La maschera di ferro |
|||||||||||||
Un film di Randall Wallace.
Con Gérard Depardieu, Jeremy Irons, John Malkovich, Leonardo DiCaprio, Gabriel Byrne.
continua»
Titolo originale The Man in the Iron Mask.
Avventura,
Ratings: Kids+13,
durata 132 min.
- USA 1998.
- UIP - United International Pictures
uscita venerdì 27 marzo 1998.
MYMONETRO
La maschera di ferro
valutazione media:
3,36
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
|
|||||||||||||
|
|||||||||||||
|
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
2 fratelli separati, 4 moschettieri & una regina.di Great StevenFeedback: 70023 | altri commenti e recensioni di Great Steven |
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
giovedì 25 dicembre 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
LA MASCHERA DI FERRO (USA, 1998) diretto da RANDALL WALLACE. Interpretato da LEONARDO DICAPRIO, GABRIEL BYRNE, GERARD DEPARDIEU, JOHN MALKOVICH, JEREMY IRONS, ANNE PARILLAUD, JUDITH GODRECHE
Le vicende della Maschera di ferro attingono le proprie radici da Il visconte di Bragelonne (1850), il quale, con Vent’anni dopo (1845), chiude la trilogia romanzesca di Alexandre Dumas padre. Questa storia è stata già portata sullo schermo per quattro volte (1929, 1939, 1976 a Hollywood e 1978 in Austria). L’azione prende il suo avvio nel 1662: morto il cardinale italiano Giulio Mazzarino, il Re Luigi XIV ha da un anno assunto il regno della Francia in prima persona, e governa, pur nell’interesse della nazione, da autentico despota, emanando leggi che favoriscono esclusivamente i governanti e danneggiando il numeroso popolo, che vive a forza di stenti e soffre la fame. Al suo servizio non ci sono più i tre moschettieri Aramis, Portos e Athos (il primo dei tre si è fatto abate, il secondo è visibilmente invecchiato e ingrassato e ha appetiti sessuali molto gaudenti, mentre il terzo ha un figlio soldato, Raoul, che spera di rivedere presto), ma D’Artagnan non demorde e continua a servire il sovrano. Il trio però è a conoscenza dell’esistenza di un fratello segreto del Re Sole, imprigionato fin dalla nascita nei bassifondi fognari di Versailles con una maschera metallica che gli copre interamente la faccia, permettendogli solo di vedere e respirare. Decidono dunque di liberarlo e di rimpiazzarlo al feroce e tirannico fratello gemello, insegnandogli le sue maniere e i suoi modi altezzosi di comportarsi. Le cose prenderanno una cattiva piega quando il sovrano scoprirà la tresca ai suoi danni, ma la sostituzione avrà comunque successo, dopo una serie di battaglie, sia imperiali che militaresche. Come regista, Wallace non fa molto di più che dirigere il traffico di un film in cappa e spada come molti altri, ma da sceneggiatore sfodera un’impudenza capace di rivaleggiare con quella di Dumas, indimenticato scrittore francese di capolavori immortali. L. DiCaprio, il buono e il cattivo della favola, gioca con soffice disinvoltura le sue carte gemellari. Ma il merito principale e determinante va al trio dei moschettieri in pensione, invecchiati ma sempre in gamba: Malkovich si distingue per tranquillità, flemma e carisma indistruttibile; Depardieu, grazie anche alla sua fisicità goffa e simpatica, risulta istrionico e buffo oltre ogni dire (specialmente nella scena in cui tenta maldestramente di impiccarsi); Irons, infine, è il più pacato e introverso del terzetto, che però sa dimostrare un coraggio fuori dal comune nei momenti critici. Byrne (un D’Artagnan relativamente sottotono ma comunque efficace finché il copione glielo consente) se la cava con egregia spavalderia, pur senza dimenticare il suo attaccamento ligio e oneroso ai doveri di guardia del corpo. Oltre a raccontare le vicende del gemello sconosciuto e segregato del re, i generosi intrighi del neo-religioso Aramis per liberarlo dal carcere e dalla maschera di ferro, i conflitti fra D’Artagnan e i suoi amici (per cui il tempo non sembra essere passato, considerando la loro immutata esperienza e dimestichezza con le armi), le patetiche peripezie di Athos e dell’amato figlio partito per la guerra, Wallace centra il bersaglio con un’idea decisiva e sorprendente: Luigi XIV non è figlio del defunto Luigi XIII, ma di D’Artagnan, che da sempre ama, contraccambiato, la regina Anna. Si avverte purtroppo la mancanza della lasciva Milady, giustiziata molti anni prima (come si viene a sapere dai dialoghi) dai prodi eroi. Non ha i numeri per decretare un capolavoro, questo film d’azione e storico contemporaneamente, ma sa mescolare i generi con un gusto della contaminazione abbastanza inusuale e per questo anche originale e spiazzante, per certi versi. Lode anche al montaggio, alla fotografia e soprattutto ai sontuosi costumi, che riproducono molto fedelmente gli abiti in uso alla sfarzosa reggia di Versailles. L’impudenza, l’arroganza e gli atteggiamenti prepotenti del Re Sole sono evidenziati con un autocompiacimento in parte egoistico ma che funziona a dovere nei panni della fucina di un carattere malvagio, sadico e prepotente. Consigliabile agli studenti che stanno affrontando la storia francese del XVII secolo e agli appassionati dei romanzi ottocenteschi che raccontano le avventure un po’ picaresche e magniloquenti accadute due secoli prima.
[+] lascia un commento a great steven »
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Ultimi commenti e recensioni di Great Steven :
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Recensioni & Opinionisti | Articoli & News | Multimedia | Shop & Showtime |
Pubblico (per gradimento)
1° | allstar 2° | cassandra88 3° | shingo tamai 4° | great steven 5° | solversrf 6° | trammina93 |