Star Wars: Episodio V - L'Impero colpisce ancora |
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Un film di Irvin Kershner.
Con Harrison Ford, Carrie Fisher, Billy Dee Williams, Mark Hamill, Frank Oz.
continua»
Titolo originale The Empire Strikes Back.
Fantastico,
Ratings: Kids,
durata 124 min.
- USA 1980.
MYMONETRO
Star Wars: Episodio V - L'Impero colpisce ancora
valutazione media:
4,15
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Star Wars : L'Impero Colpisce Ancoradi ClaudioFedele93Feedback: 9200 | altri commenti e recensioni di ClaudioFedele93 |
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martedì 10 novembre 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
E’ una sorte strana quella che spetta ai sequels di alcune delle saghe tanto amate dal pubblico e dalla critica, destino vuole infatti che siano quest’ultimi, stando a quel che ci insegna il grande libro del Cinema, ad avere la meglio sui capitoli precedenti e quelli successi. Il sequel, inoltre, molte volte appare come un vero e proprio traghettatore, un Caronte in celluloide che trasporta la storia e lo spettatore da un inizio ad una fine, aumenta le aspettative, raddoppia gli sforzi sotto il profilo narrativo e ambisce a qualcosa di più, perché, citando un maestro come Wes Craven, in un secondo capitolo ogni cosa deve essere duplicata affinché l’effetto sorpresa, nella platea, non sia vano ed il pubblico non esca insoddisfatto una volta terminato lo spettacolo.
E’ anche un rischio, tuttavia, continuare una storia, specialmente se divenuta celebre, perché l’attesa interminabile accresce anche le speranze dei fan, mantiene alto il livello di premesse e comporta tutta una serie di limiti ed ostacoli i quali devono essere superati senza mezzi termini, per uscire vincitori da tutte quelle premesse da mantenere e rispettare, pur di tenersi cari i favori della stampa e dei propri seguaci.
Dopo, infatti, un esordio stellare, nel 1977, esattamente come le storie che si è adoperato a raccontare, George Lucas decise di continuare le avventure legate al giovane Luke Skywalker ben tre anni dopo, prediligendo tuttavia lasciare il timone di regia al più esperto Irvin Kershner. La LucasFilm stava iniziando a dare i suoi frutti, e l’impero del creatore di Guerre Stellari si stava, repentinamente, così ampliando che Lucas optò per un suo coinvolgimento nella realizzazione solo in veste di produttore esecutivo e sceneggiatore, mettendo da parte la macchina da presa per concentrarsi più su altri aspetti nati dall’inattesa fortuna dovuta al successo di A New Hope.
Star Wars - L’Impero Colpisce Ancora secondo molti rappresenta l’apice dell’esalogia galattica, il lungometraggio capace di toccare le più alte vette dell’intera saga in assoluto, l’Episodio che fa da collante non solo a due momenti cruciali all’interno della drammatica vicenda, ma anche tra due distinti universi, quello, da un lato, legato alla prima trilogia, e dall’altro alla nuova trilogia degli anni 2000, ove è possibile trovare sfumature e dettagli che delineano nettamente gran parte dei particolari che rendono ormai immortale un brand come quello di Star Wars.
Discorsi a parte, il secondo atto, o per meglio puntualizzare il V, stando all’ordine cronologico definitivo, è un lavoro nettamente migliore del precedente, dietro molti elementi, sia sotto il profilo tecnico, che sotto quello puramente narrativo, forte di una sceneggiatura dal ritmo serrato che si compone di una lenta climax capace di portare ad un punto preciso di non ritorno e ad un cliffhanger talmente inatteso da apparire, agli occhi di noi tutti, sia frustrante che geniale in quanto azzardato.
Avevamo concluso Una Nuova Speranza nel bel mezzo dei festeggiamenti dovuti alla schiacciante vittoria contro la Morte Nera, ormai distrutta, la quale non avrebbe rappresentato più una minaccia, mentre Darth Fener veniva spazzato via nello spazio più buio durante la rispettiva battaglia aerea. Luke, Han e la principessa Leila si sono meritati l’appellativo di eroi, mostrando coraggio e valore sul campo di battaglia, aiutando l’Alleanza Ribelle e mettendo sotto scatto, per la prima volta dopo tanto tempo, il tanto temuto Imperatore e l’Impero Galattico.
In questo secondo atto ritroviamo gli iconici protagonisti sul pianeta ghiacciato di Hot, all’interno del quale si è accampata parte della resistenza. Una volta scoperta da un drone, mandato in avanscoperta, questa viene messa sotto accatto dalle truppe imperiali. L’Impero, nel mandare le sue milizie migliori, non ha alcuna intenzione di continuare ancora per molto il conflitto con i ribelli, e lo scontro che avviene nelle pianure ghiacciate è epocale. Nel frattempo, Luke capisce che il suo addestramento Jedi non è concluso, anzi non è nemmeno iniziato, per diventare un guerriero forte come suo padre deve andare sul pianeta Dagobah, dal maestro Yoda. Le strade di Han, Leila Organa e del giovane Skywalker si separano, i primi occupati a togliersi di dosso le legioni dell’Imperatore, mentre quest’ultimo si dirige, sotto consiglio di Obi-Wan, dal vecchio mentore di Kenobi, per diventare uno Jedi tanto forte da debellare il male per sempre e mettere fine alla guerra.
The Empire Strikes Back è un capitolo molto più intenso e drammatico rispetto al suo predecessore, ove l’aria che si respira ristagna esattamente come quella delle paludi di cui è composto pianeta in cui è esiliato Yoda e si fa frenetica come gli inseguimenti del Millennium Falcon da parte dei caccia imperiali in una pioggia di meteoriti. E’ un momento di grande crisi, che cambia totalmente le carte in tavola e si allontana nettamente dal finale “lieto” del primo Episodio. Sono passati, probabilmente, solo pochi mesi, da Una Nuova Speranza, eppure la situazione sembra essere precipitata. Gli eventi anche stavolta, dopo un breve incipit, vengono mostrato in medias res, non abbiamo un prologo affine al cinema di Jackson né tanto meno una digressione su quanto accaduto in precedenza. La battaglia che infuria sulle lande gelate del pianeta Hot pare scritta appositamente per dimostrare la potenza dell’Impero Galattico, dare corpo e concretezza alla minaccia del regime totalitario e della figura dell’Imperatore, che per la prima volta si palesa agli occhi di tutti, sotto forma di ologramma, in un dialogo con Darth Fener, che ci porta subito a comprendere come persino quest’ultimo, al di là dell’immensa potenza, non sia che una pedina nelle mani di una mente più spietata.
La pellicola diretta da Kershner mostra una maturità che ben si sposa all’interno dell’economia della saga, non dilungandosi troppo nei momenti più leggeri, pur non dimenticandosene di tanto in tanto, e dosando con precisione chirurgica il pathos e la tensione, rallentando la morsa degli eventi, dopo un’inizio spettacolare, per mettere avanti il campionario di personaggi nati dalla mente di Lucas. E’ un lavoro fatto in modo eccellente, che porta questo secondo episodio della vecchia trilogia a diventare sotto molti punti di vista il migliore dei tre, per quel che concerne la parte della messa in scena e della realizzazione visiva. L’incremento di fondi nel budget è, inoltre, tangibile, così come sono evidenti i progressi fatti nel campo degli effetti speciali e del trucco. A chiudere il cerchio vi sono, come di consueto, le immortali musiche di John Williams, che per l’occasione ha ben visto di creare due dei temi più noti nella storia del cinema, la melodia della Marcia Imperiale, di Leila e Han Solo e quella legata al maestro Yoda.
L’Impero Colpisce Ancora, ad un’analisi più attenta, mostra anche tutta una serie di sequenze e argomentazioni particolarmente attuali, di natura politica e sociale che, data la loro modernità, non possono non essere prese in considerazione. La figura stessa di Yoda sembra voler quasi rovesciare il concetto classico di “eroe” e, dietro ad un dialogo brillante velato da una sottile ironia, Lucas non si risparmia nel bacchettare un’iconografia a dir poco leggendaria che vede i paladini del bene dipinti sempre come forti e risoluti, grandi e immensi (nella statura) guerrieri dagli echi Omerici o Arturiani. L’anziano maestro Jedi, tuttavia, si presenta ai nostri occhi come una una creatura piccola, quasi indifesa, a volte fastidiosa e più simile ad un folletto che ad un audace eroe.
E’, questo, uno dei momenti più ispirati in tutta l’epopea di Guerre Stellari, anch’essa viva degli echi Tolkieniani ove la grandezza dell’animo e del proprio coraggio non combacia nemmeno lontanamente con quella della statura e dell’aspetto esteriore. Esattamente come gli Hobbit anche Yoda mostra tutto il suo potere e la propria conoscenza pur restando uno dei più minuti protagonisti della saga. Questo particolare, in apparenza del tutto insignificante, dona un tocco di originalità e respiro, di innovazione ad una storia che gode nel rimescolare, in ogni suo poro, vari fattori figli di racconti mitici appartenenti a varie culture.
Altro elemento legato a questo comprimario resta la sua importante digressione sulla natura dello Jedi, fino ad ora abbozzata e vista come una sorta di Cavaliere ispirato da buoni sentimenti. La Forza non è una semplice realtà, né una religione a cui fare appello, essa scorre in ogni cosa, in ogni angolo del mondo e dell’Universo, ci rinvigorisce e guida, e Luke, nel suo addestramento (che sembra ricordare quello di Achille con il centauro Chirone) deve apprendere e convivere con la realtà che uno Jedi non è un’essere che si lascia vincere dalle passioni o dai vizi terreni, egli deve saper aspettare e cogliere il momento giusto per agire, mai attaccare o cedere alla paura. Questi non è un cavaliere nella sua veste più audace del termine, bensì un guardiano silente che vigila sul mondo, dotato di una sensibilità senza pari.
L’Episodio V rivela, in via definitiva, un momento di grande importanza nella formazione di Luke, dove, in quanto protagonista principale, deve apprendere le fondamenta di ciò che vuole diventare e aspira ad essere, ma al tutto poi si aggiunge la figura del padre, che con la ormai famosa battuta “Luke, I’m your Father”, rincarerà la dose di drammaticità e conflitto che alberga nel giovane Jedi.
E’ uno dei migliori duelli della storia del Cinema, quello tra Skywalker figlio e padre, entrambi elementi di un piano più ampio, creature di un dolore nato dall’amore provato per coloro con cui condividono gran parte della propria esistenza. E’, non a caso, nella mezz’ora conclusiva che L’Impero Colpisce Ancora rivela tutta la sua potenza, dovuta ad una sceneggiatura brillante, seppur lineare, e ad una regia attenta. Darth Fener si palesa agli occhi del primogenito quasi come una realtà ed una condanna, uno spettro in armatura come lo fu Amleto per il proprio discendente, una colpa biblica che sembra pronta a ricadere sul figlio, il tutto per donare a Luke quell’ambiguità e debolezza che lo portano quasi a cedere al male, una volta venuta a conoscenza delle proprie origini. La voce, infatti, che sentirà nella propria testa, chiamarlo e pregarlo di raggiungerlo, nei minuti conclusivi, è quella di Anakin ed avrà un suono molto più persuasivo di quella di Obi-Wan. Il secondo allievo di Kenobi dovrà resistere alle insidie poste da tale rivelazione e combattere il concetto che egli non commetterà gli stessi errori del genitore, la cui ombra aleggia sopra quest’ultimo come uno spettro.
Lasciamo, dunque, questo atto di passaggio in uno dei momenti più coinvolgenti della serie, chiedendoci che ne sarà del destino di Han Solo, dato, sotto ibernazione, al cacciatore di taglie Jango Fett, interrogandoci su quanto ancora Luke resisterà al fascino del Lato Oscuro, se continuerà il suo addestramento da Yoda e la promessa, infine, di una speranza che ci viene tenuta segreta, un ultimo possibile atto di fede, per debellare il malvagio imperatore, che Lucas non rivela in questo lungometraggio.
Star Wars - L’Impero Colpisce Ancora è un film completo, un’opera di intrattenimento capace di cogliere tutti i punti in cui sa esprimere a dovere il proprio potenziale e per tutta la sua durata si raffigura compatto ed esaltante come il suo predecessore, se non di più in alcuni frangenti. E’ un frammento di fantascienza ove finalmente abbiamo sentore del pericolo che alberga non solo fuori dalla nostra coscienza, ma sopratutto all’interno di noi tutti, dove tutta una serie di situazioni propongono tutta una sequenza di scelte dettate dalla paura e dal ricatto, ove i tanti protagonisti cadono sotto il terrore e l’egemonia del temibile Imperatore e del suo burattino Darth Fener. Sull’evocative stanze della Città delle Nuvole, un giacimento minerario amministrato da Lando Carlissian, amico di vecchia data di Solo, Star Wars non si risparmia di mostrare alcuni dei tanti giochi di potere capaci di rovesciare le sorti della galassia, dipingendo una società non più manichea, ma portata agli estremi, che non tiene più conto di ideali nobili, ma della salvezza individuale. Una delle ore più cupe di quella galassia lontana lontana, dove a brillare vi è una debole luce, carica di intensità, la speranza in cui Yoda e Obi-Wan credono, capace di mettere fine alla Guerra.
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