rongiu
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mercoledì 23 marzo 2011
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“dentro e sotto la pelle”.
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“- … in verità tutti i romanzi sono 'storici', così come tutti i romanzi sono 'sperimentali'…” - È, questa, parte di una nota più lunga che lo scrittore partenopeo Enzo Striano inserisce nel suo libro “Il resto di niente”; fonte ispiratrice per la regista Di Lillo. Perché Striano reputa necessaria questa nota? Per avvertire gli etichettatori d’opere d’ingegno che nella stesura del suo lavoro si è sentito libero nello spirito e nei contenuti. Altra nota inserita, che mi par interessante citare, è quella del Manzoni -"Lo scrittore deve profittare della storia, senza mettersi a farle concorrenza" (Lettera al Fauriel ), a detta di alcuni (due per la verità) amici esperti, che il libro lo hanno letto e studiato, Striano è riuscito nell’intento di parlar di storia senza creare attrito.
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“- … in verità tutti i romanzi sono 'storici', così come tutti i romanzi sono 'sperimentali'…” - È, questa, parte di una nota più lunga che lo scrittore partenopeo Enzo Striano inserisce nel suo libro “Il resto di niente”; fonte ispiratrice per la regista Di Lillo. Perché Striano reputa necessaria questa nota? Per avvertire gli etichettatori d’opere d’ingegno che nella stesura del suo lavoro si è sentito libero nello spirito e nei contenuti. Altra nota inserita, che mi par interessante citare, è quella del Manzoni -"Lo scrittore deve profittare della storia, senza mettersi a farle concorrenza" (Lettera al Fauriel ), a detta di alcuni (due per la verità) amici esperti, che il libro lo hanno letto e studiato, Striano è riuscito nell’intento di parlar di storia senza creare attrito. Ed il film? Il film ci presenta, in modo comprensibile e sperimentale, una Donna \il Volere o sono/ e le vicende di quello che è diventato il “Suo” popolo \il Voler divenire o sarò/. Una grande donna. Grande nella testa, più che nel corpo. Testa e corpo. Una testa nata per pensare su di un corpo nato per agire e per amare. Eleonora Pimentel Fonseca è il nome di questa donna. Nella vita di Eleonora, entra un uomo, che provo ad inquadrare così -
E' inutile a mettere 'o rum... 'nu strunz’ n’addeventa babbà! (Non c’è niente da fare. Anche a mettere del rhum, uno sterco non diventa un babà).
Eleonora ha fatto di tutto per mantenere vivo il suo matrimonio, e cosa ha ricevuto? Violenze fisiche, morali, aborti obbligati, la morte prematura del figlioletto Francesco, tradimenti e… Questo periodo buio della sua vita le fornisce, nonostante tutto, linfa vitale per donarsi ai Napoletani. Riesce, in tal senso, a dare equilibrio espressivo e d’azione, al numeroso gruppo di teste pensanti che frequenta. Ciaia, Cirillo, Cuoco, De Deo, Fasulo, Lomonaco, Pagano, Serra, Russo, sono solo alcuni dei teorici della Repubblica Napoletana. Allo stesso modo, anche la nostra regista riesce a dare armonia d’azione ai vari de Medeiros, Sparno, Villa, Di Florio, Zinna, Manchisi, Ragni, Moscato, Esposito. Ma non è tutto. Non è tutto perché bisogna dare il giusto merito al lavoro dello sceneggiatore Giuseppe Rocca. E' merito suo se, con sapienza, ha saputo dare alla variegata etnia linguistica il giusto intreccio; liberandoci da un ansioso approccio interpretativo. Ma non è tutto. Non è tutto perché se è stato possibile percepire “intus et in cute” “dentro e sotto la pelle”, l’iniziale idea repubblicana, il fermento delle classi sociali, il ruolo dei vari protagonisti, il risvolto umano finale, lo dobbiamo al meraviglioso connubio di altri tre componenti il cast - Ciancio/Sepe/Franchini, ovvero costumi\musica\montaggio. Un film che consiglio di vedere; educa al pensiero, ai valori, al sano agire. Abbiamo il dovere di preservare queste memorie, non possiamo lasciar cadere nel dimenticatoio le ultime parole pronunciate dalla Pimental - “Forsan et haec olim meminisse iuvabit”, tradotte stanno a letteralmente significare “Forse un giorno la memoria di questi avvenimenti ci sarà gradita”. (Virgilio/Eneide, I, 203). Enea, con queste parole suole incoraggiare i compagni nei momenti avversi dell’umana esistenza. Questo è il Cinema per tutte le stagioni.
Good Ciack!
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vincenzo sangez
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domenica 20 marzo 2005
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tutto ricordare, tutto dimenticare
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se oggi parliamo di film coraggioso o film di autore, releghiamo l'operazione cinematografica ad un pubblico di nicchia. questo succede in italia in questo momento storico. la convivenza dei monicelli, dei risi con i pasolini, i fellini è ormai storia del gold cinema italiano. il film della de lillo è semplicemente "importante", perchè raffinato, politico, ricercato, ma soprattutto popolare. ripeto: popolare. usiamo questo termine che viene confuso col populismo televisivo e con i personaggi coatti dei rotocalchi da barbiere. il resto di niente si ispira ad un libro che ebbe un parto difficile,ma è divenuto un long seller, grazie all'attenzione dei lettori che hanno fatto da vera cassa di risonanza per pubblicizzarlo.
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se oggi parliamo di film coraggioso o film di autore, releghiamo l'operazione cinematografica ad un pubblico di nicchia. questo succede in italia in questo momento storico. la convivenza dei monicelli, dei risi con i pasolini, i fellini è ormai storia del gold cinema italiano. il film della de lillo è semplicemente "importante", perchè raffinato, politico, ricercato, ma soprattutto popolare. ripeto: popolare. usiamo questo termine che viene confuso col populismo televisivo e con i personaggi coatti dei rotocalchi da barbiere. il resto di niente si ispira ad un libro che ebbe un parto difficile,ma è divenuto un long seller, grazie all'attenzione dei lettori che hanno fatto da vera cassa di risonanza per pubblicizzarlo. il mio augurio e che questo film abbia la stessa sorte: per l'interpretazione magistrale della protagonista; per la lunga gestazione produttiva e realizzativa, più di sette anni di lavoro tenace; per l'importanza in questo momento storico nel panorama stitico del cinema italiano che guarda, purtroppo, ad un target televisivo e di cassetta.
non è un film coraggioso, perchè lo avvilirebbe, ma un film lucido.
non è un film di autore, perchè lo relegherebbe nello scantinato del dimenticatoio, ma è un film importante.
il film attraversa il romanzo storico, in parte reinventandolo ed in parte documentandolo; per questa articolata natura si rivolge ai giovani ed al suo pensiero acerbo e ricco di aspettative: che un mondo migliore è possibile. si rivolge agli addetti ai lavori, per la sua precisione recitativa, fotografica, scenografica e di montaggio. al pubblico distratto che troverebbe in una serata sonnacchiosa una scossa di piacere visivo. alla critica che costretta a bastonare i film italiani per pochezza di mezzi e idee, con questo lungometraggio si riconcilia col cinema italiano.
insomma, auguro a chi vede il resto di niente di provare la mia stessa emozione.
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ziogiafo
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martedì 12 aprile 2005
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ziogiafo - il resto di niente - 1^ parte
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Film molto interessante, che si discosta nettamente dalla tendenza dei giorni nostri, dove vengono proposte continuamente commedie commerciali,
leggere e facilmente fruibili, quattro risate e via, senza applicarsi più di tanto. Oppure siamo sottoposti alle pressanti proposte delle grandi produzioni cinematografiche americane che ci tartassano con i cosiddetti effetti speciali... sempre più speciali, a svantaggio dell'essenza del soggetto e dell’arte del recitare. Benvenga la colta cinematografia della bravissima
Antonietta De Lillo, che con grande coraggio ha "osato" mettere in scena "IL RESTO DI NIENTE" tratto dall'omonimo romanzo di Enzo Striano. Romanzo straordinario, definito come il più grande affresco della Napoli di fine '700, qualcuno addirittura l'ha paragonato al "Gattopardo" di
Tomasi di Lampedusa.
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Film molto interessante, che si discosta nettamente dalla tendenza dei giorni nostri, dove vengono proposte continuamente commedie commerciali,
leggere e facilmente fruibili, quattro risate e via, senza applicarsi più di tanto. Oppure siamo sottoposti alle pressanti proposte delle grandi produzioni cinematografiche americane che ci tartassano con i cosiddetti effetti speciali... sempre più speciali, a svantaggio dell'essenza del soggetto e dell’arte del recitare. Benvenga la colta cinematografia della bravissima
Antonietta De Lillo, che con grande coraggio ha "osato" mettere in scena "IL RESTO DI NIENTE" tratto dall'omonimo romanzo di Enzo Striano. Romanzo straordinario, definito come il più grande affresco della Napoli di fine '700, qualcuno addirittura l'ha paragonato al "Gattopardo" di
Tomasi di Lampedusa. Il viaggio nell'anima della marchesa Eleonora Pimentel De Fonseca, protagonista della storia del film, avviene innanzitutto attraverso una stupenda interpretazione di Maria De Medeiros, brava attrice portoghese, che viene calata nel personaggio storico in un
ruolo calzante a dir poco emozionante. Mediante il sapiente uso della macchina da presa il film si avvale di fantastici "primi piani" e stupende "carrellate" che donano alla storia un tocco artistico che la regista napoletana ha saputo dare.
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(di ziogiafo)
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ziogiafo
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lunedì 18 aprile 2005
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ziogiafo - il resto di niente - 2^ parte
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../.. si riprende dalla 1^ Parte
Il panorama storico in cui si svolge il racconto cinematografico è sicuramente complesso,colmo di eventi e nomi di rilievo,per dare spazio a sufficienza a tutto ci sarebbero volute altre due ore di pellicola e copiosi investimenti economici, ma non credo che fosse quello l'obiettivo del film. Comunque,le tragiche vicissitudini della marchesa De Fonseca che partecipò alla rivoluzione napoletana antiborbonica del 1799 appassionano anche un pubblico più distratto. Questa donna esile,fragile ma tenace che cercò in tutti i modi di far valere i diritti dei cittadini,di educare la plebe per migliorarne le condizioni di vita.Fondò il "Monitore Napoletano" un giornale rivoluzionario repubblicano, dove scriveva articoli contro il regime borbonico.
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../.. si riprende dalla 1^ Parte
Il panorama storico in cui si svolge il racconto cinematografico è sicuramente complesso,colmo di eventi e nomi di rilievo,per dare spazio a sufficienza a tutto ci sarebbero volute altre due ore di pellicola e copiosi investimenti economici, ma non credo che fosse quello l'obiettivo del film. Comunque,le tragiche vicissitudini della marchesa De Fonseca che partecipò alla rivoluzione napoletana antiborbonica del 1799 appassionano anche un pubblico più distratto. Questa donna esile,fragile ma tenace che cercò in tutti i modi di far valere i diritti dei cittadini,di educare la plebe per migliorarne le condizioni di vita.Fondò il "Monitore Napoletano" un giornale rivoluzionario repubblicano, dove scriveva articoli contro il regime borbonico.Impresa difficilissima, per la diffusa ignoranza di un popolo che non sapeva neanche leggere e che serviva qualsiasi tipo di padrone purchè lo facesse mangiare. Dopo tanta fatica non riesce a raccogliere purtroppo nessun risultato ... ( "il resto di niente" ... appunto, napoletanamente detto) "... avete scritto, giornali, pieni di schifezze ... Avete parlato in pubblico! Una donna! Non ve mettite scuorno? ... Pena de morte". Bravi anche tutti gli altri attori, pur se non conosciutissimi hanno avuto l'opportunità di ricoprire anche per breve tempo ruoli di grandi personaggi storici. Daniele Sepe ha saputo dosare le musiche in maniera egregia conservando quel tocco di magia che la tradizione popolare dell'epoca richiedeva. Non è un film didattico ma sicuramente stimola l'interesse ai più curiosi per un approfondimento storico.- Buona visione !!!- Cordialmente- ziogiafo
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manuel
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giovedì 24 marzo 2005
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un film da non sottovalutare..
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Poche parole per un film che sicuramente manterrà alto il nome del cinema italiano nel mondo, di quel cinema di qualità che, ovvio, non piace alla massa ma che è portatore della vera identità di un paese.
La pellicola narra le vicende della Napoli rivoluzionaria del 1799 con una trama avvincente e uno scorrimento dinamico e appassionante; supportato da una fotografia ricercata e la colonna sonora firmata dal grande Daniele Sepe.
Un film da vedere, forse più volte anche...
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carlo coppola
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martedì 29 marzo 2005
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un'idea cosmopolita di napoli
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Se dovessimo pensare in termini critici a questa opera di Antonietta de Lillo non dovremmo le constesteremmo nulla, se non di aver scelto per questo lavoro un cast tecnico ed artistico assai fin troppo preparato, attori troppo bravi, fotografia e montaggio quasi insuperabili (meglio l'idea illuminatoria di Cesare Accetta che di altri) e due produttori Li Sacchi e Letizia che il cui coraggio ha permesso anche se in ritardo l'uscita del film. Ma come si intende tutti questi sono pregi. Il film parla quattro lingue ed ha dei dialoghi di grande qualità ed efficacia, senza parlare del commento musicale di Daniele Sepe che mostra di aver fatto un progressione artistica davvero interessante tale da renderlo amabilissimo anche a chi non dovesse amare pizziche e tarente o altre musiche popolari.
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Se dovessimo pensare in termini critici a questa opera di Antonietta de Lillo non dovremmo le constesteremmo nulla, se non di aver scelto per questo lavoro un cast tecnico ed artistico assai fin troppo preparato, attori troppo bravi, fotografia e montaggio quasi insuperabili (meglio l'idea illuminatoria di Cesare Accetta che di altri) e due produttori Li Sacchi e Letizia che il cui coraggio ha permesso anche se in ritardo l'uscita del film. Ma come si intende tutti questi sono pregi. Il film parla quattro lingue ed ha dei dialoghi di grande qualità ed efficacia, senza parlare del commento musicale di Daniele Sepe che mostra di aver fatto un progressione artistica davvero interessante tale da renderlo amabilissimo anche a chi non dovesse amare pizziche e tarente o altre musiche popolari. La maggior parte del cast tecnico e artistico è dunque napoletana: Il film è napoletano dove napoletano significa cosmopolita. Appartiene, infatti, a quella schiera di opere d'arte, che se vigessero solo criteri meritocratici dovrebbe essere rappresentante della cultura italiana all'estero.
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gennaro cognamiglio
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sabato 26 marzo 2005
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la memoria ritrovata
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un film bellissimo che ricostruisce la vicenda del 1799 con rigore storico e tratteggia i personaggi con stile evitando la trappola della partigianeria. Eleonora è dubbiosa e capisce l'importanza della comunicazione, è quindi una donna moderna, attuale.
E' un piacere quindi salutare questo film che rinnova il ricordo di tempi, che furono definiti da Croce tra "i più rilucenti della moderna storia d'Italia".
Brava de Lillo.
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luca scialò
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lunedì 21 marzo 2011
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una rivoluzione mossa dalla cultura,non dal popolo
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Eleonora Pimentel De Fonseca è una nobile portoghese nata a Roma e trasferitasi a Napoli molto piccola. Qui coltiva una grande passione per la scrittura, tanto da rendersi autrice di molte prose, non apprezzate però dall'ambiente aristocratico poco colto che la circonda. Tale discrepanza si acuisce quando sposa il rozzo Conte De Solis, che non apprezza la sua cultura, anzi arriva pure a maltrattarla tanto da farle perdere due gravidanze. Un matrimonio triste, da cui morirà anche l'unico frutto del loro presunto amore. Lascia così il tetto coniugale e continua a frequentare gli ambienti colti, fino a diventare una delle "autrici" della rivoluzione napoletana anti-borbonica, sull'onda di quella francese, che aveva portato alla Repubblica.
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Eleonora Pimentel De Fonseca è una nobile portoghese nata a Roma e trasferitasi a Napoli molto piccola. Qui coltiva una grande passione per la scrittura, tanto da rendersi autrice di molte prose, non apprezzate però dall'ambiente aristocratico poco colto che la circonda. Tale discrepanza si acuisce quando sposa il rozzo Conte De Solis, che non apprezza la sua cultura, anzi arriva pure a maltrattarla tanto da farle perdere due gravidanze. Un matrimonio triste, da cui morirà anche l'unico frutto del loro presunto amore. Lascia così il tetto coniugale e continua a frequentare gli ambienti colti, fino a diventare una delle "autrici" della rivoluzione napoletana anti-borbonica, sull'onda di quella francese, che aveva portato alla Repubblica. Ben presto si accorgerà di essere più vicina al popolo che agli aristocratici ed entrerà nel cuore della rivoluzione.
Antonietta De Lillo, regista promettente ma ferma a questo film datato 2004, traspone in maniera ottimale il romanzo di Enzo Striano "Il resto di niente", incentrato sulla figura di Eleonora de Fonseca Pimentel sullo sfondo della rivoluzione napoletana datata 1799. Si è servita prevalentemente di attori napoletani, eccetto Maria De Medeiros che recita in italiano facendo ben arrivare allo spettatore la distanza, solo formale, tra la scrittrice e il popolo napoletano. Un popolo che non è stato coinvolto dai rivoluzionari, essendo per loro analfabeti troppo colti e incomprensibili, malgrado gli sforzi della de Fonseca. Una distanza solo formale perchè lo spirito di Eleonora de Fonseca Pimentel era molto più vicino al popolo che agli aristocratici dai quali proveniva, e che avevano la presunzione di governare.
Un film dunque riuscito proprio per la sua essenzialità e assenza di fronzoli tecnici. Un pò com'è sempre stata Napoli: semplice e spontanea pur nei tanti problemi che l'affrliggono.
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reservoir dogs
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martedì 22 marzo 2011
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un linguaggio universale
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La vita di Eleonora Fonseca Pimented (De Medeiros), nobile portoghese nella Napoli del 1799 in lotta per la Repubblica.
Attraverso una dose massiccia di flashback veniamo a conoscenza della vita politicamente attiva della nobildonna dopo la separazione col marito despota; la frequentazione di club illuministi e la direzione di un giornale saranno il nutrimento per l'anima democratica della nobile, prima dell'ultimo cammino verso il patibolo.
Antonietta De Lillo descrive la vita di una donna del passato alla ricerca del linguaggio universale che legasse intellettuali e popolo, lo fa aggirando gli stereotipi del genere storico attraverso scene di pantomime di illustrazioni più o meno strane inserite durante la storia.
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La vita di Eleonora Fonseca Pimented (De Medeiros), nobile portoghese nella Napoli del 1799 in lotta per la Repubblica.
Attraverso una dose massiccia di flashback veniamo a conoscenza della vita politicamente attiva della nobildonna dopo la separazione col marito despota; la frequentazione di club illuministi e la direzione di un giornale saranno il nutrimento per l'anima democratica della nobile, prima dell'ultimo cammino verso il patibolo.
Antonietta De Lillo descrive la vita di una donna del passato alla ricerca del linguaggio universale che legasse intellettuali e popolo, lo fa aggirando gli stereotipi del genere storico attraverso scene di pantomime di illustrazioni più o meno strane inserite durante la storia.
Un pò didattica ma sperimentale invece grazie ai continui "sguardi in macchina" dei personaggi che sempre chiamano in causa il fruitore.
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