luca scialo
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lunedì 28 dicembre 2020
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il vecchio e il male
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Un anziano tiene sul proprio peschereccio una ragazza adolescente, negandogli il piacere di scoprire il mondo. Il rapporto tra i due si limita al dormire mano nella mano e al bagnetto quasi fosse sempre una bimba. Ma non esiste amore carnale. Un giorno però, la ragazza viene avvicinata da un ragazzo che gli fa scoprire una dimensione nuova. Un mezzo per evadere da quella realtà così limitata: la musica. E così, la ragazza inizia gradualmente ad opporsi a quella realtà che gli sta ormai troppo stretta. Ma liberarsi del vecchio non sarà facile. Padre padrone, orco, tenero nonno. Questo ed altro è l'anziano protagonista di questo curioso film di Kim Ki-Duk, il quale sfida ancora una volta le convenzioni e i canoni cinematografici per raccontare una storia quasi irreale.
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Un anziano tiene sul proprio peschereccio una ragazza adolescente, negandogli il piacere di scoprire il mondo. Il rapporto tra i due si limita al dormire mano nella mano e al bagnetto quasi fosse sempre una bimba. Ma non esiste amore carnale. Un giorno però, la ragazza viene avvicinata da un ragazzo che gli fa scoprire una dimensione nuova. Un mezzo per evadere da quella realtà così limitata: la musica. E così, la ragazza inizia gradualmente ad opporsi a quella realtà che gli sta ormai troppo stretta. Ma liberarsi del vecchio non sarà facile. Padre padrone, orco, tenero nonno. Questo ed altro è l'anziano protagonista di questo curioso film di Kim Ki-Duk, il quale sfida ancora una volta le convenzioni e i canoni cinematografici per raccontare una storia quasi irreale. Che finisce altrettante. Una sorta di mix tra la brutalità e la sottomissione di genere vista in Coccodrillo e il rapporto generazionale tra anziano maestro e giovane allievo visto in Primavera, estate, autunno, inverno...e ancora primavera. Un'altra opera di un autore che si avvicina più allo stile maledetto di Baudelaire o a quello di un quadro con protagonisti personaggi irregolari e umili come Van Gogh.
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domenica 10 marzo 2019
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non avete capito un gran che. ed è una riscrittura di un testo teatrale classico di molière
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Secondo me è una riscrittura orientale del testo di Molière LA SCUOLA DELLE MOGLI... claustrofobico e irriverente e violento se vogliamo, e con un allusione alla pedofilia perché diversa era la società in cui è stato scritto. Perché racconta che l'amore non segue regole, non puoi allevare una giovane tenendola segregata dal mondo per paura delle corna o che fugga...il mondo prima o poi arriva e l'unica legge e' che l'amore crea legami e segue regole che non sono inscrivibili in dettami scritti a tavolino, o decisi razionalmente. E l'amore, non.corrisposto, puo solo cambiar forma e lasciar libero l'amato quando non si è corrisposti...e anche se doloroso al pari di una morte che soffoca, quell'amore non puo esser trattenuto.
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Secondo me è una riscrittura orientale del testo di Molière LA SCUOLA DELLE MOGLI... claustrofobico e irriverente e violento se vogliamo, e con un allusione alla pedofilia perché diversa era la società in cui è stato scritto. Perché racconta che l'amore non segue regole, non puoi allevare una giovane tenendola segregata dal mondo per paura delle corna o che fugga...il mondo prima o poi arriva e l'unica legge e' che l'amore crea legami e segue regole che non sono inscrivibili in dettami scritti a tavolino, o decisi razionalmente. E l'amore, non.corrisposto, puo solo cambiar forma e lasciar libero l'amato quando non si è corrisposti...e anche se doloroso al pari di una morte che soffoca, quell'amore non puo esser trattenuto. Questo scrive Molière e kim ki duk senza la morbosità che state vedendo e che forse il regista sta specchiando
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davidino.k.b.
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martedì 2 giugno 2015
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musica eccezzionale
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gran film, allegorie a go-go, regista che si conferma nello stile.
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stefano capasso
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lunedì 2 febbraio 2015
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sulla dolorosa malinconia della perdita
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Un vecchio vive in una barca in mezzo al mare con una ragazza da dieci anni. Ha atteso con cura e pazienza che arrivasse il giorno del suo diciassettesimo compleanno per sposarla. Ma quando mancano pochi giorni un ragazzo arriva sulla barca per pescare scocca la scintilla con la giovane. Determinato a portarla via affronterà le resistenze estreme del vecchio deciso a portare a compimento il suo sogno d’amore.
L’arco è per me il più bel film di Kim Ki Duk. Un film molto particolare, per il silenzio che regna sovrano, per il campo ‘dazione che è circoscritto alla barca e che comunque è capace di mantenere una trama narrativa avvincente.
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Un vecchio vive in una barca in mezzo al mare con una ragazza da dieci anni. Ha atteso con cura e pazienza che arrivasse il giorno del suo diciassettesimo compleanno per sposarla. Ma quando mancano pochi giorni un ragazzo arriva sulla barca per pescare scocca la scintilla con la giovane. Determinato a portarla via affronterà le resistenze estreme del vecchio deciso a portare a compimento il suo sogno d’amore.
L’arco è per me il più bel film di Kim Ki Duk. Un film molto particolare, per il silenzio che regna sovrano, per il campo ‘dazione che è circoscritto alla barca e che comunque è capace di mantenere una trama narrativa avvincente. Un film di difficile comprensione razionale se si cerca di trovargli una spiegazione e che regala forti emozioni se ci si abbandona al flusso delle emozioni che offre. È una storia in cui l’amore è il tema dominante; l’amore che nelle sue diverse declinazioni è vissuto dal vecchio per la ragazza, da questa per il vecchio e quello che nasce tra i due ragazzi. E sullo sfondo, costante, il tema della malinconia della perdita che è di fatto il problema vero che tutti i protagonisti, a loro modo, si trovano ad affrontare.
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marcos
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mercoledì 28 marzo 2012
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la scoperta della vita
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La scoperta della vita e' la risposta esatto al film " L'arco" di Kim Ki-Duk.
Film con spazi claustrofobici, dialoghi ridotti all'essenziale, trama lenta con un pizzico di noiosita' ma sicuramente assurda.
La storia di un vecchio e di una giovane ragazza che vivono in una barca da quando lei aveva sei anni. Il vecchio attende il compimento dei suoi diciasette anni per poterla sposare.
La barca e' il simbolo dell'immobilita' della vita che la ragazza ha avuto, o meglio il mondo circoscritto che l'occhio guardigno del vecchio ha creato e con la sua cieca follia della gelosia ha reso invulnerabile.
Uno spazio dove entrambi hanno consumato la loro esistenza per lunghi dieci anni.
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La scoperta della vita e' la risposta esatto al film " L'arco" di Kim Ki-Duk.
Film con spazi claustrofobici, dialoghi ridotti all'essenziale, trama lenta con un pizzico di noiosita' ma sicuramente assurda.
La storia di un vecchio e di una giovane ragazza che vivono in una barca da quando lei aveva sei anni. Il vecchio attende il compimento dei suoi diciasette anni per poterla sposare.
La barca e' il simbolo dell'immobilita' della vita che la ragazza ha avuto, o meglio il mondo circoscritto che l'occhio guardigno del vecchio ha creato e con la sua cieca follia della gelosia ha reso invulnerabile.
Uno spazio dove entrambi hanno consumato la loro esistenza per lunghi dieci anni. Un luogo sacro la cui intromissione e' sinonimo di blasfemia a chiunque osi metterci piede e dunque istinto di difesa animalesca da parte del vecchio. Il motivo e' la grande paura di perdere la sua futura sposa.
La ragazza non parla ma le sue molteplici espressioni hanno valore superiore alle parole.
I suoi occhi brillano di luce intensa alla vista dell'arrivo di un ragazzo. Da un suo innocente sorriso comprendiamo che si innamorera' di lui.
Quel suo arrivo sara' qualcosa che la separera' da quella barca e da tutto quello che ha rappresentato.
L'ascoltare la musica dal lettore mp3 regalatoli dal ragazzo sara' il primo tentativo di fuga da quel mondo passato. Ad occhi chiusi assaporera' i primi gusti di una vita diversa ma vera. L' osservare il passaggio di un aereo e' il presagio chiaro di un sogno che vuole diventare realta'
La collana gettata a terra regalata dal vecchio sara' il definitivo allontanamento da quel passato claustrofobico; il primo sintomo di cedimento di quella roccaforte.
Un mutamento inarrestabile del processo di vita della giovane ragazza.
Il vecchio lentamente si accorgera' di questa prepotente ma normale primavera nascente nell'animo di lei.
Arrivato il giorno del matrimonio dopo vari riti la sposera' e capira' perfettamente che per far continuare quel ciclo esplosivo di vita, dovra' mettersi da parte.
Gettandosi nel mare il vecchio fara' spegnere la sua vita ma ne fara' nascere una meravigliosa. Un inverno oramai finito aprira' la porta a una galoppante primavera.
Suicidio che fa ricordare molto l'antico rituale del "Seppuku".
MARCOS
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andib
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sabato 6 novembre 2010
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il magico suono dell'arco..
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non sono daccordo con Francesca Felletti, il film non tratta nè di pedofilia nemmeno di incesto.. premesso ciò dopo averlo visto lascia l'amaro in bocca in particolare il finale. molti punti interrogativi uno in particolare,, la ragazza alla fine ha davvero 16 anni? il regista ci fa capire che non è cosi in piu scene...
a parte ciò la magia del silenzio, i continui sguardi tra il "vecchio" e la ragazza, la voglia di provare nuove esperienze da parte della giovane rendono la pellicola piacevole da vedere x gli amanti dei film del regista sud-coreano........
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tita1973
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giovedì 10 giugno 2010
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soundtrack
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Vorrei sapere chi ha eseguito la colonna sonora del film e dove la posso trovare. Grazie!
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fulvia
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domenica 7 febbraio 2010
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ogni volta che penso a questo film, sorrido!
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E' un film stranissimo...giuro! Sorrido ogni volta che ci penso. Particolarissimo! Non esistono dialoghi, qualche parola contata, ogni 10 o 12 minuti. Potrebbe sembrare un film muto..però intanto sei lì che non stacchi un attimo gli occhi da quei due personaggi, tanto diversi e tanto teneri. Non c'è volgarità..nè pedofilia. Non c'è sesso, non c'è violenza. Il tutto ha contorni rosa..Odi il protagonista, però ti fa tenerezza. Senti l'esigenza di allontanare lei dalla barca prigione, poi ti rendi conto che quel barcone è la sua vita, il suo mondo. Finchè arriva il finale................... e quello è veramente imperdibile, giuro !!! Ti lascia sbigottito, attonito e ti stampa, senza volerlo, un so
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E' un film stranissimo...giuro! Sorrido ogni volta che ci penso. Particolarissimo! Non esistono dialoghi, qualche parola contata, ogni 10 o 12 minuti. Potrebbe sembrare un film muto..però intanto sei lì che non stacchi un attimo gli occhi da quei due personaggi, tanto diversi e tanto teneri. Non c'è volgarità..nè pedofilia. Non c'è sesso, non c'è violenza. Il tutto ha contorni rosa..Odi il protagonista, però ti fa tenerezza. Senti l'esigenza di allontanare lei dalla barca prigione, poi ti rendi conto che quel barcone è la sua vita, il suo mondo. Finchè arriva il finale................... e quello è veramente imperdibile, giuro !!! Ti lascia sbigottito, attonito e ti stampa, senza volerlo, un sorriso sulle labbra :O) Che film pazzesco!!! Voto 8 e mezzo!
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ines
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venerdì 30 gennaio 2009
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un incantevole poesia
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dall'inizio alla fine, il film è stato un susseguirsi di poesia, fascino, bellezza, amore sconfinato. Un film delicato, un regista Kim ki-duk, capace di farci sognare senza la necessità di pronunciare parole, ma di far vivere il film col cuore, con gli sguardi con l'incantevole musica. Mi è piaciuto tantissimo, mi ha emozionata..
il mare, il cielo, i tramonti, le carezze...incantevole scenografia..
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rubicante
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sabato 29 novembre 2008
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silenzi fragorosi formalizzati in colonne sonore.
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il regista sa parlare con le imagini e sa riempire i silenzi di una musicalità, che, quando diventa colonna sonora, comunica da un livelo di profondità, cui solo i grandi registi sanno garantire ritmo e cifra stilistica.Una storia d'amore toccante e coinvolgente tratteggiata con delicatezza e sensibilità spiazzando chi vedeva nel rapporto tra un vecchio e un'adolescente il pretesto per sanzionare pruderie rimosse, che l'autore non ha offerto.
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