Il filone della fantascienza distopica ha conosciuto nuova gloria nell'ultimo decennio, con vere e proprie saghe che hanno appassionato le giovani generazioni e non solo, a partire dagli "Hunger games". In realtà il genere è vecchio quasi come la società moderna, basti pensare che un film di successo come "io sono leggenda" è tratto da un romanzo degli anni '50.
Col "racconto dell'ancella" siamo invece negli anni '80, basterebbe guardare le acconciature dei capelli e i vestiti delle protagoniste per esserne certi. A cominciare dalla sfortunata Natasha Richardson e da Faye Dunaway.
Il romanzo della Atwood è spesso associato ai movimenti anti-Reagan degli anni '80, che un pò ricordano quelli anti-Trump dei nostri giorni.
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Il filone della fantascienza distopica ha conosciuto nuova gloria nell'ultimo decennio, con vere e proprie saghe che hanno appassionato le giovani generazioni e non solo, a partire dagli "Hunger games". In realtà il genere è vecchio quasi come la società moderna, basti pensare che un film di successo come "io sono leggenda" è tratto da un romanzo degli anni '50.
Col "racconto dell'ancella" siamo invece negli anni '80, basterebbe guardare le acconciature dei capelli e i vestiti delle protagoniste per esserne certi. A cominciare dalla sfortunata Natasha Richardson e da Faye Dunaway.
Il romanzo della Atwood è spesso associato ai movimenti anti-Reagan degli anni '80, che un pò ricordano quelli anti-Trump dei nostri giorni. Una sorta di reazione, più che altro emotiva, ai temuti pericoli che questi personaggi recherebbero alle libertà e alla dignità femminile.
La storia è ben rappresentata nella versione cinematografica, prendendosi qualche libertà nell'adattamento al romanzo. Lo sforzo della produzione per ricostruire l'ambiente futuristico è stato ben ripagato, anche se facilitato da un romanzo che si svolge quasi sempre in ambienti chiusi tralasciando del tutto l'ambiente naturale. Poi ci sono le buone prove di tre attori di fama, oltre alle citate Richardson e Dunaway da segnalare la performance di Robert Duvall
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