Lettere da Iwo Jima

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Un film di Clint Eastwood. Con Ken Watanabe, Kazunari Ninomiya, Shido Nakamura, Tsuyoshi Ihara, Ryo Kase.
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Titolo originale Letters From Iwo Jima. Drammatico, durata 142 min. - USA 2006. - Warner Bros Italia uscita venerdì 16 febbraio 2007. MYMONETRO Lettere da Iwo Jima * * * * - valutazione media: 4,13 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
m.grazia (estonia) mercoledì 23 maggio 2007
film magnifico, e senza retorica Valutazione 4 stelle su cinque
67%
No
33%

Ottima l'idea di girarlo tutto parlato in giapponese, con sottotitoli in italiano. Così come mi è sembrata visivamente efficace la scelta di rendere le immagini così plumbee e cupe, con colori molto smorzati, assai vicini al bianco e nero, tranne le esplosioni e il sangue che mantengono toni vividi e accesi. Più che dalle scene d'azione (poche e marginali), il forte impatto emotivo è dato dalle singole vicende umane dei soldati giapponesi, dai loro sentimenti di paura e di angoscia, ma anche da quell'incomprensibile (per noi occidentali) e assoluto senso dell'onore nipponico che porta alla scelta del suicidio come unico riscatto di fronte alla sconfitta (e comunque alcuni di loro entreranno in conflitto con questa scelta estrema e decideranno di arrendersi). [+]

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cineofilo92 sabato 28 luglio 2007
l'altra faccia di iwo jima Valutazione 4 stelle su cinque
67%
No
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Prima con gli americani, ora coi giapponesi. Due diversi punti di vista, la stessa storia. "Flags for our fathers" e "Letters from Iwo Jima" sono una bilogia, si completano uno con l'altro. Sono prequel e sequel allo stesso tempo. Il primo capitolo non vi ha soddisfatto? Con questo si rimane atterrito. Sempre meno posto per le speculazioni filosofiche o per i momenti strappalacrime, lo spettatore si trova in mezzo al macello grigio di Iwo. Tra soldati terrorizzati e ufficiali che aderiscono al codice di difesa della patria senza il minimo scrupolo, che fanno a pezzi chiunque dica cose "blasfeme", ci si smarrisce continuamente. Brilla la scelta di recitare il film in giapponese con i sottotitoli. [+]

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nello mercoledì 7 maggio 2008
con gli occhi del nemico Valutazione 4 stelle su cinque
60%
No
40%

"Con gli occhi del nemico" è un saggio di David Grossman che prende in esame lo scontro ormai cinquantennale tra palestinesi e israeliani. Il grande autore israeliano propone, tra le altre cose, di cercare di cambiare punto di vista nell'ambito di un conflitto, in modo da vedere le cose biunivocamente, anche tramite gli occhi del nemico. Clint Eastwood si avvale di tale tesi, proponendo nel primo film il punto di vista degli americani (Flags of our fathers), mentre nel secondo (Lettere da Iwo Jima), il punto di vista dei giapponesi. L'episodio in cui viene analizzato il punto di vista dei giapponesi, paradossalmente, è il migliore dei due. Clint Eastwood dà il meglio di se, mettendo bene in evidenza le contraddizioni di un paese distantissimo da noi, in senso sia geografico che sociale. [+]

[+] un pò tirchio ,eh? (di gec)
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greatsteven domenica 25 giugno 2017
la più bruciante sconfitta per il valore nipponico Valutazione 4 stelle su cinque
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 LETTERE DA IWO JIMA (USA/JAP, 2006) diretto da CLINT EASTWOOD. Interpretato da KEN WATANABE, KAZUNARI MINONIYA, TSUYOSHI IHARA, RYO KASE, YUKI MATSUKAZI, LUKE EBERL
Complementare al precedente Flags of Our Fathers, è la descrizione della battaglia di Iwo Jima dal punto di vista dell’esercito giapponese. Girato in lingua nipponica, ma di produzione statunitense, in Italia è disponibile nella versione doppiata con le voci italiane in DVD. Scelta saggia quella di mantenere intatte le battute inglesi, quando a parlare sono i soldati americani, come si era già fatto in senso inverso col film di cui sopra. Tratto dal libro memorialistico Picture Letters from Commander in Chief del generale Tadamichi Kuribayashi, interpretato nel film da uno strepitoso, infallibile, efficacissimo Ken Watanabe, che personalizza il massimo esponente del regio esercito con una mimica marmorea, un piglio autoritario e un’intensità drammatica da permeare tutto il contesto filmico intorno a sé. [+]

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ronks mercoledì 11 aprile 2007
lo specchio (completo) Valutazione 4 stelle su cinque
67%
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Lettere da iwo jima rappresenta l'altra faccia della medaglia, da qualsiasi lato la si guardi... l'impero giapponese aveva da sempre improntato la societa' a dei rapporti rigidi tra le parti e l'esrcito ne era l'espressione massima... prepararsi consapevolmente all'invasione americana sapendo fin da principio di soccombere non li fa degli eroi, seppur qualche ufficiale e' alla ricerca di gloria, ma li rende umani, consci che se da una parte e' loro compito svolgere il proprio dovere di soldato fino in fondo, dall'altra sarebbe giusto andare oltre, verso "cio' che e' piu' giusto fare", come il ritornare a casa dalla moglie e dal bambino appena nato... le dinamiche tra i commilitoni, tra le prgevoli scene di battaglia, mostrano che il nemico non e' solo da una parte ma e' ovunque venga impos [+]

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tomdoniphon sabato 2 maggio 2015
i due fronti della battaglia di iwo jima Valutazione 5 stelle su cinque
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Il secondo dei due film (l’altro è “Flags of our fathers”) che Eastwood ha girato, quasi contemporaneamente, sulla battaglia di Iwo Jima.
Quello che ha fatto Eastwood è qualcosa di unico e insuperato: girare una delle più sanguinose battaglie della Seconda Guerra Mondiale, assumendo il punto di vista di entrambi gli schieramenti (senza paura di mostrare, in questo secondo capitolo, le crudeltà commesse dagli americani).
Coerente con il cinema di Fuller (“Il grande uno rosso”), secondo cui in guerra “non esistono eroi ma solo sopravvissuti”; tema, questo, che in “Flags of our fathers” era stato affrontato prendendo spunto dalla vicenda dei tre superstiti, immortalati nella celebre foto che ritraeva i soldati issare la bandiera sul monte di Iwo Jima: prima trasformati in eroi grotteschi, poi immediatamente dimenticati. [+]

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shiningeyes lunedì 15 aprile 2013
si è sempre tutti uguali! Valutazione 5 stelle su cinque
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Dopo aver studiato la battaglia di Iwo Jima dal punto di vista americano, Clint Eastwood decide di chiudere il cerchio facendoci vedere il punto di vista giapponese, nel quale vediamo che, risente troppo dell'onore e l'orgoglio dei suoi capi militari e si divide tra esaltati che si suicidano per evitare il disonore della sconfitta ed uomini più riflessivi e umani.

Nel film di Clint, possiamo vedere che i soldati giapponesi, per certi versi, sono uguali a quelli americani, loro stessi se ne rendono conto quando un soldato dice di aver letto la lettera della madre di un soldato americano, affermando che vi erano scritte le stesse parole che gli aveva scritto la sua di madre, è chiaro quindi il tema dell'uguaglianza tra persone che devono essere costrette ad uccidersi; in guerra si è tutti uguali, anche con differenze culturali nel mezzo. [+]

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nick simon giovedì 29 agosto 2013
suggestiva celebrazione della dignità umana Valutazione 5 stelle su cinque
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Solo un regista, e prima ancora un uomo, dotato di umanità ed equilibrio come Clint Eastwood poteva finalmente far riflettere sulla necessità di conoscere e comprendere il proprio nemico, sul dovere di rispettare ogni cultura e sull’impossibilità di definire il bene e il male in senso assoluto. Insieme a “Flags of our Fathers” il film analizza le vicende che fecero da contorno alla battaglia di Iwo Jima, in questo caso dal punto di vista giapponese. Come di consueto, Eastwood unisce il suo stile registico pulito e asciutto alla profondità dell’indagine psicologica. Senza farsi giudice delle vicende narrate, e rifiutando ogni sensazionalismo, egli rende giustizia ad entrambi gli schieramenti. [+]

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elgatoloco venerdì 8 maggio 2015
eastwood, only eastwood Valutazione 0 stelle su cinque
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Letters from Iwo Jima è un grande film e dirlo di un film di Eastwood sembra quasi banalmente retorico/retorica. Il fatto è che l'impostazione registica di Clint è eccelsa, che riesce a sfidare i pregiudizi hollywoodiani senza problemi, facendo decadere ogni falsa retorica, appunto. Niente"musi gialli", come nella retorica bellicistica yankee, ma persone, certo strutturate da"Banzai...!", con tutta l'infame propaganda dell'Impero giapponese, dunque con la retorica patriottarda e pseudo-religiosa(di e da"Ersatz", ossia da religione surrogatoria)dell'Imperatore etc., con un dirigismo militarista e gerarchico"da paura", ma con questo film sommesso ma non dimesso, Eastwood, con un bianco e nero che fa da"basso continuo"e poche illuminazioni di colore(ril rosso è ovviamente prevalente), realizza un pendant di grande respiro a"Flags for your Fathers": i problemi dei soldati-dei mandati a morire dalle(e delle) due parti sono uguali, fidanzate in attesa, genitori che aspettano trepidanti. [+]

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rmarci 05 martedì 14 maggio 2019
ritratto del "nemico" intimo e profondamente umano Valutazione 4 stelle su cinque
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No
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Realizzando un dittico comprendente anche Flags of our fathers, Clint Eastwood compie un autentico atto di coraggio e mostra, con uno sguardo documentaristco quanto intimo, la Seconda Guerra Mondiale attraverso gli occhi dei presunti "nemici", che si riveleranno essere, durante il corso del film, dei comuni esseri umani che si differenziano dai Marines americani solamente per una banale provenienza geografica. Partendo da questo espediente narrativo, il regista Premio Oscar riprende, con una fotografia esanime quanto i cadaveri dei soldati, l'intera isola di Iwo Jima, analizzando nel profondo le personalità dei soldati giapponesi che, se inizialmente erano uomini consapevoli della morte incombente e disposti a compiere qualsiasi atto pur di servire la propria Patria, successivamente diventano sempre più tromentati e incerti se seguire i valori fondamentali dell'esercito o salvare le proprie vite, inutilmente sacrificate sull'altare della ricchezza e del potere. [+]

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