Paolo D'Agostini
La Repubblica
Vita e arte si mescolano in Non c'è più niente da fare. A Livorno un gruppetto di professionisti, impiegati, artigiani, disoccupati, pensionati e studenti di giorno, diventano la sera la Compagnia dei Perseveranti. La loro piccola grande parabola è un omaggio a tutti gli eroici attori dilettanti sparsi qua e là per l'Italia. E la loro perseveranza è quella che li fa resistere con il loro maldestro ma appassionato adattamento della Cavalleria rusticana alle pressioni del padrone dell'antico teatro che li vuole sfrattare.
Teatro e vita s'intrecciano perché la loro fantasia è il passaporto per rendere più accettabile la spesso deludente realtà. E perché amori, tradimenti e rese dei conti che in costume da Turiddu o da Alfio essi mettono in scena si riflettono anche sulle loro esistenze fuori scena. Li accompagna l'omonima canzone di Bobby Solo che però il loro spirito tenace contraddice. Non è vero che non c'è più niente da fare, e se "è stato bello sognare" non è neanche vero che essi si accontentino di questo.
Garbato minuscolo film affollato di bravi attori tra i quali i veterani Valeria Valeri e Raffaele Pisu. Realizzato dal livornese Emanuele Barresi con l'aiuto dello sceneggiatore (abituale di Paolo Virzì) Francesco Bruni.
Da La Repubblica, 15 febbraio 2008
di Paolo D'Agostini, 15 febbraio 2008