ennio
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domenica 3 dicembre 2017
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pura poesia
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Un film che ti prende forte alla gola, non puoi scappare o saresti un vile. Nel finale mi sono scoperto a fare il tifo per la ragazza al posto di polizia, sperando ch'ella riuscisse a raccontare la sua verità. Ma non è stato poi così importante. Quello che appare come il momento più drammatico e squallido della prima parte del film, un ritardato mentale che tenta di stuprare una disabile fisica, si rivelerà come il momento iniziale della scoperta di una felicità condivisa e sorprendente, in cui saranno ammessi anche lampi di sogno. L'interpretazione di Moon è superlativa.
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paola di giuseppe
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giovedì 23 giugno 2011
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un generale e la sua principessa
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Oasis è un tappeto dipinto sulla parete della stanzetta di Han Gong-ju,paraplegica che fratello e cognata accudiscono al minimo e con un infastidito senso del dovere,portandole cibo e affidandola alla vicina indaffarata del casermone di periferia perché le dia un’occhiata.
Loro vivono in un bell'appartamento assegnato dal Comune ai disabili,per la visita di controllo sistemano Han Gong-ju in una stanza,per poi riportarla nel vecchio stabile con una radio per compagnia e quel tappeto con il bambino,la donna che danza e un piccolo elefante.
Di notte dalla finestra entrano ombre spettrali e Han Gong-ju ne ha paura,si avvolge nella coperta e sparisce dal mondo.
Di giorno con uno specchio cattura il sole e la luce diventa una colomba bianca e farfalle che svolazzano come pulviscolo dorato.
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Oasis è un tappeto dipinto sulla parete della stanzetta di Han Gong-ju,paraplegica che fratello e cognata accudiscono al minimo e con un infastidito senso del dovere,portandole cibo e affidandola alla vicina indaffarata del casermone di periferia perché le dia un’occhiata.
Loro vivono in un bell'appartamento assegnato dal Comune ai disabili,per la visita di controllo sistemano Han Gong-ju in una stanza,per poi riportarla nel vecchio stabile con una radio per compagnia e quel tappeto con il bambino,la donna che danza e un piccolo elefante.
Di notte dalla finestra entrano ombre spettrali e Han Gong-ju ne ha paura,si avvolge nella coperta e sparisce dal mondo.
Di giorno con uno specchio cattura il sole e la luce diventa una colomba bianca e farfalle che svolazzano come pulviscolo dorato.
Hong Jong-du è uscito da due anni e mezzo di prigione per aver ucciso un uomo guidando in stato di ebbrezza,aveva già precedenti per tentata violenza carnale e furto,e di fronte ad un simile curriculum sembra normale che la guardia carceraria che lo sta portando in galera dica:“Ma sei un pervertito!”.Nel deserto del reale questi due personaggi non hanno scampo.Lei è chiusa nella morsa di una paralisi motoria spastica ed è abbandonata a sè stessa,lui è un semplice e disarmato naïf come se ne vedono a volte in giro a chiederti una sigaretta o qualche centesimo,mangia un po’ di tofu che un negoziante gli regala e ridacchia divertito di tutto,tira su col naso perché fa freddo ed ha solo una camiciola di cotone addosso perchè quando andò in galera era d’estate.Nessuno dei due fratelli a cui ha fatto da prestanome per l’incidente (non guidava lui) l’ha aspettato fuori dal carcere e quando arriva a casa il primo fastidio che dà sono le pedate che lascia sul pavimento.E’ un peso per la famiglia,madre,cognata e fratelli lo tollerano appena,così sempliciotto com’è, e l’occasione per rimproverarlo come un bambino deficiente la trovano sempre.
Lui sembra non farsi sfiorare dal male,come Han Gong-ju vive in un’oasi dove c’è spazio per gesti stranissimi, portare un cesto di frutta alla famiglia del morto nell’incidente,innamorarsi di Han Gong-ju,figlia di quella famiglia,vedere in lei una bellezza insperata,farle sentire il calore di un amore impossibile anche da sognare.Eppure, oltre il confine dell’oasi c’è il deserto, e tutto quello che è prezioso ricamo di sentimenti e spontaneo incontro di anime,diventa laido e volgare, perseguibile a termini di legge.
Un ragazzo senza qualità che guida una carrozzella con paraplegica dà fastidio a chi mangia al ristorante,portarla alla festa di compleanno della madre fa ammutolire d’imbarazzo i presenti,nella foto di gruppo non può stare,e se il caso cieco e bastardo fa arrivare i cognati nell’appartamento mentre fanno l’amore felici,questo scatena l’orrore collettivo e finisce con una reclusione per circonvenzione d’incapace e stupro.
L’ultimo gesto di questo piccolo eroe dell’oasi sarà ancora un gesto d’amore per la sua Principessa,questo è il significato del nome di Han Gong-ju.
Poi,per qualche tempo,ci saranno solo lettere dal carcere,piene di promesse e attesa,mentre la Principessa aspetta il suo Generale muovendosi per la stanza a far pulizie come mai avremmo immaginato all’inizio del film.
Una gestualità magnificamente unita ad un doppiaggio perfetto per Hong Jong-du e una mimica di eccezionale bravura per Hong Jong-du collaborano a fare di questo terzo film del coreano Lee Chang-dong un autentico piccolo capolavoro
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luca scialò
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sabato 14 agosto 2010
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un amore contro ogni ostilità
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Hong Jong-du è un ventottenne un pò ritardato che finisce sempre per mettersi nei guai. Uscito di prigione per essersi assunto colpe non proprie salvando il fratello maggiore, conosce una ragazza disabile, Han Gong-ju, trascurata dalla famiglia; tra i due nascerà una storia d'amore basata sul fatto che entrambi si rispettano e si vogliono bene al di là dei propri problemi psico-fisici. Ma la società di cui fanno parte gli metterà i bastoni tra le ruote...
Film d'amore drammatico, vincitore di due premi al festival del cinema di Venezia; a tratti appare un pò patetico, ma è una pecca che gli si può perdonare.
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topkarol88
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domenica 8 marzo 2009
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desiderio d'amare
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Vittorio Alfieri ha scritto: “ Tutti gli amori hanno lo stesso motore”. Ah, l’amore, l’unico sentimento capace di sconvolgere animi e coscienze, che in un solo ed unico istante può riuscire a farti toccare il cielo con un dito, a farti sentire completo e parte di qualcosa di speciale ed esclusivo, o farti cadere in una disperazione senza fine facendo in mille pezzi il tuo cuore indifeso. Quella di Hong Jong-du e Han Gong-ju è una storia d’amore che non ha nulla di scontato o di convenzionale, è una favola romantica che oggi nessuno di noi riuscirebbe più a vivere ed a concepire come possibile.
Lui, ragazzo problematico ed ancora rinchiuso nella sua bolla d’immaturità, è appena uscito dal carcere dopo aver scontato più di due anni per omicidio, addossandosi la colpa di un reato che non ha commesso unicamente per proteggere il fratello maggiore l’unico in grado di poter sostenere economicamente la famiglia.
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Vittorio Alfieri ha scritto: “ Tutti gli amori hanno lo stesso motore”. Ah, l’amore, l’unico sentimento capace di sconvolgere animi e coscienze, che in un solo ed unico istante può riuscire a farti toccare il cielo con un dito, a farti sentire completo e parte di qualcosa di speciale ed esclusivo, o farti cadere in una disperazione senza fine facendo in mille pezzi il tuo cuore indifeso. Quella di Hong Jong-du e Han Gong-ju è una storia d’amore che non ha nulla di scontato o di convenzionale, è una favola romantica che oggi nessuno di noi riuscirebbe più a vivere ed a concepire come possibile.
Lui, ragazzo problematico ed ancora rinchiuso nella sua bolla d’immaturità, è appena uscito dal carcere dopo aver scontato più di due anni per omicidio, addossandosi la colpa di un reato che non ha commesso unicamente per proteggere il fratello maggiore l’unico in grado di poter sostenere economicamente la famiglia. Con la coscienza ancora ingombra di un senso di colpa non suo, Hong Jong-du decide di recarsi a casa dei figli della vittima dell’incidente per scusarsi ancora dell’ignobile gesto e lì subito la sua attenzione ricade su di una ragazza che vede seduta sul pavimento. Han Gong-ju è una giovane portatrice di handicap che, non riuscendo a camminare e, a causa di forti spasmi, a stento a parlare, passa le sue giornate in solitudine rinchiusa in casa ad ascoltare la radio, suo unico contatto col mondo esterno. Quell’incontro sarà il prologo di un rapporto magico che, iniziato con un tentato stupro, si evolverà poi diventando un tenero amore, un rapporto perfetto se pur strano, nel quale lui troverà comprensione ed affetto autentico e lei scoprirà la gioia di una “normale” femminilità.
Capolavoro di Lee Chang-dong, Oasis è un film struggente, profondo, poetico, pieno di tenerezza e soprattutto pieno di significato; in questa pellicola non traspare il solito sterile tentativo di un regista di riproporre il tema amoroso da una prospettiva diversa, ma bensì la voglia di urlare al mondo che la diversità non esiste, che non ha più importanza quando ci si trova di fronte a storie simili. Tutti nella società moderna agiscono per il loro tornaconto, infischiandosene degli altri, un po’ come fa il fratello di Han Gong-ju che sfrutta l’handicap della sorella per vivere in una bella casa con sua moglie in dolce attesa, pagando un affitto irrisorio e costringendo invece la ragazza a vivere in solitudine in una palazzina popolare di un quartiere malfamato della città.
Tante sono le scene che sottolineano come un pugno nello stomaco il desiderio di normalità della giovane Han Gong-ju, scene in cui lei, sentendosi forse per la prima volta nella sua vita amata e coccolata come una principessa, si immagina in piedi vicino al suo uomo, una ragazza come tante, che nella metro si abbandona ad un gesto scherzoso col suo ragazzo o che si sente libera di cantargli una canzone pregna di quel forte sentimento che sente di provare. L’intero film è pieno di immagini che sembrano provenire da quella dimensione onirica in cui i nostri curiosi protagonisti possono vivere se stessi a pieno, senza dover fare i conti con la tristezza di una società che mai potrà accettarli, creando così la loro “oasi” privata dove poter godere della loro normale felicità.
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giovanna
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sabato 22 novembre 2008
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l'amore (r)esiste
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vedetelo...è difficile da trovare, ma cercatelo!
è un film stupendo, dolce, soffice, semplice...
un film che porta ad arrabbiarsi, a sperare, ad amare, a ricordare, a piangere, a voler urlare per cercare di aiutare i protagonisti...
rimane dentro:)
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