pierluigi
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giovedì 14 febbraio 2008
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dovrebbero piovere più rane dal cielo
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Non conoscevo il regista e allora ho voluto darmi una possibilità.Il cast è ottimo,ottima l'interpretazione del Cruise.Ma non meno gli altri.
E' come se i personaggi simultaneamente si riscattassero( chi più,chi meno,chi "male",che "bene" ) da un'esistenza che li opprime.Il peso degli errori,i rimpianti d'amore,le cose volute e non fatte,questa maniacale ricerca di una vita migliore o migliorabile Insomma assomiglia molto alla vita stessa.Comico, finanche umoristico e drammatico ma con classe.La fotografia da subito appassiona.Unico vero problema è il minutaggio,difficile da sostenere fino all'ultimo.Consigliato a che vuol aprire una finestra su un mondo che si sa ma di cui non si parla tanto.
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Non conoscevo il regista e allora ho voluto darmi una possibilità.Il cast è ottimo,ottima l'interpretazione del Cruise.Ma non meno gli altri.
E' come se i personaggi simultaneamente si riscattassero( chi più,chi meno,chi "male",che "bene" ) da un'esistenza che li opprime.Il peso degli errori,i rimpianti d'amore,le cose volute e non fatte,questa maniacale ricerca di una vita migliore o migliorabile Insomma assomiglia molto alla vita stessa.Comico, finanche umoristico e drammatico ma con classe.La fotografia da subito appassiona.Unico vero problema è il minutaggio,difficile da sostenere fino all'ultimo.Consigliato a che vuol aprire una finestra su un mondo che si sa ma di cui non si parla tanto.In ultimo la scena vicina all'horror del diluvio di rane che personalmente ho trovato un pò stomachevole me comunque rappresenta la soluzione dell'intero intreccio.
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nicola pice
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giovedì 14 febbraio 2008
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in questa valle(y) di lacrime.
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Fa sempre piacere (ri)vedere "Magnolia" di Anderson, ieri in onda su rete4.
E che dire che non sia stato già detto...
Nove storie che raccontano nove vite in una qualsiasisi afosa giornata a San Ferdinando Valley, California del Sud.
Nove vite che si intrecciano, sfiorandosi senza mai incontrarsi, perchè la vita qui nell'impero americano d'occidente scorre rapidissima alla velocità della luce, durissima, senza la possibilità minima di relazioni che non siano poco più che superficiali.
Qui non c'è nulla che sappia di umano se non il dolore di un'esistenza inautentica persa a rincorrere ambizioni impossibili/desideri irrealizzabili, qui è l'infelicità a farla da padrone ben celata dietro maschere insincere che si contraggono partorendo grotteschi ipocriti sorrisi socialmente accettabili, qui non c'è posto per l'amore (vero) - di qualunque tipo esso sia - perchè non c'è il tempo per l'amore, perchè l'amore richiede tempo, qui c'è solo rancore, frustrazione, rimorsi, fame di denaro, di successo televisivo.
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Fa sempre piacere (ri)vedere "Magnolia" di Anderson, ieri in onda su rete4.
E che dire che non sia stato già detto...
Nove storie che raccontano nove vite in una qualsiasisi afosa giornata a San Ferdinando Valley, California del Sud.
Nove vite che si intrecciano, sfiorandosi senza mai incontrarsi, perchè la vita qui nell'impero americano d'occidente scorre rapidissima alla velocità della luce, durissima, senza la possibilità minima di relazioni che non siano poco più che superficiali.
Qui non c'è nulla che sappia di umano se non il dolore di un'esistenza inautentica persa a rincorrere ambizioni impossibili/desideri irrealizzabili, qui è l'infelicità a farla da padrone ben celata dietro maschere insincere che si contraggono partorendo grotteschi ipocriti sorrisi socialmente accettabili, qui non c'è posto per l'amore (vero) - di qualunque tipo esso sia - perchè non c'è il tempo per l'amore, perchè l'amore richiede tempo, qui c'è solo rancore, frustrazione, rimorsi, fame di denaro, di successo televisivo.
Paul Thomas Anderson descrive magistralmente una umanità (?) all'anno zero e, muovendo la macchina da presa come un entomologo alle prese con un microscopio ingranditore, analizza in maniera spietata il corto circuito emozionale di cui è vittima la società americana (solo quella americana?): l'io e il tu ormai non comunicano tra loro, l'unica dinamica interpersonale è l'aggressività becera, la violenta affermazione dei propri egoismi.
Nobilmente ispirato allo stupendo "America oggi" di Robert Altman, che era figlio a sua volta delle short stories carveriane, questo film non manca di difetti, vittima com'è di alcuni virtuosismi barocchi e di una certa lungaggine, che gli impediscono di essere un capolavoro tout court come, al contrario, era stato il precendente - e ben più lineare - "Boogie nights".
Rimane, comunque, un gran film che pone - toccando alternativamente le corde del cinismo aggressivo e quelle patetismo ingenuo - fondati interrogativi sui reali bisogni dell'uomo e sulla sua disperata ricerca di un senso che completi la vita, sul desiderio di essere compresi e amati.
Un film che è nella sua circolarità narrativa anche una lezione di tecnica cinematografica: piani sequenza che ricordano il "Taxi driver" del miglior Scorsese ma anche ricorso spregiudicato alla soggettiva, ottima fotografia virata su tonalità cupe, uso sapienziale del montaggio alternato.
Un film che ci regala alcune interpretazioni straordinarie: un Tom Cruise mai più così bravo ed ispirato, maschera ora dolente ora eccessivamente grottesca, John Reilly che fa l'agente di polizia, il personaggio più autentico ed umano del film, la nevrotica Julianne Moore, accanita consumatrice di psicofarmaci; e poi, la controversa geniale scena finale della pioggia di rane morte, anti-biblica conclusione perchè non più purificatrice come potrebbe essere il fuoco, metaforico velo, bensì, che cade e copre col dovuto disgusto questa valle(y) di miserie umane.
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[+] "america oggi" è tutt'altra cosa
(di harvey)
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harvey
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sabato 9 febbraio 2008
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davvero pessimo
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A parte l'episodio con Tom Cruise,originale e decisamente riuscito,tutto il resto della pellicola trabocca di talmente tanti luoghi comuni ke mi ha fatto venire il voltastomaco. Andai al cinema a vederlo e avrei voluto lasciare la sala a metà film,ma nn l'ho fatto e mi sono torturato fino alla fine (forse prendendo spunto dal folle masochismo del buon Jimmy Gator,che rivela alla moglie dei suoi tradimenti). Per carità,la regia è buona,la direzione degli attori anche,ma il difetto(grosso)sta nel manico,cioè nella pessima sceneggiatura.
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eli
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mercoledì 21 novembre 2007
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faticoso
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Tanti buoni spunti di riflessione, tante belle trovate, ottimi attori..eppure..eppure mi chiedo, erano davvero necessarie tre ore? Non direi proprio. Chiaramente nessuno vieta di indugiare volontariamente anche sul superfluo...basta non diventare ripetitivi o prolissi. Se il regista voleva vedere lo sforzo sui volti degli spettatori a fine film per quanto mi riguarda ha ottenuto lo scopo..e perchè no? può benissimo essere uno scopo anche questo. Penso però che il film sarebbe risultato molto più efficace se fosse stato più conciso..lo sforzo per mantenere l'attenzione alle volte impedisce la riflessione e non fa cogliere la bellezza delle inquadrature, movimenti, ecc...Film faticoso.
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mario
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martedì 7 agosto 2007
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bellissimo
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è un film dove tante storie si intrecciano sia direttamente sia indirettamente. Il film ci vuole spiegare come tutto ciò che siamo nel presente è il risultato di quello che siamo stati nel passato. Frank, ad esempio, maschilista 100%: pur odiando il padre, Earl, ne ha subito l'influenza sin da bambino e ora lo piange sul letto di morte. Jimmy Gator, presentatore di successo, deve fare i conti con il rimorso di avere sbagliato nei confronti della figlia e della moglie ed ora in punto di morte si ritrova senza nessuno,solo con se stesso. Ma ecco la pioggia di rane, cade sulle teste dei protagonisti come una sorta di punizione, che ha l'intento di aprire la mente. Segna una linea di confine tra ciò che è stato e ciò che potrebbe essere.
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è un film dove tante storie si intrecciano sia direttamente sia indirettamente. Il film ci vuole spiegare come tutto ciò che siamo nel presente è il risultato di quello che siamo stati nel passato. Frank, ad esempio, maschilista 100%: pur odiando il padre, Earl, ne ha subito l'influenza sin da bambino e ora lo piange sul letto di morte. Jimmy Gator, presentatore di successo, deve fare i conti con il rimorso di avere sbagliato nei confronti della figlia e della moglie ed ora in punto di morte si ritrova senza nessuno,solo con se stesso. Ma ecco la pioggia di rane, cade sulle teste dei protagonisti come una sorta di punizione, che ha l'intento di aprire la mente. Segna una linea di confine tra ciò che è stato e ciò che potrebbe essere. Ecco Frank che perdona il padre grazie a Phil, Donnie aiutato da Jim, che a sua volta aiuta la figlia di Gator ad uscire dalla droga e il bambino che salva la fragile Julian Moore. Insomma nella vita si verificano degli eventi che ti rimettono in contatto col tuo passato, anke se pensi di averlo cancellato del tutto. Ma non si è cancellato, si è solo messo da parte, pronto ad uscire nel momento più adatto a farti capire cosa è giusto per te.
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gianpaolo
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martedì 7 agosto 2007
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uomini di un mondo imperfetto
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Sono tre ore di persone, eventi, sentimenti e situazioni che secondo me ben rappresentano la Grande Commedia di cui noi siamo gli attori. Non ci sono grandi drammi, eroi fantastici, perfidi criminali o facili morali. Si vedono semplicemente vari copioni di possibili vicende umane, circostanze che il destino potrebbe riservare a chiunque di noi. Qui sta la sua forza. Persone normali che vivono il proprio mondo normale, e che solo un evento eccezionale riporta alla loro base comune: l'essere tutti ugualmente uomini di un mondo imperfetto. Eppure ognuno dei personaggi ne esce come un vero eroe, perchè si è trovato ad affrontare quel grande mistero che è la vita. Perchè ci vuole coraggio a vivere in questo modo, ad accettare ciò che la vita ci riserva giorno per giorno, nel bene e nel male, a volersi migliorare sempre e comunque, ad amare e cercare amore.
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Sono tre ore di persone, eventi, sentimenti e situazioni che secondo me ben rappresentano la Grande Commedia di cui noi siamo gli attori. Non ci sono grandi drammi, eroi fantastici, perfidi criminali o facili morali. Si vedono semplicemente vari copioni di possibili vicende umane, circostanze che il destino potrebbe riservare a chiunque di noi. Qui sta la sua forza. Persone normali che vivono il proprio mondo normale, e che solo un evento eccezionale riporta alla loro base comune: l'essere tutti ugualmente uomini di un mondo imperfetto. Eppure ognuno dei personaggi ne esce come un vero eroe, perchè si è trovato ad affrontare quel grande mistero che è la vita. Perchè ci vuole coraggio a vivere in questo modo, ad accettare ciò che la vita ci riserva giorno per giorno, nel bene e nel male, a volersi migliorare sempre e comunque, ad amare e cercare amore. E tutto senza neanche sapere il Perchè. Dalla nascita alla morte possiamo solo cercare di capire le regole del gioco, di adattarci e di sfruttarle per trarne il massimo. Spesso ci sbagliamo ma poi ricominciamo, chissa poi perchè così ostinati. Fa effetto rendersi conto che quasi mai ci chiediamo il perchè le cose vadano così: semplicemente lo accettiamo e tiriamo avanti. E se capitasse un fatto che apparentemente sfugge ad ogni logica? (beh, io direi che sfugge a qualsiasi logica 'finora' imparata)... spariscono le divisioni e prevale la solidarietà. Ma solo un attimo, perchè poi tutto torna come prima, come è sempre stato.
Colonna sonora di Aimee Mann: da brivido.
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neat
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giovedì 2 agosto 2007
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capolavoro (o stillicidio?)
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Dire che "Magnolia" non sia uno dei film meglio girati degli ultimi anni sarebbe ingiusto.. Anderson riesce superbamente a raccontare le coincidenze che accomunano esistenze differenti, vite lontane, col sottofondo adeguatamente drammatico e perfetto delle musiche di Aimee Man. Ciò nonostante, pare evidente come il regista ami indugiare, ami la storia, ami vivere la sua storia, giungendo a girare in 180 minuti un'opera che forse non sarebbe stato necessario richiedesse un tale sforzo di concentrazione da parte del pubblico. In ogni caso, l'opera vale l'attesa; il tempo cinematografico cerca di avvicinarsi al tempo reale; nulla viene tralasciato. Questo film vale il biglietto, lo vale due, tre volte.
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Dire che "Magnolia" non sia uno dei film meglio girati degli ultimi anni sarebbe ingiusto.. Anderson riesce superbamente a raccontare le coincidenze che accomunano esistenze differenti, vite lontane, col sottofondo adeguatamente drammatico e perfetto delle musiche di Aimee Man. Ciò nonostante, pare evidente come il regista ami indugiare, ami la storia, ami vivere la sua storia, giungendo a girare in 180 minuti un'opera che forse non sarebbe stato necessario richiedesse un tale sforzo di concentrazione da parte del pubblico. In ogni caso, l'opera vale l'attesa; il tempo cinematografico cerca di avvicinarsi al tempo reale; nulla viene tralasciato. Questo film vale il biglietto, lo vale due, tre volte. Vale tre ore seduti in poltrona. Ma non saprei se definirlo un capolavoro, piuttosto lo definirei... unico. E, forse, ad Anderson sarebbe un complimento ben più gradito.
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wild child
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giovedì 7 giugno 2007
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nella top five dei miei film preferiti..
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questo film mi ha colpito ed entusiasmato come pochi; all'inizio ti sembra quasi scollegato e campato per aria, poi pian piano inizia ad appassionarti e coinvolgerti, forse la seconda visione ti aiuta ad apprezzarne tutte le sfumature, la colonna sonora di aimee Mann è raffinata e travolgente e vale da sola il prezzo del biglietto, un grandissimo Tom cruise e una commuovente Julianne moore, ma tutti gli attori sono assolutamente fantastici, un film che non mi stanco mai di rivedere.
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profeta
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mercoledì 6 giugno 2007
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semplicemente magnifico
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Una serie di diverse storie ,legate tra loro da un sottile filo,ma stupendamente recitate e magnificamente dirette dall' ormai bravissimo P.Anderson.Degli attori superlativi e dei racconti che non ti fanno sbattere ciglio, per non parlare delle musiche incredibili di Aimee Mann.Finale sconvolgente e strabiliante allo stess tempo.
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paul
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martedì 12 dicembre 2006
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vite incrociate..
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