luca scialò
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sabato 27 agosto 2011
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fantasiosa fuga di ebrei dal nazismo
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Siamo nell'Europa invasa dalla Germania nazista. In un paesino nell'est europeo, una comunità di ebrei apprende che i nazisti arriveranno a momenti anche a prendere loro. E così il pazzo del villaggio ha un'idea: costruire un treno e simulare una deportazione con tanto di costumi di militari nazisti, per poter giungere in Palestina. Gli ebrei si danno così da fare e iniziano il loro viaggio e tra mille peripezie macinano Km e Km...Riusciranno a sfuggire all'Olocausto con il loro piano tanto ambizioso quanto sgangherato?
Il regista Radu Mihaileanu propone una commedia fantasiosa, frizzante, divertente ma al contempo riflessiva. Che riesce a sdrammatizzare, per quanto possibile, la tragedia dell'Olocausto.
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Siamo nell'Europa invasa dalla Germania nazista. In un paesino nell'est europeo, una comunità di ebrei apprende che i nazisti arriveranno a momenti anche a prendere loro. E così il pazzo del villaggio ha un'idea: costruire un treno e simulare una deportazione con tanto di costumi di militari nazisti, per poter giungere in Palestina. Gli ebrei si danno così da fare e iniziano il loro viaggio e tra mille peripezie macinano Km e Km...Riusciranno a sfuggire all'Olocausto con il loro piano tanto ambizioso quanto sgangherato?
Il regista Radu Mihaileanu propone una commedia fantasiosa, frizzante, divertente ma al contempo riflessiva. Che riesce a sdrammatizzare, per quanto possibile, la tragedia dell'Olocausto. In quel treno c'è la metafora del Mondo: Il capo rabino che dialoga con Dio, uno che professa il comunismo creando un gruppo di dissidenti, c'è l'unione degli ebrei con altri zingari in fuga. C'è racchiusa, in pochi vagoni colorati, la sintesi di quei tragici anni.
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filippo catani
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martedì 26 luglio 2011
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drammatica leggerezza
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Un paesino di ebrei è sconvolto dalla notizia dell'imminente arrivo dei nazisti. L'unica salvezza sarà quella di cercare rifugio in Palestina. Per fare questo sarà necessario costruire un treno tale e quale q quelli usati per le deportazioni e una parte del villaggio reciterà la parte degli ebrei mentre un'altra parte si fingerà nazista.
E' possibile trattare argomenti terribili e dolorosi come la Shoah con leggerezza? Ebbene sì. Già Benigni lo aveva dimostrato e questo delizioso film ne è la conferma. Lo spettatore attende sempre da un momento all'altro il drammatico precipitare delle cose ma è nel frattempo intrattenuto da una esilarante ironia.
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Un paesino di ebrei è sconvolto dalla notizia dell'imminente arrivo dei nazisti. L'unica salvezza sarà quella di cercare rifugio in Palestina. Per fare questo sarà necessario costruire un treno tale e quale q quelli usati per le deportazioni e una parte del villaggio reciterà la parte degli ebrei mentre un'altra parte si fingerà nazista.
E' possibile trattare argomenti terribili e dolorosi come la Shoah con leggerezza? Ebbene sì. Già Benigni lo aveva dimostrato e questo delizioso film ne è la conferma. Lo spettatore attende sempre da un momento all'altro il drammatico precipitare delle cose ma è nel frattempo intrattenuto da una esilarante ironia. Viene presa in giro la proverbiale tirchieria degli ebrei così come i motti comunisti portati al villaggio dal figlio del rabbino pronto a trasformare la sua carrozza del treno in soviet. E splendida è la sequenza del ballo con gli zingari. Culture diverse che superano le reciproche diffidenze per cercare di superare un tragico momento che purtroppo vedeva entrambe le popolzioni in pericolo mortale. Un film che insomma sa unire leggerezza, commozione e dramma come poche altre pellicole sanno fare.
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lozzy
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venerdì 23 luglio 2010
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cantando e suonando verso la libertà
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Da un film che parla degli anni bui della guerra ci si aspetta uno stile asciutto ed un tono distaccato e solenne, quasi celebrativo a memoria delle vittime cadute. Secondo l'opinione comune, non è ammissibile poterne parlare in toni leggeri e distesi, senza avere la sensazione di mancare di rispetto a queste persone decedute. Però Radu Mihaileanu riesce in questo intento e nel suo film non si rimane offesi dai suoi toni, anzi si rimane affascinati dalla semplicità con cui è stato capace di instillare nei nostri cuori i sentimenti appropriati al contesto dell'olocausto, senza dover girare scene di omicidi di massa o con schiavi in catene.
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Da un film che parla degli anni bui della guerra ci si aspetta uno stile asciutto ed un tono distaccato e solenne, quasi celebrativo a memoria delle vittime cadute. Secondo l'opinione comune, non è ammissibile poterne parlare in toni leggeri e distesi, senza avere la sensazione di mancare di rispetto a queste persone decedute. Però Radu Mihaileanu riesce in questo intento e nel suo film non si rimane offesi dai suoi toni, anzi si rimane affascinati dalla semplicità con cui è stato capace di instillare nei nostri cuori i sentimenti appropriati al contesto dell'olocausto, senza dover girare scene di omicidi di massa o con schiavi in catene. Ovviamente, in certi momenti si può avvertire una leggera tensione; soprattutto in quelli in cui i protagonisti incontrano i tanto temuti nazisti, da cui stanno scappando, ma tutto si svolge nella più con una certa spensieratezza (del tutto insolita in film del genere) come se l'intera vicenda fosse semplicemente un gioco di guardie e ladri. Una leggera tensione la si può avvertire anche nei momenti in cui il figlio del rabbino, convertitosi alla fede “comunista”, cerca di ostacolare il viaggio del treno della speranza, promuovendo la “rivolta rossa” o organizzando un'improbabile fuga, dal strapotere del capitalismo, rappresentato nella sua prospettiva distorta dai saggi del villaggio e dal suo compaesano, travestito da ufficiale nazista a capo del treno. Il ballo e la musica costituiscono la colonna portante dell'intero film; ogni momento cruciale è contraddistinto da una musica allegra e, a volte, si può apprezzare un altrettanto allegra coreografia. Si pongono in evidenza la scena in cui si cominciano i preparativi per il viaggio, quella della fuga dei “comunisti” e quella del rifornimento presso la stazione presidiata dai nazisti. Sicuramente degna di nota è la disputa musicale che si accende tra i nostri amici “deportati” e un gruppo di zingari, che ha avuto la loro stessa trovata geniale per scappare dalla minaccia nazista. In questo film la musica fa da padrona, perché, come se fosse un vero e proprio personaggio, aiuta i nostri amici nei preparativi al lungo viaggio e gli tiene compagnia una volta iniziato. In sostanza essa contribuisce a mantenere un clima sereno e felice tra nostri viaggiatori, che permette agli occhi del pubblico di percepire un film, nel complesso, dai toni distesi e leggeri, ma dotato di un pattern di sentimenti complesso e variegato, che ne fanno qualcosa di più di una semplice commedia. Dove affetti come la commozione e la felicità non si respingono, ma si intrecciano in un turbino di sensazioni nuove e singolari, che portano ad innamorarsi di questo piccolo capolavoro.
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[+] molto meglio di benigni
(di giuseppe dicorato)
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hatecraft
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martedì 26 gennaio 2010
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il treno della vita
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L'amara commedia, che svela il vero volto nel finale, e' un sogno ad occhi aperti, un sogno di 100 minuti sullo splendido popolo ebraico che riesce con autoironia e immensa profondita' a sopravvivere nell'inferno creatogli dall' uomo. sceneggiatura e direzione inceccepibili.
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thekalisa
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lunedì 18 gennaio 2010
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il concerto, il nuovo train de vie?
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Ho un ricordo bellissimo di Train de vie, penso che chiunque dovrebbe vederlo è davvero un capolavoro. Mihalieau è un maestro nel riuscire a trattare temi fondamentali per la nostra società con grandissima leggerezza e delicatezza. Spero che anche il nuovo film di Mihalieanu, il Concerto, sia all'altezza delle aspettative, andrò sicuramente a vederlo. grazie per la segnalzione ciaooo
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elli
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giovedì 26 febbraio 2009
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bah..niente di che..
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gianni
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venerdì 30 gennaio 2009
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dialoghi curati da moni ovadia, e si sente!
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Bellissimo, tolte due microscene di sesso, che non guastano, ma che si possono anche saltare, è adattissimo anche a bambini dai 7/8 anni in su.
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housettina k t fotte
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giovedì 15 gennaio 2009
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treine de vie
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Questo film è stato semplicemente bellissimo!!
e' un film molto significativo!!! E' stao bellisimo vederlo al cinema io cion tutti i miei compagni anxhe se cerano certe parti che non capiv!1 comunque è stato bellix!! bellix!!
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davide
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sabato 6 settembre 2008
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la morale del film
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In realtà il treno non è mai esistito , è solo la fantasia del "pazzo" che ha creato il tutto ,il finale del film serve a far capire ,con un gran cazzotto nello stomaco, che l'unica cosa vera è stato l'Olocausto....
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