elypurple
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giovedì 9 giugno 2011
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se ispirazione è copiare...
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...allora siamo tuti geni.
Film decisamente mediocre e dalla sceneggiatura debole.
Se la genialità di Coco Chanel è dovuta a semplici osservazioni sui dettagli (bottoni, fiocchi e piume sul cappello) allora abbiamo tutti una speranza di diventare celebrità.
Il personaggio è stato reso anticonformista e cinico fino alla nausea, ammorbidito banalmente nel momento in cui incontra l'amore.
Una favola già sentita, già vista, masticata e sputata.
Il pubblica si merita di più.
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alesya
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martedì 1 giugno 2010
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coco avant chanel -la noia prima del mito
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Premettendo che non appartengo a una categoria di demolitori di film per il puro gusto di disprezzare il lavoro di tanta gente che ha investito tempo e denaro,non posso trattenermi dal dire che "Coco avant Chanel " è ,se pur pieno di buonissime intenzioni , assolutamente inutile e piatto:la regista francesce Anne Fontaine certamente desiderava accostarsi agli anni giovanili per farci scoprire il personaggio prima della notorietà,il faticoso percorso di emancipazione di una donna che come tante avrebbe potuto essere condannata a una condizione di eterna sudditanza intrappolata in un corsetto, chiusa in casa come ogni donna maritata a badare alla casa e ai bambini e invece scelse la libertà ,una conquista amara pagata con la perdita dell'unico grande amore della sua vita;peccato però , che alla fine il risultato sia una pellicola lenta e insopportabile, un'ora e cinquantuno minuti senz'anima che attraversano gli eventi senza alcun interesse e simpatia per i personaggi : senza soffermarci sulla licenza di volere sintetizzare la sorella e la cugina di Coco in un'unica persona (la qual cosa ha tolto a mio parere moltissimo alla sensibilità della protagonista ),anche sorvolando sul ritratto di un Etienne Balsan ubriacone interessato soltanto a feste e intrattenimenti senza alcun trasporto per le aspirazioni della giovane (e pensare che fu lui ad aiutarla ad aprire il primo negozio a Parigi ), pur riconoscendo il merito di una accuratissima riscostruzione dell'ozio e della stanchezza della buona società del primo '900 , il risultato finale è comunque inaccettabile:noia , noia , noia , e ancora noia , più noioso della fiction con lo stesso tema andata in onda qualche mese fa ,che almeno ci provava a cogliere l'indomito spirito del personaggio e la sua umana sofferenza :questa Coco Chanel , se pur resa splenditamente dalla brava Audrey Tautou , è una figurina esangue senza perchè che scivola via fra un amante e l'altro senza lasciare allo spettatore assolutamente niente della sua grandezza , piuttosto un grande senso di antipatia e insofferenza e la voglia di cambiare canale .
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Premettendo che non appartengo a una categoria di demolitori di film per il puro gusto di disprezzare il lavoro di tanta gente che ha investito tempo e denaro,non posso trattenermi dal dire che "Coco avant Chanel " è ,se pur pieno di buonissime intenzioni , assolutamente inutile e piatto:la regista francesce Anne Fontaine certamente desiderava accostarsi agli anni giovanili per farci scoprire il personaggio prima della notorietà,il faticoso percorso di emancipazione di una donna che come tante avrebbe potuto essere condannata a una condizione di eterna sudditanza intrappolata in un corsetto, chiusa in casa come ogni donna maritata a badare alla casa e ai bambini e invece scelse la libertà ,una conquista amara pagata con la perdita dell'unico grande amore della sua vita;peccato però , che alla fine il risultato sia una pellicola lenta e insopportabile, un'ora e cinquantuno minuti senz'anima che attraversano gli eventi senza alcun interesse e simpatia per i personaggi : senza soffermarci sulla licenza di volere sintetizzare la sorella e la cugina di Coco in un'unica persona (la qual cosa ha tolto a mio parere moltissimo alla sensibilità della protagonista ),anche sorvolando sul ritratto di un Etienne Balsan ubriacone interessato soltanto a feste e intrattenimenti senza alcun trasporto per le aspirazioni della giovane (e pensare che fu lui ad aiutarla ad aprire il primo negozio a Parigi ), pur riconoscendo il merito di una accuratissima riscostruzione dell'ozio e della stanchezza della buona società del primo '900 , il risultato finale è comunque inaccettabile:noia , noia , noia , e ancora noia , più noioso della fiction con lo stesso tema andata in onda qualche mese fa ,che almeno ci provava a cogliere l'indomito spirito del personaggio e la sua umana sofferenza :questa Coco Chanel , se pur resa splenditamente dalla brava Audrey Tautou , è una figurina esangue senza perchè che scivola via fra un amante e l'altro senza lasciare allo spettatore assolutamente niente della sua grandezza , piuttosto un grande senso di antipatia e insofferenza e la voglia di cambiare canale .Salva solo la scena finale , quando Coco guarda con soddisfazione la sua prima sfilata sulle scale e in un vortice di specchi rivede la fatica e le difficoltà che l'hanno accompagnata prima del successo :se solo ce ne avesse fatto partecipi durante il film.
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twoems
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domenica 29 novembre 2009
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si poteva fare di più
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Durante la visione di Coco avant Chanel non potevo fare a meno di pensare ad una delle ultime biopic che ho visto, parlo di La vie en rose, che ho molto apprezzato. Perché, tutto sommato, entrambi i film raccontano, chi più chi meno, le "avventure" di due personalità femminili francesi tanto esili all'esterno, quanto forti nel profondo. Ed proprio più in profondità che avrei voluto si immergesse lo sguardo di Anne Fontaine. Mentre la vita di un personaggio come Edith Piaf era costellata di tanti eventi tragici o comunque di una certa importanza, il che facilita la drammatizzazione di un'esistenza, la biografia di Coco offre molto poco in termini di eventi salienti, anche perché la pellicola ne propone metà, solo prima del successo.
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Durante la visione di Coco avant Chanel non potevo fare a meno di pensare ad una delle ultime biopic che ho visto, parlo di La vie en rose, che ho molto apprezzato. Perché, tutto sommato, entrambi i film raccontano, chi più chi meno, le "avventure" di due personalità femminili francesi tanto esili all'esterno, quanto forti nel profondo. Ed proprio più in profondità che avrei voluto si immergesse lo sguardo di Anne Fontaine. Mentre la vita di un personaggio come Edith Piaf era costellata di tanti eventi tragici o comunque di una certa importanza, il che facilita la drammatizzazione di un'esistenza, la biografia di Coco offre molto poco in termini di eventi salienti, anche perché la pellicola ne propone metà, solo prima del successo. A fronte di questo dato mi sarei aspettato un film più introspettivo, e invece mi sono trovato davanti qualcosa di molto piatto, poco incisivo. Da notare, secondo me, un'idea nell'incipit del film. Dopo un paio di minuti sull'infanzia in orfanotrofio, c'è un salto netto di almeno 10 anni nel tempo della storia, senza che la regista ci spieghi nulla, ma lascia supporre a noi pubblico. Un'espediente banale nel cinema mondiale naturalmente, ma impensabile, ahimè, nel cinema italiano, escludendo forse un paio di registi capaci.
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ace87
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venerdì 23 ottobre 2009
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l'amore prima del mito…
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Così recita il sottotitolo del lungometraggio dedicato a Coco Avant Chanel (alias una bravissima Audrey Tatou), della promettente regista Fontaine. Infatti, il punto chiave della storia di questa donna, che ha saputo dare uno slancio definitivo al mondo della moda dal secolo scorso, prima di chiunque altra in modo così significativo, sta infatti in quella frase: l'Amore che l'ha abbandonata sin da piccola (il padre la abbandona in un orfanotrofio dopo la morte terribile della madre), per poi ritrovarla quando ormai ogni speranza di riconciliazione sembrava smarrita (grazie all' "Inglese" interpretato da Alessandro Nivola), dopo che aveva tentato di ingannarlo (per convenienza di vita col barone Balzan) e prima che lo stesso la ingannasse nuovamente di ritorno (con la notizia dell'imminente matrimonio di Boy).
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Così recita il sottotitolo del lungometraggio dedicato a Coco Avant Chanel (alias una bravissima Audrey Tatou), della promettente regista Fontaine. Infatti, il punto chiave della storia di questa donna, che ha saputo dare uno slancio definitivo al mondo della moda dal secolo scorso, prima di chiunque altra in modo così significativo, sta infatti in quella frase: l'Amore che l'ha abbandonata sin da piccola (il padre la abbandona in un orfanotrofio dopo la morte terribile della madre), per poi ritrovarla quando ormai ogni speranza di riconciliazione sembrava smarrita (grazie all' "Inglese" interpretato da Alessandro Nivola), dopo che aveva tentato di ingannarlo (per convenienza di vita col barone Balzan) e prima che lo stesso la ingannasse nuovamente di ritorno (con la notizia dell'imminente matrimonio di Boy). E' tutto questo ciò che porterà questa piccola (grande) donna, al successo ed alla fama che tutti riconosciamo.
Come per la maggior parte di noi, quando tutto sembra andare storto o non come vorremmo, viene naturale sopperire a tutte le mancanze della vita di tutti i giorni con l'attivismo, col voler inseguire ciò per cui ci si sente davvero portati. A spese della propria dignità, in un mondo nel quale donne e cortigiani vivevano di legami estranei a qualsiasi sentimento (forse come al giorno d'oggi, ma la differenza sta nel “come” viene considerata la donna in sè perchè tale), riuscirà a trovare le basi del proprio avvenire, come altre donne a suo pari. Ma è la sua decisione, la sua fermezza, e tutto ciò che le capita in questi nobili ambienti poco favorevoli ai suoi occhioni neri, che lei stessa sfrutterà per saper scegliere la sua via ed il suo stile di vita. Cambierà però il destino di tutto uno stile; riuscirà, nel suo campo, a contribuire per dare alla figura della donna ciò che fino alla sua definitiva ascesa sociale di qualche decennio fa le mancava: la voglia di emergere nel lavoro. Le darà una nuova forma, vicina a quella maschile, ovvero quella dominante fino ad allora, quasi a voler ingannarla: il sesso opposto è infatti la fonte del suo dolore, o della sua ispirazione. Non nasconderà alla Sorella il desiderio di voler sposarsi, quando sembrerà aver trovato la persona giusta, od aver ritrovato il gusto dell'amore vero. Ma si sentirà di nuovo ingannata per ben due volte, e con la forza d'animo propria solo di chi sa costruirsi il destino, si prenderà gioco ancora di quella stessa Forza, così spontanea e naturale che risiede chissà dove dentro di noi, una volta per tutte, sapendola indirizzare a dovere, nel suo spirito creativo ed audace, e non inutilmente, come sembrava destinata a dover fare sin dai primi anni della sua vita.
L'Amore prima del mito, ha saputo costruire il mito stesso, quando il fato voleva invece ingannarlo. Questa è la forza nascosta dell’amore in generale. Questo è il segreto di Coco, racchiuso nella didascalia finale del film.
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alfa7@email.it
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sabato 29 agosto 2009
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coco avant chanel - l'amore prima del mito
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Questo film da parte mia si può dire che è veramente bellissimo, ed è favoloso il ruolo di Audrey Tautou,
mi auguro di vedere altri film di questo genere . Un altro appunto che devo dire sul film e che le ore sono volate e penso di vederlo un altra volta e di consigliarlo di andare a vedere .distinti saluti da alfa7@email.it
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yumi91
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venerdì 31 luglio 2009
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coco avant chanel
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La storia della famosissima Gabrielle Chanel, detta “Coco”. Una bambina cresciuta in orfanotrofio insieme alla sorella. Chi avrebbe mia immaginato che diventasse così famosa? Basta fronzoli e pizzi vari, solo vestiti pratici ma eleganti allo stesso tempo. “L’amore prima del mito”, prima di partire per Parigi e dare una svolta alla sua vita come per la moda. Film deludente ma brava Audrey Tautou nel ruolo di Coco.
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melena
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lunedì 22 giugno 2009
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meravigliosamente soddisfatta
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AVEVO LETTO LE RECENSIONI POCO INCORAGGIANTI,MA SPESSO MI ACCORGO CHE I GUTI DELLA GENTE SONO DIVERSI..
NN NE SAPEVO TANTO DI GABRIELL SE NN CHE FOSSE UNA STILISTA BRAVISSIMA..
IL FIM MI E' PIACIUTO MOLTISSIMO X TUTTO!
HO ANCHE ACQUISTATO IL LIBRO E PRESTO INIZIRO' A LEGGERLO..
E POI COMPLIMENTONI X AUDREY CHE BRAVA...NN DEVE ESSERE FACILE IMPERSONARE UN PERSONAGGIO COSI"PARTICOLARE"..MA QAUNDTO E' DIMAGRITA§???CAVOLO!!!
CMQ BEL FILM...BELLO BELLO!!!
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pierrot
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sabato 20 giugno 2009
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miuri e claudia
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siamo due artisti abbiamo visto il film abbracciati e ci siamo emozionati per la magia di coco, per la magia della fotografia, dei costumi degli interni... di tutto. una magia che ci avvolge ancora adesso che siamo a casa e pensiamo...
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tannie
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lunedì 15 giugno 2009
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non me l'aspettavo ma il messaggio è davvero bello
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Inizialmente anch'io mi sarei aspettata un film su Coco come famosa stilista (non avevo prestato attenzione al titolo), invece mi sono ritrovata a guardare questa ragazza giovane e, per certi versi, ingenua che pian piano trova la sua strada. E' toccante vedere come la sofferenza che sembra portarsi dentro dall'infanzia l'abbiano resa comunque forte e decisa, facendo sì che emerga nonostante la sua semplicità.
Ciò che questo film mi ha trasmesso è che quello che siamo dentro è più importante di quello che siamo fuori, non è necessario nascondersi sotto tanti fronzoli, perché siamo noi e la nostra personalità a trasmettere davvero sensazioni ed emozioni... Non per niente durante il film un personaggio dice a Gabrielle che è elegante proprio quando era in pigiama!
E' vero, si potrebbe dire che è il solito messaggio ma, calato nella vita di Coco Chanel, per me ha assunto comunque un valore diverso.
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costanza
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domenica 14 giugno 2009
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la prima femminista
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Non si potrebbero capire i cambiamenti che le donne hanno attuato nel '900 senza conoscere la straordinaria personalità di Coco Chanel. Da qui il grande interesse del film. Un'infanzia di privazioni, che fortifica, porta la consapevolezza che l'amore spesso fa soffrire , il matrimonio toglie la libertà.Le donne, per poter "pensare " devono togliersi dalla testa cappelli troppo ingombranti, e per essere apprezzate per quello che sono, è necessario abbandonino i vestiti ricchi di fronzoli . Uno stile sobrio, quasi maschile, un atteggiamento schietto,l'amore per la lettura, una forte determinazione:queste le armi vincenti di chi, dando un nuovo significato alla "moda", può ancora insegnare alle donne cosa significhi essere anche "persone"
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