viola96
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domenica 28 agosto 2011
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parenti serpenti
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C'è Neil Young,che con la sua musica di esprime un senso di eterna magia malinconica.C'è il volto angelico e diabolico di Anne Hathaway a dare un senso di veemente realtà.C'è la figlia di Sidney Lumet,chiamata a scrivere una storia realistica e non per questo poco fiabesca.E poi c'è Jonathan Demme,ovvero,uno dei migliori registi della Nuova Nuova Hollywood.Questi alcuni degli ingredienti del cult "Rachel sta per sposarsi",probabilmente la summa dell'opera del suo adorato autore e del suo cinema che non può spettacolarizzarsi oltre la soglia dovuta e ritratta.Come sempre in Demme,oltre agli aspetti quotidiani,sono elevati al massimo gli aspetti psichici di una vicenda.
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C'è Neil Young,che con la sua musica di esprime un senso di eterna magia malinconica.C'è il volto angelico e diabolico di Anne Hathaway a dare un senso di veemente realtà.C'è la figlia di Sidney Lumet,chiamata a scrivere una storia realistica e non per questo poco fiabesca.E poi c'è Jonathan Demme,ovvero,uno dei migliori registi della Nuova Nuova Hollywood.Questi alcuni degli ingredienti del cult "Rachel sta per sposarsi",probabilmente la summa dell'opera del suo adorato autore e del suo cinema che non può spettacolarizzarsi oltre la soglia dovuta e ritratta.Come sempre in Demme,oltre agli aspetti quotidiani,sono elevati al massimo gli aspetti psichici di una vicenda.Ma andiamo con ordine.La storia racconta della bellissima Kym,ex modella,ex figlia adorata,ex tossicodipendente,appena uscita da una clinica per la riabilitazione per partecipare al matrimonio incombente della sorella Rachel.Sarà l'occasione per confrontarsi con i passaggi e i fantasmi più cupi del suo passato.Elettrizzante in ogni singolo passaggio,Demme muove una macchina da presa velocissima nei meandri della classica famiglia americana,intenta a festeggiare la celebrazione di un evento estremamente importante,come il matrimonio.Lontano dagli shock orrorifici di "Il silenzio degli innocenti" e dagli studi legali di "Philadelphia",il talentuosissimo regista torna a raccontarci una storia che ricorda i suoi inizi di carriera.Probabilmente risente della grande arroganza provocatrice classica del regista,che su una storiella adeguatamente setacciata costruisce un filmone esaltante e ampiamente provocatorio,Demme parte da uno spunto (quasi) documentaristico per raccontarci,nel modo più reale possibile,genesi e conflitto di una famiglia americana "normale".Alla visione viene in mente,senza esitazioni,un dramma cupo e a tratti romantico,ma qui sta la grande genialità di Demme:Nell'aggiungere screzi domestici e obiettivi ilari,sfide e scherni tra familiari,appiattisce la tensione emotiva,protraendola verso la carica zero.Gli ultimi dieci(o forse più) minuti di mise en scene del matrimonio realizzato,rendono partecipe lo spettatore,tra balletti,danze e coreografie jazzistiche,in una celebrazione che ricorda "Il Padrino" e "Il cacciatore" senza scadere nella parodia o nella semplicità.Demme è disarmante,improvvisatorio,favoloso.Siamo in un territorio di guerra,di una lotta continua,in un dramma famigliare che sembra quasi votato all'auto-distruzione.E forse,suggestionato dal caso,mi è venuto perfino in mente Lars Von Trier.Azzardatissimo come esperimento,questo di Demme diventa un colpo da maestro,una vincita straordinaria alla slot-machine del cinema,,dosato su una Anne Hathaway in condizioni straordinarie,che nella parabola della donna che "va protetta" dai suoi fantasmi esistenziali,calza a pennello,e,secondo me,è stata scippata di un Oscar più che dovuto.Ma non c'è premio che basti per questo assoluto capolavoro.
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giuseppeponticello
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martedì 29 marzo 2011
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una pellicola che vale un film
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Una pellicola che vale un esperimento. Una tossicodipendente che si dichiara da 9 mesu pulita e s'immerge nei preparativi di un matrimonio esagerato, in tutti i sensi possibili, di una famiglia che tutti sembra essere tranne che esattamente "pulita". Un film che ha impatta lascia molte perplessità, il fatto di volere per molti tratti delle inquadrature quasi amatoriali, mosse, sporche e in altri momenti ferme, ad inquadrare, anzi incorniciare piccoli ritrotti quotiadiani di una realtà che tanto quotidiana non è. Una sorella che vuole per un giorno, un solo giorno che poi diventa un week-end, l'attenzione tutta per sè, senza che tutti si preoccupano della sorella tossica e alla fine si rivela l'unica che veramente è preoccupata per lei.
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Una pellicola che vale un esperimento. Una tossicodipendente che si dichiara da 9 mesu pulita e s'immerge nei preparativi di un matrimonio esagerato, in tutti i sensi possibili, di una famiglia che tutti sembra essere tranne che esattamente "pulita". Un film che ha impatta lascia molte perplessità, il fatto di volere per molti tratti delle inquadrature quasi amatoriali, mosse, sporche e in altri momenti ferme, ad inquadrare, anzi incorniciare piccoli ritrotti quotiadiani di una realtà che tanto quotidiana non è. Una sorella che vuole per un giorno, un solo giorno che poi diventa un week-end, l'attenzione tutta per sè, senza che tutti si preoccupano della sorella tossica e alla fine si rivela l'unica che veramente è preoccupata per lei. Una mamma che sembra un cadevere su due gambe, scialba, addormentata, assente in tutti i sensi, che reagisce solo per dare la colpa alla figlia debole che ha ucciso in preda alla droga il fratellino. Il film sembra voglia raccontare del matrimonio dell'esigente Rachel e dei preparativi del medesimo ma in verità quello che lo sguardo del pubblico deve assolutamente non perdere è lo stato destabillizante della famiglia che lo prepara, che si prepara ad andare avanti con uno scheletro dentro l'armadio, con un lutto non superato, non dimenticato seppur le intenzioni sono quelle. Un padre con la fissa del cibo e della lavastoviglie, una mamma assente come abbiam detto, una figlia tossica, una sorella esaltata e un matrimonio multietnico da preparare tutto in 115 minuti, e credetemi non sono pochi. La pellicola a mio parere ci tartassa di scene di balli, musica discorsi che a mio parere almeno la metà potevan essere tagliati, evitati, accorciati. Le performance degli attori sono tutti di buon livello, Anne Hathaway ormai ha ben poco da dimostrare, qui recita brillantemente e disperatamente (come il personaggio richiede) la parte dell'ex tossica, Rosemarie DeWitt (Rachel) dimostra di essere un ottima coprotagonista, odiosa ed esagerata nelle scene che lo richiedono e dolce e paziente quando necessità. Ottima fotografia, l'inquadratura finale è molto bella e rappresentativa di quello che è stato il film, Rachel sola seduta mentre guarda alcuni dei tanti musicisti che incontriamo in tutti il film che suonano, è divertita, soddisfatta forse dell'evento, del suo matrimonio e dopo corre verso di loro che sfocati si esibiscono in secondo piano. Un esperimento nel tirare su una sceneggiatura in un matrimonio americano, tutti muniti di telecamere per mostrare come un video ricordo quello che è l'evento di quella famiglia diversamente abile. un esperimento che forse vale una pellicola.
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eleanor
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martedì 11 gennaio 2011
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film bello e intenso inadatto ai poveri di spirito
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Dev'essere bello e sicuramente piacevole non aver mai vissuto situazioni limite in famiglia, o non avere la lucida sensibilita' per coglerle. Questo film riesce a farlo con estremo pudore, presentandoci personaggi non solo ben abbozzati, ma veri. Da Kym a Rachel al padre, perfino la madre anaffettiva risulta realistica, per quanto sembra essere additata alla fne del film come la principale responsabile. Questa mi pare l'unica pecca, vagamente freudiana, di Rachel sta per sposarsi, che per tutto il resto riesce sincero, diretto e parla al cuore di tutti coloro che hanno vissuto situazioni parzialmente analoghe. La "carne al fuoco" non e' troppa: ad essere tematizzati sono unicamente i rapporti familiari, il "mondo interraziale" rimane fuori dall'obiettivo, sullo sfondo di una realta' familiare complessa ma non meno vera.
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Dev'essere bello e sicuramente piacevole non aver mai vissuto situazioni limite in famiglia, o non avere la lucida sensibilita' per coglerle. Questo film riesce a farlo con estremo pudore, presentandoci personaggi non solo ben abbozzati, ma veri. Da Kym a Rachel al padre, perfino la madre anaffettiva risulta realistica, per quanto sembra essere additata alla fne del film come la principale responsabile. Questa mi pare l'unica pecca, vagamente freudiana, di Rachel sta per sposarsi, che per tutto il resto riesce sincero, diretto e parla al cuore di tutti coloro che hanno vissuto situazioni parzialmente analoghe. La "carne al fuoco" non e' troppa: ad essere tematizzati sono unicamente i rapporti familiari, il "mondo interraziale" rimane fuori dall'obiettivo, sullo sfondo di una realta' familiare complessa ma non meno vera. La facilita' di cadere nella spirale della droga, l'incoscienza di genitori distratti, la tragedia di una perdita difficilissima da superare sono questioni tanto drammatiche quanto intimamente intrecciate tra loro, e stanno perfettamente "in piedi". Quanto al piatto poi, tenerlo nascosto tra altri, raramente utilizzati e presumibilmente tirati fuori solo per la gara di lavastoviglie, e' un comportamento comprensibile da parte di chiunque ha perso una persona cara ed e' combattuto tra il desiderio di disfarsi di ogni oggetto per dimenticare e il bisogno di sentire l'altro ancora vicino, ancora presente. L'unica scena che appare un po' di allegria forzata e' appunto quella della gara tra padre e marito della sposa, che rientra pero' perfettamente nella dinamica giocosa tra genero e suocero. Ma tutto il resto, e in particolare il rapporto tra sorelle, e quanto di piu' vero si possa trovare, sullo schermo e nella vita reale.
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framenne
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giovedì 21 ottobre 2010
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anne hathaway come non si e' mai vista prima
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La storia e' piuttosto banale, una famiglia con grossi problemi che si riunisce per il matrimonio della sorella. Kym che ha problemi di tossicodipendenza, e' la pecora nera della famiglia, che scatena e scombussula tutta la falsa quiete di questo matrimonio multi-etnico. Certo non e' un film leggero, da vedersi la sera cosi' per passare due ore. Pero' e' apprezzabile, perche' anche se sembra noioso e sconclusionato, da spazio a tutti, e non c'e' un unico protagonista. Ci sono molte scene che sono effettivamente troppo lunghe, ma nel suo complesso non e' da buttare via. Penso che sia importante vedere il commento alla realizzazione del film(per chi sia rimasto ancora sveglio),che spiega molto bene la straordinaria performance della Hathaway,davvero naturale e genuina.
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La storia e' piuttosto banale, una famiglia con grossi problemi che si riunisce per il matrimonio della sorella. Kym che ha problemi di tossicodipendenza, e' la pecora nera della famiglia, che scatena e scombussula tutta la falsa quiete di questo matrimonio multi-etnico. Certo non e' un film leggero, da vedersi la sera cosi' per passare due ore. Pero' e' apprezzabile, perche' anche se sembra noioso e sconclusionato, da spazio a tutti, e non c'e' un unico protagonista. Ci sono molte scene che sono effettivamente troppo lunghe, ma nel suo complesso non e' da buttare via. Penso che sia importante vedere il commento alla realizzazione del film(per chi sia rimasto ancora sveglio),che spiega molto bene la straordinaria performance della Hathaway,davvero naturale e genuina.
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doni64
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mercoledì 21 aprile 2010
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film....piatto
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Film appena coretto,piatto,indeciso.In alcuni tratti sembra riprendersi...per ricadere sempre nella banalita' e casualita'.Buona l'interpretazione della Anne Hathaway che interpreta con grinta il suo ruolo.Nel complesso un film discreto che aveva le potenzialita' di poter essere molto piu' valente.Voto 6
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doni64
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mercoledì 21 aprile 2010
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film....piatto
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Film letteralmente piatto.La trama e' sconnessa poiche' riesce ogni tanto a narrare un filo logico...che pero' continuamente si perde nel nulla.Buona comunque l'interpretazione della Anne Hathaway che recita con grinta e capacita' la sua anche se parte anche se a tratti.Nel complesso un film discreto che poteva essere migliore nella trama.Voto 6
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potamina1988
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venerdì 4 settembre 2009
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per niente banale, anzi
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Bello, un film capace di lasciare un segno, ti fa provare angoscia,emozioni e ti rende partecipe..probabilmente gran parte del merito va anche ad Anne, veramente brava, ora che ho visto il film posso dire che avrebbe potuto sicuramente vincere l oscar. La storia è una storia già vista ma è resa stupendamente, in questo film ci sono tantissime sfaccettature e nessuna di queste è banale o scontata. Anne/Kim non è gradita a casa ed è un sollievo per tutti quando alla fine riparte per tornare in riabilitazione, sembra le vogliano bene e di sicuro è così, ma meglio tenere i problemi alla larga soprattutto in attesa di un matrimonio imminente. Bella anche la figura della madre che quasi non è più una madre per le sue figlie, ha ripudiato il passato e tutto ciò che lo riguarda e si è chiusa in un suo mondo antistante la famiglia.
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Bello, un film capace di lasciare un segno, ti fa provare angoscia,emozioni e ti rende partecipe..probabilmente gran parte del merito va anche ad Anne, veramente brava, ora che ho visto il film posso dire che avrebbe potuto sicuramente vincere l oscar. La storia è una storia già vista ma è resa stupendamente, in questo film ci sono tantissime sfaccettature e nessuna di queste è banale o scontata. Anne/Kim non è gradita a casa ed è un sollievo per tutti quando alla fine riparte per tornare in riabilitazione, sembra le vogliano bene e di sicuro è così, ma meglio tenere i problemi alla larga soprattutto in attesa di un matrimonio imminente. Bella anche la figura della madre che quasi non è più una madre per le sue figlie, ha ripudiato il passato e tutto ciò che lo riguarda e si è chiusa in un suo mondo antistante la famiglia.
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teo '93
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sabato 29 agosto 2009
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dramma variopinto e intimistico
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Non è il solito ritratto corale prevedibile e manierato. Jonathan Demme stupisce ancora per le sue doti introspettive. “Rachel sta per sposarsi” è infatti un lungo, inarrestabile sguardo. Su di un mondo fatto di tormenti, fantasmi, sensazioni inafferrabili, odori e riscatto. La sceneggiatura colorita e le riprese traballanti ma per questo straordinariamente intimistiche conferiscono al film un aspetto coinvolgente ed originale, che frantuma all’istante il rischio di cadere nello stereotipo e nel già detto. Molti hanno visto nelle lunghe scene del pranzo con i parenti e del matrimonio un modo furbesco da parte del regista di riempire tutto il vuoto e l’esiguità del film, che (secondo loro) dopo un’ora avrebbe già esaurito ciò che aveva da dire.
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Non è il solito ritratto corale prevedibile e manierato. Jonathan Demme stupisce ancora per le sue doti introspettive. “Rachel sta per sposarsi” è infatti un lungo, inarrestabile sguardo. Su di un mondo fatto di tormenti, fantasmi, sensazioni inafferrabili, odori e riscatto. La sceneggiatura colorita e le riprese traballanti ma per questo straordinariamente intimistiche conferiscono al film un aspetto coinvolgente ed originale, che frantuma all’istante il rischio di cadere nello stereotipo e nel già detto. Molti hanno visto nelle lunghe scene del pranzo con i parenti e del matrimonio un modo furbesco da parte del regista di riempire tutto il vuoto e l’esiguità del film, che (secondo loro) dopo un’ora avrebbe già esaurito ciò che aveva da dire. In realtà sta proprio in questo la superbia della pellicola: il regista si accosta a ciascuno dei personaggi, scavando in ognuno dei loro volti, nelle loro parole con evidente partecipazione emotiva. Il risultato, per noi spettatori, è un’incancellabile immedesimazione nella storia e nell’intreccio fra i personaggi. E di certo contribuiscono altamente alla riuscita del film le sorprendenti interpretazioni, tra cui una dolorosa Debra Winger e un’inarrivabile Anne Hathaway (che probabilmente, più della Winslet, l’Oscar lo avrebbe meritato) nel ruolo di Kim, ragazza problematica, sfaccettata e a tratti indecifrabile. Ed entrambe infatti sono le protagoniste di una delle scene più belle e struggenti del film, quella in cui, travolte dai sensi di colpa e da tanti rancori repressi, non esiteranno a picchiarsi a vicenda. Perché “Rachel sta per sposarsi” è certamente un film variopinto, ma non ha la pretesa di offrire certezze gratuite, semmai ci riempie di nuove domande, dubbi, incertezze sul nostro presente. Demme lo aveva fatto inquadrando un indimenticabile Hopkins allontanarsi tra la folla ne “Il silenzio degli innocenti” e lo fa adesso riprendendo Kim ritornare lenta e funebre nel centro di disintossicazione il mattino dopo il matrimonio di sua sorella.
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vittorio
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giovedì 4 giugno 2009
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rottura di scatole!!
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Film adatto per prendere sonno....un banchetto di nozze, tanti dialoghi inutili e scontati....Unica nota positiva del film è la bellissima interpretazione di Anne Hathaway....
Da evitare!!
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(di lilian)
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