filippo catani
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sabato 19 gennaio 2013
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un padre distrutto
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Roma. Un piccolo funzionario del ministero cerca di ottenere un aiuto per fare entrare il figlio appena diplomato in ragioneria. Ottenute le tracce del concorso, l'uomo accompagna il figlio che rimane però ucciso nel corso di una rapina.
Amarissimo ritratto di Monicelli lontano anni luce dalla leggerezza di altre pellicole come Brancaleone. Il film non solo intende indagare sul fenomeno costante della raccomandazione in Italia (fortissimo il ritratto del dirigente che si sforfora in ufficio). In questo caso a chiedere è un piccolo funzionario per il suo figlio non particolarmente sveglio. L'uomo però è assolutamente felice e orgoglioso della sua famiglia e del suo lavoro e per questo rimarrà strtolato dagli eventi una volta morto il figlio e con la moglie gravemente inferma.
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Roma. Un piccolo funzionario del ministero cerca di ottenere un aiuto per fare entrare il figlio appena diplomato in ragioneria. Ottenute le tracce del concorso, l'uomo accompagna il figlio che rimane però ucciso nel corso di una rapina.
Amarissimo ritratto di Monicelli lontano anni luce dalla leggerezza di altre pellicole come Brancaleone. Il film non solo intende indagare sul fenomeno costante della raccomandazione in Italia (fortissimo il ritratto del dirigente che si sforfora in ufficio). In questo caso a chiedere è un piccolo funzionario per il suo figlio non particolarmente sveglio. L'uomo però è assolutamente felice e orgoglioso della sua famiglia e del suo lavoro e per questo rimarrà strtolato dagli eventi una volta morto il figlio e con la moglie gravemente inferma. Solo la vendetta potrà (forse) ridare un senso alla sua esistenza. Splendida interpretazione di Sordi che rivela in questo film la sua grande duttilità di attore in quanto in questa pellicola è chiamato ad un ruolo estremamente drammatico. Un film triste e cupo che risente anche del momento storico che attraversa l'Italia e che Monicelli decise di fotografare in questa pellicola.
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francesco di benedetto
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martedì 17 luglio 2012
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politonale, ironico, nerissimo
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Pastiche fra i più sperimentali e spregiudicati del cinema di Mario Monicelli, commistione di registri espressivi altalenanti e opposti fra di loro: il patetico, l'apocalittico, il grottesco più clinico e impietoso, il farsesco, l'orrido, il surreale...
Una tragedia assoluta e allegorica, d'impianto più politico-civile che intimistico, pervasa capillarmente da un umorismo sottile... Sadico, nerissimo, ghignante... Oltraggio eversivo ai tabù del lutto e della morte che sconfina volutamente nel delirio.
Capolavoro!
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reservoir dogs
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venerdì 25 febbraio 2011
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un secondo diluvio universale
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Giovanni Vivaldi (Sordi) è un impiegato del ministero prossimo alla pensione, l'uomo è disposto ad ogni cosa per far raccomandare il figlio Mario (Crocitti), neodiplomato in ragioneria, persino iscriversi ad una loggia massonica.
Il giorno della prova al ministero, Mario muore coinvolto in una sparatoria durante una rapina davanti agli occhi del padre inerme; è l'inizio di una caduta in picchiata per Giovanni.
Mentre molti criticano il film di violenza gratuita per altri invece é considerato l'elevazione più alta della commedia all'italiana; quella che nella sua critica sociale diventa grottesca e talmente amara da non riuscire ad essere digerita (la sequenza del cimitero dove le bare vengono accatastate e stufe dell'attesa si autoesplodono).
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Giovanni Vivaldi (Sordi) è un impiegato del ministero prossimo alla pensione, l'uomo è disposto ad ogni cosa per far raccomandare il figlio Mario (Crocitti), neodiplomato in ragioneria, persino iscriversi ad una loggia massonica.
Il giorno della prova al ministero, Mario muore coinvolto in una sparatoria durante una rapina davanti agli occhi del padre inerme; è l'inizio di una caduta in picchiata per Giovanni.
Mentre molti criticano il film di violenza gratuita per altri invece é considerato l'elevazione più alta della commedia all'italiana; quella che nella sua critica sociale diventa grottesca e talmente amara da non riuscire ad essere digerita (la sequenza del cimitero dove le bare vengono accatastate e stufe dell'attesa si autoesplodono).
Raccomandazioni, preghiere, iscrizioni a logge, niente ferma il Fato beffardo che si prende continuamente gioco; l'unica soluzione sembra essere un secondo diluvio universale (come dice il prete).
Monicelli ci mostra attraverso un inconsueto e "sgradevole" Sordi, un uomo cinico, maschilista, egoista e qualunquista: un borghese che viene schiacciato da quell'incertezza che la società del periodo stava sempre più iniettando in ogni essere coscente.
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mirror
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lunedì 6 dicembre 2010
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bello e terribile
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“Il tipico asociale, il campione più aperto dell’anticristianesimo” così il grande Monicelli definiva il protagonista di questo film interpretato da un Sordi magistrale. rivederlo serve a pensare a quando il cinema era davvero qualcosa di sacro. Un film per riflettere sulla meschinità dell'essere umano e magari per reagire e cercare qualcosa di più alto che una sistemazione borghese della propria vita... imperdibile
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tizianastanzani
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martedì 6 aprile 2010
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forfora e polvere
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“Un borghese piccolo piccolo” è una vera perla di celluloide; il dipendente statale Vivaldi, annichilito dai paraocchi del sistema, si presenta violento e represso fin dalle prime battute: si sporca subito le mani di sangue, del sangue di quel luccio che ha appena pescato e al quale spaccherà la testa prima di essere fritto e mangiato, nella sua fatiscente catapecchia, in compagnia del figlio Mario. Un figlio invero un po’ imbranato, che difficilmente se la potrà cavare da solo una volta uscito dal nido familiare. L’ottimo Sordi è molto orgoglioso di lui, e lo vuole “sistemare” nell’ingranaggio al più presto, cosciente che non c’è posto per lui nella società senza l’aiuto di papà.
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“Un borghese piccolo piccolo” è una vera perla di celluloide; il dipendente statale Vivaldi, annichilito dai paraocchi del sistema, si presenta violento e represso fin dalle prime battute: si sporca subito le mani di sangue, del sangue di quel luccio che ha appena pescato e al quale spaccherà la testa prima di essere fritto e mangiato, nella sua fatiscente catapecchia, in compagnia del figlio Mario. Un figlio invero un po’ imbranato, che difficilmente se la potrà cavare da solo una volta uscito dal nido familiare. L’ottimo Sordi è molto orgoglioso di lui, e lo vuole “sistemare” nell’ingranaggio al più presto, cosciente che non c’è posto per lui nella società senza l’aiuto di papà. La famiglia cattolica, bacchettona e superstiziosa, verrà punita dal destino, perché quel figlio che si appresta alla vita aduta, tirato su a suon di qualunquismo e di dogmi superstiziosi, verrà ucciso per strada da un malfattore, proprio il giorno dell’esame di quel concorso statale comprato da papà in cambio di favori. Il film denuncia il fallimento delle istituzioni, impastate con la P2, della burocrazia, impacchettata in pigne di pratiche non evase, della religione di Stato che tradisce la fede, della famiglia che si autodistrugge il giorno stesso del pensionamento. Infine, della democrazia. “Un borghese piccolo piccolo”, dopo aver raccontato del marcio italiano e della giustizia fai da te, ci lascia con un amaro in bocca talmente scomodo (ora come allora) che non verrà più voglia a nessuno di parlare di giustizia per molto tempo, tanto è il dolore represso nella rabbia, tanto si resta schifati dalla forfora e dagli scaffali polverosi... E ci lascia ancora oggi disarmati di fronte all’attualità del suo strepitoso soggetto.
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emanuele
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venerdì 27 febbraio 2009
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capolavoro
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Bellissima storia scritta da Vincenzo Cerami e diretta da Mario Monicelli
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l'intenditore
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mercoledì 18 febbraio 2009
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meravigliosamente cinema.
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Adesso c'è eccome,edito da Filmauro/Aurelio De Laurentiis,e figura bello nuovo e luccicante nella mia videoteca.Inoltre acquistabile ad un prezzo più che accessibile,10,90! ;)
Grande Monicelli.
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ziogiafo
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martedì 13 gennaio 2009
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una drammatica storia di attualità…
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ziogiafo - Un borghese piccolo piccolo – Italia, 1977 - Questo appassionante film è tratto dal romanzo omonimo di Vincenzo Cerami, pubblicato nel 1976. Racconta la drammatica storia di Giovanni Vivaldi (Alberto Sordi), un modesto impiegato del ministero del lavoro, che – da buon padre - ormai vicino alla pensione, cerca di “aiutare” in tutti i modi - attraverso le sue conoscenze - il giovane figlio Mario (Vincenzo Crocitti) neodiplomato, che aspira ad un posto di ragioniere, partecipando ad un concorso proprio nello stesso ministero dove lavora il padre da tanti anni. Giovanni, si adopera assiduamente per raggiungere il suo scopo, e pur di vedere al più presto il figlio impiegato in qualche ufficio del ministero, accetta qualsiasi tipo di consiglio dai suoi superiori.
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ziogiafo - Un borghese piccolo piccolo – Italia, 1977 - Questo appassionante film è tratto dal romanzo omonimo di Vincenzo Cerami, pubblicato nel 1976. Racconta la drammatica storia di Giovanni Vivaldi (Alberto Sordi), un modesto impiegato del ministero del lavoro, che – da buon padre - ormai vicino alla pensione, cerca di “aiutare” in tutti i modi - attraverso le sue conoscenze - il giovane figlio Mario (Vincenzo Crocitti) neodiplomato, che aspira ad un posto di ragioniere, partecipando ad un concorso proprio nello stesso ministero dove lavora il padre da tanti anni. Giovanni, si adopera assiduamente per raggiungere il suo scopo, e pur di vedere al più presto il figlio impiegato in qualche ufficio del ministero, accetta qualsiasi tipo di consiglio dai suoi superiori. Ben presto, però, si renderà conto che l’unica strada che porta alla soluzione del suo problema è quella della massoneria, a cui già tanti suoi colleghi si sono rivolti in passato. Dopo qualche momento di diffidenza, Giovanni decide di partecipare ad un grottesco rito massonico che gli permetterà di ricevere la solidarietà di importanti affiliati, a cominciare dal suo capoufficio, il dottor Spaziani (Romolo Valli). Proprio quando le cose si stavano mettendo a posto, ha inizio la tragedia. Nel giorno dell’esame, Giovanni e il figlio Mario si trovano (loro malgrado) al centro di una sparatoria, nei pressi del ministero, dove una banda di rapinatori in fuga spara all’impazzata per aprirsi un varco tra la gente, un proiettile vagante colpisce Mario Vivaldi ammazzandolo. Con la morte di Mario niente avrà più senso per Giovanni Vivaldi, che come se non bastasse subisce anche un altro dolore, quello della moglie (Shelley Winters), che per il dispiacere della perdita del figlio è rimasta paralizzata. L’umile pensionato si trasformerà in una vera e propria belva umana, che si metterà sulle tracce dell’assassino del figlio, con lo scopo di catturarlo e giustiziarlo “lentamente”. «Un borghese piccolo piccolo» è un ritratto del malcostume della società italiana degli anni settanta, che il maestro Monicelli ha voluto rappresentare in tutta la sua drammaticità, quasi per sottolineare quelle importanti problematiche che affliggevano le persone più modeste, e non solo, uscendo temporaneamente dalla farsa goliardica a lui più congeniale in quell’epoca. Anche il grandissimo Alberto Sordi in questo film esce dalla routine dei suoi classici personaggi comici, calandosi in uno straordinario ruolo serio che commuove. Una drammatica storia di attualità… Cordialmente, ziogiafo
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sc
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martedì 9 settembre 2008
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Posso dire : il miglior film di Alberto Sordi? forse no. Ma sicuramente un capolavoro del cinema mondiale.
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