paolp78
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venerdì 23 maggio 2025
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una vita non comune
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Il film racconta la vita della studiosa di gorilla Dian Fossey ed è basato sull'autobiografia della stessa zoologa.
Il film si distingue perché tratta di un personaggio relativamente sconosciuto, almeno al grande pubblico, che però ha vissuto una vita veramente fuori dall'ordinario e meritevole di essere raccontata, molto più che quelle di tante celebrità. La storia che risulta molto affascinante, diviene quindi uno dei punti di forza dell’opera.
La regia è dell'inglese Michael Apted che si dimostra molto abile con la macchina da presa; ottime le tecniche adoperate per il montaggio, che vengono utilizzate soprattutto per le sequenze con i gorilla africani.
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Il film racconta la vita della studiosa di gorilla Dian Fossey ed è basato sull'autobiografia della stessa zoologa.
Il film si distingue perché tratta di un personaggio relativamente sconosciuto, almeno al grande pubblico, che però ha vissuto una vita veramente fuori dall'ordinario e meritevole di essere raccontata, molto più che quelle di tante celebrità. La storia che risulta molto affascinante, diviene quindi uno dei punti di forza dell’opera.
La regia è dell'inglese Michael Apted che si dimostra molto abile con la macchina da presa; ottime le tecniche adoperate per il montaggio, che vengono utilizzate soprattutto per le sequenze con i gorilla africani. Apted è così bravo che non si riesce effettivamente a comprendere fino a che punto gli attori abbiano realmente recitato a contatto con questi possenti e pericolosi animali e quanto invece queste scene siano un effetto reso dalle tecniche registiche impiegate.
L'ambientazione africana è suggestiva, grazie ai bellissimi paesaggi.
La produzione non è ricca ed appare assai distante dal fasto di alcune pellicole hollywoodiane.
La storia spinge molto sulla tematica animalista che diviene centrale nella seconda parte del film; si segnalano alcune scene molto intense sul piano emotivo.
Sigourney Weaver, che interpreta la protagonista ed è costantemente in scena, sfodera una performance molto convincente che le valse la candidatura all'Oscar (nello stesso anno la Weaver ricevette anche una seconda candidatura come miglior attrice non protagonista per "Una donna in carriera" di Mike Nichols, senza però aggiudicarsi la statuetta). Dopo la Weaver l'attore che resta più in scena è l'africano John Omirah Miluwi, conosciuto solo per avere preso parte a questo film; si ricorda invece nella parte dell'amante della Fossey, l'attore australiano Bryan Brown, oltre che la già anziana Julie Harris utilizzata in un piccolo ruolo.
Nel finale non viene dato sufficiente spazio alla descrizione dell'ossessione di cui era caduta vittima la Fossey, condotta sull'orlo della pazzia: evidentemente si è voluto evitare di macchiare il ritratto della coraggiosa studiosa, compiendo una scelta che personalmente ritengo condivisibile, anche in considerazione del valore scientifico ed animalistico della battaglia a cui la Fossey dedicò l'esistenza.
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shiningeyes
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mercoledì 20 febbraio 2013
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film animalista con buoni spunti
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Film autobiografico nella norma, un po' romanzato e pieno di sentimentalismi animalisti.
Però, bisogna riconoscere che è un'opera di buon livello, che sa tirare fuori le bellezze di un'Africa misteriosa dai panorami suggestivi (bellissime fotografie), nella quale, l'emozionante storia di Dian è incorniciata bene.
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Film autobiografico nella norma, un po' romanzato e pieno di sentimentalismi animalisti.
Però, bisogna riconoscere che è un'opera di buon livello, che sa tirare fuori le bellezze di un'Africa misteriosa dai panorami suggestivi (bellissime fotografie), nella quale, l'emozionante storia di Dian è incorniciata bene.
Le musiche sono un ottima componente del film, le quali riescono a dare maggiore spessore al film, e quindi, golden globe meritato. Sulla sceneggiatura decido di non pronunciarmi, non avendo letto il libro non saprei dire se doveva essere fatta così o no, ma la trovo piuttosto standard, nulla di eccezionale.
Inutile dire che la Weaver spicca alla grande: la sua è un'appassionata e forte interpretazione, che riprende fedelmente l'amore ossessivo per i gorilla e l'impossibile distacco da quella terra selvaggia, ma piena di bellezza; veramente brava Sigourney! Mi è piaciuto particolarmente il sonoro, reso credibile e ben fatto, dove un'altra nomination (all'Oscar) è ben meritata. La regia è un po' troppo mitizzante, tende a figurare molti momenti drammatici e sentimentali di dubbia utilità; sarebbe servita, per me, una regia meno laccata e più intrisa di naturalismo (che è presente, comunque), anche se le scene affettuose con i gorilla sono di una affettività e sensibilità da manuale.
In fin dei conti è un bel film, con qualche imperfezione, ma è uno di quelli molto abile a catturare la sensibilità dello spettatore, e più che mai quella dello spettatore animalista - si ok, è un po' ruffiano-; piacevole con buoni spunti, valido per le due o tre nomination.
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frank
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domenica 21 dicembre 2008
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brava sigourney weaver...
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Indubbiamente un buon film con una convincente Sigourney Weaver. Inizialmente il film è piuttosto lento, ma non risulta mai noioso e delinea in maniera realistica il personaggio di Dian Fossey (realmente esistito)...unico difetto la breve storia d'amore tra Dian e Bob, troppo poco approfondita..in questo caso o veniva sviluppata meglio o si tralasciava del tutto, visto che così com'è presentata risulta poco intererssante...per il resto nulla da criticare, i punti centrali su cui si focalizza il film sono ovviamente i i gorilla e l'impegno della Fossey contro il bracconaggio e le ostili autorità locali...
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