bob
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lunedì 17 settembre 2007
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non si puo' uccidere una leggenda
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Non capita tutti i giorni di vedere in competizione ad un festival importante come quello di Venzia un film western. Men che meno che uno dei suoi protagonisti venga addirittura premiato. E' probabile che la rassegna collaterale sul "Western all'italiana" abbia dato una mano. Ma al fine di fare chiarezza, di evitare fraintendimenti e spiacevoli false aspettative e' bene dire subito che "L'assassinio di Jesse James" non e' affatto un western...O almeno non lo e' in senso classico e tradizionale. Vi compaiono certo alcuni suoi elementi tipici, ma se si pensa che in un film che dura piu' di due ore e mezza, ci sono non piu' di tre sparatorie, si capisce come essi finiscano per essere non al centro, ma solo sullo sfondo del quadro.
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Non capita tutti i giorni di vedere in competizione ad un festival importante come quello di Venzia un film western. Men che meno che uno dei suoi protagonisti venga addirittura premiato. E' probabile che la rassegna collaterale sul "Western all'italiana" abbia dato una mano. Ma al fine di fare chiarezza, di evitare fraintendimenti e spiacevoli false aspettative e' bene dire subito che "L'assassinio di Jesse James" non e' affatto un western...O almeno non lo e' in senso classico e tradizionale. Vi compaiono certo alcuni suoi elementi tipici, ma se si pensa che in un film che dura piu' di due ore e mezza, ci sono non piu' di tre sparatorie, si capisce come essi finiscano per essere non al centro, ma solo sullo sfondo del quadro. E tantomeno non e' l'ennesimo film che racconta la storia del famigerato Jesse James. Il disegno del regista Andrew Dominiq non e' infatti quello di ripetere quello che e' stato gia' detto in molti altri film (alcuni per altro notevoli, come "Jess il bandito"). Perche' non accenna che brevemente al come e al perche' egli sia diventato un bandito. Non ci descrive neanche i rapporti tra lui e il fratello maggiore (c'e' qui un po' di rammarico, la breve ed incisiva apparizione di Sam Shepard faceva molto ben sperare) e tantomeno ce lo mostra nell'ambito famigliare. Ad Andrew Dominiq non interessa quindi il Mito ma la Storia. Il film infatti e' una cronaca dettagliata, un viaggio minuzioso basato su ricerche e documenti, che con l'aiuto del classico espediente della voce narrante, ripercorre alcuni eventi dell’ultimo anno della vita dl famoso fuorilegge, per parlarci soprattutto di una maniacale ossessione. Quella che nutriva sin da bambino (collezionando ogni tipo di documento, articolo di giornale e quant'altro) nei confronti del mitico Jesse James il signor nessuno Robert Ford. Ragazzo introverso e complessato, una volta entrato a far parte della banda del temuto e irascibile Jesse, ne diventa con ostinazione quasi l'ombra. Ma la sua tormentata ricerca di emulazione prima e di approvazione poi (Jesse ad un certo punto non a caso gli domanda..."Non riesco a capire. Vuoi essere come me, o vuoi essere me?") non porta i risultatai sperati. Unica via d'uscita per raggiungere la fama di Jesse, non rimane allora che la sua uccisione. Ma sara' proprio la scomparsa di Jesse a consacrarne la leggenda (le foto che lo ritraggono morto andranno a ruba), la definitiva celebrazione di eroe romantico. Mentre al povero Ford, a differenza di quanto s'aspettava, nessuno tributera' alcun plauso. Verra' anzi solo marchiato per sempre, come un codardo assassino (Jesse venne ucciso alle spalle, in uno dei rari momenti in cui non era armato), un traditore che non potra' meritarsi per questo che la sua uccisione. Cosa che puntualmente avverra' una decina d'anni piu' tardi. Un film quindi molto attento alla psicologia dei personaggi e molto attuale, poiche' ci parla della forza che hanno i media a creare e celebrare alcuni personaggi piuttosto che altri. Nulla e' cambiato da allora. Basti solo pensare come anche il film stesso sia stato presentato da molti come "il film con la Star Pitt" protagonista. Mentre questo, come detto, e' invece il film, parafrasando un celebre titolo Fordiano, "dell'uomo che uccise Jesse James", con il ben piu' sconosciuto (sino ad oggi, ma e' probabile che d'ora in avanti non sara' piu' cosi'...) Casey Affleck ( fratello di Ben...ma indovinate chi recita meglio...)come protagonista. "L'assassinio di Jesse James" per come e' costruito, non coinvolgera' o semplicemente non interessera' a molti. Altri lo troveranno terribilmente noioso per il suo incedere lento. Certo e' un film difficile, a tratti ripetitivo. Poco fluido in alcuni passaggi e con un montaggio non sempre preciso. Le vicessitudini della lunga e travagliata post produzione si fanno sentire. Ma e' anche un film che trovera', c'e' da scommetterci, i suoi estimatori. Come non ammirare le sue atmosfere, la sua crepuscolare intensita', il fascino della sua anima nostalgica e decadente, che richiama al miglior cinema di Terrence Malick ? O ancora, come non rimanere a bocca aperta davanti alla, a dir poco favolosa, direzione della fotografia (merito del maestro Roger Deakins, qui ispirato come non mai) che avvolge con i suoi effetti flou tutto il film di un alone sfocato, visionario ed irreale. E anche la colonna sonora di Nick Cave e Warren Ellis è semplicemente magistrale. Ottime poi, per concludere, anche le prove dei protagonisti. Ad incominciare da quella irosa, funerea e luccicante di Pitt nel ruolo come detto di Jesse James . E ancor piu' intensa e sofferta e' quella di Casey Affleck, una vera sopresa, in quella di Robert Ford. Uomo tormentato e tragico, non aveva pero' capito che non si puo' uccidere una leggenda.
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(di angela50)
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fanaticjoker
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domenica 23 dicembre 2007
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c'è tutto nel titolo... ed il film va oltre!
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il titolo, troppo lungo, descrive già il fim. non un selvaggio western (perchè ne abbiamo ancora bisogno?) ma un viaggio psicologico nella fredda stagione di un eroe, sanguinario, eppur leggendario, giunto alla sua fine: decisa dal suo fan più accanito che leggeva delle sue leggende sui giornalini dell'epoca... spinto dalle parole che ha letto ad essere leggendario come il suo eroe. dimenticatevi le sparatorie ed i saloon, quell'america è dimenticata, oggi gli eroi hanno i sentimenti, sono aggrediti dalle proprie ombre e dalla loro stessa cattiveria che prende il sopravvento, anche su loro stessi. era così il caro "west", oppure possiamo vedere la nostra epoca in quei vetri sfocati delle porte che c'aprono verso le lande di quelle terre desolate? rincorriamo anche noi i nostri miti, dimostrandoci forti, per non lasciarci sconfiggere dalle paure?
ci sono degli spari lungo il film, che risuonano come segnali di morte che noi invece ormai li diamo per scontati.
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il titolo, troppo lungo, descrive già il fim. non un selvaggio western (perchè ne abbiamo ancora bisogno?) ma un viaggio psicologico nella fredda stagione di un eroe, sanguinario, eppur leggendario, giunto alla sua fine: decisa dal suo fan più accanito che leggeva delle sue leggende sui giornalini dell'epoca... spinto dalle parole che ha letto ad essere leggendario come il suo eroe. dimenticatevi le sparatorie ed i saloon, quell'america è dimenticata, oggi gli eroi hanno i sentimenti, sono aggrediti dalle proprie ombre e dalla loro stessa cattiveria che prende il sopravvento, anche su loro stessi. era così il caro "west", oppure possiamo vedere la nostra epoca in quei vetri sfocati delle porte che c'aprono verso le lande di quelle terre desolate? rincorriamo anche noi i nostri miti, dimostrandoci forti, per non lasciarci sconfiggere dalle paure?
ci sono degli spari lungo il film, che risuonano come segnali di morte che noi invece ormai li diamo per scontati. viene ben descritto il terrore del personaggio interpretato da Brad Pitt che causa con chi gli sta affianco, non con scene d'azione, ma rimanendo spettatore, lasciandoti pensare, non asfissiandoti con inquadrature lampo che servono solo a mischiare le carte, non a svelarle con un'ottima mossa d'astuzia.
Se volete... buona visione
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maryluu
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mercoledì 5 marzo 2008
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rappresentazione pesante di una vita interessante
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Ritengo che questo film si perda un pò in toni troppo pesanti. Si fa fatica a centrare il senso della storia, che oltretutto si dipana in modo lento ed angosciante.
Apprezzo sicuramente i risvolti psicologici e il finale molto significativo. Credo però che 2 ore e 40 minuti siano eccessive per un film di questo genere.
L'opera cinematografica ruota attorno all'esaltazione post morte di un incallito criminale, ammirato per la sua astuzia e alla "crocifissione psicologica" di chi l'ha ucciso per non essere ucciso. Il film si presenta come un western che di western ha ben poco. Tutto è incentrato sui risvolti psicologici di due uomini diversi, le cui vite s'incrociano inesorabilmente.
Robert Ford si limita a fare il gioco di Jesse, come una pedina degli scacchi in mano a un esperto giocatore, che anche alla fine si fa uccidere volutamente.
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Ritengo che questo film si perda un pò in toni troppo pesanti. Si fa fatica a centrare il senso della storia, che oltretutto si dipana in modo lento ed angosciante.
Apprezzo sicuramente i risvolti psicologici e il finale molto significativo. Credo però che 2 ore e 40 minuti siano eccessive per un film di questo genere.
L'opera cinematografica ruota attorno all'esaltazione post morte di un incallito criminale, ammirato per la sua astuzia e alla "crocifissione psicologica" di chi l'ha ucciso per non essere ucciso. Il film si presenta come un western che di western ha ben poco. Tutto è incentrato sui risvolti psicologici di due uomini diversi, le cui vite s'incrociano inesorabilmente.
Robert Ford si limita a fare il gioco di Jesse, come una pedina degli scacchi in mano a un esperto giocatore, che anche alla fine si fa uccidere volutamente. Ciò dimostra che non solo Jesse era in grado di prevedere le mosse di chiunque, grazie al suo intuito e sviluppato spirito di osservazione, ma anche che la morte sarebbe stata la soluzione più plausibile. Più onorevole. La scelta migliore per avere l'immortalità.
E' stato esaltante vivere il carattere di Jasse. Un uomo spietato, arguto, vendicativo e intelligente. E' stato esaltante vivere la paura e le macchinazioni di Robert. Un uomo modesto, codardo, normale. Il cui peccato è stato quello di voler essere Jasse. Di non voler essere se stesso. E di odiarlo profondamente per non averlo accolto nel suo mondo.
Mirata e valida l'interpretazione di Brad Pitt. Astuto e affascinante al punto giusto. Poco sottolineato invece il carattere enigmatico di Robert Ford da parte di Casey Affleck, fratello minore del bello e noto Ben Affleck.
Meravigliosa la fotografia, decisamente migliore di quella del "Petroliere" vincitrice del premio Oscar 2008. Ho atteso nel scrivere questa recensione proprio per vagliare i giudizi della famosa notte degli Oscar, che in questo caso mi hanno molto deluso.
Molte scene sembrano quadri che esaltano la situazione angosciosa che si delinea molto lentamente.
Anche le musiche rendono bene.
Insomma nel complesso un film discreto. Dalla trama interessante, ma che si perde in toni pesanti e tempi troppo lunghi, che gli fanno perdere punti nella mia valutazione.
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dado1987
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venerdì 4 marzo 2011
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jesse vs bob
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Uno dei pochi film, in cui Jesse James, rinomato bandito in tutto il mondo, non viene ricordato come un Robin Hood del west, ma come molto plausibilmente fu nella realtà: una canaglia, un violento, un ladro ed un assassino. La storia è incentrata sul rapporto tra Jesse e Robert "Bob" Ford, un ragazzino timido e spaurito, che vede in J.James il suo più grande idolo. Ma il rapporto tra i due cambia nel tempo, a tal punto che Bob invece che stimare il suo eroe, inizia a compatirlo, ad odiarlo, fino a quando tra i due non ne nasce un conflitto. La versione del film è inverosimile: dato che sostiene che Jesse fosse depresso e si volesse fare ammazzare volontariamente dal ragazzo; mi viene più probabile immaginare che i due fratelli Ford abbiamo tradito il bandito e lo abbiano ammazzato di soppiato, certo questo è un finale peggiore, ma è molto più realistico, nonostante ciò resta comunque una storia egregia.
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Uno dei pochi film, in cui Jesse James, rinomato bandito in tutto il mondo, non viene ricordato come un Robin Hood del west, ma come molto plausibilmente fu nella realtà: una canaglia, un violento, un ladro ed un assassino. La storia è incentrata sul rapporto tra Jesse e Robert "Bob" Ford, un ragazzino timido e spaurito, che vede in J.James il suo più grande idolo. Ma il rapporto tra i due cambia nel tempo, a tal punto che Bob invece che stimare il suo eroe, inizia a compatirlo, ad odiarlo, fino a quando tra i due non ne nasce un conflitto. La versione del film è inverosimile: dato che sostiene che Jesse fosse depresso e si volesse fare ammazzare volontariamente dal ragazzo; mi viene più probabile immaginare che i due fratelli Ford abbiamo tradito il bandito e lo abbiano ammazzato di soppiato, certo questo è un finale peggiore, ma è molto più realistico, nonostante ciò resta comunque una storia egregia.
Questo fantastico Western, oltre ad un ottima trama, ha la scenografia e la fotografia che sono fantastiche.
La recitazione di Pitt, Rockwell e Casey è strepitosa. Forse però sono presenti due piccoli difetti: uno è la durata, 2 ore e 40 sono leggermente pesanti e due, il titolo è troppo lungo.
Consigliato agli amanti del genere.
Voto 8,5
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sergio
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domenica 16 dicembre 2007
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jess james il capolavoro di dominik
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Jesse James il nuovo film di Dominik
Il film costituisce una acuta analisi dell'epopea americana. La figura del bandito Jesse è trasfiguata, ed assurge ad emblema di una nuova realtà che cerca i suoi spazi. Dopo la colonizzazione della grande prateria americana, col sorgere delle metropoli ancora in stato embrionale, cominciano a perdersi quegli ideali di fondo,sia pur elementari, che avevano caratterizzato la prima fase della storia americana. Pur nelle sue contraddizioni e nelle sue crudeltà, il pioniere rappresentava la purezza. E'a questa primitiva purezza che Jesse tende il suo essere, e a tale "ritorno" vorrebbe guidare coloro che hanno fiducia in lui, e lo ammirano. Ma è solo una figura anacronistica che anela con una sbagliata filosofia di vita, ad ideali di purezza che non sono più patrimonio della sua epoca.
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Jesse James il nuovo film di Dominik
Il film costituisce una acuta analisi dell'epopea americana. La figura del bandito Jesse è trasfiguata, ed assurge ad emblema di una nuova realtà che cerca i suoi spazi. Dopo la colonizzazione della grande prateria americana, col sorgere delle metropoli ancora in stato embrionale, cominciano a perdersi quegli ideali di fondo,sia pur elementari, che avevano caratterizzato la prima fase della storia americana. Pur nelle sue contraddizioni e nelle sue crudeltà, il pioniere rappresentava la purezza. E'a questa primitiva purezza che Jesse tende il suo essere, e a tale "ritorno" vorrebbe guidare coloro che hanno fiducia in lui, e lo ammirano. Ma è solo una figura anacronistica che anela con una sbagliata filosofia di vita, ad ideali di purezza che non sono più patrimonio della sua epoca. Magistrale interpretazione di Brad Pitt che sarà senza dubbio premiata dalla critica, se non da un pubblico ottuso in cerca del solito filmetto western rivisitato sotto il periodo natalizio.
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ultimoboyscout
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sabato 15 gennaio 2011
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robert il vile.
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L'azzeramento della dignità umana: quando non arriva ad emergere per propri meriti e a brillare di luce propria, un uomo ne elimina un altro per sentirsi forte e grande, cioè ciò che non è ma che vorrebbe essere. Un bellissimo film, con Pitt e Affleck splendidi protagonisti. Un western insolito, perchè proprio western non è, molto intimo e psicologico.
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angela50
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mercoledì 25 marzo 2009
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bel film anche se non me lo aspettavo intenso
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L'ho visto stasera e non mi aspettavo infatti un Western. E' vero che il titolo può far pensare che sia un western ma è la storia di una leggenda e non c'era bisogno di far vedere scene da cowboy. E' vero che come film è lento ma è estremamente intenso e una volta superato il passaggio iniziale ti coinvolge e ti sembra di essere lì presente dentro la storia. Bravi tutti i personaggi a calarsi nelle parti. Meritava più consensi a mio giudizio e maggiore attenzione da parte del pubblico. Un film diverso dai soliti minestroni che ci propongono gli americani.
[+] un "western" psicologico dai bei paesaggi.
(di valvestino)
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marcello desideri
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venerdì 27 maggio 2011
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tempi dilatati
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C'è da dire che la fotografia, le inquadrature e l'aspetto visivo rendono il prodotto un'opera esteticamente eccellente. Manca però il ritmo, che lo spettatore richiede quando va a godersi uno spettacolo cinematografico. Le atmosfere, che all'inizio fanno sembrare il film di qualità, si ripropongono per tutto il film e lo scorrere della pellicola si attesta in una costanza, per certi versi fastidiosa. Gli stessi personaggi che popolano il film, non riescono a piacerci, nemmeno per contrasto; la loro vigliaccaggine, se da un lato è utile per rappresentare un antagonista, è priva del contraltare che non ci fa amare nessun personaggio, nemmeno colui che dovrebbe sembrare un mito (jesse james).
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C'è da dire che la fotografia, le inquadrature e l'aspetto visivo rendono il prodotto un'opera esteticamente eccellente. Manca però il ritmo, che lo spettatore richiede quando va a godersi uno spettacolo cinematografico. Le atmosfere, che all'inizio fanno sembrare il film di qualità, si ripropongono per tutto il film e lo scorrere della pellicola si attesta in una costanza, per certi versi fastidiosa. Gli stessi personaggi che popolano il film, non riescono a piacerci, nemmeno per contrasto; la loro vigliaccaggine, se da un lato è utile per rappresentare un antagonista, è priva del contraltare che non ci fa amare nessun personaggio, nemmeno colui che dovrebbe sembrare un mito (jesse james). Per questo il film stenta. Inoltre, due ore e mezza di durata, dilata troppo la durata delle scene, che, anche se ben costruite, possono risultare noiose, sia per il grande pubblico, ma anche per la critica.
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dandy
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lunedì 11 aprile 2011
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i pro e i contro di un western insolito.
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Dal romanzo di Ron Hansen,un western "diverso",crepuscolare,filologico,lirico,cui si susseguono lentissime digressioni a (poche)esplosioni di violenza.Pregi e difetti si alternano:indubbiamente poteva essere un capolavoro,e non lo è ma di la colpa è anche delle tormentate vicende produttive.Tuttavia c'è una novità rispetto ai film passati:mostrare ciò che succede dopo la morte di Jesse James nella bellissima mezz'ora finale.Dove è mostrato anche l'effimero successo e il tramonto di un assasino che ha sfruttato mediaticamente la propria impresa,ridotto a ripeterla in un mediocre spettacolino teatrale.Sorprendente Affleck ,e Pitt è stato premiato a Venezia.
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Dal romanzo di Ron Hansen,un western "diverso",crepuscolare,filologico,lirico,cui si susseguono lentissime digressioni a (poche)esplosioni di violenza.Pregi e difetti si alternano:indubbiamente poteva essere un capolavoro,e non lo è ma di la colpa è anche delle tormentate vicende produttive.Tuttavia c'è una novità rispetto ai film passati:mostrare ciò che succede dopo la morte di Jesse James nella bellissima mezz'ora finale.Dove è mostrato anche l'effimero successo e il tramonto di un assasino che ha sfruttato mediaticamente la propria impresa,ridotto a ripeterla in un mediocre spettacolino teatrale.Sorprendente Affleck ,e Pitt è stato premiato a Venezia.Non immeritatamente a mio avviso.Musica di Warren Ellis e Nick Cave,che interpreta un cantante nel saloon.Chi ama i western stile Peckinpah lasci perdere.Ci cerca qualcosa di nuovo ed è disposto a stare al gioco non dovrebbe pentirsene.
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jacopo b98
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venerdì 10 maggio 2013
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un anormale western, con due grandi attori.
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Nel 1881 Jesse James (Pitt) è il più famoso bandito d’America. Robert Ford (Affleck) è invece un curioso, timido, impacciato diciannovenne, grande ammiratore di Jesse e desideroso di ripetere le sue gesta. Ma quando conoscerà in fuorilegge scoprirà un uomo tormentato, perennemente in pericolo, e molto sospettoso di tutto e di tutti. La violenza psicologica subita dai suoi affiliati è così terribile che Ford, anche per invidia del famoso Jesse, non riuscirà a non compiere un gesto estremo che lo distruggerà. Tratto dal libro di Ron Hansen, sceneggiato e diretto da Dominik al suo secondo film, è un western piuttosto anormale.
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Nel 1881 Jesse James (Pitt) è il più famoso bandito d’America. Robert Ford (Affleck) è invece un curioso, timido, impacciato diciannovenne, grande ammiratore di Jesse e desideroso di ripetere le sue gesta. Ma quando conoscerà in fuorilegge scoprirà un uomo tormentato, perennemente in pericolo, e molto sospettoso di tutto e di tutti. La violenza psicologica subita dai suoi affiliati è così terribile che Ford, anche per invidia del famoso Jesse, non riuscirà a non compiere un gesto estremo che lo distruggerà. Tratto dal libro di Ron Hansen, sceneggiato e diretto da Dominik al suo secondo film, è un western piuttosto anormale. Innanzitutto non sembra un western, e forse non lo è proprio, dato che tranne nella bella scena iniziale della rapina al treno il regista si limita ad indagare i demoni di Jesse e Robert, creando due personaggi complessi e tormentati. Tuttavia come sceneggiatore Dominik non riesce sempre ad aggirare le trappole del film biografico e realizza una prima parte estremamente prolissa ed un po’ noiosa, tuttavia si rifà con la seconda parte dove i momenti di grande cinema non mancano, arricchiti dalla superba prova registica e dagli ottimi contributi tecnici (fotografia da Oscar di Roger Deakins). Ne esce perciò fuori un complesso film, molto psicologico, un po’ troppo lungo (quasi 160’, troppi) e noioso in certi punti, ma con alcuni momenti di grande cinema (l’assassinio di Jesse). Raccontato per mezzo di una riuscita voce narrante. Due ottimi interpreti, con uno strepitoso Affleck, fratello del più noto Ben. Coppa Volpi a Venezia per Pitt, ma viene da chiedersi se non la meritasse di più Affleck (infatti nominato a Oscar e Golden Globe come attore non protagonista [non protagonista?!])
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