fabal
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mercoledì 21 novembre 2012
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sobrio e didascalico.
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In un quartiere della periferia di Chiacago, una statua di Maria piange lacrime di sangue. L'evento non è isolato, ma si ripete ogni anno a novembre, ricorrenza della morte di Helen O' Regan. A far luce sul mistero viene inviato padre Frank Shore, definito "l'ammazza miracoli". Inevitabilmente scettico sulle prime, il sacerdote indaga su alcuni episodi miracolosi avvenuti quando Helen era in vita, appurandone l'autenticità. Shore, inoltre, viene scosso dalla conoscenza con la figlia di Helen, Roxanne, che fa riemergere vecchi dubbi circa la sua vocazione. Alla fine sarà lo stesso Shore il postulatore per la canonizzazione di Helen, ma dovrà far fronte alle resistenze della Congregazione.
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In un quartiere della periferia di Chiacago, una statua di Maria piange lacrime di sangue. L'evento non è isolato, ma si ripete ogni anno a novembre, ricorrenza della morte di Helen O' Regan. A far luce sul mistero viene inviato padre Frank Shore, definito "l'ammazza miracoli". Inevitabilmente scettico sulle prime, il sacerdote indaga su alcuni episodi miracolosi avvenuti quando Helen era in vita, appurandone l'autenticità. Shore, inoltre, viene scosso dalla conoscenza con la figlia di Helen, Roxanne, che fa riemergere vecchi dubbi circa la sua vocazione. Alla fine sarà lo stesso Shore il postulatore per la canonizzazione di Helen, ma dovrà far fronte alle resistenze della Congregazione. Per decretare la santità, infatti, non bastano i miracoli, ma è necessaria anche la "condotta virtuosa".
Che gli occhi azzurri di Ed Harris sguazzino meglio nei ruoli da duro pistoluto è fin troppo evidente. E non sarebbe nemmeno un limite se, per lo meno, la scelta dell'attore fosse motivata dalla volontà di impersonare un sacerdote atipico per il grande schermo, convinto e inflessibile: magari meno empatico con il pubblico, ma calzante con Ed Harris. Perché, in fin dei conti, nei panni del prete non sfigura affatto.
Ma il ruolo dell'uomo di Dio tormentato, sensibile al vizietto, con immancabili scetticismi e rimpianti da copione, più che l'introspezione di un personaggio credibile, si riduce a un accumulo di tormenti interiori didascalici. Celibato, vocazione, rimpianto, fede, scetticismo: tematiche vive, ma concentrate in una sola figura. Troppo. E così anche Harris, ingabbiato dalla necessità di "umanizzare" a tutti i costi padre Frank Shore, si attiene allo schema e non se la sente aggiungere altro.
La Holland ha comunque il merito della sobrietà, senza impantanarsi nella melma dell'occulto: di fatto non indaga strutturalmente il mistero, né vi sono divagazioni di carattere magico o esorcistico. In questo senso il film non perde mai la sua credibilità, concentrandosi sulla percezione degli eventi da parte degli uomini di Chiesa e, di nuovo in modo didascalico, sulle procedure complesse di canonizzazione.
Con un altro cliché: le resistenze del mancato inquisitore di turno (il cardinale Werner). Ma in un momento in cui gli unici spunti cinematografici in materia di Fede sono storpie clonazioni de "L'esorcista", "Il terzo miracolo" è perdonabilissimo.
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lunedì 27 agosto 2012
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dio ci parla, ma anche no
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Avere a che fare con dio non è come avere a che fare con gli uomini. Frank Shore, un prete in carriera, è bravissimo nella seconda delle due cose. Da dio invece ha avuto solo un iniziale assenso alla sua vocazione, con il miracolo della provvisoria guarigione del padre poliziotto, ferito mortalmente al collo. Frank, allora 17enne, fa il voto di diventare sacerdote se il padre non muore, e così avviene. Salvo morire tre mesi dopo la realizzazione del voto sacerdotale. Da allora emerge sempre più il lato scettico di Frank e la sua fede in dio lascia il posto a un istinto per scovare le truffe in ambito ecclesiastico, grazie a un fiuto innato ereditato forse del lavoro del padre. Per questo nel suo ambiente Frank merita il nomignolo di ammazza miracoli.
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Avere a che fare con dio non è come avere a che fare con gli uomini. Frank Shore, un prete in carriera, è bravissimo nella seconda delle due cose. Da dio invece ha avuto solo un iniziale assenso alla sua vocazione, con il miracolo della provvisoria guarigione del padre poliziotto, ferito mortalmente al collo. Frank, allora 17enne, fa il voto di diventare sacerdote se il padre non muore, e così avviene. Salvo morire tre mesi dopo la realizzazione del voto sacerdotale. Da allora emerge sempre più il lato scettico di Frank e la sua fede in dio lascia il posto a un istinto per scovare le truffe in ambito ecclesiastico, grazie a un fiuto innato ereditato forse del lavoro del padre. Per questo nel suo ambiente Frank merita il nomignolo di ammazza miracoli. Infatti per essere fatti santi la chiesa cattolica richiede almeno due miracoli, ma la storica prudenza di santa madre chiesa una volta ne chiedeva almeno tre. In verità se i patrocinatori di cause di santità fossero tutti come Frank, uno basterebbe e avanzerebbe e alla fine un vero miracolo avviene proprio sotto gli occhi della commissione che sta esaminando la causa di santità di una religiosa in cui Frank crede più che in dio. Ma la miracolata è una prostituta tossicodipendente e dal film non ci è dato di sapere se dopo essersi ripresa da un’overdose mortale di droga tagliata male continuerà sulla cattiva strada nella speranza di un altro (il terzo?) miracolo o si redimerà definitivamente.
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