Roberto Nepoti
La Repubblica
Secondo quanto abbiamo appreso recentemente, Angelina Jolie è una bravissima ragazza, che si preoccupa delle sorti del mondo e devolve in beneficenza grandi somme di dollari. Ce ne compiaciamo, ma vorremmo che scegliesse con più cura i film da interpretare; perché Una vita quasi perfetta è la solita commedia sentimentale a ricetta, melensa nello sviluppo, generica nell'enunciare gli ostacoli che si frappongono alla felicità, sbrigativa e in malafede nel superarli. Ambiziosa reporter per una piccola rete televisiva di Detroit, Lanie possiede una dose industriale di esibizionismo e, fin da piccina, sogna di diventare una superstar del giornalismo.
Appena lasciato il fidanzato, campione di baseball, trova subito un rimpiazzo (il vero amore): il cameraman Pete, divorziato con bambino, il quale sostiene che il lavoro non è la cosa più importante della vita. Lui apprezza molto lei quando, sbronza per ambasce sentimentali, fa un servizio in diretta su uno sciopero dei trasporti convincendo gli scioperanti a cantareSatisfaction; però Lanie, anziché il licenziamento, si guadagna promozione e trasferimento a New York: ergo, gli innamorati devono separarsi.
Frattanto, ci si mette di mezzo il vaticinio di un menagramo (e infallibile) profeta di strada, il quale giura che la donna sarà vittima di un incidente fatale. Lei parte lo stesso e, al primo giorno di lavoro nella Big Apple, fa un altro exploit televisivo che in apparenza dovrebbe costarle la carriera; in realtà (tutto il mondo è Detroit) le guadagna il favore incondizionato del capoccia della rete. Questa volta, però, Lanie ci pensa su: non avrà ragione il suo nuovo amore? non sarà magari meglio rinuciare alla carriera e vivere per sempre felici e contenti? "E chi se ne frega?" comincia a chiedersi dopo un'ora lo spettatore mentre, col favore delle scene più illuminate, getta occhiate sempre più frequenti alle lancette dell'orologio.
L'interrogativo non si scioglierà prima che l' eroina abbia incontrato il proprio destino, nelle sempre pericolose strade della metropoli. Una vita quasi perfetta è una commedia sentimentale molto imperfetta, con una divagazione metafisica alquanto appiccicata che non vale a vivacizzare l'ovvietà del repertorio. Nè si può dire che la protagonista contribuisca a rendere più credibile la faccenda: platinata, bocca e seno gonfi come gommoni, al massimo Angelina potrebbe fare la mutante inX-Men 2.
Da La Repubblica, 03 maggio 2003
di Roberto Nepoti, 03 maggio 2003