The Exorcism of Emily Rose |
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Un film di Scott Derrickson.
Con Laura Linney, Tom Wilkinson, Campbell Scott, Jennifer Carpenter, Colm Feore.
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Titolo originale The Exorcism of Emily Rose.
Horror,
Ratings: Kids+13,
durata 119 min.
- USA 2005.
uscita venerdì 7 ottobre 2005.
MYMONETRO
The Exorcism of Emily Rose
valutazione media:
2,50
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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se avete amato l'esorcista (ma pure no)di vicaFeedback: 0 |
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martedì 4 ottobre 2005 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il film merita di esser visto sia dagli scettici, sia da coloro che credono nell’esistenza delle forze misteriose della malvagità. Io personalmente appartengo in parte ad entrambe le categorie: alla prima per una razionalità di fondo, alla seconda per essere rimasta traumatizzata, undicenne, da una visione notturna dell’”esorcista” (!) Ma i confronti con quest’ultimo film non sono appropriati: il tema dell’esorcismo di Emily Rose è per l’appunto la totale, generale incredulità per un evento che, in una società atea e razionalista, viene ritenuto clamorosamente superato, relegabile solo agli anni dell’inquisizione e degli auto-da-fé. Anche i giurati del processo, che vedono imputato per negligenza il prete che si è preso cura di Emily Rose fino alla morte, ne sono convinti. Perfino l’avvocato che deve difenderlo (una bravissima Laura Linney) non riesce a credere all’esistenza del demonio: è agnostica. Però… Praticamente privo di effetti speciali, (ed è per quello che lo raccomando anche a chi a queste cose “non ci crede” e considera –più o meno giustamente- “di serie B” i film che giocano sui trucchi dell’adesso-ti-faccio-saltare-sulla-sedia) la storia si dipana tra i flash back sulla vicenda avvenuta e le fasi del processo. Anche senza volti stravolti, iridi bianche e teste girate di 360° è difficile non rimanere turbati, proprio perché il tono della narrazione è così piano, le reazioni così umane, lo stupore in chi assiste alla descrizione degli eventi così comprensibile. Non si può svelare la fine del film, perché sarebbe un peccato. Ma tutto ci si aspetterebbe (o almeno, io non mi sarei aspettata) che finisse così. E paradossalmente, al momento dei titoli di coda, rimane un senso di serenità per la morte della povera Emily Rose, per la scelta con la quale ha deciso di dare un valore eterno alla sua esistenza, e un forte segnale dell’importanza della fede persino nei nostri giorni. Gli scettici sono avvisati.
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