fedeleto
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giovedì 19 luglio 2012
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danny rose il manager..
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Essere manager deve essere un mestiere faticoso,e un certo Danny Rose deve saperlo molto bene.Danny e' un manager che crede molto in Lou Canova,cantante degli anni cinquanta che sta per essere riscoperto.Ma il povero Lou si innamora di Tina,e cosa accade quando Lou ha il suo piu' grande spettacolo e Tina dice di non volerlo piu' vedere?Danny provera' a risolvere la situazione,peccato che si ritrovi alle calcagna una famiglia mafiosa che vuole ucciderlo perche' crede Danny il ragazzo di Tina e questo e' un disonore per Johnny il mafioso che l'ha amata.Riuscira' a fuggire il povero Danny?e soprattutto come fara' a vivere quando il suo incarico da manager sara' stroncato dallo stesso Lou? forse pero' in quest'avventura non ha fatto i conti con Tina.
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Essere manager deve essere un mestiere faticoso,e un certo Danny Rose deve saperlo molto bene.Danny e' un manager che crede molto in Lou Canova,cantante degli anni cinquanta che sta per essere riscoperto.Ma il povero Lou si innamora di Tina,e cosa accade quando Lou ha il suo piu' grande spettacolo e Tina dice di non volerlo piu' vedere?Danny provera' a risolvere la situazione,peccato che si ritrovi alle calcagna una famiglia mafiosa che vuole ucciderlo perche' crede Danny il ragazzo di Tina e questo e' un disonore per Johnny il mafioso che l'ha amata.Riuscira' a fuggire il povero Danny?e soprattutto come fara' a vivere quando il suo incarico da manager sara' stroncato dallo stesso Lou? forse pero' in quest'avventura non ha fatto i conti con Tina.Woody Allen(il dormiglione,io e annie,manhattan)dopo lo straordinario successo di Zelig,dirige una pellicola molto interessante e godibile.Il personaggio di Danny e' sicuramente diverso da tutti quelli della filmografia Alleniana,e si incentra sull'ebreo povero che prova senso di colpa e crede nella redenzione e nel perdono(il finale e' palese) ,ma allo stesso tempo si sacrifica per cio' in cui crede.Il personaggio di Tina e' molto interessante,anche perche' ricorda molto la Monica Vitti,.seppur in realta' sia inspirato ad una donna che lavorava in un ristorante italiano.Varie le citazioni al cinema italiano,da fellini(l'uomo che recita nella pubblicita' ricorda lo sceicco bianco),oppure la familgia mafiosa,ma non manca allo stesso tempo anche un buon simbolismo(Allen e la Farrow legati con la corda che provano a slegarsi,in bilico tra l'erotismo e l'avventura ,ma sottolineando il legame),ma ad ogni modo il fulcro sembra essere la redenzione e il perdono dove ogni cosa torna a stabilirisi con la purificazione,lineare e chiaro il finale anche a livello stilistico(all'inizio e' Allen ad aspettare davanti la porta Tina,alla fine invece e' lei) che predomina con un bianco e nero ben congeniato.Tra avventura e commedia ,ma con un pizzico di drammaticita'(Danny tradito da Lou che vuole rimpiazzarlo come manager,il dialogo finale tra Tina e Danny) ,ma non dimentichiamo anche che tutto il film in realta' e' un racconto di alcuni amici che si ritrovano al bar a parlare di queste avventure dedicate a Danny Rose.Ma Danny e' un Zelig?sicuramente no,anzi al contrario di Zelig possiede quella sua determinatezza nello svolgere il suo lavoro e non tradire mai.Un Allen diverso e positivo,ma allo stesso tempo meditativo quanto basta.
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barmario
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sabato 26 dicembre 2009
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ironia e buoni sentimenti
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Buoni sentimenti ed ironia condiscono questa piacevole commedia di Allen. Film che segna un distacco rispetto a quelli precedenti, non essendo statico, e minimamente o per nulla critico verso la società americana (forse punzecchia solo l'arrivismo nel mondo dello spettacolo)
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jl
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mercoledì 4 luglio 2018
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c'era un newyorkese in coma
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Per una volta Allen non fa necessariamente ridere ma riflettere sul senso del dietro le quinte del mondo dello spettacolo, popolato da un sottobosco di attori e saltimbanchi uniti attorno al tavolo a narrare dei rispettivi successi e di un assente celebre, l’agente teatrale Danny Rose, ex attore e battutista esattamente come molti dei presenti e passato successivamente a dirigere le vite professionali di molti di loro con un particolare ricordo del legame, fra vittima e carnefice, che lo legò all’ingrato cantante Lou Canova, velocemente reso celebre e per il quale Danny sacrificò letteralmente tutto sé stesso. Fra talenti sprecati e talenti assenti e un legame fraterno che per tutta una vita può unirti ai tuoi sodali, in una sorta di limbo che ti può imprigionare nel sottobosco di un mondo a luci e ombre, composto da coloro che ce l’hanno quasi fatta ma senza veramente farcela, il film viene attraversato per tutta la sua breve durata da una sana vena malinconica per il dietro le quinte di un mondo ormai scomparso.
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Per una volta Allen non fa necessariamente ridere ma riflettere sul senso del dietro le quinte del mondo dello spettacolo, popolato da un sottobosco di attori e saltimbanchi uniti attorno al tavolo a narrare dei rispettivi successi e di un assente celebre, l’agente teatrale Danny Rose, ex attore e battutista esattamente come molti dei presenti e passato successivamente a dirigere le vite professionali di molti di loro con un particolare ricordo del legame, fra vittima e carnefice, che lo legò all’ingrato cantante Lou Canova, velocemente reso celebre e per il quale Danny sacrificò letteralmente tutto sé stesso. Fra talenti sprecati e talenti assenti e un legame fraterno che per tutta una vita può unirti ai tuoi sodali, in una sorta di limbo che ti può imprigionare nel sottobosco di un mondo a luci e ombre, composto da coloro che ce l’hanno quasi fatta ma senza veramente farcela, il film viene attraversato per tutta la sua breve durata da una sana vena malinconica per il dietro le quinte di un mondo ormai scomparso. Commetterebbe quindi un grave errore chi vi s’avvicinasse pensando di ridere a ogni piè sospinto, e non che Allen si faccia attendere, ma sempre con il fine mai nascosto di farti pensare. Un’opera delicata e dedicata come sempre a New York e alla giovinezza del regista. Non va dimenticato che proprio Allen proviene da quel mondo di mezzo che ancora vive accompagnato dal suo fido clarinetto. Eccellente la scelta di riprendere in un bianco e nero necessario per fare risaltare i tempi passati. Di certo una pellicola meno celebre e celebrata di altre ma altrettanto godibile ed efficace; con una Mia Farrow, all’epoca compagna del regista, per una volta nella inconsueta veste di femme fatale e un manipolo di ottimi caratteristi a fare da spalla a Danny Woody Rose.
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