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giovedì 21 aprile 2005
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l'immagine e la sessualità
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René Gallimard è un diplomatico francese impegnato nell'ambasciata del proprio paese in Cina poco prima della rivoluzione maoista. Una sera assiste ad una rappresentazione della Madama Butterfly di Puccini, cantata da un'intrigante soprano cinese, Song Liling. René al termine dell'esibizione incontra la donna, e rimane immediatamente folgorato dal fascino superbo della cantante. Questo avvenimento rappresenta una nuova dimensione per il protagonista: annoiato da una vita senza troppe sorprese e da una moglie prevedibile, decide di incontrare di nuovo Song, andando all'Opera di Pechino. Inizia una relazione tra i due, identificata volutamente con quella tra la Madama Butterfly pucciniana e il militare americano.
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René Gallimard è un diplomatico francese impegnato nell'ambasciata del proprio paese in Cina poco prima della rivoluzione maoista. Una sera assiste ad una rappresentazione della Madama Butterfly di Puccini, cantata da un'intrigante soprano cinese, Song Liling. René al termine dell'esibizione incontra la donna, e rimane immediatamente folgorato dal fascino superbo della cantante. Questo avvenimento rappresenta una nuova dimensione per il protagonista: annoiato da una vita senza troppe sorprese e da una moglie prevedibile, decide di incontrare di nuovo Song, andando all'Opera di Pechino. Inizia una relazione tra i due, identificata volutamente con quella tra la Madama Butterfly pucciniana e il militare americano. Ma a differenza dell'opera originale, René non riuscirà più a fare a meno della sua Butterfly, attratto anche dal pudore tradizionalista di lei che non toglierà mai nemmeno i vestiti. In realtà si scopre poi che la donna è una spia, e raccoglie informazioni da René per il governo cinese. "Butterfly" finge in seguito di essere incinta, e fugge così dall'amante. Rimandato a Parigi per alcune azzardate teorie politiche rivelatesi sbagliate con l'avvento della rivoluzione culturale maoista, solo e abbandonato al ricordo della donna, René si vede poi imputato in un processo per diffusione di informazioni segrete, a cui prende parte come testimone Song, che qui si rivela essere un uomo, per l'enorme stupore di René. Nel cellulare che li porterà in carcere, Song si spoglia completamente per fare finalmente vedere il suo corpo a René, che rifiuta di guardarlo, rendendosi conto di essere stato innamorato di un'illusione inesistente. La scena finale vede René protagonista di una rappresentazione nel carcere, in cui si trucca e si adorna come una donna cinese, come la sua Madama Butterfly, raccontando la sua storia con in sottofondo la celebre aria dell'opera. Terminata la mutazione, si uccide, volendo dare la morte a quel personaggio mai esistito che aveva così tanto amato.
Con questa vicenda, basata su un fatto reale, Cronenberg ci fornisce il suo film più melodrammatico, non facendo capire se René si fosse accorto che il suo era un rapporto omosessuale, ma comunque fortissimo, per l'immagine che nella sua mente aveva creato di una donna da amare follemente, talmente intensa da acciecarlo di fronte alla fisicità. Un'immagine che poi si rivelerà inesistente, che lo porterà ad essere lui stesso Butterfly per poterle dare la morte. Un magnifico Jeremy Irons.
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fedeleto
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venerdì 29 luglio 2011
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il madame butterfly
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Dopo l'allucinato PASTO NUDO,David Cronenberg(la mosca,videodrome,inseparabili),dirige un film dove gli effetti speciali non possono entrare ma le sue tematiche sono le benvenute.Un uomo ,lavorando in cina,conosce una donna che lo attrae ,ella e' colei che mette in scena la madame butterfly ed esercita su di lui un potere magnetico.Si avvicinano gli anni della guerra dle vietnam,e solo dopo parecchio tempo i due si reincontreranno ed egli cedera' anche alla sua moralita' francese per fare il rivoluzionario con lei,arrivando anche a lasciare la moglie.L'unico problema e' che in realta' la lei sia un lui ,e la diperazione sfocera' in tragedia.Ancora una volta Cronenberg sceglie una storia dove la trasformazione della carne e' il tema principale,ma tocca alti livelli ,soprattutto nella scena finale (il suicidio di jeremy irons travestito da madame butterfly),sicuramente un cronenberg meno aggressivo nelle scene ma non per questo inferiore alle precedenti pellicole.
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Dopo l'allucinato PASTO NUDO,David Cronenberg(la mosca,videodrome,inseparabili),dirige un film dove gli effetti speciali non possono entrare ma le sue tematiche sono le benvenute.Un uomo ,lavorando in cina,conosce una donna che lo attrae ,ella e' colei che mette in scena la madame butterfly ed esercita su di lui un potere magnetico.Si avvicinano gli anni della guerra dle vietnam,e solo dopo parecchio tempo i due si reincontreranno ed egli cedera' anche alla sua moralita' francese per fare il rivoluzionario con lei,arrivando anche a lasciare la moglie.L'unico problema e' che in realta' la lei sia un lui ,e la diperazione sfocera' in tragedia.Ancora una volta Cronenberg sceglie una storia dove la trasformazione della carne e' il tema principale,ma tocca alti livelli ,soprattutto nella scena finale (il suicidio di jeremy irons travestito da madame butterfly),sicuramente un cronenberg meno aggressivo nelle scene ma non per questo inferiore alle precedenti pellicole. Buona interpretzione per jeremy irons,e anche john lone nella parte ambigua del doppio ruolo uomo-donna.
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francesco2
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venerdì 9 luglio 2010
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il doppione come chiave di lettura
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Fin dall'inizio, il lui/lei di cui Irons si innamorerà non mi sembra "Uomo " o "Donna" in senso definito: è una sorta di "donna" androgina, o meglio voce maschile, che -Guarda caso- nel suo paese, la Cina, mette in scena qualcosa che -mi pare- appartiene alla tradizione giapponese.
Sono del parere che questo non sia assolutamente il miglior Cronenberg, anche se qualcuno potrebbe considerare questo un cinema più "autoriale " di "Crash" ed "ExistenZ". Però ho già (pro)posto due spunti di riflessione concernenti il prima, che non possono che caratterizzare
ancor di più il "Durante":nell'ambiguo rapporto che si crea con la "donna" -Ci avete fatto caso?- Irons assiste a sempre più spettacoli di finzione.
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Fin dall'inizio, il lui/lei di cui Irons si innamorerà non mi sembra "Uomo " o "Donna" in senso definito: è una sorta di "donna" androgina, o meglio voce maschile, che -Guarda caso- nel suo paese, la Cina, mette in scena qualcosa che -mi pare- appartiene alla tradizione giapponese.
Sono del parere che questo non sia assolutamente il miglior Cronenberg, anche se qualcuno potrebbe considerare questo un cinema più "autoriale " di "Crash" ed "ExistenZ". Però ho già (pro)posto due spunti di riflessione concernenti il prima, che non possono che caratterizzare
ancor di più il "Durante":nell'ambiguo rapporto che si crea con la "donna" -Ci avete fatto caso?- Irons assiste a sempre più spettacoli di finzione. E' come se un "Realista" come il personaggio che interpreta perdesse sempre di più il senso della "sua" realtà di uomo sposato e (quasi) cinico diplomatico, ma n mano che la finzione, lo spettacolo così lontano dalla sua e nostra tradizione fanno presa su di lui. Del resto, dire che un REALISTA è prigioniero della FINZIONE è un ossimoro bello e buono; ancora il "Doppio"....
Forse dimentico qualcosa- Questo film l'avrò visto una quindicina di giorni fa- ma tutti avrete visto come nel finale i ruoli si capovolgano: a parte -Ancora!- la coesistenza più banalizata tra finzione e realtà -Irons trova la morte proprio mentre sta fingendo- colpisce come i ruoli si siano invertiti, come l'uomo abbia ormai il ruolo di schiavo che l'amante attribuiva al sesso femminile.
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luigi chierico
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lunedì 24 novembre 2014
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straziante
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Si è detto tanto su questa storia tratta da un fatto vero,tante parole per nascondere una vicenda scabrosa nell’ormai lontano anno 1964,mezzo secolo. Non si era più nell’epoca,come dire,del puritanesimo,ma ancora non lo si era del tutto abbandonato.Si aveva il concetto della bellezza pura della donna,un ideale di donna (Butterflay canta:Già del femmineo sciame qual di vento in fogliame s'ode il brusio),e tra questi c’è Renè Gallimand,interpretato da un ottimo Jeremy Irons che,novello Paride,sceglie l’incantevole Song Liling,come l’altro scelse la bella mortale Elena invece che una delle tre dee Era,Atena ed Afrodite.Renè si innamora di una magnifica Madama Butterfly,una farfalla che a Pechino si muove e canta,forse come le incantatrici sirene per Ulisse.
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Si è detto tanto su questa storia tratta da un fatto vero,tante parole per nascondere una vicenda scabrosa nell’ormai lontano anno 1964,mezzo secolo. Non si era più nell’epoca,come dire,del puritanesimo,ma ancora non lo si era del tutto abbandonato.Si aveva il concetto della bellezza pura della donna,un ideale di donna (Butterflay canta:Già del femmineo sciame qual di vento in fogliame s'ode il brusio),e tra questi c’è Renè Gallimand,interpretato da un ottimo Jeremy Irons che,novello Paride,sceglie l’incantevole Song Liling,come l’altro scelse la bella mortale Elena invece che una delle tre dee Era,Atena ed Afrodite.Renè si innamora di una magnifica Madama Butterfly,una farfalla che a Pechino si muove e canta,forse come le incantatrici sirene per Ulisse.Vistala a teatro con le vesti della geisha giapponese,innamorarsi di Pinkerton,un ufficiale degli Stati Uniti,il diplomatico inglese Renè Gllimard ne resta affascinato, tanto folgorato da trascurare moglie e lavoro.Il periodo storico in cui si svolge la vicenda in Cina è ricca intrighi ed interessi internazionali, spionaggio ed accordi ed atti di ribellione.
Song Liling,che indossa il kimono per essere nelle vesti di Madama Butterfly,è forse una Mata Hari.Le sorprese per il diplomatico saranno tante e,come Pinkerton, si sentirà dire:”Vi tagliate ancor le vene se il mio bacio vi ricuso?” Tante le allegorie,le scene di massa in teatro e fuori per le strade,tanti costumi e tante bandiere per il trionfo del colore,il folclore non manca neanche nei furgoni che ospitano Song Liling.
Il film è dedicato a coloro che non chiudono l’Amore negli stretti confini convenzionale,in recinti,ma lo vedono altrove allorché contano i sentimenti più del corpo,la bellezza più del sesso.
L’amore può indossare tante vesti ed avere tanti volti, chi non è interessato o coinvolto non solo non lo riconosce ma lo giudica e l’offende.Esso appartiene a chi lo ha e, detenendolo, lo difende in ogni modo,anche contro la famiglia,la società e la legge.La materia è molto attuale e vede tanti uomini e donne pronti anche a scendere in campo per sentirsi riconoscere diritti che per millenni sono stati negati.E’ con questo spirito che va visto e recepito questo straordinario film. Belle fotografia,bella musica, grande interpretazione dei due attori chiamati ad essere i difficili protagonisti di questa ambigua vicenda,che va guardata con gli occhi di René Gallimard.La scena finale,affidata a Jeremy Irons,nelle vesti di M. Butterfly che canta e recita il finale dell’opera lirica di Puccini,è straordinaria. Agghiacciante ma indimenticabile.
Nell’opera lirica la dolce innamorata giapponese alla fine,nella finzione scenica, si suicida per Pinkerton (ufficiale della Marina Militare degli U.S.A),non così in questo opera cinematografica,perché è invece il diplomatici inglese Renè Gllimard,innamorato della geisha Song Liling,a cantare in delirio e nelle sue vesti,come nell’opera lirica: No! no! Questo mai Questo mestiere che al disonore porta! Morta! Mai più danzar! Piuttosto la mia vita vo’ troncar! Ah Morta! “. Un grande Jeremy Irons, lo stesso che in Lolita, qualche anno dopo, dirà: « Era Lo, nient'altro che Lo al mattino, dritta nel suo metro e mezzo e un calzino solo.Era Lola in pantaloni, era Dolly a scuola,era Dolores sulla linea tratteggiata dei documenti ma tra le mie braccia fu sempre Lolita.Luce della mia vita,fuoco dei miei lombi,mio peccato,mia anima.Lolita. » Un ottimo film per chi dell’amore ha un concetto asessuale.
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paride86
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lunedì 2 marzo 2009
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buono
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Cronenberg, dopo le fantasie visionarie de "Il Pasto Nudo", sceglie un melodramma orientale che si mescola inesorabilmente con l'opera da cui prende il titolo.
Il film è realizzato in maniera parecchio inverosimile:
impossibile non accorgersi che l'attore che interpreta Song è un uomo, e altrettanto impossibile che i due prigionieri siano lasciati soli sul cellulare.
Nonostante l'ambientazione cinese potesse permettere al regista delle scenografie suggestive, Cronenberg ha realizzato una storia alquanto piatta, anche dal punto di vista visivo.
Di conseguenza poteva puntare sul versante drammatico, ma il film è piuttosto smorzato.
Insomma, non si può dire certo che "M. Butterfly" sia brutto, anche perché gli attori sono stati molto bravi, ma non mi ha coinvolto più di tanto.
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Cronenberg, dopo le fantasie visionarie de "Il Pasto Nudo", sceglie un melodramma orientale che si mescola inesorabilmente con l'opera da cui prende il titolo.
Il film è realizzato in maniera parecchio inverosimile:
impossibile non accorgersi che l'attore che interpreta Song è un uomo, e altrettanto impossibile che i due prigionieri siano lasciati soli sul cellulare.
Nonostante l'ambientazione cinese potesse permettere al regista delle scenografie suggestive, Cronenberg ha realizzato una storia alquanto piatta, anche dal punto di vista visivo.
Di conseguenza poteva puntare sul versante drammatico, ma il film è piuttosto smorzato.
Insomma, non si può dire certo che "M. Butterfly" sia brutto, anche perché gli attori sono stati molto bravi, ma non mi ha coinvolto più di tanto.
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