riccardo
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giovedì 20 dicembre 2007
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cronomberg e la violenza
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Anna, un'ostetrica di Londra, fa partorire una ragazza russa, che muore subito dopo aver dato alla luce una bambina. Dopodichè trova nella borsa della giovane un diario in cui è narrata la sua triste storia nelle mani della mafia russa.
Cronenberg firma un eccellente thriller , tra i migliori degli ultimi tempi. Come aveva dimostrato già nella pellicola precendente, A history of violence, la sua attenzione è rivolta soprattutto ai tanti piccoli risvolti cruenti e macabri ricercati minuziosamente nelle storie narrate. Il film è diretto alla perfezione, accurato nella sceneggiatura, chiara, facilmente seguibile senza troppe astrusità. La recitazione di Mortensen, Watts e Cassel è a dir poco lodevole!.
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Anna, un'ostetrica di Londra, fa partorire una ragazza russa, che muore subito dopo aver dato alla luce una bambina. Dopodichè trova nella borsa della giovane un diario in cui è narrata la sua triste storia nelle mani della mafia russa.
Cronenberg firma un eccellente thriller , tra i migliori degli ultimi tempi. Come aveva dimostrato già nella pellicola precendente, A history of violence, la sua attenzione è rivolta soprattutto ai tanti piccoli risvolti cruenti e macabri ricercati minuziosamente nelle storie narrate. Il film è diretto alla perfezione, accurato nella sceneggiatura, chiara, facilmente seguibile senza troppe astrusità. La recitazione di Mortensen, Watts e Cassel è a dir poco lodevole!. Ma ciò che è davvero degno di nota è il ritmo incalzante fino alla fine, supportato da una fotografia magnifica che immortala gli apetti tipici di Londra: la sua freddezza, umidità, in questo caso l'atmosfera gelida di un quasi impercettebile Natale. Sono tante le sequenze che si sporcano di sangue e tante quelle che sbalordiscono. Cronenberg sembra prediligire personaggi ambigui, difficili da classificare negli stereotipi di buoni o cattivi, che prendono vita in Mortensen: in A history of violence era il buon padre di famiglia con il passato da sicario, qui "l'autista" della mafia russa, freddo e impavido, ma che rivela di saper distinguere bene e male, cedendo infine all'affetto.
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[+] cronomberg: l'uomo delle nevi
(di dingo)
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cicciolotto
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giovedì 20 dicembre 2007
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non vedo proposizione di questione morale
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alcune scene di violenza (la prima e l'ultima) mi sono sembrate autocompiacenti.
Scadente la recitzione di molti protagonisti: sotto tutti il capomafia russo e il figlio. Non mi sembra sia il caso di parlare di questione morale
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wesee
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giovedì 20 dicembre 2007
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troppe stelle
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Un film sicuramente ben fatto, con bravi attori, ma anche scontato e troppo breve. La sensazione alla fine, dovuta forse ai commenti molto positivi che avevo letto, è stata in realtà: tutto qui?
In sintesi è un film che si può vedere, ma non da molto, non coinvolge, e a parte un paio di scene, a mio avviso, si dimentica rapidamente.
E come un quadro appeso, di cui non puoi dire che sia fatto male, ma che tantomeno emoziona.
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serielimitata
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giovedì 20 dicembre 2007
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...tradimento...
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...diko solo ke ho sperato fino alla fine in un finale degno delle premesse...ma nn me la sento di promuoverlo...
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soldino
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mercoledì 19 dicembre 2007
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stupendo
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mammamia, andatelo assolutamente a vedere.
ottimo cast
ottima regia
ottima storia
ottima fotografia e montaggio.
cosaltro volete, i soldi del biglietto?
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der etano fan chiappola
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mercoledì 19 dicembre 2007
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almeno sappiamo che mortensen non è gay
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ma su via! l'unica cosa buona che ci ha dato questo film, è sapere che mortensen non è gay! non si è eccitato in quella scena di lotta con altri uomini..... Ma dai, è il solito filmettino noir! di quelli che fanno adesso... che tra qualche mese sarà gia dimenticato. deludente! mi aspettavo molto di più... eppuro dovevo saperlo... dato che il regista è cronenberg.. lo stesso di quello schifo di a history of violent.... ma credete veramente che qusta sia la mafia russa.... con quegli accenti (almeno in italiano) vi eccitate per delle scene di sangue... xke volete fare quelli che non si impressionano.... ed invece un buon film noir dovrebbe proprio fare impressionare.... o almeno pensare... meglio rifugiarsi sui vecchi capolavori.
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ma su via! l'unica cosa buona che ci ha dato questo film, è sapere che mortensen non è gay! non si è eccitato in quella scena di lotta con altri uomini..... Ma dai, è il solito filmettino noir! di quelli che fanno adesso... che tra qualche mese sarà gia dimenticato. deludente! mi aspettavo molto di più... eppuro dovevo saperlo... dato che il regista è cronenberg.. lo stesso di quello schifo di a history of violent.... ma credete veramente che qusta sia la mafia russa.... con quegli accenti (almeno in italiano) vi eccitate per delle scene di sangue... xke volete fare quelli che non si impressionano.... ed invece un buon film noir dovrebbe proprio fare impressionare.... o almeno pensare... meglio rifugiarsi sui vecchi capolavori... perchè se questo è l'andazzo... sarà faticoso vederne di nuovi.... SEMPRE LE SOLITE COSE!!!!!!
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[+] tale nick tale critico
(di anonimo563386)
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mm
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mercoledì 19 dicembre 2007
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grandioso
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SEMPLICEMENTE VERGOGNOSA la figura che il cinema italiano fa davanti a questi film.
Se non vi piace la violenza e il cinema crudo andatevi a vedere de sica...film intensi e impegnati i suoi eh?!
[+] imbarazzante
(di ste)
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andrea
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mercoledì 19 dicembre 2007
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il pippo di viggo
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Spendere soldi per vedere il pippo moscio di Viggo è veramente deprimente!
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massimo medina
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mercoledì 19 dicembre 2007
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violenza e moralità nel nuovo cronenberg
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E rieccolo Cronenberg, a poca distanza dal riuscito A History of Violence, riprendere fra le mani una storia stavolta fortemente voluta e non assegnatagli e farne una rapida ma inquietante incursione nella mafia russa con sede a Londra.
C'è da dire, innanzitutto, che Cronenberg dà una collocazione precisa alla storia (la capita dell'Inghilterra) pur rendendola totalmente anonima; si fatica, infatti, a riconoscere Londra e le sue strade e questo provvede a creare un'atmosfera di perdizione o, ancora di più, di smarrimento. A questo si affiancano i crismi di una storia classicheggiante, quasi noir, che però del classico non ha nulla. Intendiamoci, non ha neanche nulla di innovativo questo film ma la capacità di Cronenberg di spostare ogni pezzo del puzzle verso le sue prerogative (la violenza, il sangue, il corpo sfregiato e mutato a forza di tatuaggi) è encomiabile: tiene desta l'attenzione dello spettatore seguendo i risvolti di una storia molto più solida del precedente A History of Violence e per questo più credibile ed avvincente.
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E rieccolo Cronenberg, a poca distanza dal riuscito A History of Violence, riprendere fra le mani una storia stavolta fortemente voluta e non assegnatagli e farne una rapida ma inquietante incursione nella mafia russa con sede a Londra.
C'è da dire, innanzitutto, che Cronenberg dà una collocazione precisa alla storia (la capita dell'Inghilterra) pur rendendola totalmente anonima; si fatica, infatti, a riconoscere Londra e le sue strade e questo provvede a creare un'atmosfera di perdizione o, ancora di più, di smarrimento. A questo si affiancano i crismi di una storia classicheggiante, quasi noir, che però del classico non ha nulla. Intendiamoci, non ha neanche nulla di innovativo questo film ma la capacità di Cronenberg di spostare ogni pezzo del puzzle verso le sue prerogative (la violenza, il sangue, il corpo sfregiato e mutato a forza di tatuaggi) è encomiabile: tiene desta l'attenzione dello spettatore seguendo i risvolti di una storia molto più solida del precedente A History of Violence e per questo più credibile ed avvincente. Probabilmente quel film era molto più significativo, questo invece è di certo più efficace: la brutalità del mondo di Cronenberg non nasce per caso, ha un principio e segue uno sviluppo; il sangue che abbonda non è mai compiaciuto ma è anzi parte integrante della storia. Come la scena della sauna, ne hanno parlato così tanto che non sai cosa aspettarti; poi la vedi e capisci tutto: è una scena micidiale, girata con un'intelligenza che pochi si possono permettere, un balletto dove il sangue e il corpo nudo di Viggo Mortensen vanno a braccetto, una scena coreografata in maniera eccellente, che ti lascia senza respiro e solo quando è finita ti rendi conto che non c'era musica a tenerti tesi i nervi, non c'era dialogo o quant'altro: solo uomini e violenza, corpi contro corpi, un uomo con la disperata volontà di mantenersi in vita.
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antonello villani
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mercoledì 19 dicembre 2007
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il doppio volto della mafia russa
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Storie scritte sui corpi, tatuaggi che parlano di una vita passata tra crimini e misfatti: la mafia russa ha il suo codice d’onore, far parte della famiglia e’ pericoloso quanto sfidarla. Nickolai, autista di malavitosi che gestiscono un ristorante a Londra, segue come un’ombra il figlio di un boss che suona il violino e canta Oci Ciornie; Anna, ostetrica di un ospedale, si ritrova con la bimba di un’ucraina morta dopo il parto. Vite che s’intrecciano a causa di un diario nascosto nella borsa, l’autista che fa carriera non e’ poi cosi’ cattivo perche’ la neonata senza padre viene strappata al suo tragico destino. Dopo “A history of violence” Cronemberg affronta ancora una volta il tema del doppio con un film crepuscolare che sembra cucito addosso all’attore Viggo Mortensen: mimica ridotta quasi a zero e sguardo che nasconde un animo tormentato, per l’autista con occhiali scuri c’e’ odore di redenzione quando aiuta un suo connazionale a fuggire da morte sicura e si lascia andare a tenere effusioni con la bella ostetrica.
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Storie scritte sui corpi, tatuaggi che parlano di una vita passata tra crimini e misfatti: la mafia russa ha il suo codice d’onore, far parte della famiglia e’ pericoloso quanto sfidarla. Nickolai, autista di malavitosi che gestiscono un ristorante a Londra, segue come un’ombra il figlio di un boss che suona il violino e canta Oci Ciornie; Anna, ostetrica di un ospedale, si ritrova con la bimba di un’ucraina morta dopo il parto. Vite che s’intrecciano a causa di un diario nascosto nella borsa, l’autista che fa carriera non e’ poi cosi’ cattivo perche’ la neonata senza padre viene strappata al suo tragico destino. Dopo “A history of violence” Cronemberg affronta ancora una volta il tema del doppio con un film crepuscolare che sembra cucito addosso all’attore Viggo Mortensen: mimica ridotta quasi a zero e sguardo che nasconde un animo tormentato, per l’autista con occhiali scuri c’e’ odore di redenzione quando aiuta un suo connazionale a fuggire da morte sicura e si lascia andare a tenere effusioni con la bella ostetrica. Ma in “La promessa dell’assasssino” le anime pie vengono violate perche’ la violenza s’insinua sottopelle come l’ago che dipinge i corpi dei gangster. Armin Mueller-Stahl e Vincent Cassell interpretano il vecchio ed il nuovo della mafia russa, mentre Naomi Watts cerca la verita’ tra le pagine di un diario insanguinato. Sopra tutti una scena nel bagno turco che e’ gia’ cult tra i cinefili.
Antonello Villani
(Salerno)
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(di zopiro)
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