paolo ciarpaglini
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domenica 18 febbraio 2007
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il ponte.
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Non si capisce come un regista, dopo un film così azzeccato scivoli poi giù, sempre più giù, fino ad arrivare al sequel di Rambo 'The First Blood', ed una stupidata del calibro di 'Leviathan', film inguardabile, ridicolo. Forse sarà che produttori come Carlo Ponti, Dino de Laurentis etc. non si sono mai 'mossi' per niente. Sicuramente questo successo porta la loro firma, non si spiega altrimenti. Perchè proprio di un bel film si tratta. In quegli anni '70, dove tanto erano di moda i 'Disaster Movie', diversamente dalla produzione USA, proprio quelli sono stati gli anni in cui siamo nettamente riusciti a distinguerci, per qualità ed intelligenza. Circondati da Piranàs, Squali assassini, Aerei che 'cadevano' continuamente, Terremoti improbabili, Api Killers etc.
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Non si capisce come un regista, dopo un film così azzeccato scivoli poi giù, sempre più giù, fino ad arrivare al sequel di Rambo 'The First Blood', ed una stupidata del calibro di 'Leviathan', film inguardabile, ridicolo. Forse sarà che produttori come Carlo Ponti, Dino de Laurentis etc. non si sono mai 'mossi' per niente. Sicuramente questo successo porta la loro firma, non si spiega altrimenti. Perchè proprio di un bel film si tratta. In quegli anni '70, dove tanto erano di moda i 'Disaster Movie', diversamente dalla produzione USA, proprio quelli sono stati gli anni in cui siamo nettamente riusciti a distinguerci, per qualità ed intelligenza. Circondati da Piranàs, Squali assassini, Aerei che 'cadevano' continuamente, Terremoti improbabili, Api Killers etc., spicca questo film, assieme al King Kong di Laurentis-Rambaldi. La pellicola possiede molte peculiarità. Una scemneggiatura sintetica ed azzeccata, una regia impeccabile, ed una storia verosimile, ben diretta, che riesce anche a commuovere per le vicende umane, e significati profondi. Il povero pendolare ebreo, che non regge alla notizia di 'tornare' in Polonia. Lo spacciatore che si nasconde dietro una ricca donna, e che poi si tramuterà in 'eroe', l'amore travagliato ma sempre vivo fra i due protagonisti, la Loren ed il grande Richard Harris. Insomma in due ore e passa di spettacolo non manca niente, sembra quasi che su quel treno 'maledetto', viaggi tutto il meglio ed il peggio della storia recente dell'umanità. Burt Lancaster una spanna sopra tutti, è il colonnello americano, responsabile della direzione sperimentale di agenti batteriologici all'interno di una clinica svizzera, in 'territorio' statunitense. L'accaduto infatti sfiora l'incidente diplomatico. Ma Mc Kenzie è anch'egli uno strumento in mano al potere politico americano, e pur non approvandone i metodi deve 'obbedire', mentendo a se stesso. Tutto per causa di tre terroristi che cercano di far saltare la struttura, fallendo l'obbiettivo. Due muoiono, il terzo riesce a prendere il treno Vienna-Stoccolma, ed è il portatore di un terribile virus, che si propaga con grande virulenza. Il laboratorio americano in terra straniera, stava infatti sperimentando armi batteriologiche. Le possibilità di contrarre il virus sono del 60%. La decisione è 'inevitabile', 'nessuno dei passeggeri dovrà salvarsi'. Il treno viene sigillato, e dopo aver cambiato destinazione, ai passeggeri viene detto che saranno portati a Plascov, dove li aspetta un campo di quarantena. Circa 15 miglia prima però, c'è da attraversare il famigerato e tristemente famoso Ponte di Cassandra, una linea ferroviaria in disuso dal 1948. Tutti, compreso Mc Kanzie, sanno che non reggerà al peso. Questo è 'l'unico modo' per garantire il silenzio sull'accaduto. La dottoressa Svizzera che collabora con Mc Kanzie, ha intanto capito, che l'ossigeno arricchito ha guarito un cane che era sul treno e che quindi anche i passeggeri guariranno, ma gli 'ordini' sono ferrei, il treno deve giungere a 'destinazione'. I passeggeri, ingaggiano una battaglia contro le guardie salite a bordo. Molti moriranno, ma molti riusciranno a sopravvivere grazie ad un grappolo di uomini, fra cui Harris, il reverendo-poliziotto (un giovane O. J. Simphson), ed altri. Il finale è drammatico,e vede la tragedia, contrapposta al 'potere'. "Lei è una brava dottoressa, cerchi di rimanerlo", intima Lancaster prima di lasciarla andare, ma anch'egli, visibilmente contrariato è adesso sotto sorveglianza!
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antoniopagano
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martedì 6 febbraio 2018
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catastrofe ferroviaria
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Un gruppo di pacifisti/terroristi (?) svedesi irrompe nella sede di Ginevra dell’organizzazione Mondiale della Sanità per un’azione dimostrativa. Il loro piano fallisce ma uno di loro, rimasto infettato da un morbo creato in laboratorio dagli Americani per la guerra batteriologica e non debellabile in alcun modo, riesce a fuggire sul treno Trans Continental Express diretto a Stoccolma. I mille passeggeri del treno sono esposti al contagio e tutta l’umanità, quindi, rischia un’epidemia apocalittica. L’emergenza è gestita nella sede dell’OMS dal colonnello McKenzie (Burt Lancaster) e dalla dott.ssa Stradner (Ingrid Thulin) a cui fanno da contraltare sul treno in corsa uno scienziato, il dott.
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Un gruppo di pacifisti/terroristi (?) svedesi irrompe nella sede di Ginevra dell’organizzazione Mondiale della Sanità per un’azione dimostrativa. Il loro piano fallisce ma uno di loro, rimasto infettato da un morbo creato in laboratorio dagli Americani per la guerra batteriologica e non debellabile in alcun modo, riesce a fuggire sul treno Trans Continental Express diretto a Stoccolma. I mille passeggeri del treno sono esposti al contagio e tutta l’umanità, quindi, rischia un’epidemia apocalittica. L’emergenza è gestita nella sede dell’OMS dal colonnello McKenzie (Burt Lancaster) e dalla dott.ssa Stradner (Ingrid Thulin) a cui fanno da contraltare sul treno in corsa uno scienziato, il dott. Chamberlain (Richard Harris), e la sua ex moglie Jennifer (Sophia Loren). Il dilemma narrativo è: far perire tutti i mille passeggeri per tenere al sicuro l’umanità (tesi McKenzie) o fare di tutto per cercare di salvarli (tesi Stradner). Il colonnello fa il vago con la dottoressa e intanto fa istradare il treno verso Cassandra Crossing (un ponte ferroviario in Polonia in condizioni di esercizio a dir poco disastrose), non senza avergli prima fatto fare tappa a Norimberga per piombare le carrozze e sostituire la locomotiva elettrica con una diesel.
Il treno corre verso il disastro con i suoi occupanti: un capotreno che non fa una piega, una coppia hippie, una miliardaria con il suo toy boy, un narcotrafficante nelle spoglie del toy boy, un ispettore di polizia camuffato da prete, una suora vera, un panciuto occhialuto con una ridicola vestaglia stampata a ciliegie, una tata con una bambina fastidiosa, una mamma con immancabile neonato, etc.. Il film si inserisce nella vena del cinema catastrofista che aveva già colpito il trasporto aereo (Airport, 1970) e quello marittimo (L’avventura del Poseidon, 1972) senza disdegnare l’edilizia residenziale (L’inferno di cristallo, 1974). Un film maker di mestiere come Cosmatos ci prova inserendo elementi di tensione raccogliticci (quanti fiammiferi abbiamo per accendere una miccia? naturalmente solo uno) e di trita spettacolarizzazione (una bella sparatoria a raffiche di mitra non si nega a nessuno) ma non ne ricava un grande risultato, date alcune improprietà di sceneggiatura (per aprire un varco nel pavimento fanno esplodere l’intera carrozza …) solo in parte riscattate dal crollo del ponte (effetti speciali pregevoli, per essere del 1976).
Molti dialoghi sono scontati, con qualche affaccio sulla commedia brillante e qualche punta di originalità («Dottoressa Stradner, lei mi considera una specie di mostro, vero?», «Non si lusinghi troppo, colonnello.»). Sophia Loren non demerita ma non arriva all’intensità di altre sue interpretazioni. Una menzione speciale per Lee Strasberg (sì, proprio lui, quello dell’Actors Studio e del “metodo Strasberg”) nella parte del sopravvissuto di un campo di concentramento che vive il viaggio del treno verso la Polonia come l’incubo di una nuova deportazione. Di un film che non emoziona salviamo il tema della ragion di Stato, rivalutato dall’ultima riflessione del colonnello: «Il mio primo compito era di evitare il contagio, non solo la malattia ma l’idea stessa del male.»
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elgatoloco
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lunedì 2 dicembre 2019
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assemblaggio, in parte convincente
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"cASSANDRA cROSSING"(1976, gEORGE pAN cOSMATOS, SCRITTO DA rOBERT kATZ, IL CUI ROMANZO è PERò FORSE SUCCESSIVO , COME PUBBLICAZIONE, a soggetto e sceneggiatura del film; la cosa è dubbia)è un assemblaggio di vari generi cinematografici.: noir, con la suspense diffusa, sparpagliata sui vari personaggi e comunque incombente, catastrofico(il tema della guerra batteriologica, anche se involontaria, scatenata da un attentato, provocato da terrosristi intenzionati divesamente, in realtà), vagamente legata alla storia(Katz è anche famoso per un libro nel quale-suo merito-incolpa PIo XII°di essere stato a conoscenza della strage nazista alle Fosse Ardearine), love-movie per i riferimenti all'amore tra diverse coppie, in crisi o meno), esibizione(sia detto in accezione non negativa, ma invece, almeno una volta tanto, letterale) d'attori e attrici, odve campeggiano Richard Harris e la Loren(non al meglio, bravissima non p mai stata.
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"cASSANDRA cROSSING"(1976, gEORGE pAN cOSMATOS, SCRITTO DA rOBERT kATZ, IL CUI ROMANZO è PERò FORSE SUCCESSIVO , COME PUBBLICAZIONE, a soggetto e sceneggiatura del film; la cosa è dubbia)è un assemblaggio di vari generi cinematografici.: noir, con la suspense diffusa, sparpagliata sui vari personaggi e comunque incombente, catastrofico(il tema della guerra batteriologica, anche se involontaria, scatenata da un attentato, provocato da terrosristi intenzionati divesamente, in realtà), vagamente legata alla storia(Katz è anche famoso per un libro nel quale-suo merito-incolpa PIo XII°di essere stato a conoscenza della strage nazista alle Fosse Ardearine), love-movie per i riferimenti all'amore tra diverse coppie, in crisi o meno), esibizione(sia detto in accezione non negativa, ma invece, almeno una volta tanto, letterale) d'attori e attrici, odve campeggiano Richard Harris e la Loren(non al meglio, bravissima non p mai stata...),Ava Gardner, Ingrid Thulin(bravissime, invece), Martin Sheen, Burt Lancaster(grande anche quii),Lionel Stanfder, Lou Castel, John Philip Law, Uno straordinario Lee Strasber nella parte dell'anziano Ebreo terrorizzato di dove tornare nella località polacca(appunto Cassadnra Crossing)nella quale la moglie e il figlio hnanno perso la vita cquali vittime di un lager. UN'interpretazione magistale, da parte di un grande maestro del teatro(Lee Strasberg ha trasportato in USA il metodo Stanislawsy, innovandolo e adattandolo alle nuove esigenze e alla cultura USA, differente da quella russa), quale direttore dell'ACtor's Studio... In complesso, perà, rillevando anche queste indubbie eccellenze, rimane il fatto(è uno scherzo, ma neppure troppo)che Pan Costmatos, con quel nome(in greco e il regista era greco, pur se nato a Firenze)che vorrebbe dire, anche se mal concordato(Pan è nuetro, Cosmatos aggettivo maschile )"Tutto ben ordinato", "ben ornato", se vogliamo)avrebbe potuto e forse dovuto fare di meglio, rimanendo invece il film complessivamente un guazzaburglio, certo a tratti gradevole e che si può seguiire.... Ma, appunto, c'è di meglio e soggetto e sceneggiatura avrebbero permesso di fare di meglio... El Gato
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paolp78
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venerdì 5 marzo 2021
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una catastrofe di film
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Film di poche pretese, che tra epidemie mortali e disastri ferroviari si ascrive indiscutibilmente al genere catastrofista, ma in proposito si deve osservare che invero la sciagura più grossa è costituita dalla pellicola stessa, decisamente pessima.
La sceneggiatura, che è tratta da un romanzo, lascia molto a desiderare: è poco strutturata e non sufficientemente approfondita, finendo inevitabilmente per fare acqua da varie parti; inoltre è ulteriormente rovinata da snodi ed evoluzioni della trama che vengono male spiegati, risultando poco plausibili.
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Film di poche pretese, che tra epidemie mortali e disastri ferroviari si ascrive indiscutibilmente al genere catastrofista, ma in proposito si deve osservare che invero la sciagura più grossa è costituita dalla pellicola stessa, decisamente pessima.
La sceneggiatura, che è tratta da un romanzo, lascia molto a desiderare: è poco strutturata e non sufficientemente approfondita, finendo inevitabilmente per fare acqua da varie parti; inoltre è ulteriormente rovinata da snodi ed evoluzioni della trama che vengono male spiegati, risultando poco plausibili.
Altra grossa pecca sono i dialoghi, davvero molto insignificanti e incapaci di suscitare l'interesse dello spettatore.
La regia è affidata a George Pan Cosmatos che in carriera girerà film prettamente commerciali; anche in questo caso la direzione di Cosmatos è di basso livello tecnico ed artistico, costituendo uno dei maggiori punti deboli dell'intera opera.
Pur essendo un film d'azione le scene di questo genere ed in particolare le sparatorie sono davvero malriuscite, risultando addirittura goffe e ben poco avvincenti.
Ulteriore colpa di questo mediocre film di serie b è quella di sprecare un cast composto da tanti nomi di alto livello, utilizzati come specchietto per le allodole per richiamare il pubblico. Il pur bravo Richard Harris resta imbrigliato da una pellicola piena di difetti; Sophia Loren non ci azzecca proprio niente in una pellicola del genere ed inoltre ricopre una parte che lascia molte perplessità circa il ruolo che ha nella storia, tanto che viene da pensare che se ne potesse fare a meno. In parti minori vengono sprecati grandi nomi come Burt Lancaster, Martin Sheen, la mitica Ava Gardner, purtroppo molto invecchiata e non certo in forma, e Lee Strasberg, che fra tutti è quello forse più convincente. Ci sono anche Alida Valli, in una piccola parte, e O.J. Simpson all'epoca ancora in attività come giocatore di football americano e quindi già famosissimo in patria, prima di divenire ancor più famoso anche all'estero, anni dopo, per le ben note e controverse vicende giudiziarie.
La produzione non sembra avere fatto sforzi importanti: costumi, ambienti e scenografie non convincono.
Gli effetti speciali scontano gli anni passati, risultando decisamente inadeguati per gli standard odierni.
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