max
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martedì 29 luglio 2008
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non c'ho capito nulla
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Film con risvolti banalissimi e per nulla profondo.
Mi spiegate il significato di questo film?
non c'ho capito nulla: unica parte interessante oltre alla caduta delle rane è la storia del bimbo che si piscia addosso.
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stefania resta
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domenica 29 giugno 2008
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tradimenti
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Ci troviamo a Los Angeles e Magnolia è una strada in cui si incrociano vari destini.
L’inizio del film lascia interdetti per l’incalzante ritmo delle riprese, delle storie che si susseguono, alla maniera di Altman (America oggi) e di cui si fatica a rintracciarne una qualche relazione. Poi, mano a mano, la vicenda si fa più nitida e meno vorticosa. Il corpus dei personaggi, principali e secondari, è ampio e comprende padri e figli, giovani e vecchi, uomini e donne. Di alcuni ne conosceremo la fisionomia, altri rimarranno solo vagamente tratteggiati (il poliziotto, l’infermiere (Seymour Hoffman), il cliente omosessuale del bar. Tutti sono portatori di profonde inquietudini che sembrano non trovare ac-coglimento da parte della varia umanità che li circonda.
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Ci troviamo a Los Angeles e Magnolia è una strada in cui si incrociano vari destini.
L’inizio del film lascia interdetti per l’incalzante ritmo delle riprese, delle storie che si susseguono, alla maniera di Altman (America oggi) e di cui si fatica a rintracciarne una qualche relazione. Poi, mano a mano, la vicenda si fa più nitida e meno vorticosa. Il corpus dei personaggi, principali e secondari, è ampio e comprende padri e figli, giovani e vecchi, uomini e donne. Di alcuni ne conosceremo la fisionomia, altri rimarranno solo vagamente tratteggiati (il poliziotto, l’infermiere (Seymour Hoffman), il cliente omosessuale del bar. Tutti sono portatori di profonde inquietudini che sembrano non trovare ac-coglimento da parte della varia umanità che li circonda. In tutti i personaggi, molti dei quali vivono una vita molto sopra le righe, per successo professionale o per benessere economico, scopriamo esserci un parte del loro passato che invade le loro coscienze, scuotendole, lacerandole a volte.
Al centro della vicenda, a ben vedere, ci sono tre padri (due dei quali sono vecchi e sul punto di morire), padri che hanno tradito i loro figli. Chi ha abbandonato, chi ha molestato, chi non ne ha compreso le difficoltà, le insicurezze (come nel caso del bambino prodigio). Ma non solo i padri hanno tradito, hanno abbandonato. Anche la moglie di uno di questi, ha tradito più e più volte, e solo nel momento in cui il marito è morente scopre di amarlo e per questa ragione è due volte tormentata.
Queste storie sono sì intrecciate ma ogni storia segue un proprio percorso, percorso sedimentato nel rancore (come nel caso della figlia abusata nei confronti del padre), nel rimorso (del produttore morente e della moglie), o nel rimpianto, di non aver compreso e di aver negato un amore, un sentimento. Pertanto, si assiste in buona parte della pellicola ad un intreccio ma non effettivo incontro tra questi destini, tra queste storie.
Per un verso sembra che il dialogo (o il perdono) tra padri e figli, tra mogli e mariti, non sia possibile se non interviene, come accade, un evento trascendente, una violenta pioggia di batraci. Dall’altro questo stesso evento sembra una sorta di punizione, come una piaga biblica, un monito rispetto all’esprit de geometrie di pascaliana memoria.
Insomma, ancora una volta, come ha scritto Gino Pagliarani, il rapporto di amore è anche un rapporto di dolore.
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para
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lunedì 2 giugno 2008
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discreto
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Si, per certi versi un bel film. Ma non mi è piaciuto del tutto. Sicuramente le rane del finale sono una caduta di stile. Comunque non me la sento di criticare quelli che lo considerano un capolavoro: ci sta.
Va sottolineata la magistrale interpretazione di Tom Cruise: uno schiaffo per tutti quelli che lo ritengono un attricetto di Hollywood.
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fabio83
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lunedì 12 maggio 2008
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splendido affresco della società attuale
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La pioggia di rane da l’effetto dell’ ”insolito”, restituisce un effetto quasi dissonante nel creare uno stravolgimento del quotidiano (una speranza?), perché si va ad innestare in un film che restituisce un ritratto molto attento e ben riuscito della società attuale, costruito sul tema della irreversibilità, dei vincoli e condizionamenti del passato che pregiudicano il presente ed il futuro dei personaggi. Di una lenta o traumatica violenza subita che contamina le vite di personaggi tutt’altro che crudeli. Cos’è la vita? Dopo aver visto il film risponderei: e’ una serie di situazioni traumatiche irrisolte, in sospeso, che danno la sensazione di non essere state elaborate e superate dai personaggi che affollano il film e che si ripetono creando un sistema chiuso.
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La pioggia di rane da l’effetto dell’ ”insolito”, restituisce un effetto quasi dissonante nel creare uno stravolgimento del quotidiano (una speranza?), perché si va ad innestare in un film che restituisce un ritratto molto attento e ben riuscito della società attuale, costruito sul tema della irreversibilità, dei vincoli e condizionamenti del passato che pregiudicano il presente ed il futuro dei personaggi. Di una lenta o traumatica violenza subita che contamina le vite di personaggi tutt’altro che crudeli. Cos’è la vita? Dopo aver visto il film risponderei: e’ una serie di situazioni traumatiche irrisolte, in sospeso, che danno la sensazione di non essere state elaborate e superate dai personaggi che affollano il film e che si ripetono creando un sistema chiuso. Sfuggire dal dolore, ambire alla comodità, sono privilegi che l’uomo sceglie a costo di sacrificare la autenticità del rapporto con gli altri che diviene solo strumentale. Non c’è lo spazio per criminalizzare eventuali carnefici spietati, ogni personaggio suscita compassione, sembra essere l’ingranaggio di un sistema che crea malessere e lo subisce.
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fabio83
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lunedì 12 maggio 2008
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splendido affresco della società attuale
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La pioggia di rane da l’effetto dell’ ”insolito”, restituisce un effetto quasi dissonante nel creare uno stravolgimento del quotidiano (una speranza?), perché si va ad innestare in un film che restituisce un ritratto molto attento e ben riuscito della società attuale, costruito sul tema della irreversibilità, dei vincoli e condizionamenti del passato che pregiudicano il presente ed il futuro dei personaggi.
Di una lenta o traumatica violenza subita che contamina le vite di personaggi tutt’altro che crudeli. Cos’è la vita? Dopo aver visto il film risponderei: e’ una serie di situazioni traumatiche irrisolte, in sospeso, che danno la sensazione di non essere state elaborate e superate dai personaggi che affollano il film e che si ripetono creando un sistema chiuso.
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La pioggia di rane da l’effetto dell’ ”insolito”, restituisce un effetto quasi dissonante nel creare uno stravolgimento del quotidiano (una speranza?), perché si va ad innestare in un film che restituisce un ritratto molto attento e ben riuscito della società attuale, costruito sul tema della irreversibilità, dei vincoli e condizionamenti del passato che pregiudicano il presente ed il futuro dei personaggi.
Di una lenta o traumatica violenza subita che contamina le vite di personaggi tutt’altro che crudeli. Cos’è la vita? Dopo aver visto il film risponderei: e’ una serie di situazioni traumatiche irrisolte, in sospeso, che danno la sensazione di non essere state elaborate e superate dai personaggi che affollano il film e che si ripetono creando un sistema chiuso. Sfuggire dal dolore, ambire alla comodità, sono privilegi che l’uomo sceglie a costo di sacrificare la autenticità del rapporto con gli altri che diviene solo strumentale.
Non c’è lo spazio per criminalizzare eventuali carnefici spietati, ogni personaggio suscita compassione, sembra essere l’ingranaggio di un sistema che crea malessere e lo subisce.
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dufresne67
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domenica 23 marzo 2008
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il passato non chiude con noi...!!!!
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Il passato non chiude con noi...
Raramente mi è capitato di assistere, o sarebbe più appropriato dire..."partecipare", tali sono l'intensità ed il coinvolgimento, ad un film come "MAGNOLIA". Più che un film un vero e proprio affresco sulla disperazione umana e sulla capacità di sopravvivere al proprio "destino",......noi vogliamo chiudere con il passato, ma è il passato che non chiude con noi...è la frase che più di tutte scandisce i passaggi più significativi e drammatici della pellicola di Paul Thomas Anderson, il talentuoso regista, (autore anche della sceneggiatura)ex ragazzo prodigio di Holliwood. Il film narra delle vite travagliate (termine eufemistico) di un gruppo di persone nella San Ferdinando Valley di Los Angeles,che seppur non incontrandosi, in alcuni casi, sono accomunate tra loro da un filo invisibile che le lega in maniera ineludibile.
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Il passato non chiude con noi...
Raramente mi è capitato di assistere, o sarebbe più appropriato dire..."partecipare", tali sono l'intensità ed il coinvolgimento, ad un film come "MAGNOLIA". Più che un film un vero e proprio affresco sulla disperazione umana e sulla capacità di sopravvivere al proprio "destino",......noi vogliamo chiudere con il passato, ma è il passato che non chiude con noi...è la frase che più di tutte scandisce i passaggi più significativi e drammatici della pellicola di Paul Thomas Anderson, il talentuoso regista, (autore anche della sceneggiatura)ex ragazzo prodigio di Holliwood. Il film narra delle vite travagliate (termine eufemistico) di un gruppo di persone nella San Ferdinando Valley di Los Angeles,che seppur non incontrandosi, in alcuni casi, sono accomunate tra loro da un filo invisibile che le lega in maniera ineludibile.E' un film su grandi tematiche "esistenziali", quali il rimorso, l'abbandono e il perdono,...ma soprattutto sull'ultima possibilità di salvezza e redenzione che la vita offre ad ognuno di noi.E' un film di padri padroni,fedigrafi, cinici e spietati, (toccante l'interpretazione di Jason Robards, malato terminale nel film, ma realmente anche nella vita,...infatti morirà pochi mesi dopo la fine delle riprese) di mogli e madri abbandonate, di figli reietti e traumatizzati, relegati al triste destino di crescere troppo in fretta (un Tom Cruise straordinario nel ruolo di un Guru sessista che ci regala una scena da antologia al capezzale del padre (Jason Robards) morente, e giustamente premiato con l'orso d'oro (insieme al film)a Berlino per la migliore interpretazione maschile.Magnolia è una pellicola di chiaro " afflato" Altmaniano", al quale Anderson si ispira nella struttura narrativa e nella direzione degli attori. Ma sia chiaro, l'omaggio a Robert Altman è palese, ma p.t. Anderson ci mette molto del suo talento a volte iperrealista, anzi moltissimo, e se da questo possono nascere qualche difetto e qualche squilibrio nel racconto, con un montaggio serrato e traboccante,è pur vero che da questa "ridondanza" scaturisce la potenza narrativa del film. I suoi "piano sequenza" vertiginosi,cadenzati dalla splendida "colonna sonora" di Aimee Mann e Jon Brion, a volte disorientano e stordiscono lo spettatore, e lo spiazzano letteralmente nella scena "catartica" della pioggia di rane,...eppure succede...sono cose che succedono. ed è proprio per questo straordinario coraggio che p.t. Anderson va premiato, per averci regalato un' opera trasudante della sua Arte, forse discutibile,...ma unica!!!!
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piernelweb
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sabato 8 marzo 2008
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coraggioso e notevole
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Magistralmente diretto, Magnolia è il film corale che non ti aspetti: tre ore di visione in tempo reale nella vita di una decina di personaggi accomunati dal rimorso e dal dolore di un passato che inesorabilmente torna a galla senza dare scampo. Senza che ci siano elementi di sceneggiatura particolarmente sofisticati, la regia di Anderson regala autentici squarci di cinema puro che mette i brividi: la padronanza tecnica del mezzo (numerosi i piani sequenza da incorniciare) si coniuga con la densità visiva dei personaggi che appaiono veri e nudi come raramente accade al cinema. Il fim sta negli sguardi, nelle incertezze dei volti, nel efficacia dei dialoghi e nel fragore dei silenzi. Cinema sperimentale che rincorre il realismo dell'attimo, dove ogni certezza è negata e dove l'impossibile diviene probabile.
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Magistralmente diretto, Magnolia è il film corale che non ti aspetti: tre ore di visione in tempo reale nella vita di una decina di personaggi accomunati dal rimorso e dal dolore di un passato che inesorabilmente torna a galla senza dare scampo. Senza che ci siano elementi di sceneggiatura particolarmente sofisticati, la regia di Anderson regala autentici squarci di cinema puro che mette i brividi: la padronanza tecnica del mezzo (numerosi i piani sequenza da incorniciare) si coniuga con la densità visiva dei personaggi che appaiono veri e nudi come raramente accade al cinema. Il fim sta negli sguardi, nelle incertezze dei volti, nel efficacia dei dialoghi e nel fragore dei silenzi. Cinema sperimentale che rincorre il realismo dell'attimo, dove ogni certezza è negata e dove l'impossibile diviene probabile. Affamato di cinema, "Magnolia" non ha momenti di stanca e la generosità narrativa della regia converte in oro tutto ciò che finisce dietro l'obbiettivo. Anderson fa girare a mille il poderoso cast e si concede invenzioni visionarie come la famosa pioggia di rane che danno un senso all'insieme e che sono già di diritto nella storia del cinema. Coraggioso e notevole.
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sanvid
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domenica 17 febbraio 2008
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bello
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E' bello! Altro non si può dire
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io
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domenica 17 febbraio 2008
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magnolesco
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Ricordatevi che Anderson ha fatto questo capolavoro ad appena 20 anni! Ci sono registi che a 50 suonati ancora devono fare un film decente!
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sssssssssssssss
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domenica 17 febbraio 2008
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assolutamente sì
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