musa°°
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lunedì 4 giugno 2007
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semplicemente "la febbre"....
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Senza esagerare, penso che "la Febbre", film di quel gran genio qual'è D'Alatri, penso sia un film che merita davvero tanto di cappello, in primis nn è il solito film italiano, quello volgare nel quale c'è sempre la bella ragazza semi nuda a fare da sfondo, e forse è anke per questo che "la febbre" nn ho avuto poi così tanto successo, perchè l'Italiano medio è quello che va al cinema una volta l'anno, magari a Natale per mantenere in vita i fratelli Vanzina, quello che guarda la tv solo se c'è Maria De Filippi a parlare ed è quello che legge un libro solo se si intitola "tre metri sopra il cielo". La febbre è un film che non solo racconta una storia normale, senza effetti speciali, ma racchiude una forma d'arte molto particolare, c'è musica, c'è scultura, c'è poesia.
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Senza esagerare, penso che "la Febbre", film di quel gran genio qual'è D'Alatri, penso sia un film che merita davvero tanto di cappello, in primis nn è il solito film italiano, quello volgare nel quale c'è sempre la bella ragazza semi nuda a fare da sfondo, e forse è anke per questo che "la febbre" nn ho avuto poi così tanto successo, perchè l'Italiano medio è quello che va al cinema una volta l'anno, magari a Natale per mantenere in vita i fratelli Vanzina, quello che guarda la tv solo se c'è Maria De Filippi a parlare ed è quello che legge un libro solo se si intitola "tre metri sopra il cielo". La febbre è un film che non solo racconta una storia normale, senza effetti speciali, ma racchiude una forma d'arte molto particolare, c'è musica, c'è scultura, c'è poesia.... Non so se mi è mai capitato di imparare così tante cose da un film...mi sono avvicinata alla poesia di un poeta fantastico qual'è Derek Wallcott, ho iniziato ad ascoltare la musica dei Negramaro, che firmano l'intera colonna sonora del film, ho potuto notare la scultura di un vero artista quel'è Peppino Campanella. La febbre è un film che valorizza l'arte e stronca l'italia del 2000, forse è anche per questo che la massa non è accorsa al cinema in suo onore, perchè ormai si ha paura di aprire gli occhi e di reagire, e questo film lo spiega benissimo, ma sinceramente è ora di togliere la maschera e di mostrare i denti ed è ora di iniziare a notare quello che l'Italia offre e La Febbre offre l'opportunità di farlo!Per ultima cosa, un invito a chi legge questa recensione, che più che una recensione è una denuncia a chi ormai chiude gli occhi e si lascia guidare dai media: Si può andare al cinema e imparare ad amare il proprio paese, D'alatri l'ha capito e ce lo sta proponendo...non lasciamo sfuggire qsta opportunità!!!
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[+] ottima recensione....
(di matteo)
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mirco
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martedì 5 aprile 2005
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un film che fà riflettere su ciò che conta davvero
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Al di là della denuncia alle ingiustizie che normalmente si incontrano nella vita quotidiana,il film a mio parere fà riflettere sulle scelte di vita,dando maggiore attenzione (come reputo giusto) a ciò che ci rende davvero felici e insegnandoci ad ascoltare più noi stessi che tutti gli altri.Naturalmente il film é anche romantico,ma chi lo sà magari per essere felici basta davvero fare solo quello che ci rende tali.Penso che tutti viviamo in un certo senso questo film,quindi credo ci possa aiutare a riflettere meglio sulle nostre scelte,per non fare la fine di Faoni (collega di "Fabio Volo" nel film). Ciao! Mirco
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francy
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venerdì 1 aprile 2005
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si prospetta un grande successo!!!
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Ecco la storia di Mario Bettini (Fabio Volo), un ragazzo sulla trentina che sogna di aprire un locale, il "MazDePaz" a Cremona.
Nel frattempo viene assunto come ingegnre presso il comune. Poco entusiasta di questa opportunità cerca di sfruttarla per realizzare il suo sogno: eh si, infatti per poter aprire un locale servono permessi A.S.L., permessi di agibilità, vigili del fuoco e comunali, tutti permessi che grazie a lui... sembrano più facili da ottenere, ma... "se l'invidia fosse febbre, ce l'avrebbero tutti".
Apparentemente in sè la trama non sembra essere nulla di che, ma grazie alla studiatissima regia di Alessandro D'Alatri riesce a trsformasi in un apprezzabilissimo film. Sorprendenti effetti speciali e location al di fuori delle abitudini, "la Febbre" sembra prospettarsi un'altro grande successo del regista, già direttore di Fabio Volo nel 2002 col film "Caso Mai" (insieme a Stefania Rocca).
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Ecco la storia di Mario Bettini (Fabio Volo), un ragazzo sulla trentina che sogna di aprire un locale, il "MazDePaz" a Cremona.
Nel frattempo viene assunto come ingegnre presso il comune. Poco entusiasta di questa opportunità cerca di sfruttarla per realizzare il suo sogno: eh si, infatti per poter aprire un locale servono permessi A.S.L., permessi di agibilità, vigili del fuoco e comunali, tutti permessi che grazie a lui... sembrano più facili da ottenere, ma... "se l'invidia fosse febbre, ce l'avrebbero tutti".
Apparentemente in sè la trama non sembra essere nulla di che, ma grazie alla studiatissima regia di Alessandro D'Alatri riesce a trsformasi in un apprezzabilissimo film. Sorprendenti effetti speciali e location al di fuori delle abitudini, "la Febbre" sembra prospettarsi un'altro grande successo del regista, già direttore di Fabio Volo nel 2002 col film "Caso Mai" (insieme a Stefania Rocca).
Perfettamente adatto per questo ruolo Fabio Volo, a volte serio a volte un pò inebetito e travolto dalle situazioni, rispecchia perfettamente l'uomo trentenne insicuro, ma nonostante ciò responsabile, del XXI secolo.
Consiglio a tutti di andarlo a vedere per due motivi:
1- innanzi tutto per promuovere il cinema italiano, che proprio in questi anni più che mai sembra produrre film di ottima qualità e che con un pò d'aiuto potrebbe non apparire così banale e scontato come per molti sembra essere; insomma, sfatiamo un pò il detto che "l'erba del vicino è sempre più verde!".
2- perchè riesce a farci vedere la realtà di tutti i giorni che di solito è nascosta da ipocrise e falsità: qui infatti è possibile scoprire retroscena di una società che ahimè, non non sembra cambiare mai.
Inevitabile, come in ogni film, lo sfondo di una dolce, travolgente e passionale storia d'amore.
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(di franco)
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francesco balzano
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giovedì 19 maggio 2005
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il volo di un sognatore
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Dopo aver visto la febbre mi sono sentito sollevato.Sì perchè dopo tanti film italiani, che a definirli scarsi gli si fa un complimento, arriva questo 'La febbre', che mi fa capire che c'è ancora un pizzico di inventiva anche da noi. Fabio Volo ha confermato di essere una persona di buon senso, capace di scegliere progetti per cui vale la pena metterci la faccia. Valeria Solarino dimostra che essere belle non significa non essere brave. Il film, a mio avviso, non vuole essere una denuncia contro questa società (tutti sappiamo che la meritocrazia, in Italia, è sparita da un pezzo), ma è la storia di un sognatore, che scontento della gente che lo circonda, trova il suo angolo di felicità in un locale e nell'amore per una donna.
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Dopo aver visto la febbre mi sono sentito sollevato.Sì perchè dopo tanti film italiani, che a definirli scarsi gli si fa un complimento, arriva questo 'La febbre', che mi fa capire che c'è ancora un pizzico di inventiva anche da noi. Fabio Volo ha confermato di essere una persona di buon senso, capace di scegliere progetti per cui vale la pena metterci la faccia. Valeria Solarino dimostra che essere belle non significa non essere brave. Il film, a mio avviso, non vuole essere una denuncia contro questa società (tutti sappiamo che la meritocrazia, in Italia, è sparita da un pezzo), ma è la storia di un sognatore, che scontento della gente che lo circonda, trova il suo angolo di felicità in un locale e nell'amore per una donna. Più poetico di così.
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onde
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sabato 2 aprile 2005
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la febbre, voglia contagiosa di vivere
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La febbre, titolo dell' ultimo film di D' Alatri, è la voglia "contagiosa" di fare e costruire delle nuove generazioni. Mario, il protagonista del flim, è un trentenne con diploma di geometra che vince un posto fisso presso il comune di Cremona. Qui dovrà scontrarsi con le invidie e i sotterfugi dei colleghi ed imparerà a proprie spese come nel paese Italia chi crede in quello che fa incontra ostacoli continui. La crescita di Mario, coronata dall' incontro con Linda, ragazza di bellezza mediterranea, condurrà il ragazzo a sviluppare una visione realistica sulla possibilità di realizzazione dei propi sogni. Ma come si dice alla fine del flim non si può diventare schiavi di un sogno: conta essere se stessi e se il caso e il mondo circostante ti opprime inventarsi nuovi sogni.
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federico
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sabato 23 aprile 2005
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ottimo
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Edolo (Bs)
E' dalla provincia di Brescia, cioè dall'Italia intera, come è rappresentata nel film "La febbre" che mando il mio plauso più sincero a questa bella opera. Personalmente non saprei dare giudizi tecnici approfonditi sulla lavorazione o gli effetti digitali, non ne sono capace. Mi limito a dire, come trentacinquenne che abita, lavora, vive e spera nell'italia del 2005, che questo film, lascia a mio avviso un "bel sapore di speranza" nello spettatore...La storia, semplice e realistica, è raccontata con grazia ma con intensità, coinvolge nel più profondo dell'animo le persone, che si possono specchiare in essa. Le musiche coinvolgenti, le sfumature delle inquadrature e le riperese da lontano, gli episodi sognati dall'interprete, trascinano lo spettatore e gli ricordano qualche battuta dei film di Federico Fellini.
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Edolo (Bs)
E' dalla provincia di Brescia, cioè dall'Italia intera, come è rappresentata nel film "La febbre" che mando il mio plauso più sincero a questa bella opera. Personalmente non saprei dare giudizi tecnici approfonditi sulla lavorazione o gli effetti digitali, non ne sono capace. Mi limito a dire, come trentacinquenne che abita, lavora, vive e spera nell'italia del 2005, che questo film, lascia a mio avviso un "bel sapore di speranza" nello spettatore...La storia, semplice e realistica, è raccontata con grazia ma con intensità, coinvolge nel più profondo dell'animo le persone, che si possono specchiare in essa. Le musiche coinvolgenti, le sfumature delle inquadrature e le riperese da lontano, gli episodi sognati dall'interprete, trascinano lo spettatore e gli ricordano qualche battuta dei film di Federico Fellini. Grazie per questo film, per come è stato realizzato, per il mesaggio positivo che trasmette. Coraggio regista Sig. D'Alatri, regali all'Italia ancora la sua volglia di migliorare il nostro Paese, dalla sua ottica particolarissima, piena di poesia...Bravo Volo, continua a mostrare il valore alto dell'essere Normale ed umano, in una società in cui l'apparenza, il conformismo, la ricerca di favori a volte sembrano prevalere. E grazie a tutti noi, che possiamo premiare e usufruire di queste opere d'arte, ma soprattutto, possiamo continuare a crederci...In questo nostro splendido paese, figlio del sacrificio dei nostri padri e dei nostri nonni, paese che ci impegnamo, da subito, come l'interprete del film, a migliorare con la nostra fantasia, intelligenza, onestà, solidità.
Federico
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michele il critico
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giovedì 12 maggio 2005
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la febbre
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LA FEBBRE
regia: Alessandro D'Alatri
Giovanotto di Cremona, laureando in architettura, sogna di aprire una discoteca con il suo gruppo di amici. Ma dal comune arriva la lettera di assunzione per un posto di lavoro ottenuto attraverso un'antica raccomandazione del padre ormai deceduto, ma il cui sguardo fotografato ed incorniciato incombe sempre. Che fare? Spinto anche da una madre sempre presente accetta il posto, ma scopre la corruzione politica che impedisce la crescita del paese.
Il film di D'Alatri è finalmente una piacevole sorpresa per il cinema italiano, pieno di inventiva e mai convenzionale proprio come i pensieri del protagonista: nell'impatto visivo dei campi, nel taglio tra le inquadrature, nel modo di relazionare le sequenze (attraverso transizioni sperimentali), nelle idee.
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LA FEBBRE
regia: Alessandro D'Alatri
Giovanotto di Cremona, laureando in architettura, sogna di aprire una discoteca con il suo gruppo di amici. Ma dal comune arriva la lettera di assunzione per un posto di lavoro ottenuto attraverso un'antica raccomandazione del padre ormai deceduto, ma il cui sguardo fotografato ed incorniciato incombe sempre. Che fare? Spinto anche da una madre sempre presente accetta il posto, ma scopre la corruzione politica che impedisce la crescita del paese.
Il film di D'Alatri è finalmente una piacevole sorpresa per il cinema italiano, pieno di inventiva e mai convenzionale proprio come i pensieri del protagonista: nell'impatto visivo dei campi, nel taglio tra le inquadrature, nel modo di relazionare le sequenze (attraverso transizioni sperimentali), nelle idee.
Un racconto italiano forse metafora della vita: l'uomo non supera i propri limiti per paura di rimanere solo,di vedere sfumare il sogno o, come dice il presidente nel film, per non perdere la speranza e la poesia.
Perchè nel film ricorrono tombe e funerali? Forse perchè bisogna vedere "molti" morti per ritrovarsi. E la febbre è il momento doloroso in cui il protagonista coglie se stesso ed il proprio rapporto con la realtà, il momento in cui decide di tirarsi fuori dal gioco. Ed emblematica in tal senso è la metafora semplice (ma onirica) della rinuncia della carta d'identità.
Alla fine ritrova l'amore.
VOTO ***1/2
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