i due grandissimi sono insieme dopo tanti anni.
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De Niro e Al Pacino sono due detective prossimi alla pensione. Si ritrovano ad indagare su un serial killer che ha come obbiettivo dei presunti criminali e lascia sulla scena del crimine dei sonetti in rima.
Tralasciando il montaggio videoclipparo che sin dai titoli di testa lascia perplessi, tralasciando la poliziotta ninfomane (che personaggio imbarazzante, che vergogna!) che va prima con de Niro e poi con John "Benny Blanco" Leguizamo. Ragionando sulla sostanza del prodotto abbiamo un film misero, con personaggi bidimensionali e assolutamente dimenticabili, un film che ha come scopo quello di attirare più pubblico possibile solo dai poster, in cui i due grandissimi sono insieme dopo tanti anni. E il discorso di Michael Mann in cui spiegava perchè in "Heat" non li aveva mostrati nella stessa inquadratura ("sono troppo grandi per stare nello stesso frame") perde subito quota. Più che rimanere affascinati dal vedere i due insieme si rimane basiti: non sembrano nemmeno loro, spaesati, abbandonati sulla scena di un film orrendo. Da dimenticare quanto prima.
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luigi chierico
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domenica 11 ottobre 2015
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proprio cosi'
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Ancora una volta il cinema americano cerca di mettere a fuoco il malcostume che si annida nei vari corpi a tutela dello stato e dei cittadini, FBI-CIA-SCERIFFI-POLIZIA URBANA-POLIZIA CRIMINALE,e per farlo non si fa scrupolo di far fuoco su tutti, e tutti infatti, bene o male, sparano su tutti.
Non è una novità che in America circolino liberamente le armi da fuoco tanto da essere usate da chiunque anche per commettere sparatorie in scuole o college ecc.
A prescindere dalla trama di questa noiosa storia piuttosto confusa ed ingarbugliata il film è stato girato egregiamente da Jon Avnet e per riuscirci si è avvalso di due attori eccezionali , una coppia già vista insieme in : La sfida e Il Padrino – parte seconda.
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Ancora una volta il cinema americano cerca di mettere a fuoco il malcostume che si annida nei vari corpi a tutela dello stato e dei cittadini, FBI-CIA-SCERIFFI-POLIZIA URBANA-POLIZIA CRIMINALE,e per farlo non si fa scrupolo di far fuoco su tutti, e tutti infatti, bene o male, sparano su tutti.
Non è una novità che in America circolino liberamente le armi da fuoco tanto da essere usate da chiunque anche per commettere sparatorie in scuole o college ecc.
A prescindere dalla trama di questa noiosa storia piuttosto confusa ed ingarbugliata il film è stato girato egregiamente da Jon Avnet e per riuscirci si è avvalso di due attori eccezionali , una coppia già vista insieme in : La sfida e Il Padrino – parte seconda. La presenza di questi due mostri di bravura non basta però a trasformare il giudizio da mediocre ad ottimo.
Nulla quaestio sulla interpretazione efficace dei due poliziotti nell’ultima impresa prima di andare in pensione, ma vederli l’un contro l’altro armati dopo aver tenuto il pubblico per tutta la durata del film a scommettere o a dirsi “vedrai che è lui” non ha dato nulla di suspense o di brivido. Alla fine per i due detective Rooster e Turk, pensando probabilmente “finalmente è finita”, l’ultimo colpo è stato liberatorio, e certo lo è stato anche per Al Pacino e Robert De Niro che si sono dovuti accontentare della presenza nel corpo del corpo di Carla Gugino. chibar22@libero.it
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elgatoloco
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sabato 30 luglio 2016
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grande film d'attori
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Si potrà anche parlare di un film non particolarmente "nuovo"e"interessante"sul piano stilistico, ma non ne sono affatto convinto: Jon Avnet propone un film allucinato, che inchioda alla sedia(o alla poltrona)fin dalle prime sequenze, quelle del tiro a segno, percorrendo poi tutto al film, fino al tragico finale, a suo modo"shakespeariano". Un film che, rifiutando ogni facile manicheismo, mostra come non ci siano"buoni"e"cattivi"in absoluto, ma al contrario ci siano personalità complesse, caratteri inestricabili, in qualche modo, dove anche (se non soprattutto)cadono, in quanto destituite di vera capacità tassonomica, le classificazioni psichiatriche, ormai peraltro in disuso o sopravvissute(sopravvenenti)quando non si hanno armi migliori.
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Si potrà anche parlare di un film non particolarmente "nuovo"e"interessante"sul piano stilistico, ma non ne sono affatto convinto: Jon Avnet propone un film allucinato, che inchioda alla sedia(o alla poltrona)fin dalle prime sequenze, quelle del tiro a segno, percorrendo poi tutto al film, fino al tragico finale, a suo modo"shakespeariano". Un film che, rifiutando ogni facile manicheismo, mostra come non ci siano"buoni"e"cattivi"in absoluto, ma al contrario ci siano personalità complesse, caratteri inestricabili, in qualche modo, dove anche (se non soprattutto)cadono, in quanto destituite di vera capacità tassonomica, le classificazioni psichiatriche, ormai peraltro in disuso o sopravvissute(sopravvenenti)quando non si hanno armi migliori. Un caso apparentemente inestricabile, appunto, dove il"colpevole"è dove si ritiene che(non)possa essere; d'altronde non è affatto un quiz à la Ellery Queen o à la Agatha Christie, perché la questione sta altrove, in dimensioni ben"altre"e diverse dalla semplice risoluzione del rebus-quiz o quant'altro sia. Trovare l'assassino è il problema minore e quando lo si sarà trovato, viene da aggiungere senza minimamente voler indirizzare sul nome dell'omicida(lasciando anche aperto il genere di chi ha compiuto gli efferati delitti, trattandosi di un serial killer, che"infiocchetta"i delitti con poesie), molti spettatori(e spettatrici)saranno molto delusi/e, vista la grande capacità empatica di tutti gli interpreti(ma anche qui bisogna aggiungere il genere femminile), a iniziare da due straordinari mattatori"forever"stanislawskyani e strasberghiani come Bob De Niro e Al Pacino, in palese competizione(sinergica, però), dove l'acquisizione del metodo dell'identificazione(non totale, però, ossia non semplice"immersione")con il personaggio non esaurisce le capacità interpretative, in quanto rimane aperto in pieno(e qui è profuso a piene mani)ciò che definiamo senza problemi"natural gift", appunto, senza le quali nessun metodo(né quello accennato né quello brechtiano, né quelli orientali)servono né possono servire. Una lezione di recitazione e interpretazione magistrale. El Gato
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rick333
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lunedì 5 aprile 2010
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due grandi per un film che grande non è
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E' difficile commentare un film quando gli attori protagonisti sono due pezzi da novanta come Robert De Niro e Al Pacino. Si rischia di farsi influenzare dalla loro bravura, e soprattutto dai tanti film in cui hanno recitato. Se però riusciamo nella non facile impresa possiamo tranquillamente dire che stavolta le loro capacità di recitazione non fanno il miracolo: il film non è granché. Colpisce all'inizio il vedere i due nostri eroi veramente invecchiati e probabilmente non più adatti alla parte del poliziotto senza paura. Fa un po' tristezza vederli così, ma d'altra parte gli anni passano per tutti. Che dire della trama: è un dejà-vu che non porta niente di nuovo.
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E' difficile commentare un film quando gli attori protagonisti sono due pezzi da novanta come Robert De Niro e Al Pacino. Si rischia di farsi influenzare dalla loro bravura, e soprattutto dai tanti film in cui hanno recitato. Se però riusciamo nella non facile impresa possiamo tranquillamente dire che stavolta le loro capacità di recitazione non fanno il miracolo: il film non è granché. Colpisce all'inizio il vedere i due nostri eroi veramente invecchiati e probabilmente non più adatti alla parte del poliziotto senza paura. Fa un po' tristezza vederli così, ma d'altra parte gli anni passano per tutti. Che dire della trama: è un dejà-vu che non porta niente di nuovo. La suspence non viene creata, troppo poche le possibilità di sbagliare il finale. La recitazione dei due grandi "vecchi" non tocca certo i livelli a cui ci hanno abituati. Il film finisce coll'essere una sorta di remake di "the heat", stavolta con una conclusione dove si ribaltano le parti. Diciamo pure che se non ci fossero loro due questo film potrebbe essere considerato scadente.
Per quanto riguarda il resto del cast vi sono interpretazioni di medio-basso livello. In particolare stona secondo me la figura della donna detective, interpretata da una bellissima Carla Gugino: non si capisce cosa voglia significare la sua ambiguità nei rapporti con de niro, dato che il suo eventuale coinvolgimento nei delitti non è credibile fin dall'inizio. Forse era questo l'intento del regista, ma non viene raggiunto per niente. E' un aspetto secondario ma che rende l'idea di come questa produzione non sia dotata di una trama logica e soprattutto coinvolgente. Altra cosa incomprensibile è il motivo per cui Al Pacino decide di non utilizzare il filmato incriminante: un finale più interessante avrebbe potuto essere appunto quello in cui questi uccideva o tentava di uccidere De Niro per addossargli tutte le colpe, venendo poi smascherato dalla Gugino, ma tant'è. Anche in questo caso comunque non ci sarebbe stato niente di nuovo.
Gli ultimi tre o quattro minuti, infine, potrebbero tranquillamente essere tagliati dato che costituiscono un inutile allungamento di una storia già definita con lo scontro finale tra i due "grandi", riedizione malriuscita di quanto visto in "the heat".
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