Di fronte alla difficoltà di ricostruire fedelmente gli ambienti originali, il produttore Lou Morheim ha pensato di saltare l’ostacolo a piè pari girando le riprese su un’altra nave: il “Queen Mary”. Come se fosse la stessa cosa! Gli ambienti relativamente moderni di questo transatlantico non sono certo quelli antichi della Belle époque, e la mitica atmosfera del “Titanic” è completamente snaturata. Sembra una crociera da Grand Hotel stile anni ’60, coi personaggi vestiti in abiti ottocenteschi. Il modellino del vero “Titanic” appare durante le scene dell’affondamento, coi fumaioli che inevitabilmente cambiano colore da rosso a giallo… Insomma, un guazzabuglio inaccettabile per un evento storico così importante.
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Di fronte alla difficoltà di ricostruire fedelmente gli ambienti originali, il produttore Lou Morheim ha pensato di saltare l’ostacolo a piè pari girando le riprese su un’altra nave: il “Queen Mary”. Come se fosse la stessa cosa! Gli ambienti relativamente moderni di questo transatlantico non sono certo quelli antichi della Belle époque, e la mitica atmosfera del “Titanic” è completamente snaturata. Sembra una crociera da Grand Hotel stile anni ’60, coi personaggi vestiti in abiti ottocenteschi. Il modellino del vero “Titanic” appare durante le scene dell’affondamento, coi fumaioli che inevitabilmente cambiano colore da rosso a giallo… Insomma, un guazzabuglio inaccettabile per un evento storico così importante. Le vicende personali dei passeggeri annullano del tutto l’interesse della tragedia (da questo punto di vista, “Titanic latitudine 41 nord” è su un altro pianeta). Manca anche l’inno religioso suonato dall’orchestra. Buone alcune riprese sparse qua e là, come buona la drammatica colonna sonora.
L’attore David Warner, che qui interpreta l’insegnante Lawrence Beesley (realmente esistito), recitò anche nel “Titanic” di Cameron. La sua frase: “Il principio americano dell’uguaglianza basata sulle possibilità economiche” è senz’altro da ricordare.
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