tiamaster
|
sabato 21 gennaio 2012
|
alleniano.
|
|
|
|
Woody Allen e'. Uno dei più grandi registi viventi,che ha regalato al pubblico pietre miliari come Manhattan e la rosa purpurea del cairo,Harry a pezzi forse non sara' a questi livelli,ma e' comunque una delle migliori opere di Woody.In questo film c'e forse uno dei personaggi più belli e al contempo detestabili e odiosi di Allen,l'inferno Alleniano e ' geniale,e il montaggio bizzarro contribuisce allo stile della storia,una bellissima commedia.
|
|
[+] lascia un commento a tiamaster »
[ - ] lascia un commento a tiamaster »
|
|
d'accordo? |
|
snaif
|
lunedì 12 dicembre 2011
|
mi sono fatto a pezzi!
|
|
|
|
E' stupendo come Woody Allen faccia a pezzi la sua vita.
Un film delirante, sferzante, inteliggente e brillante. Uno dei migliori Allen.
Ritratto ad episodi di uno dei personaggi più cattivi e detestabili di Woody.
Un montaggio "stralunato" che ti rende il tutto più assurdo. Come la vita. Come i sogni.
Per non parlare del ritratto dell'inferno. Puramente geniale.
Mi sono fatto a pezzi!
|
|
[+] lascia un commento a snaif »
[ - ] lascia un commento a snaif »
|
|
d'accordo? |
|
cinema style
|
martedì 6 settembre 2011
|
woody allen e il suo inferno
|
|
|
|
Adoro questo film.Credo che il risultato sia eccezionale.Woody allen sa regalare allo spettatore emozioni indescrivibili dal mio ingenuo punto di vista.
|
|
[+] lascia un commento a cinema style »
[ - ] lascia un commento a cinema style »
|
|
d'accordo? |
|
danilodac
|
domenica 20 febbraio 2011
|
l'inferno di allen
|
|
|
|
Harry Block è uno scrittore che cerca, seppur in maniera scomposta, di mettere un pò di ordine nella sua vita, soprattutto quella sentimentale, all’insegna del tradimento e dell’insoddisfazione. La sua crisi personale mette a rischio anche la sua creatività artistica. Troverà pace solo nell’arte.
Irriverente, sfacciato, dissacrante, blasfemo, ironico, divertentissimo e a tratti anche un pò nostalgico.. E’ uno dei migliori film di Woody Allen, soprattutto per quanto riguarda la struttura narrativa. Le invenzioni abbondano in questo film dal ritmo veloce e leggero, ma non privo di intelligenti riflessioni alleniane su: religione, umana sofferenza, relazioni sentimentali, sesso, morte. Nonostante la struttura rapsodica, a livello tematico è più solido di quel che appare.
[+]
Harry Block è uno scrittore che cerca, seppur in maniera scomposta, di mettere un pò di ordine nella sua vita, soprattutto quella sentimentale, all’insegna del tradimento e dell’insoddisfazione. La sua crisi personale mette a rischio anche la sua creatività artistica. Troverà pace solo nell’arte.
Irriverente, sfacciato, dissacrante, blasfemo, ironico, divertentissimo e a tratti anche un pò nostalgico.. E’ uno dei migliori film di Woody Allen, soprattutto per quanto riguarda la struttura narrativa. Le invenzioni abbondano in questo film dal ritmo veloce e leggero, ma non privo di intelligenti riflessioni alleniane su: religione, umana sofferenza, relazioni sentimentali, sesso, morte. Nonostante la struttura rapsodica, a livello tematico è più solido di quel che appare. Può sembrare disconnesso, disarticolato, ma non lo è. Sfilano una dozzina di personaggi, tenuti in gioco da una maestria narrativa d’alta scuola. Molto originale, anche dal punto di vista visivo, con la memorabile invenzione di R. Williams “fuori fuoco” e l’accattivante sequenza di Harry che scende all’inferno e incontra il Diavolo, impersonato dal suo migliore amico.
Ricco di battute esilaranti e momenti di vera comicità, è un film diretto, esplicito, sincero. Per i fan di Allen è un vero gioiello. Con Harry a pezzi il regista sceglie una via leggermente diversa rispetto ai suoi film precedenti: più controversa, cinica, spietata, allontanando, lievemente, i risvolti melodrammatici caratteristici delle sue migliori pellicole. E’ anche il film dove si vede il più sregolato Allen di sempre: bevitore, rapitore, inguaribile infedele, egoista. Ma la sua è una dignità personalizzata, una ricerca della verità che trova le sue risposte non nella vita, ma soltanto nell’arte.
Tra battute a raffica e situazioni paradossali Allen rinnova il suo stile comico, introducendo, molto spesso, ingredienti surreali o visionari. La commedia ne trae vitalità e brio.
Un elogio ai colori e alle luci di Carlo Di Palma, ma soprattutto al folto cast di attori assolutamente strepitosi, con una bravissima J. Davis.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a danilodac »
[ - ] lascia un commento a danilodac »
|
|
d'accordo? |
|
il cinefilo
|
lunedì 26 aprile 2010
|
ecco un woody allen più strepitoso che mai...
|
|
|
|
In questo film di Woody Allen tra l'analisi psicanalitica sulle relazioni tra uomo e donna e la mera risata la seconda prevale su tutto il resto in una catena di fenomenali gag(in cui lo stile di Allen è inconfondibile)che,alla fine,lasciano soltanto l'imbarazzo della scelta su quale abbia fatto più ridere...in quest'opera Woody Allen interpreta un autore afflitto dall'blocco dello scrittore e che si ritrova a ricordare tutte le sue varie(peraltro disastrose)relazioni con le varie mogli e amanti.
Si tratta di un operazione cinematografica "autodistruttiva" in cui il regista e attore protagonista ambisce ad attirare su di sè tutte le disgrazie relazionali di coppia possibili immaginabili.
Lo scrittore ha come amici una prostituta e un amico che presto gli morirà in auto e proprio durante un viaggio per ricevere una onoreficenza insieme a suo figlio.
[+]
In questo film di Woody Allen tra l'analisi psicanalitica sulle relazioni tra uomo e donna e la mera risata la seconda prevale su tutto il resto in una catena di fenomenali gag(in cui lo stile di Allen è inconfondibile)che,alla fine,lasciano soltanto l'imbarazzo della scelta su quale abbia fatto più ridere...in quest'opera Woody Allen interpreta un autore afflitto dall'blocco dello scrittore e che si ritrova a ricordare tutte le sue varie(peraltro disastrose)relazioni con le varie mogli e amanti.
Si tratta di un operazione cinematografica "autodistruttiva" in cui il regista e attore protagonista ambisce ad attirare su di sè tutte le disgrazie relazionali di coppia possibili immaginabili.
Lo scrittore ha come amici una prostituta e un amico che presto gli morirà in auto e proprio durante un viaggio per ricevere una onoreficenza insieme a suo figlio...in questo film Allen interpreta un menefreghista irresponsabile capace delle peggiori nefandezze di cui fanno le spese le sue povere mogli,salvo poi ritrovarsi a stare per essere ucciso da una di quelle stesse mogli inferocite.
HARRY A PEZZI,come ho già scritto,è un film carico di sequenze genialmente comiche come gli "scontri"con la moglie psicologa e con l'amante,il dialogo tra le due signore anziane riguardo il "fosco"segreto del marito di una delle due,l'incontro di harry con il suo alter ego del romanzo e la visita all'inferno(omaggio a F.Fellini)a incontrare il diavolo(il suo ex amico)e riprendersi la sua ragazza.
Secondo me si tratta dell'miglior film del periodo recente di W.Allen anche se i tempi di IO E ANNIE e MANHATTAN sono un lontano ricordo...
[-]
|
|
[+] lascia un commento a il cinefilo »
[ - ] lascia un commento a il cinefilo »
|
|
d'accordo? |
|
veronick
|
martedì 6 aprile 2010
|
la vita attraverso l'arte
|
|
|
|
Molto più efficace il titolo originale, "deconstructing Harry", è un film geniale che racconta la storia di un uomo inadatto alla vita che usa l'arte come rifugio da tutte le sue nevrosi e dai demoni che lo tormentano. Harry, scrittore in piena crisi di creatività, registra in un libro una sorta di bilancio della sua vita: tre matrimoni falliti alle spalle, la relazione con la sorella della sua terza moglie, la storia con una delle sue allieve, più una serie di amanti, il tutto edulcorato dalla sua creatività che aggiunge, dove servono, tocchi di romanticismo, pennellate di ironia e critiche celate, ma non troppo, verso parenti e amanti .
[+]
Molto più efficace il titolo originale, "deconstructing Harry", è un film geniale che racconta la storia di un uomo inadatto alla vita che usa l'arte come rifugio da tutte le sue nevrosi e dai demoni che lo tormentano. Harry, scrittore in piena crisi di creatività, registra in un libro una sorta di bilancio della sua vita: tre matrimoni falliti alle spalle, la relazione con la sorella della sua terza moglie, la storia con una delle sue allieve, più una serie di amanti, il tutto edulcorato dalla sua creatività che aggiunge, dove servono, tocchi di romanticismo, pennellate di ironia e critiche celate, ma non troppo, verso parenti e amanti . I personaggi che crea sono caricature di quelli reali, ne esagerano fobie e nevrosi; il massimo del grottesco viene raggiunto con la "trasposizione letteraria" della sua seconda moglie, psicologa, la quale diviene una sorta di fondamentalista ebrea che per ogni cosa, dal cibo, al vino, al sesso, rende grazie a Dio. Harry, nel raccontare la sua vita, prima la frantuma, poi la ricostruisce con una continua sovrapposizione di realtà e finzione, lasciando ampio spazio anche alla sfera onirica. Questa sovrapposizione viene resa visibile con l'espediente geniale di far interpretare ad attori diversi il personaggio reale e quello fittizio, così da rendere palpabile la distanza tra i due. Ancor più abile è Allen quando ci mostra i personaggi del romanzo dialogare con Harry, ammonirlo, riprenderlo per i suoi errori passati, quasi che lui, solo vedendosi dall'esterno riuscisse ad analizzarsi, a comprendere appieno i suoi sbagli. L'apice di questo contatto realtà-finzione viene raggiunto con Harry che dialoga con uno dei suoi "io narrativi",il marito della terza moglie, il quale lo invita a "guardare" le conseguenze delle sue scelte. Harry-Allen insomma frantuma, non solo e non tanto la sua storia, quanto piuttosto la sua persona; è Harry in ultima analisi ad essere "spezzato" nei vari Harry che si sono succeduti fino alla sua vita attuale, e da questa frantumazione ne esce una personalità complessa, problematica, in quanto composta da tanti tasselli che sembra impossibile far combaciare e che possono esistere solo nella fantasia, ognuno come parte a sé stante, separata dal resto. Questo lo dice,del resto, lo stesso Harry nella scena finale, di felliniana memoria, mentre, circondato da tutti i personaggi nati dalla sua immaginazione, viene onorato nell'università che lo aveva cacciato; li ringrazia tutti perché attraverso loro anche a lui, inadatto al mondo reale, è stata concessa la possibilità di vivere.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a veronick »
[ - ] lascia un commento a veronick »
|
|
d'accordo? |
|
barmario
|
sabato 5 dicembre 2009
|
commedia esilarante e brillante
|
|
|
|
Un film esilarante e brillante, dove Allen si pone in totale auto-psicoanalisi, facendo mescolare al protagonista del film la sua vita privata con quella dei personaggi dei suoi libri. Molto divertente, frizzante, autoironica.
|
|
[+] lascia un commento a barmario »
[ - ] lascia un commento a barmario »
|
|
d'accordo? |
|
piccolopanda
|
domenica 13 settembre 2009
|
capolavoro della commedia
|
|
|
|
Una grande commedia, o meglio l'ennesima ottima commedia di Woody allen...
|
|
[+] lascia un commento a piccolopanda »
[ - ] lascia un commento a piccolopanda »
|
|
d'accordo? |
|
andrea
|
domenica 21 settembre 2008
|
deconstructing allen (parte 2)
|
|
|
|
Non è un caso se fa un film all’anno, è un cineasta che non vivrebbe senza il suo lavoro-amore (il personaggio che interpreta nel film, in una scena, ricorda al figlio che Freud diceva che per vivere bene bastano il lavoro che si fa, e il sesso) e probabilmente continuerà a girare film fino alla sua morte. Le ex mogli, e non solo, che nel film lo perseguitano si lamentano del fatto che lui, da artista-negromante, abbia utilizzato le loro esperienze personali, anzi, proprio le loro stesse persone, come materia per i suoi libri. E c’è da meravigliarsi? E’ ovvio che ogni personaggio alleniano sarà quasi sicuramente ispirato a individui davvero esistenti o esistiti: l’arte ha una funzione migliorativa, di completamento (Harry, in un’altra scena, che ricorda “La Rosa Purpurea del Cairo”, incontra il suo alter-ego del libro, che rispetto a lui è più alto ed ha più maturità), è un prolungamento ritoccato della vita vera, nato soprattutto da una posizione di critica e insoddisfazione nei confronti di questa.
[+]
Non è un caso se fa un film all’anno, è un cineasta che non vivrebbe senza il suo lavoro-amore (il personaggio che interpreta nel film, in una scena, ricorda al figlio che Freud diceva che per vivere bene bastano il lavoro che si fa, e il sesso) e probabilmente continuerà a girare film fino alla sua morte. Le ex mogli, e non solo, che nel film lo perseguitano si lamentano del fatto che lui, da artista-negromante, abbia utilizzato le loro esperienze personali, anzi, proprio le loro stesse persone, come materia per i suoi libri. E c’è da meravigliarsi? E’ ovvio che ogni personaggio alleniano sarà quasi sicuramente ispirato a individui davvero esistenti o esistiti: l’arte ha una funzione migliorativa, di completamento (Harry, in un’altra scena, che ricorda “La Rosa Purpurea del Cairo”, incontra il suo alter-ego del libro, che rispetto a lui è più alto ed ha più maturità), è un prolungamento ritoccato della vita vera, nato soprattutto da una posizione di critica e insoddisfazione nei confronti di questa. Per i novanta minuti di quello che è indubbiamente il miglior film di Allen dell’ultimo periodo, vediamo la realtà alternarsi ripetutamente con questi pezzi di puzzle di vita “perfezionata”, incollati tra di loro mediante un montaggio che spezza molti raccordi tra le inquadrature, tra gli stessi dialoghi, facendo sembrare il film tagliato a casaccio, perché così come Harry, anche il montaggio è “a pezzi”. Ci ritroviamo, poi, davanti a trovate divertentissime, come il Robin Williams “sfocato”, o la memorabile discesa di Allen all’inferno, nel quale un po’ alla Dante si diverte a mettere in un girone o nell’altro le categorie umane da lui meno tollerate. Ancora una volta abbiamo la dimostrazione che per fare un bel film, o qualsiasi opera d’arte in generale, non bisogna far altro che parlare, in fondo, di se stessi.
[-]
[+] andrea
(di reiver)
[ - ] andrea
[+] per reiver
(di andrea)
[ - ] per reiver
[+] andrea colpisce ancora..
(di lilli)
[ - ] andrea colpisce ancora..
[+] lo vedrò sicuramente
(di reiver)
[ - ] lo vedrò sicuramente
[+] andreaaaa
(di maryluu)
[ - ] andreaaaa
[+] per reiver e maryluu
(di andrea)
[ - ] per reiver e maryluu
[+] x andrea
(di vale '93)
[ - ] x andrea
[+] andrea..
(di luc)
[ - ] andrea..
[+] per vale
(di andrea)
[ - ] per vale
[+] eheh, luc
(di andrea)
[ - ] eheh, luc
[+] x andrea
(di audreyh)
[ - ] x andrea
[+] per audreyh
(di andrea)
[ - ] per audreyh
[+] grazie della "a" maiuscola...
(di audreyh)
[ - ] grazie della "a" maiuscola...
[+] tu hai dtt nn sparpagliamoci...
(di audreyh)
[ - ] tu hai dtt nn sparpagliamoci...
|
|
[+] lascia un commento a andrea »
[ - ] lascia un commento a andrea »
|
|
d'accordo? |
|
andrea
|
domenica 21 settembre 2008
|
deconstructing allen (parte 1)
|
|
|
|
Harry - Woody Allen - Block ha, come suggerisce il cognome, il blocco dello scrittore, è senza ispirazione. Non solo, deve anche andare a ritirare un'onorificenza all'università che anni prima lo aveva cacciato. Durante questo tragitto metaforico e non solo (ripreso da "Il Posto delle Fragole" di Bergman), avrà modo di "fare a pezzi" la sua vita: prendere la sua storia di uomo in mano e frantumarla a terra, per poi rimettere insieme, in modo confuso, i pezzi del puzzle. Ed ecco come nasce questo film, frutto del più geniale modo di realizzare una finta - e nemmeno tanto - biografia. Geniale perché i pezzi del puzzle non sono frammenti della sua vera vita, ma brandelli dei racconti scritti lungo la sua carriera, i quali non sono altro che quegli stessi momenti reali filtrati dalla sua immaginazione, da una creatività correttrice che li rende più piacevoli di come erano nella realtà di tutti i giorni.
[+]
Harry - Woody Allen - Block ha, come suggerisce il cognome, il blocco dello scrittore, è senza ispirazione. Non solo, deve anche andare a ritirare un'onorificenza all'università che anni prima lo aveva cacciato. Durante questo tragitto metaforico e non solo (ripreso da "Il Posto delle Fragole" di Bergman), avrà modo di "fare a pezzi" la sua vita: prendere la sua storia di uomo in mano e frantumarla a terra, per poi rimettere insieme, in modo confuso, i pezzi del puzzle. Ed ecco come nasce questo film, frutto del più geniale modo di realizzare una finta - e nemmeno tanto - biografia. Geniale perché i pezzi del puzzle non sono frammenti della sua vera vita, ma brandelli dei racconti scritti lungo la sua carriera, i quali non sono altro che quegli stessi momenti reali filtrati dalla sua immaginazione, da una creatività correttrice che li rende più piacevoli di come erano nella realtà di tutti i giorni. Harry, infatti, è un uomo fallito nella vita vera, il cui sfogo è appunto lo scrivere, "un uomo troppo nevrotico per funzionare nella vita reale, ma che funziona bene nell'arte", così come egli stesso si definisce. Non saranno, infatti, i professori dell'università ad onorarlo alla fine, ma i suoi stessi personaggi, riunitisi davanti a lui ad applaudirlo in una visione onirica. Sono loro, le sue creazioni, ad avergli più volte salvato la vita, ad aver costituito uno scopo per il quale vivere in un'esistenza che ci siamo ritrovati tra le mani per puro caso, secondo la ormai nota visione cinica e nichilista del regista. Sei anni più tardi, Tim Burton avrebbe fatto qualcosa di molto simile col finale di "Big Fish", nel quale il protagonista si ritrova circondato dai personaggi creati con le sue storie, personaggi che sono semplicemente le caricature di persone realmente esistite e incontrate durante la vita. Il punto di incontro tra Allen e Burton, nonostante la differenza tra la matrice umoristica del primo e quella gotico-fiabesca del secondo, si trova in Fellini e in particolare nella passerella finale di "Otto e mezzo", durante la quale Mastroianni prende per mano i personaggi della sua vita con l'accompagnamento circense di Nino Rota. La fellinianità di "Harry a pezzi" sta anche nel fatto che probabilmente Allen ne ha scritto la sceneggiatura in un momento di crisi creativa, e come Fellini ha fatto con "Otto e mezzo", ha deciso di metter su un film proprio su un uomo che ha una crisi creativa. L'unica scappatoia rimane, dunque, l'arte, in entrambi i casi. Ciò fa di Harry/Allen un uomo al di fuori della realtà? Credo di no. Perché se vivere la vita richiede almeno un fine grazie al quale si può darle un senso, se troviamo quel fine nell'arte non c'è nulla di male. Come lo stesso Allen diceva in un'intervista, c'è chi si distrae dall'inutilità della vita costruendo grandi palazzi, chi con la sessualità, chi con la religione, chi con l'arte. Altrimenti ci ritroviamo senza uno scopo, un granello di sabbia in un universo indifferente. Se il poter costruire illusioni con l'arte (attenzione, non viverle abbandonandocisi) può darci gioia, può regalarci la felicità che tutti cerchiamo, allora che ben venga. Se Allen, realizzando questo film, è uscito dalla crisi e ne è stato felice, che ben venga.
[-]
[+] anke io ho un blocco dello scrittore, ...
(di audreyh)
[ - ] anke io ho un blocco dello scrittore, ...
|
|
[+] lascia un commento a andrea »
[ - ] lascia un commento a andrea »
|
|
d'accordo? |
|
|