La caduta - Gli ultimi giorni di Hitler

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Un film di Oliver Hirschbiegel. Con Bruno Ganz, Alexandra Maria Lara, Corinna Harfouch, Ulrich Matthes, Juliane Köhler.
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Titolo originale Der Untergang. Drammatico, durata 150 min. - Germania 2004. - 01 Distribution uscita venerdì 29 aprile 2005. MYMONETRO La caduta - Gli ultimi giorni di Hitler * * * - - valutazione media: 3,26 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
joker 91 domenica 27 febbraio 2011
ganz superbo Valutazione 3 stelle su cinque
25%
No
75%

lo trovo un ottimo film anche se decisamente troppo lungo e con qualche momento troppo smorto,tuttavia questo film rende l'immagine della follia del demonio di hitler attraverso un attore magnifico ovvero ganz che trasmette umanità unita a delirio al personaggio, forse più difficile da interpretare nell intera storia sino ai giorni d'oggi ed ovviamente il più scottante da affrontare,l'attore a regalato un interpretazione superba ma la durata del film è troppo ed in molte sequenze specialmente quando ganz non è presente si avverte stanchezza,lo stesso ganz avrebbe dovuto avere molto più spazio. La ricostruzione del bunker si dice che sia fedelissima

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gianmaria s mercoledì 30 aprile 2008
si fa confusione (voluta?) tra carnefici e vittime Valutazione 3 stelle su cinque
25%
No
75%

Commentatissimo film sugli ultimi giorni di Hitler nel bunker di Berlino quando la Germania sta soccombendo sotto i colpi dell'armata rossa e degli alleati. Hitler seguendo una strategia, se così si può chiamare, dettata dalla pazzia, vorrebbe mandare al macello tutti i civili tedeschi non degni di vivere a sentir "lui"... Dal punto di vista cinematografico è un film ben realizzato, con la giusta scelta dei tempi filmici e dai bei colori. Graz che interpreta Hitler meriterebbe due oscar. Il regista gira un'opera da storico più che da cinematografo... Proprio la precisione storica "maniacale" e la bravura di Graz sono gli elementi che più turbano. Si può già trattare il nazismo e Hitler con l'imparzialità di qualsiasi altro evento storico? Nel film, se non fosse per gli insufficienti 2 titoli finali che ricordano i 50 milioni di morti in guerra e i 6 milioni di ebrei morti nei campi di concentramento, si fa una confusione (voluta?) tra carnefici e vittime, i nazisti sono oltremodo umanizzati dipingendone i tratti che ne esaltano il pudore verso la morte, l'onore di soldati e l'umanità. [+]

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vanbronck martedì 21 giugno 2005
lacrime "alla hirschbiegel" Valutazione 2 stelle su cinque
36%
No
64%

Molti (fra cui un acceso Wim Wenders) si sono scagliati contro questo film a priori, scandalizzati al solo pensiero che potesse essere offerta al pubblico l'idea di un Adolf Hitler uomo, che possa piangere e sappia anche dire "grazie". Non è così che si guarda un film. Per quanto terribile sia la figura del fuhrer, bisogna prendere atto che è questo il lato che ci ha voluto mostrare Hirschbiegel: che possa essere una scelta discutibile è palese, che il regista tedesco abbia perso il controllo del "suo" Hitler è probabile, ma non può essere per questo che ne vada stroncata l'opera. Per quanto riguarda il film in sè, da l'idea di voler essere un ritratto a tutto tondo della Berlino (e della Germania) del '45, e di un sogno (o di un incubo) nazional-socialista che si infrange. [+]

[+] grande opera corale (di markoid)
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lorenzo mercoledì 16 novembre 2005
rimane un filmetto di regime... Valutazione 2 stelle su cinque
35%
No
65%

Ha diversi aspetti interessanti, ma rimane un filmetto di propaganza antinazista, per quanto meno dozzinale della media. Aspetti positivi: l'ottima recitazione (soprattutto di Ganz), l'atmosfera claustrofobica del bunker, gli effetti speciali. Aspetti negativi: pur mostrando alcuni aspetti umani del Fuehrer e del suo entourage il film ripropone innumerevoli stereotipi della vulgata di regime: 1) La condanna della guerra: tutti i personaggi che desiderano proseguire il combattimento sono presentati o come soldati-automi o come ragazzini inebetiti dalla propaganda; tutti coloro che vogliono deporre le armi come individui pieni di senno e di calore umano; 2) Hitler pazzo: il Fuehrer non è rappresentato come un genio politico ed un profeta religioso, per quanto snervato dalla malattia e dalla disfatta, ma come un maniaco che ha ormai perso ogni contatto colla realtà esterna. [+]

[+] ma vattene (di mak)
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fericjaggar lunedì 14 febbraio 2011
non regge il confronto... Valutazione 1 stelle su cinque
15%
No
85%

...con il precedente "Gli ultimi dieci giorni di Hitler", un B-movie in cui la parte del dittatore era sostenuta da Alec Guinnes. La Caduta è molto pretenzioso, l'ho trovato gratuitamente truculento, il doppiaggio di Hitler e quello di Himmler sono esageratamente caricaturali (pecca dell'edizione italiana, ovviamente), così come il personaggio di Goebbels è reso in modo grottesco. Ma soprattutto ha il demerito di voler fare il kolossal e di non riuscire invece a rendere la spoglia tetraggine, necessariamente minimalista, del bunker e della Cancelleria di quei giorni. Effetti digitali poco credibili. Traudl Junge cerca di passare per stralunata testimone del crollo, ma si sente la mancanza di una vera trama. [+]

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paride86 martedì 3 febbraio 2009
no! Valutazione 2 stelle su cinque
21%
No
79%

"La caduta" di Oliver Hirschbiegel ripropone lo stesso errore di Mel Gibson ne "La passione": a che serve prendere un piccolo frammento di una complessa storia e riportarlo sullo schermo? Quale valore interpretativo gli si può dare? Di nazista ne "La caduta" ci sono solo le divise e i baffetti di Ganz, per il resto il vuoto totale: della mentalità nazionalsocialista nessuna traccia, dell'odio razziale contro i non appartenenti alla razza ariana solo qualche blando riferimento. In questo film si vede soltanto l'"eroica", disperata e sofferta resistenza di un regime nei suoi ultimi giorni. Ma per come è raccontato poteva essere un regime qualsiasi, allo stesso modo in cui il Cristo di Gibson poteva essere un qualunque prigioniero romano crocifisso. [+]

[+] sì ! (di asdrubale)
[+] però... (di tomsoyer75)
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nick castle venerdì 4 marzo 2011
non troppo lodevole... Valutazione 2 stelle su cinque
0%
No
100%


Dopo l'ottimo esordio, Hirschbiegel tenta un operazione grossa, rischiosa e sostanzialmente non troppo riuscita, trasporre al cinema la vera follia insieme all'umanità, dell'arcinoto Fuhrer, Adolf Hilter. Il film racconta principalmente dal punto di vista della segretaria personale del Fuhrer, gli ultimi dodici giorni del Reich, con Hitler e subalterni rinchiusi nel bunker, dove fu trasferito il governo, con qualche saltuaria uscita all'aria aperta. Il film risulta un po' ripetitivo, perchè durante i 12 giorni, non si fa altro che assistere agli sbottanmenti del Fuhrer, conseguenti alla consapevolezza che in pochi eseguivano i suoi ordini, a riunioni di ufficiali, bevute fra camerati, le trombate del cognato di Hitler, Hermann, ufficiale poco fedele e irascibile, e cosi via. [+]

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cult movie mercoledì 17 gennaio 2007
capolavoro assoluto o bufala ben confezionata? Valutazione 2 stelle su cinque
16%
No
84%

Non saprei dire se Hitler è stato veramente il più grande assassino della storia del Novecento, e perseguo il dubbio che anche Stalin non sia stato uno stinco di santo. Ma Hitler è Hitler, nel bene e nel male: è il personaggio più ignobilmente cattivo della storia dell'umanità. E' stato un cattivo veramente cattivo: ignobile, cinico, folle. E la sua follia lo ha cresciuto e lo ha distrutto. Detto questo, la storia del cinema è piena di ritratti hitleriani ("Maloch" è il migliore, se vi interessa), e di una nuova puntata della vicenda Hitler francamente non se ne sentiva il bisogno. Ne sentiva forse il bisogno Oliver Hirschbiegel, tanto da girarne addirittura un film (lungo, troppo lungo) e di farne una sorta di ritrattino post moderno. [+]

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dario lunedì 14 febbraio 2011
molle Valutazione 2 stelle su cinque
0%
No
100%

Un tributo all'isteria. Ganz è bravo, ma va spesso fuori dalle righe. Quasi scadente la sceneggiatura, bloccata su una sorta di trattazione didascalica del dramma. Non c'è pathos. Tutto è scontato. La pseudo narrazione si avvale di frasi scontate e dunque il dramma è tutto di testa, suona falso. Ci sarebbe voluta tensione, dato che le vicende sono risapute: la tensione non c'è per modestia registica. L'impianto è vagamente teatrale e dunque malamente verboso. Operazione fallita. Sta in piedi la ricostruzione storica, a tratti godibile.

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