oblivion7is
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martedì 13 settembre 2011
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molteplici morali ed uno strano scopo: in tre ore.
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Difficile amare questo film? Tanto difficile quanto facile. Difficile per la sua lunghezza davvero esagerata (ci sono almeno due scene che si potevano evitare, ma sono abbastanza corte: un esempio è quello del poliziotto - John C. Reilly - che perde la pistola), facile per il suo ritmo unico nel suo genere e per la sua originalità. Probabilmente è il film di tre ore che mi ha meno annoiato in tutta la mia vita. Le storie all'interno sono talmente tante che a volte mi ha fatto venire in mente quel regista che risponde al nome di Robert Altman che tanto ama inserire decine di personaggi che si intrecciano (la sua opera che preferisco è "Pret-à-Porter"), e sono tutte storie o di critica sociale o di critica morale, che hanno un significato, uno scopo, un qualcosa che spinge al ragionamento personale.
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Difficile amare questo film? Tanto difficile quanto facile. Difficile per la sua lunghezza davvero esagerata (ci sono almeno due scene che si potevano evitare, ma sono abbastanza corte: un esempio è quello del poliziotto - John C. Reilly - che perde la pistola), facile per il suo ritmo unico nel suo genere e per la sua originalità. Probabilmente è il film di tre ore che mi ha meno annoiato in tutta la mia vita. Le storie all'interno sono talmente tante che a volte mi ha fatto venire in mente quel regista che risponde al nome di Robert Altman che tanto ama inserire decine di personaggi che si intrecciano (la sua opera che preferisco è "Pret-à-Porter"), e sono tutte storie o di critica sociale o di critica morale, che hanno un significato, uno scopo, un qualcosa che spinge al ragionamento personale. Ma l'idea che ci spinge il finale che ha un sentore weird e che può essere interpretato in vari modi (simbolicamente Apocalittico, biblico o semplicemente un evento inspiegabile di natura... "But it did happen") è che qualsiasi cosa assolutamente straniera e diversa da una faccenda in svolgimento può alterare o interrompere questa faccenda in modo diverso da come sarebbe andata a finire senza quest'avvenimento. Può migliorare le cose, peggiorarle, svelare altre cose o addirittura lasciare le cose come sarebbero successe anche senza l'avvenimento. E quest'avvenimento è già culto: una pioggia di rane. I personaggi sono tanti e molto vari. Riassumento in 25 parole: abbandonato dal figlio (Tom Cruise) e aiutato da Phil (Philip Seymour Hoffmann), Earl produce da tempo uno show diretto da Jimmy (Philip Baker Hall), la cui figlia cocainomane Claudia (Melora Waters) s'innamora di un poliziotto (John C. Reilly). Questo per dirla breve, perché le storie sono molto profonde: Cruise interpreta un misterioso playboy che allo stesso tempo è anche misogino; Phil vuole bene a Earl come ad un padre; Earl è più che moribondo; la nuova compagna di Earl (Julianne Moore), ovvero la seconda dopo la madre di Frank, ovvero Cruise, che è morta, è depressa e ha sempre utilizzato Earl come modo per avere soldi, ma scopre di volergli bene solo in punto di morte; al quiz di Jimmy ha partecipato l'omosessuale Donnie (William H. Macy), ormai povero in canna benché famoso per il suddetto motivo in giovinezza, che vigliaccamente non riesce a dimostrare il suo amore senza essere ridicolo ad un barista, mentre medita di rapinare il negozio in cui è stato appena licenziato; al quiz partecipa attualmente Stanley (Jeremy Blackman), intelligentissimo ma che odia lo show, costretto a parteciparvi dall'infimo padre (Michael Bowen); e ancora tante altre cose... film commovente sull'amore più che d'amore, e anche sull'odio... per i fan della musica, "Honor thy Father" dei Dream Theater contiene nella sua parte centrale delle voci campionate da questo film, precisamente con Earl che parla del "regret". Film imperdibile, per alcuni noioso, per me unico nel suo genere. Bellissimo anche il prologo.
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[+] melatonina
(di camillo triolo)
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lunetta
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venerdì 7 gennaio 2011
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disperazione e perdono...
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...mi sembrano i fili conduttori di un film bellissimo, difficile, che descrive le vite di alcuni esseri umani che, come petali di un fiore, sono anche vicini, ma destinati a vite proprie e proprie solitudini. Tante storie di disperazione, umanità e peccati che si incrociano, che sembrano imperdonabili, che portano uonini e donne in tunnell senza apparente vie d'uscita, fino ad un quadro catartico finale, con urla di dolore e confessioni che sembrano aprire un varco alla speranza, ad un perdono implorato, con una immagine impressionante ma efficace di una pioggia di rane.
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paride86
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venerdì 5 novembre 2010
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interessante
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Denso e lungo intreccio di storie, "Magnolia" si propone eplicitamente come un affresco sociale dell'America di oggi. C'è, appunto, chi vive il sogno americano, chi lo insegue, chi lo ha già perduto...
I temi ricorrenti sono il cancro e gli abusi tra persone, anche se a diversi livelli.
Sicuramente un film intelligente, pur se non mio ha appassionato più di tanto.
Ottimi gli attori, soprattutto Julianne Moore.
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luca r.
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martedì 21 settembre 2010
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mamma che film
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mamma che filmone da paura!!questo si che e cinema.....sulla falsa riga di altman il regista ci regala una serie di storie bellissime!!cast fantastico grandi attori e indimenticabile il personaggio di cruise!!ottimo film corale che oggi giorno nn si fa piu .tutte le star vogliono far la parte dei protagonisti ed e bello vedere invece ogni tanto un bel film corale...in breve capolavoro moderno
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roberta gilmore
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lunedì 4 gennaio 2010
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magnolia
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la tempesta di rane finale... spettacolare... e angosciante... mi ha commossa...
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taniamarina
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sabato 5 dicembre 2009
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il rimorso che si fa capolavoro
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L'oppressione dei nostri giorni, la frenesia, l'osannatissimo e dannoso carpe diem, il cinismo, l'insensibilità, i disastri intergenerazionali si mescolano in un quadro dalle tinte meravigliose, un film che non si può non vedere. I ritmi impietosi di una vita, quella attuale, sembrano non dare anlcun senso alle nostre esistenze se non nell'assurda pioggia dei rospi dalle nuvole. I sentimenti sono interpretati da attori che faranno la parte dei perdenti, animali rari chiusi in gabbia che, forse, troveranno la libertà. Commuove l'interpretazione del padre nella (aimè) parte di se stesso, mentre Cruise colpisce per la sua intensità, il tutto scandito da una musica onnipresente, lirica, ma mai ossessiva.
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L'oppressione dei nostri giorni, la frenesia, l'osannatissimo e dannoso carpe diem, il cinismo, l'insensibilità, i disastri intergenerazionali si mescolano in un quadro dalle tinte meravigliose, un film che non si può non vedere. I ritmi impietosi di una vita, quella attuale, sembrano non dare anlcun senso alle nostre esistenze se non nell'assurda pioggia dei rospi dalle nuvole. I sentimenti sono interpretati da attori che faranno la parte dei perdenti, animali rari chiusi in gabbia che, forse, troveranno la libertà. Commuove l'interpretazione del padre nella (aimè) parte di se stesso, mentre Cruise colpisce per la sua intensità, il tutto scandito da una musica onnipresente, lirica, ma mai ossessiva. Tra i registi più famosi che hanno speso pellicole nel raccontare sociologicamente, hanno tremato di fronte ad un film del genere, perla a mio avviso difficile da eguagliare. Capolavoro
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lillac_wine
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martedì 16 settembre 2008
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troppo lungo
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Alla seconda ora ci si arriva stremati, se durasse meno potrbbe essere davvero un gran film
[+] ahh come ti capisco!
(di adelfococo)
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riccardo
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giovedì 11 settembre 2008
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bellissimo
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non saprei giudicarlo in altri modi
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carbonara paolo
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mercoledì 3 settembre 2008
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pura fatalità
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A parte il fatto che tutte queste storie parallele,forse incrociate nello stesso destino,rendono la storia veramente geniale.Anderson dipinge un'opera che non ha precedenti,in quanto a sceneggiatura,l'originalità di questo giovane regista è messa per esteso in tutta questa pellicola.I personaggi resi al meglio da loro interpreti coronano tre ore di pura follia,senza termini estremi di follia ovviamente,ma si caricano di quell'aura di supremo e di eccezionalmente inconfondibile.Questo film è per quanto mi riguarda da ricordare.Come possano piovere rane dal cielo questo non lo so,ma come si dice nel film:"pura fatalità"!
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giuliano agostinetti
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domenica 10 agosto 2008
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buoni ingredienti, ma minestrone stracotto
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In Magnolia il montaggio altmaniano è già divenuto maniera. Non per questo perde ogni efficacia, però le singole storie ne risultano come manipolate in vista di un effetto finale. Il meccanismo sottostante è il seguente: quelli che dapprincipio sembrano i "cattivi" mostrano progressivamente il loro lato di "buoni", e viceversa. Così si giunge alla sospensione del giudizio, come già enunciato nel prologo, nonché al deus ex machina della pioggia di rane e al perdono abbastanza generalizzato. Ma perché mascherare dietro un caos iniziale faticosamente ricomposto una tesi così "semplice"? Forse per incollare una impostazione filosofica classico-cristiana con un'impronta tecnica crudamente materialistico-americana.
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In Magnolia il montaggio altmaniano è già divenuto maniera. Non per questo perde ogni efficacia, però le singole storie ne risultano come manipolate in vista di un effetto finale. Il meccanismo sottostante è il seguente: quelli che dapprincipio sembrano i "cattivi" mostrano progressivamente il loro lato di "buoni", e viceversa. Così si giunge alla sospensione del giudizio, come già enunciato nel prologo, nonché al deus ex machina della pioggia di rane e al perdono abbastanza generalizzato. Ma perché mascherare dietro un caos iniziale faticosamente ricomposto una tesi così "semplice"? Forse per incollare una impostazione filosofica classico-cristiana con un'impronta tecnica crudamente materialistico-americana. Ma le scissure si vedono, e così pure la colla. Forse per questo il film si gonfia fino a tempi spropositati e sostanzialmente defatiganti. Certo, il regista è giovane...
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