fufa78
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martedì 23 aprile 2013
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una bella favola
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Una bella favola che si regge su un telaio fin troppo sfarzoso e importante, a cominciare dalla scelta degli attori: sto pensando in particolare a Hopkins, che veste fin troppo bene i panni dell'imperturbabile uomo d'affari e che per questo trasmette poche emozioni e sinceramente non ci fa arrivare quel senso di stima e calore umano che pare il motivo per cui tutti amano il suo personaggio all'interno della storia. In generale, se apprezzo la perfezione stilistica dei tanti eloquenti discorsi che si sentono lungo tutta la durata della pellicola, ritengo che questi contribuiscano a raggelare un po' l'atmosfera e anche gli scambi di battute
In effetti la prima impressione è stata che ci sia, da parte del regista, una corsa al perfezionismo e al tecnicismo esasperato che però fa perdere al film l'emozione che deve trasmettere.
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Una bella favola che si regge su un telaio fin troppo sfarzoso e importante, a cominciare dalla scelta degli attori: sto pensando in particolare a Hopkins, che veste fin troppo bene i panni dell'imperturbabile uomo d'affari e che per questo trasmette poche emozioni e sinceramente non ci fa arrivare quel senso di stima e calore umano che pare il motivo per cui tutti amano il suo personaggio all'interno della storia. In generale, se apprezzo la perfezione stilistica dei tanti eloquenti discorsi che si sentono lungo tutta la durata della pellicola, ritengo che questi contribuiscano a raggelare un po' l'atmosfera e anche gli scambi di battute
In effetti la prima impressione è stata che ci sia, da parte del regista, una corsa al perfezionismo e al tecnicismo esasperato che però fa perdere al film l'emozione che deve trasmettere.
Questo intento si raggiunge in alcuni momenti, anche grazie alla fortunata colonna sonora sempre pronta a sottolinearli e a ravvivarli.
Personalmente le scene che mi piacciono "umanamente" di più sono quelle in cui si trova la figlia maggiore che impazzisce nel preparare la festa di compleanno del padre, che sembra quasi fargliene una colpa; figlia che viene palesemente snobbata a favore dell'altra, la bella di turno, a cui andrà l'amore niente meno che della Morte.
Ho sempre pensato, nell'assistere al comportamento algido e indifferente di Bill, che non fosse poi molto degno del grande "uomo" pieno di sentimenti da tutti ritenuto. Anche il dialogo chiarificatore alla fine del film non è sufficiente a farlo sembrare un padre senza preferenze - Allison è costretta ad accettare la serie B altrimenti non la sfanga- come i baci e gli abbracci che egli dedica alla figlia, prima di andare a ballare con la minore, alla quale confessa invece tutto il suo affetto e fa intuire il dispiacere di distaccarsi dalla vita.
Il lieto fine è opinabile solo se non si parte dal presupposto che ci si trova nell'ambito del fiabesco e non della realtà e che il film, già dall'inizio, si presenta con questa caratteristica. Sicuramente belle e sofisticate le ambientazioni.
Un film da vedere e da prendere per quello che è, senza perdersi in tanti ragionamenti.
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gatsby97
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sabato 20 aprile 2013
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la morte con la faccia pulita
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Brad Pitt ha recitato egregiamente in questo film. Hopkins è stato magnifico. Insomma , ci sono tutti gli ingredienti per dire che questo film è un capolavoro mancato.... la carica dei sentimenti e l'innovativa storia d'amore fanno da contorno ad un'ottima scenggiatura , il film è di una lenteza piacevolissima ( molto probabilmente senza lentezza avrebbe perso la sua eleganza) e questo è uno dei suoi punti di forza , compimenti a Martin Brest che ha messo il cuore in questo film. Il mio voto è 8... peccato per lo scarso successo.
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toty bottalla
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giovedì 3 maggio 2012
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la morte romantica!
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Quanto vorrei che la morte avesse il volto della pfeiffer, e magari stare un po' insieme prima di dipartire, la realtà purtroppo è un tantino diversa, ma nel film, solo un grande hopkins regge il gioco fino in fondo rendendo quasi credibile una storia fantastica. Saluti.
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kyotrix
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venerdì 16 dicembre 2011
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veramente bello!
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Visto solo ora, meglio tardi che mai. Temevo un lungo mattone, invece le 2h50m sono per me volate. Belli e bravi i protagonisti, ottimi sentimenti e scenografie, grande il personaggio di Hopkins. Tutto perfetto o quasi. Si, forse un po' troppi e prolungati primi piani ai 2 spasimanti ( veramente belli ), ma anche quello fa parte delle chicche di questo film. Consigliato a chi cerca un film ricco di eleganza e sentimenti.
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alberto 11
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lunedì 26 settembre 2011
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bello, ma non troppo
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Partendo da uno spunto interessante, anche se per certi versi improbabile, il film si snoda in una vicenda in cui la morte divenuta "umana", capace di provare sentimenti e soffrire all'interno dello stesso mondo da cui strappa coloro che sceglie, fa da messaggero del suo prossimo destino ad un miliardario integerrimo nei suoi principi di onestà e correttezza, che, conscio della fine dei propri giorni, riscopre nelle ultime ore concesse dalla "morte - Joe Black" la propria famiglia e i legami affettivi che si erano affievoliti tra di loro. Il finale lascia perplessi per la forzata ricerca di un lieto fine che, secondo il personale parere, appare fuori luogo seppur gradevole e in linea con le sequenze romantiche attraverso cui il film si sviluppa.
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Partendo da uno spunto interessante, anche se per certi versi improbabile, il film si snoda in una vicenda in cui la morte divenuta "umana", capace di provare sentimenti e soffrire all'interno dello stesso mondo da cui strappa coloro che sceglie, fa da messaggero del suo prossimo destino ad un miliardario integerrimo nei suoi principi di onestà e correttezza, che, conscio della fine dei propri giorni, riscopre nelle ultime ore concesse dalla "morte - Joe Black" la propria famiglia e i legami affettivi che si erano affievoliti tra di loro. Il finale lascia perplessi per la forzata ricerca di un lieto fine che, secondo il personale parere, appare fuori luogo seppur gradevole e in linea con le sequenze romantiche attraverso cui il film si sviluppa. Il ridonare la vita a chi da essa stessa è stata strappata pone la figura, spesso lugubre e spietata della morte, in antitesi con la naturale e necessaria unidirezionalità che contraddistingue tale figura. Da un punto di vista pratico, per quanto il mio pensiero possa essere interpretato cinicamente, non riesco a immaginare la vita di un uomo che tragicamente morto da alcuni giorni ritorni in vita e debba giustificare, una sua rinascita di fronte a tutti coloro che ne avevano attestato il decesso. Non vorrei inoltre sindacare sul fatto di come "la morte" abbia preso possesso di tale corpo e di come tale aspetto sia stato ignorato da parenti e amici del giovane che, dopo avere ipoteticamente appreso la tragica notizia, averlo pianto e seppellito, vedono dapprima sparire il corpo del congiunto dopo averlo riconosciuto probabilmente in ospedale (dove talaltro lavora la stessa protagonista del film che appare ignara del fatto che sia accaduto un incidente così brutale), e dopo pochi giorni lo vedono rivivere in maniera, dapprima del tutto assonnata e illogicamente infantile, e successivamente normale e sereno come se nulla fosse accaduto. Un plauso va indubbiamente alla recitazione magistrale di Anthony Hopkins, il cui unico neo è quello di seguire alla lettera una sceneggiatura in cui il protagonista, per niente turbato o atterrito, si mostra spavaldo e amichevole con colui che gli si presenta come la morte, la propria morte, fino a diventarne quasi amico e ringraziarlo per i giorni trascorsi assieme. Visto come una romantica love story "Vi presento Joe Black" coglie nel segno, ma lascia perplessi tutti coloro che avrebbero voluto vedere un film che, visto il presupposto iniziale, avrebbe dovuto essere ricco di colpi di scena e avere un finale degno dei migliori Thriller di cui lo stesso Pitt è stato spesso protagonista e non invischiarsi in improbabili incongruenze logiche e temporali della storia, per culminare in un finale da favola in cui, chi riesce comunque ad emozionarsi di fronte a tutto ciò, piange probabilmente più per il defunto amore ritrovato che per la morte del padre amorevole che come ultimo atto della propria vita ha difeso la propria figlia dallo stesso Joe Black. Vanno, tuttavia, citate alcune scene ben strutturate sia per le musiche che per i profondi dialoghi che invitano alla filosofica riflessione su temi abusati, ma sempre di grande presa, quali il senso della vita, la famiglia e l'amore eterno. In definitiva più che sufficiente nel complesso, scontato nel finale.
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fiffa89
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lunedì 5 settembre 2011
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"grazie di avermi amato così..."
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Questa è la frase più bella pronunciata da Brad Pitt in questo bellissimo film.
William Parrish prossimo ai 65 anni, una notte viene colto da un malore accompagnato da una voce che ripete: "Si, è la risposta alla tua domanda". Chi parla è l'angelo della morte intenzionato a prendere la sua anima non prima, però, di aver "visitato" il mondo degli uomini.
Per farlo, assume le vesti di un giovane morto in un incidente stradale il giorno in cui il destino aveva voluto fargli incontrare la figlia minore di Parrish, Susan. Nasce così JOE BLACK, un uomo avvolto dal mistero che si stabilisce a casa di Bill e che si reca persino a lavoro con lui.
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Questa è la frase più bella pronunciata da Brad Pitt in questo bellissimo film.
William Parrish prossimo ai 65 anni, una notte viene colto da un malore accompagnato da una voce che ripete: "Si, è la risposta alla tua domanda". Chi parla è l'angelo della morte intenzionato a prendere la sua anima non prima, però, di aver "visitato" il mondo degli uomini.
Per farlo, assume le vesti di un giovane morto in un incidente stradale il giorno in cui il destino aveva voluto fargli incontrare la figlia minore di Parrish, Susan. Nasce così JOE BLACK, un uomo avvolto dal mistero che si stabilisce a casa di Bill e che si reca persino a lavoro con lui. Susan si innamorerà di lui e gli insegnerà a riamare a sua volta.
Può la MORTE provare sentimenti? Secondo questo film del filone drammatico, si.
Bellissimo il finale e il ballo tra Susan e il padre accompagnato dall'indimenticabile "When a wonderful world" si Louis Armstrong.
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filippo catani
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giovedì 14 luglio 2011
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la morte come non l'avevamo mai vista
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Un ricco uomo d'affari riceve una incredibile vistita da parte della Morte in persona che ha però assunto le fattezze di un giovane ragazzo che aveva recentemente conversato con l'infelice figlia del ricco uomo. Tutto questo perchè la Morte vuole sperimentare per quale motivo gli uomini siano così attaccati alla vita. Solo il ricco uomo d'affari sa la vera identità del ragazzo che al resto della famiglia si presenta come Joe Black e finirà per innamorarsi della figlia dell'uomo d'affari.
Se per un certo verso magari lo spunto di partenza del film poteva pure essere interessante, la pellicola si perde nei soliti luoghi comuni del genere romantico.
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Un ricco uomo d'affari riceve una incredibile vistita da parte della Morte in persona che ha però assunto le fattezze di un giovane ragazzo che aveva recentemente conversato con l'infelice figlia del ricco uomo. Tutto questo perchè la Morte vuole sperimentare per quale motivo gli uomini siano così attaccati alla vita. Solo il ricco uomo d'affari sa la vera identità del ragazzo che al resto della famiglia si presenta come Joe Black e finirà per innamorarsi della figlia dell'uomo d'affari.
Se per un certo verso magari lo spunto di partenza del film poteva pure essere interessante, la pellicola si perde nei soliti luoghi comuni del genere romantico. Ma la cosa davvero imperdonabile sono i continui ed eccessivi primi piani a Brad Pitt di cui a metà film si è già perso il conto. Per il resto tutto già visto con tanto di finale strappalacrime. Hopkins appare decisamente sprecato e assolutamente fuori tema.
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a17540
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martedì 14 giugno 2011
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joe black alias la morte
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Vi Presento Joe Black è un film interessante. Certo colpisce è la visione tutta “americana” della vita e della morte: il denaro, la posizione sociale, le gerarchie riverberano anche nell’ultraterreno. Brad Pitt/Joe Black/La Morte in vacanza nel mondo sceglie un bel corpo, la casa di un ricco e potente e giudica il valore della vita su parametri molto terreni e materialisti. Che poi il personaggio interpretato da A. Hopkins sia un imprenditore corretto, sia un uomo amato dalle figlie e stimato daglia amici è soltanto un di più. Viene scelto come guida da Joe Black, spinto quaggiù dalla noia, perchè ritenuto una persona interessante che ha vissuto una vita piena.
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Vi Presento Joe Black è un film interessante. Certo colpisce è la visione tutta “americana” della vita e della morte: il denaro, la posizione sociale, le gerarchie riverberano anche nell’ultraterreno. Brad Pitt/Joe Black/La Morte in vacanza nel mondo sceglie un bel corpo, la casa di un ricco e potente e giudica il valore della vita su parametri molto terreni e materialisti. Che poi il personaggio interpretato da A. Hopkins sia un imprenditore corretto, sia un uomo amato dalle figlie e stimato daglia amici è soltanto un di più. Viene scelto come guida da Joe Black, spinto quaggiù dalla noia, perchè ritenuto una persona interessante che ha vissuto una vita piena. Come quasi sempre nelle produzioni americane, si parla elementi ultraterreni lasciando Dio fuori dalla porta. A livello di sceneggiatura il film soffre di qualche debolezza e pesa un po’ la lunga durata ma se vista come una piacevole favola sentimentale risulta assolutamente fruibile. Il comparto degli attori è tutto di alto profilo con A. Hopkins su tutti.
a17540
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william wallce
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sabato 4 giugno 2011
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le cose verranno da sole...
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film al quanto originale ed al contempo unico...con un inizio scioccante,che fa sperare per l'intero film che si risolva in meglio...con un anthony hopkins così saggiamente giusto, (stupenda la parte in cui "descrive" a sua figlia cosa dovrebbe essere l'amore)ed un brad pitt anche simpatico oltre che bravo...in sintesi un film unico che in più di un occasione,dico la verità,mi ha dato dei brividi,in particolar modo con il bellissimo finale che credo tutti avremmo voluto che finisse così...
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blacky
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lunedì 18 ottobre 2010
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pitt-hopkins una sinergia che non credevo
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Pitt e Hopkins sono perfetti insieme. Una sinergia che non immaginavo possibile francamente, forse per la differenza di esperienza. Anche in "Vento di passioni" sono stati eccellenti, sebbene recitino molto meno insieme. Brad Pitt è uno degli attori migliori di hollywood ed uno dei miei preferiti. Molte persone tendono a non calcolarlo minimamente, associandolo a quella schiera di bellissimi del cinema, più vuoti di un pallone. Questo è esattamente ciò che Pitt non è. Sicuramente all'inizio si è fatto strada soprattutto grazie al suo aspetto fisico, ma anche quando interpretava il bizzarro Johnny Suede, si veniva già a definire quel suo fascino magnetico, dovuto a qualcosa di più profondo di una bella chioma bionda.
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Pitt e Hopkins sono perfetti insieme. Una sinergia che non immaginavo possibile francamente, forse per la differenza di esperienza. Anche in "Vento di passioni" sono stati eccellenti, sebbene recitino molto meno insieme. Brad Pitt è uno degli attori migliori di hollywood ed uno dei miei preferiti. Molte persone tendono a non calcolarlo minimamente, associandolo a quella schiera di bellissimi del cinema, più vuoti di un pallone. Questo è esattamente ciò che Pitt non è. Sicuramente all'inizio si è fatto strada soprattutto grazie al suo aspetto fisico, ma anche quando interpretava il bizzarro Johnny Suede, si veniva già a definire quel suo fascino magnetico, dovuto a qualcosa di più profondo di una bella chioma bionda.
Anthony Hopkins al contrario è un attore, che si è affermato maggiormente in età matura. Chi lo ha adorato per la superba interpretazione di Hannibal Lecter, potrà qui vedere quanto è grande il suo talento: Il ruolo di Bill Parrish è ben diverso da quello del famoso cannibale. Bill è un miliardario vedovo, che incarna perfettamente l'ideale di dignità e amorevolezza. Quest'ultimo dimostrato però in modo parziale verso le sue figlie. Dall'oggi al domani riceverà la terribile risposta alla domanda che pone continuamente nel suo inconscio. "Si è la risposta alla domanda" dice una voce molto simile alla sua, dietro un vetro che lascia intravedere solo una sagoma poco definita. Dall'oscurità si rivela un ragazzo (Brad Pitt) di bell'aspetto, che afferma di essere la più indesiderabile delle visite: la morte! La morte qui vista quasi come una divinità greca, vicina ai sentimenti degli uomini, è curiosa e vuole conoscere quel confusionario e intrigante aspetto dell'universo, che è la vita. Si farà guidare perciò da Bill, il quale possiede tutti i mezzi per mostrargliela. In questo percorso Joe Black, così ribattezzato Tanatos da Bill, scoprirà quanto doloroso è il suo compito, nel momento in cui riuscirà a comprendere l'amore grazie alla figlia di Bill, Susan, interpretata dalla bellissima Claire Forlani. "Grazie di avermi amato" sono le ultime parole di Joe che le dirà prima di lasciarla andare, comprendendo che gli è già stato concesso troppo. Un film perfetto, che gode di una sceneggiatura ottima quanto gli interpreti. Suppongo di dovergli dare quattro stelle, poichè non tutti sono capaci di apprezzare pellicole di questa durata, ma per quanto mi riguarda una mezza può anche starci.
Il regista Martin Brest è un maestro di remake, anche per quanto riguardo "Profumo di donna", altro film memorabile.
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