il recidivo
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martedì 24 giugno 2008
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i treni della vita
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Francis Whitman dopo un grave incidente, di cui porta ancora i segni in un ampio bendaggio alla testa, riunisce gli altri due fratelli, che non vede da un anno, per cercare di riallacciare i rapporti e ricostruire una nuova intesa spirituale.
Il luogo prescelto è un treno speciale che attraversa l'india: il Darjeeling Limited.
Francis, Peter e Jack sono tre fratelli che si conoscono in quanto tali, ma fra di loro manca un vero sentimento. Il viaggio non è altro che un rito di passaggio necessario per superare la loro “distanza”, riavvicinarsi, ma soprattutto “ritrovarsi” dopo un traumatico evento: la morte del padre.
L'elaborazione del lutto segue un triplice via e la strada da seguire difficilmente riuscirà a stare sui binari calcolati di Francis (anche un treno può perdersi!) perché la vita è fatta di imprevisti; bisogna quindi costruire una nuova relazione tra fratelli, ritrovare la madre che è scappata senza presentarsi al funerale e finire con relegare al passato il triste evento (lasciandosi alle spalle il set di valige con le cose di papà).
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Francis Whitman dopo un grave incidente, di cui porta ancora i segni in un ampio bendaggio alla testa, riunisce gli altri due fratelli, che non vede da un anno, per cercare di riallacciare i rapporti e ricostruire una nuova intesa spirituale.
Il luogo prescelto è un treno speciale che attraversa l'india: il Darjeeling Limited.
Francis, Peter e Jack sono tre fratelli che si conoscono in quanto tali, ma fra di loro manca un vero sentimento. Il viaggio non è altro che un rito di passaggio necessario per superare la loro “distanza”, riavvicinarsi, ma soprattutto “ritrovarsi” dopo un traumatico evento: la morte del padre.
L'elaborazione del lutto segue un triplice via e la strada da seguire difficilmente riuscirà a stare sui binari calcolati di Francis (anche un treno può perdersi!) perché la vita è fatta di imprevisti; bisogna quindi costruire una nuova relazione tra fratelli, ritrovare la madre che è scappata senza presentarsi al funerale e finire con relegare al passato il triste evento (lasciandosi alle spalle il set di valige con le cose di papà).
Il programma di rigenerazione spirituale lascia all'India solo il compito di paesaggio e di materialistico effetto souvenir, il percorso interiore è rivolto non ad un'entità ultraterrena ma ad una riscoperta dell'altro, in particolare del suo stato sentimentale.
I Whitman sono giovani uomini confusi, senza genitori a fare da guida, alla ricerca di una propria strada nella vita.
Anderson è un vero regista, uno di quelli con un proprio stile, i suoi eccentrici personaggi solcano una realtà ovattata portando con sé i loro vizi e le loro insicurezza. L'atmosfera è ancora una volta una miscela di malinconia e comicità intramezzata dalle musiche anni settanta che rendono le sue vicende un misto fra surreale e favola. Le riprese costruiscono un susseguirsi di immagini geometricamente bilanciate e la presenza della “mano” del regista è sempre evidente, forse troppo. La seconda parte del film non mi ha appassionato come quella sul treno, ma spiega meglio "la situazione" dei personaggi diventando una specie di post-prologo.
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mero
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lunedì 19 maggio 2008
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in carrozza!
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Dopo il successo de “ I Tenenbaum” e il surreale “ Le avventure acquatiche di Steve Zissou”, il regista Wes Anderson torna con una commedia sui generis, “Il treno per Darjeeling”, che racconta la storia di tre fratelli che decidono di compiere un viaggio “spirituale” in India per cercare di ricompattare i rapporti tra di loro.
Il fratello più grande Francis, interpretato da Owen Wilson, è quello che ha organizzato il tutto con l’obiettivo preciso, tenuto però nascosto ai fratelli, Adrien Brody e Jason Schwartzman, di andare alla ricerca della madre Patricia ( Angelica Houston ), scappata dal mondo in un monastero indiano non essendo mai riuscita ad accettare il suo ruolo di madre.
Il viaggio che i nostri eroi compiono è un viaggio di conoscenza, di se stessi e degli altri, attraverso un’India favolistica e dai colori sgargianti, surreale come il tono dell’intero film, reso ancor più esotico dall’uso di una fotografia vecchio stile e dalla colonna sonora che si rifà ai film indiani.
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Dopo il successo de “ I Tenenbaum” e il surreale “ Le avventure acquatiche di Steve Zissou”, il regista Wes Anderson torna con una commedia sui generis, “Il treno per Darjeeling”, che racconta la storia di tre fratelli che decidono di compiere un viaggio “spirituale” in India per cercare di ricompattare i rapporti tra di loro.
Il fratello più grande Francis, interpretato da Owen Wilson, è quello che ha organizzato il tutto con l’obiettivo preciso, tenuto però nascosto ai fratelli, Adrien Brody e Jason Schwartzman, di andare alla ricerca della madre Patricia ( Angelica Houston ), scappata dal mondo in un monastero indiano non essendo mai riuscita ad accettare il suo ruolo di madre.
Il viaggio che i nostri eroi compiono è un viaggio di conoscenza, di se stessi e degli altri, attraverso un’India favolistica e dai colori sgargianti, surreale come il tono dell’intero film, reso ancor più esotico dall’uso di una fotografia vecchio stile e dalla colonna sonora che si rifà ai film indiani.
Surreali come lo sono i personaggi, grazie anche ad una recitazione che riflette in toto il loro stato di uomini confusi e alla ricerca di loro stessi e di una strada nella vita: chi come Adrien Brody è sposato in attesa del primo figlio e si sente oppresso dall’idea di divenire padre, chi come l’irresistibile Don Giovanni Jason Schwartzman non riesce a lasciare la ragazza che innamoratissima lo segue in giro per il mondo. Surreale come la presenza costante in tutto il film di un eccentrico set di valigie, unico segno tangibile dell’esistenza del padre da poco morto.
Il film è preceduto da un corto, “Hotel Chevalier”, che fece scandalo per la scena di nudo di Natalie Portman, che funge da prologo al film stesso, e in cui viene presentata soprattutto la figura di Jason Schwartzman.
Un’impronta ormai inconfondibile quella di Wes Anderson, una comicità atipica lontana dai canoni classici, ma che riesce, a volte di più a volte di meno, a far ridere e sorridere di situazioni normalissime trattate ai limiti dell’assurdo.
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filippaccio
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sabato 24 gennaio 2009
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e' deragliato....
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Film colorato, con tante sfumature e attese. Ci sono gli argomenti per una commedia divertente, c'e' l'india e il suo mistero, c'e' una storia drammatica da affrontare con leggerezza e con sentimenti profondi, c'e' un bel cast di attori. Il problema è che alla fine non ha ritmo, non e' una grande commedia, non e' un film cosi' profondo, non e' verosimile e la sua eccentricità che dovrebbe sopperire certe sconnessioni, latita e ancora latita. Tutte le mie belle attese sono disattese e quello che speravo non è. Il treno per dirla all'italiana è come al solito in ritardo!
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carlus
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venerdì 2 maggio 2008
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tanto fumo e poco arrosto: era proprio necessario?
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Il viaggio in treno dei tre fratelli è una bella cornice, ed è notevole la ricercatezza e la raffinatezza nell'uso della macchina da presa, dei colori, dei paesaggi, e tutti quei piccoli dettagli che a volte danno un tocco surreale alle vicende. Bella anche la scelta delle musiche, tutto quello che vuoi...
Trovo tuttavia che sia una cornice abbastanza fine a se stessa e a tratti stucchevole: è il primo film di Anderson che vedo (e probabilmente sarà anche l'ultimo) e devo dire che, a parte lo stile - che tutto sommato ho trovato anche un po' di maniera - la sostanza non mi ha convinto per niente, l'impressione è stata che tutto il film ruotasse intorno al nulla più assoluto. Va bene la situazione dei tre fratelli in viaggio eccetera eccetera, ma.
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Il viaggio in treno dei tre fratelli è una bella cornice, ed è notevole la ricercatezza e la raffinatezza nell'uso della macchina da presa, dei colori, dei paesaggi, e tutti quei piccoli dettagli che a volte danno un tocco surreale alle vicende. Bella anche la scelta delle musiche, tutto quello che vuoi...
Trovo tuttavia che sia una cornice abbastanza fine a se stessa e a tratti stucchevole: è il primo film di Anderson che vedo (e probabilmente sarà anche l'ultimo) e devo dire che, a parte lo stile - che tutto sommato ho trovato anche un po' di maniera - la sostanza non mi ha convinto per niente, l'impressione è stata che tutto il film ruotasse intorno al nulla più assoluto. Va bene la situazione dei tre fratelli in viaggio eccetera eccetera, ma... alla fine ho pensato: "...e allora??"
C'è quindi una bella confezione, però sprecata per una sceneggiatura a mio giudizio fumosa e sconclusionata.
E questo dispiace, perché si sono messi pure in tre a scriverla... era proprio necessario?
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[+] salvatores
(di stilnox)
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[+] un treno verso l'origine.
(di delfi__90)
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