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Negli anni che vanno dalla Restaurazione ai moti degli anni '30 è ambientata la storia di Jean Valjean che, per aver rubato un tozzo di pane, viene condannato ai lavori forzati dove passerà 19 anni. Una volta uscito cercherà attraverso varie peripezie di vivere la sua vita se non fosse per la solerzia dell'ottuso ispettore Javert ostinato nel dargli una caccia senza quartiere.
Buona trasposizione cinematografica per l'ennesima rivisitazione del bellissimo romanzo omonimo. Certo c'è qualche libertà nella trama ma il succo e i temi principali ci sono tutti. Così possiamo vedere come fosse cieca la giustizia davanti a chi rubava per povertà o come sia difficile per un uomo rimettersi in sella dopo diverse traversie. In questo romanzo e nel film c'è di tutto: la passione amorosa, gli ideali politici e la denuncia sociale. Soprattutto c'è la grande contrapposizione tra Valjean capace di riscattarsi dal suo passato e Javert inossidabile ispettore incapace di andare oltre alla legge incatenandosi lui stesso alla propria meticolosità e ottusità. Ottima l'accoppiata Neesom-Rush per un classico senza tempo che non perde mai d'attualità e ancora capace di attirare spettatori e premi come dimostra il recente Les Miserables.
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