toty bottalla
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lunedì 10 marzo 2014
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la vita in scena con i suoi orrori in stile altman
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E' un film ben fatto con bravi attori, una buona regia e un difficile e buon montaggio, tuttavia ha le sembianze non poco velate di "america oggi" di robert altman, come quello estremamente lungo e per certi versi angosciante, la vita in scena con i suoi orrori, e forse il peggio non lo abbiamo ancora visto! Saluti.
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nick simon
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lunedì 15 luglio 2013
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intense e struggenti pillole di antropologia
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Una voce fuori campo ci narra di tre assurdi, inspiegabili avvenimenti: piuttosto che su strane coincidenze, ci si trova a riflettere sull'esistenza di qualcosa di diverso, una sorta di ordine superiore. Questo il prologo a "Magnolia" di Paul Thomas Anderson, regista e sceneggiatore moderno e consapevole, appartenente a quella cerchia di autori che hanno conosciuto il cinema più guardandolo che studiandolo. Le storie dei protagonisti (addirittura nove) sono a prima vista separate ma in realtà drammaticamente connesse: il risultato è un chiaro, intenso, a tratti cinico sguardo alla società odierna, non soltanto quella americana. Il cast è validissimo e differenziato, e presenta alcuni tra gli attori-feticcio di Anderson.
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Una voce fuori campo ci narra di tre assurdi, inspiegabili avvenimenti: piuttosto che su strane coincidenze, ci si trova a riflettere sull'esistenza di qualcosa di diverso, una sorta di ordine superiore. Questo il prologo a "Magnolia" di Paul Thomas Anderson, regista e sceneggiatore moderno e consapevole, appartenente a quella cerchia di autori che hanno conosciuto il cinema più guardandolo che studiandolo. Le storie dei protagonisti (addirittura nove) sono a prima vista separate ma in realtà drammaticamente connesse: il risultato è un chiaro, intenso, a tratti cinico sguardo alla società odierna, non soltanto quella americana. Il cast è validissimo e differenziato, e presenta alcuni tra gli attori-feticcio di Anderson. Altrettanto eterogenei sono i caratteri dei personaggi e le vicende da essi vissute: c'è chi è malato, chi è oppresso e in cerca di pace, chi è divorato dai sensi di colpa, chi tenta disperatamente di essere compreso. I temi che costituiscono il leitmotiv del racconto sono quelli del distacco, della perdita e del bisogno di ricevere e dare amore; più o meno tutti i personaggi sono impegnati nell'estenuante lotta contro un passato traumatico o un ambiente familiare non troppo sereno. Le prestazioni attoriali sono eccellenti e gli interpreti si mostrano a proprio agio anche nelle scene corali: Julianne Moore, Tom Cruise, Philip Seymour Hoffman e William H. Macy i più ispirati, ma fondamentali contributi pervengono altresì da Philip Baker Hall, Jason Robards, John C. Reilly, Melora Walters e dal piccolo Jeremy Blackman. Per una pellicola della lunghezza di tre ore è già un successo mantenere viva la curiosità dello spettatore, ma il regista riesce a fare di più: ci introduce intimamente nelle storie e nell'animo dei personaggi, ci turba e a volte ci confonde, anche con l'ausilio di una colonna sonora incalzante, il cui volume diventa lentamente ossessivo, tanto da sovrapporsi totalmente ai dialoghi. Il film ha il sapore di una spietata condanna verso aspetti preponderanti nel mondo attuale: la frenetica corsa al denaro, lo sfruttamento della popolarità, l'assuefazione al lavoro che porta alla distruzione dei legami affettivi principali. Anderson omaggia i suoi maestri: Altman nella struttura dell'intreccio, Scorsese nei piani sequenza e nei movimenti di macchina in generale, Lumet nella raffigurazione del famelico mondo dei media. Quest'ultimo aspetto è riscontrabile con evidenza nella figura del giovane concorrente del quiz televisivo: egli è, infatti, ferito profondamente da un padre freddo e deciso a trarre lucro dalla sua notorietà. Il suo personaggio è un chiaro tributo a "Quinto Potere" del già citato Sidney Lumet, dichiaratamente scelto da Anderson come suo film preferito di sempre. Tom Cruise, infine, ci dà l'ennesima conferma di quanto la sessualità sia una tematica basilare nella cinematografia del regista californiano. L'insieme si ricompone circolarmente in un'opera matura, sapientemente orchestrata, originale più nei contenuti e nell'indagine psicologica che nella forma. Si è spinti nuovamente verso il dubbio iniziale, e un'incredibile pioggia di rane suggerisce che qualsiasi cosa può succedere: non bisogna far altro che stare al gioco della vita, seppur talvolta non conoscendone le regole.
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tdurden96
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martedì 5 marzo 2013
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come una pioggia di rane!!!
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il bello delle pellicole di registi/sceneggiatori (semi)esordienti è il fatto che gli ideali maturati nei primi venti/trenta anni di età che non hanno trovato sbocco in alcuna opera commerciale o comunque soggetta ad una distribuzione in larga scala si sprigionino in film dall'ampio respiro,libere dalle pressanti esigenze speculativi dei produttori del cinema che conta. Dopo le prime avvisaglie di Sydney e Boogie Night,questo cratere a nome P.T.Anderson esplode con Magnolia,cogliendo di sorpresa il proscenio cinematografico internazionale come una pioggia di rospi. Opera corale con molti pregi e pochi difetti (vedi eccessiva prolissità),la pellicola è una riflessione sui sensi di colpa e sui limiti del perdono,diluita in nove storie che finiscono "fatalmente" (le virgolette sono d'obbligo dopo il curioso prologo) per incrociarsi fino all'incredibile finale,quando cioè Anderson decide di far piovere le già citate rane dal cielo nell'apice di drammaticità del film,una notte in cui sfociano silenziosamente l'angoscia e la disperazione dei protagonisti.
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il bello delle pellicole di registi/sceneggiatori (semi)esordienti è il fatto che gli ideali maturati nei primi venti/trenta anni di età che non hanno trovato sbocco in alcuna opera commerciale o comunque soggetta ad una distribuzione in larga scala si sprigionino in film dall'ampio respiro,libere dalle pressanti esigenze speculativi dei produttori del cinema che conta. Dopo le prime avvisaglie di Sydney e Boogie Night,questo cratere a nome P.T.Anderson esplode con Magnolia,cogliendo di sorpresa il proscenio cinematografico internazionale come una pioggia di rospi. Opera corale con molti pregi e pochi difetti (vedi eccessiva prolissità),la pellicola è una riflessione sui sensi di colpa e sui limiti del perdono,diluita in nove storie che finiscono "fatalmente" (le virgolette sono d'obbligo dopo il curioso prologo) per incrociarsi fino all'incredibile finale,quando cioè Anderson decide di far piovere le già citate rane dal cielo nell'apice di drammaticità del film,una notte in cui sfociano silenziosamente l'angoscia e la disperazione dei protagonisti. Ma è la musica, ad accomunarli tutti in un canto liberatorio,una resa formale al destino,musica come collante malinconico di questo triste mosaico nel quale tuttavia serpeggia una flebile speranza,come nel sorriso di claudia nell'ultimo fotogramma.
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..santo..
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lunedì 29 ottobre 2012
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faticoso
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Mai vista tanta lentezza in un film.Un inizio frenetico e incalzante per un film noioso.Forse svantaggiato dal fatto di averlo guardato dopo la ri-visione di un film come memento....Un vero e propio strazio...un contenuto interessante svalutato in pieno da una sceneggiatura faticosa e agonizzante.Il coraggio di riguardarlo per apprezzarne i particolari non cè!!!
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opidum
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martedì 28 agosto 2012
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ex aequo con monsters ball
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Magnolia vince il premio del film più porta sfiga del secolo(ma io non ho visto love story )
per carità il film qualche guizzo ce l'ha e una visione la merita ma davvero ad un certo punto mi sono messo a ridere: l'incesto ce l'abbiamo , il cancro ce l'abbiamo , la tossicodipendenza ce l'abbiamo E CHE CAVOLO!!!!!
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gabriella
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mercoledì 22 agosto 2012
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le intemperie della vita
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E' un urlo disperato il film di Anderson che racconta di solitudine, di esistenze al capolinea che devono fare i conti con un passato scomodo che si ripresenta puntuale a incassare ; nove storie apparentemente sfilacciate tra loro che finiscono per incrociarsi, a comporre un'unica corolla, nove come i petali del fiore di magnolia , nove vicende in cui i protagonisti sono costretti a confrontarsi con loro stessi, a guardarsi in faccia. [+]
E' un urlo disperato il film di Anderson che racconta di solitudine, di esistenze al capolinea che devono fare i conti con un passato scomodo che si ripresenta puntuale a incassare ; nove storie apparentemente sfilacciate tra loro che finiscono per incrociarsi, a comporre un'unica corolla, nove come i petali del fiore di magnolia , nove vicende in cui i protagonisti sono costretti a confrontarsi con loro stessi, a guardarsi in faccia.
A San Fernando Valley, attorno al Magnolia Boulevard tutto ha inizio da un quiz televisivo, il cui ideatore, Earl ora giace sul letto di morte in preda all'insanabile rimorso per aver tradito e abbandonato la moglie e il figlio molti anni prima e il suo ultimo desiderio è poter rivedere quel figlio.
Quest'ultimo, Frank McKey (un ottimo e convincente Tom Cruise, forse il migliore dell'intero cast) è conduttore di un programma tv "Seduci e distruggi"nel quale insegna l'usa e getta della donna secondo i dettami del più cinico e bieco maschilismo. Riuscirà ad arrivare al capezzale del padre, contattato da Phil, l'infermiere che l'assiste, per vomitargli addosso la rabbia e il rancore accumulati negli anni, per poi cedere a un pianto sincero e liberatorio.
Poi c'è Linda, la giovane moglie di Earl che l'ha sposato per interesse e solo adesso, mentre il marito sta morendo, si accorge di amarlo disperatamente e non riesce a darsi pace per averlo ripetutamente tradito.
Jimmy è il presentatore del quiz televisivo, apprezato professionista, amatisssimo dalla moglie, scopre di essere malato e vorrebbe riallacciare i rapporti con la figlia Claudia che da anni non ne vuole più sapere di lui. La ragazza, cocainomane, vive da sbandata, riempendo la sua solitudine con incontri occasionali, ascolta la radio a massimo volume per non sentire gli echi assordanti di un dolorosissimo passato segnato dagli abusi del padre.
Stanley è un ragazzino partecipante al gioco a quiz, un piccolo genio la cui sola compagnia sono i libri, che riuscirà a ribellarsi alla sua sorte rivendicando il suo diritto all'infanzia e soprattutto pretenderà l'amore e l'interesse di un padre fallito e insensibile che lo sfrutta.
Donny è un ex vincitore del quiz, intrappolato nel suo ruolo , un uomo con uno sconfinato bisogno di amare e di essere amato e che vorrebbe trovare il coraggio di dichiarare il suo amore a un barista .
Jim, poliziotto buono , un pò goffo e ingenuo, la sua strada finirà per incrociarsi con quella di Claudia, e forse per loro ci sarà un futuro.
Oltre tre ore di film, Anderson scava profondamente nell'animo di ognuno dei suoi protagonisti, come un trapano che scava un dente malato, senza anestesia, fino a giungere al nervo scoperto dello spettatore.
La pioggia di rane finale puè prestarsi a molteplici letture, una punizione dal cielo che permette di redimersi, di riflettere sulla nostra fragile esistenza, l'imput per capovolgere il passato, non cambiandolo, perchè non si può rimediare agli errori se non cercando di migliorarsi, una specie di catarsi purificatrice.
Supportato da una colonna strepitosa e struggente che accompagna le immagini conferendogli una nitidezza e una qualità impeccabile.
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alexlaby
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mercoledì 16 maggio 2012
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colonna sonora che strema
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Film godibile, ma la colonna sonora non lascia respirare. Qualche secondo di tregua ogni tanto sarebbe stato molto opportuno.
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adelfococo
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martedì 20 marzo 2012
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linguaggio discutibile, storia faticosa
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tradita dalle stelline ho deciso di guardarlo quando l'hanno fatto in tv.
non ho mai sentito tante parolacce in un solo film! e in bocca ad una donna poi! davvero non ne comprendo la necessità di doppiare i film in tale modo.
talmente difficoltoso da seguire con salti qui e lì tra le diverse storie che non ho avuto il fisico per finirlo. si poteva fare meglio in tempi più stretti.
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le arti visive – official
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venerdì 23 dicembre 2011
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è un grandissimo film che non annoia.
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Abbandonato dal figlio (Tom Cruise) e aiutato da Phil (Philip Seymour Hoffmann), Earl (Jason Robards) produce da tempo uno show diretto da Jimmy (Philip Baker Hall), la cui figlia cocainomane (Melora Waters) s'innamora di un poliziotto (John C. Reilly). Tantissime sottotrame e tantissimi personaggi, quasi come in un tributo a Robert Altman, cosa che la pellicola è, rendono questo lunghissimo spaccato di vita losangelina un’epica storia più sull’amore che d’amore, a volte positivamente a volte no. Amore e morte, coincidenze e cose che sono davvero successe. Film molto strano per struttura, ma anche affascinante e non noioso come potrebbe sembrare. Gli attori sono molto bravi e la regia è bellissima.
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Abbandonato dal figlio (Tom Cruise) e aiutato da Phil (Philip Seymour Hoffmann), Earl (Jason Robards) produce da tempo uno show diretto da Jimmy (Philip Baker Hall), la cui figlia cocainomane (Melora Waters) s'innamora di un poliziotto (John C. Reilly). Tantissime sottotrame e tantissimi personaggi, quasi come in un tributo a Robert Altman, cosa che la pellicola è, rendono questo lunghissimo spaccato di vita losangelina un’epica storia più sull’amore che d’amore, a volte positivamente a volte no. Amore e morte, coincidenze e cose che sono davvero successe. Film molto strano per struttura, ma anche affascinante e non noioso come potrebbe sembrare. Gli attori sono molto bravi e la regia è bellissima. Forse è il primo capolavoro di Anderson ed è sicuro molto piacevole. La scena finale è già famosissima.
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tiamaster
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giovedì 22 settembre 2011
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frasi superlative!!!
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un aspetto sui cui intendo soffermarmi particolarmente,sono le frasi dette in questo film ,una più bella dell'altra."noi possiamo chiudere con il passato ma il passato non chiude con noi"probabilmente una delle frasi più vere e universali del cinema.un film molto commovente,con un cast super!!!un film che mostra l'umanita,non un film con il solito copione inizio,svolgimento fine;magnolia va oltre rappresentando le persone per quello che sono,l'oscar per il miglior film dell 2000 l'avrei dato a questo film più che al gladiatore,comunque film bellissimo.bello bello bello.
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