tex
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lunedì 28 aprile 2008
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impegnativo, ma originale.
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Il film offre una prospettiva più che diversa sull'amore. E' un film molto introspettivo ricco di simbolismo e talvolta ermetico, ma degno di nota per la diversità con la quale affronta il tema.
E' la storia di un amore raccontato però dal punto di vista interiore del protagonista, un ragazzo pieno di paure e nevrosi. Vari personaggi simbolici entrano nella storia che talvolta segue un filo davvero impegnativo. Non vi è un finale, ovviamente, che rovinerebbe e renderebbe banale l'intero film.
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antonio de rose
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domenica 27 aprile 2008
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finale agrodolce se leggiamo il film con realismo
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Sì può amare una donna, essere corrisposti, ma non trovare la fermezza, la determinazione, per preservare la vicenda amorosa dal contesto. Dalla vita quotidiana segnata da piccoli successi e pure da grandi fallimenti, animata da fantasmi difficili da scacciare quando è l’uomo stesso ad alimentarli. L’amore non basta quando è spoglio, quando non si accompagna ad un progetto. L’amore è volatile, ci pone di fronte a delle scelte forti, esige cambiamenti nel modo di sentire, di avvertire le priorità della vità, di riconoscerle come tali. Se ciò non avviene l’amore se ne va, lo fa, nella maniera più sensibile e dolorosa, sulle gambe di una donna. E’ così che Stefano Chiantini ha immaginato la rottura tra Martina (Giovanna Mezzogiorno) e Angelo (Alessandro Tiberi).
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Sì può amare una donna, essere corrisposti, ma non trovare la fermezza, la determinazione, per preservare la vicenda amorosa dal contesto. Dalla vita quotidiana segnata da piccoli successi e pure da grandi fallimenti, animata da fantasmi difficili da scacciare quando è l’uomo stesso ad alimentarli. L’amore non basta quando è spoglio, quando non si accompagna ad un progetto. L’amore è volatile, ci pone di fronte a delle scelte forti, esige cambiamenti nel modo di sentire, di avvertire le priorità della vità, di riconoscerle come tali. Se ciò non avviene l’amore se ne va, lo fa, nella maniera più sensibile e dolorosa, sulle gambe di una donna. E’ così che Stefano Chiantini ha immaginato la rottura tra Martina (Giovanna Mezzogiorno) e Angelo (Alessandro Tiberi). Il regista abbruzzese si cimenta con una storia d’amore precaria, incostante, complessa. Ma la complessità della storia è stemperata dalla sobrietà dei luoghi, dell’ambientazione in una provincia italiana, l’Aquila. L’amore è condizione necessaria e sufficiente per chi come Marit (Marit Nissen) ha tutto meno che le attenzioni del marito Fernando (Alessandro Haber). Per Martina, invece, l’amore è condizione necessaria ma non sufficiente se manca un padre per il suo bambino, una persona cui riferirsi non solo per appagare i propri sensi. Angelo deve ancora riprendersi dallo choc per la morte del padre Nicola (Rocco Papaleo) la cui presenza nella vita del giovane è grave, quasi palpabile, tale da pregiudicare l’autonomo giudizio di Angelo su cosa è bene e cosa è male per sè. Il finale non lascia l’amaro in bocca, piuttosto un agrodolce se leggiamo il film con un minimo di realismo. Bravi Mezzogiorno e Tiberi, particolarmente ispirato Papaleo.
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costanza
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domenica 27 aprile 2008
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il disagio del nostro tempo
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il film fa riflettere sulle situazioni di disagio che ci stanno intorno; quella dei giovani che spesso vivono con i loro fantasmi non riuscendo ad inserire e a mantenere nella quotidianità quei sentimenti forti che pure li animano. Sono condizionati da situazioni familiari difficili, da carenze affettive, da desideri di libertà e autonomia che li portano a fare mille cose senza capire davvero quale è la loro vera vocazione. ma il disagio è anche negli adulti, che vivono relazioni sbagliate, che cercano sempre quello che non hanno, che non sanno accettare le sconfitte ed imparare dai propri errori. E' un film "moderno" di un regista impegnato che trasmette l'idea che la vita è sogno, che ognuno è solo con se stesso e che le storie, nella realtà, spesso, a differenza di ciò che di solito si vede nei film o si legge nei romanzi, non hanno senso.
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girolamo
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venerdì 25 aprile 2008
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c'è qualcosa che mi ricorda "beautifull mind"
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Molti hanno tralasciato l'aspetto allucinante della presenza costante di Nicola in quasi tutte le scene del film, sempre pronto a supervisionare il comportamento di Angelo, in modo abbastanza discreto. Lo spettatore lo percepisce come tale solo alla fine del film, Complimenti!
Girolamo Lacertosa
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lg
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venerdì 25 aprile 2008
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da vedere
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l'amore è l'unica cosa autentica che l'uomo possiede. Nel bene e nel male, nella sua capacità di farti sentire più in alto del cielo o più giù dell'inferno, l'amore è comunque parte dell'uomo e di esso nessuno può farne a meno.
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lg
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venerdì 25 aprile 2008
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profondo
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Ho visto il film ieri sera. A Stefano Chiantini va riconosciuto il merito di aver creato dei personaggi semplici e altrettanto complessi, semplici per la facilità con cui esprimono i loro sentimenti e complessi per come vivono le loro emozioni essendo influenzati anche dai propri vissuti personali. Lo spettatore entra in empatia con i personaggi e riesce ad immedesimarsi nella difficoltà di vivere i sentimenti che è propria sia dei personaggi dei film sia della vita quotidiana di ognuno di noi. A tratti il film sembra procedere lento, ma credo che il fatto che la storia scorra lentamente, dia, ancora di più la possibilità allo spettatore di entrare nel film per rivivere proprie emozioni, che possono facilmente coincidere con quanto nel film è raccontato.
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Ho visto il film ieri sera. A Stefano Chiantini va riconosciuto il merito di aver creato dei personaggi semplici e altrettanto complessi, semplici per la facilità con cui esprimono i loro sentimenti e complessi per come vivono le loro emozioni essendo influenzati anche dai propri vissuti personali. Lo spettatore entra in empatia con i personaggi e riesce ad immedesimarsi nella difficoltà di vivere i sentimenti che è propria sia dei personaggi dei film sia della vita quotidiana di ognuno di noi. A tratti il film sembra procedere lento, ma credo che il fatto che la storia scorra lentamente, dia, ancora di più la possibilità allo spettatore di entrare nel film per rivivere proprie emozioni, che possono facilmente coincidere con quanto nel film è raccontato. Mi sento di sottolineare anche la bellezza della colonna sonora del film che è di Piernicola Di Muro, questa melodia ben si accompagna al film, ed è assolutamente capace di emozionare e far riflettere lo spettatore. E' un film che consiglio di vedere, ottime le prestazioni della Mezzogiorno (come sempre!), sento di dare molto merito anche a Tiberi che secondo me interpreta perfettamente il suo ruolo.
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claymore
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venerdì 25 aprile 2008
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povero e dilettantistico
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Trama scadente senza ritmo e tempi cinematografici. Si dorme in sala.
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matteo
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giovedì 24 aprile 2008
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la passione il tormento la lontananza
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Bel film,ottima la scelta dei paesaggi e dei vicoli abruzzesi,rendono tutto un pò sfocato e più lontano dai ritmi frenetici delle grandi città..Una storia d'amore che dimostra come a volte i nostri problemi trascinano tutto quello che ci circonda,in un vortice che non lascia scampo a niente e nessuno...Ottima la fotografia e stupenda la frase finale di Italo Calvino..
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spandigioie
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giovedì 24 aprile 2008
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capo/coda
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un film senza capo ne coda, probabilmente pensato senza capo ne coda, ma fatto senza capo ne coda al punto che l'essere senza capo ne coda lo connota irrimediabilmente in modo negativo.
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