vic fontaine
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lunedì 19 aprile 2010
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uno splendido film e una grandiosa interpretazione
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Henry Caul è un tecnico di servizi di sorveglianza cui viene affidato l'incarico di intercettare due giovani che chiacchierano in una pubblica piazza. Metodico, pignolo fino alla paranoia ma estremamente riservato sia nella vita che sul lavoro, Caul non si interessa dei fatti che intercetta ma solo della possibilità, come afferma spesso, di avere una "bella registrazione chiara": a questa regola d'oro egli finisce tuttavia per derogare quando coglie una specifica frase pronunciata da uno dei due giovani ("ci ammazza se gliene diamo l'occasione"), dalla quale ricava l'impressione che i due siano in pericolo, e interessandosi al loro caso finisce per rimanere incastrato in un labirinto di omicidi e di omertà che finisce per ribaltare completamente la sua convinzione, e per compromettere del tutto la sua sanità mentale (sconvolto per il fatto di sentirsi a sua volta intercettato, Caul smonta letteralmente quanto inutilmente il suo appartamento alla ricerca di cimici finendo per impazzire suonando il suo sax seduto per terra in mezzo alle suppellettili distrutte).
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Henry Caul è un tecnico di servizi di sorveglianza cui viene affidato l'incarico di intercettare due giovani che chiacchierano in una pubblica piazza. Metodico, pignolo fino alla paranoia ma estremamente riservato sia nella vita che sul lavoro, Caul non si interessa dei fatti che intercetta ma solo della possibilità, come afferma spesso, di avere una "bella registrazione chiara": a questa regola d'oro egli finisce tuttavia per derogare quando coglie una specifica frase pronunciata da uno dei due giovani ("ci ammazza se gliene diamo l'occasione"), dalla quale ricava l'impressione che i due siano in pericolo, e interessandosi al loro caso finisce per rimanere incastrato in un labirinto di omicidi e di omertà che finisce per ribaltare completamente la sua convinzione, e per compromettere del tutto la sua sanità mentale (sconvolto per il fatto di sentirsi a sua volta intercettato, Caul smonta letteralmente quanto inutilmente il suo appartamento alla ricerca di cimici finendo per impazzire suonando il suo sax seduto per terra in mezzo alle suppellettili distrutte).
Per dirla in aritmetica, Francis Ford Coppola sta a Michelangelo Antonioni come "La conversazione" sta a "Blow up". I due film hanno in comune lo stesso tema, ossia la percezione della realtà che viene ad essere alterata quando quello tra i cinque sensi coinvolto dalla percezione - in Antonioni era la vista ("Blow up" nel glossario della fotografia significa appunto "ingrandimento"), mentre in Coppola è l'udito - viene potenziato attraverso la tecnologia. In "Blow up" (cui Coppola, ammiratore di Antonioni, si è esplicitamente ispirato) un dettaglio ingrandito mostra qualcosa (una pistola mirata verso un bersaglio umano) di invisibile ad occhio nudo, nel film di Coppola un filtro ambientale isola dal rumore di fondo una frase che sembra far pensare ad un pericolo. Mentre però in Antonioni lo strumento tecnico è solo un tramite verso un fine quasi filosofico (la dimostrazione della profonda inconoscibilità della realtà qualunque sia lo sforzo fatto per comprenderla), in Coppola diventa il catalizzatore di una trama gialla che conduce il protagonista verso l'autodistruzione, in qualche modo "punendolo" per essersi impicciato di quei fatti. In Henry Caul coesistono profonde ambiguità: è timido e riservato ma vorrebbe tanto essere simpatico e compagnone (riuscendoci male) durante l'improvvisata festicciola nel suo studio; è consapevole che il suo lavoro può produrre conseguenze pericolose per gli intercettati, ma è il suo senso di religiosità (oltre alla sua pignoleria) che lo porta a temere per la sorte dei due giovani, il cui ruolo viene svelato alla fine con un drammatico colpo di scena. Con una titanica e grandiosa interpretazione, Gene Hackman dà di Henry Caul un ritratto ricchissimo di sfumature e di espressività specie nei due estremi del film: all'inizio pedinatore travestito da invisibile "uomo qualunque" all'inizio, e alla fine sassofonista impazzito, distrutto e annientato da una vita piena di sotterfugi e complotti (il film è del 1974, con gli Usa freschi di Watergate).
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weach
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sabato 4 dicembre 2010
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ascoltando il fruscio di milioni di vite
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Un film "grande "Di Francis Ford Coppola con un intenso ed istrionico Gene Hackman ed un infante Harrison Ford con una "particina " da quasi esordiente.
Un tema complesso , quello del controllo dell’ uomo,che nel caso di specie avviene , del resto come sempre ," a tradimento "; non importa per conto di chi si ascoltano si spiano ,nascostamente comunicazioni ., azioni riservate ; quello che emerge palpabile è questa sensazione di disagio che si ha di fronte all'evidenza dell'ingerenza asfissiante nella vita altrui.
Alla fine mille orecchie che ascoltano espandono una risonanza di male incontrollabile , già presente nella testa di chi carpisce il pensiero e l'azione di altrui ma che si espande oltre i confini dell'altro con conseguenze incontrollabili ed assolutamente devastanti.
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Un film "grande "Di Francis Ford Coppola con un intenso ed istrionico Gene Hackman ed un infante Harrison Ford con una "particina " da quasi esordiente.
Un tema complesso , quello del controllo dell’ uomo,che nel caso di specie avviene , del resto come sempre ," a tradimento "; non importa per conto di chi si ascoltano si spiano ,nascostamente comunicazioni ., azioni riservate ; quello che emerge palpabile è questa sensazione di disagio che si ha di fronte all'evidenza dell'ingerenza asfissiante nella vita altrui.
Alla fine mille orecchie che ascoltano espandono una risonanza di male incontrollabile , già presente nella testa di chi carpisce il pensiero e l'azione di altrui ma che si espande oltre i confini dell'altro con conseguenze incontrollabili ed assolutamente devastanti.
In qualche modo la regia si concentra sull'inconsapevolezza dell'azione umana che " sperimenta un azione senza comprendere il senso profondo degli effetti che può provocare."
Il lavoro della regia, attenta e sensibile come quella di Francis Ford Coppola, si concentra sulla rappresentazione emotiva di una sofferenza dell' anima "quando si diviene artefice del dramma nell' inconsapevolezza e nulla è più possibile fare per eliminare il danno procurato" .
E' capolavoro vero dove un immenso Gene Hackman ,nella parte Henry Caul , da controllore , diviene controllato, da carnefice si trasforma in vittima .
L'atto di consapevolezza del male provocate genera risonanze di rimorsi e sensi di colpa che non hanno prospettiva di redenzione se non dopo il corso degli eventi negativi che inevitabilmente devono esplicarsi.
weach illuminati
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inertiatic
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mercoledì 2 giugno 2010
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l'analisi di un uomo
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La conversazione non è un film drammatico, o semplicemente un thriller. E' di più e il Coppola degli anni '70 era una specie di Re Mida che trasformava in oro tutto quello che toccava. Harry Caul è un investigatore privato che si trova, per conto di un ricco privato, ad indagare sulla moglie di lui e il suo presunto amante. La storia è un pretesto per conoscere Caul come uomo, con un'interpretazione davvero magistrale di Gene Hackman. Una persona sola, completamente dipendente dal suo lavoro e invasa dai sensi di colpa. E' questa l'essenza del film. Proprio questi rimorsi non lo aiutano a realizzare che in realtà le vicende della sua indagine non sono come lui credeva. Nonostante la punta macabara stile horror anni '60 che emerge negli ultimi 30 minuti, che contrasta un po' con la parte precedente del film, il finale consacra ancora la solitudine di Caul, come unico amico solamente il compagno sax.
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fabal
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sabato 26 novembre 2016
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gioiello di sincronia audiovisiva
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San Francisco, Union Square nell’ora di punta. C’è Harry Caul, un investigatore privato specializzato in intercettazioni, che con i suoi collaboratori pedina una coppia di giovani amanti, apparentemente dediti ad una tranquilla passeggiata di shopping. Dotato di microfoni all’avanguardia, lo staff registra la conversazione dei due che poi Harry ricostruisce in laboratorio, con l’aiuto delle sue sofisticate apparecchiature. A poco a poco scoprirà un inquietante contenuto, chiedendosi se sia giusto consegnare i nastri al mandante dello spionaggio, un importante industriale che pare avere cattive intenzioni nei confronti della coppia.
Gioiello firmato F.F. Coppola, incisivo fin dai primi fotogrammi in cui l’audio distorto della registrazione disorienta lo spettatore, che ragionevolmente si chiede se il film sia mal doppiato.
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San Francisco, Union Square nell’ora di punta. C’è Harry Caul, un investigatore privato specializzato in intercettazioni, che con i suoi collaboratori pedina una coppia di giovani amanti, apparentemente dediti ad una tranquilla passeggiata di shopping. Dotato di microfoni all’avanguardia, lo staff registra la conversazione dei due che poi Harry ricostruisce in laboratorio, con l’aiuto delle sue sofisticate apparecchiature. A poco a poco scoprirà un inquietante contenuto, chiedendosi se sia giusto consegnare i nastri al mandante dello spionaggio, un importante industriale che pare avere cattive intenzioni nei confronti della coppia.
Gioiello firmato F.F. Coppola, incisivo fin dai primi fotogrammi in cui l’audio distorto della registrazione disorienta lo spettatore, che ragionevolmente si chiede se il film sia mal doppiato. Bastano, dunque, pochi secondi a La conversazione per manifestare tutta la sua efficacia audiovisiva, la perfetta comunione tra sonoro e immagini che lo spettatore deve a sua volta “intercettare” nella lenta ricostruzione del dialogo. La scoperta, progressiva e centellinata, della conversazione registrata all’inizio, diventa un’ossessione per il protagonista così come per chi guarda il film, permettendogli di identificarsi con Harry Caul e con il suo lavoro, che la regia segue dettagliatamente tra i canali audio tripolari ed estenuanti sincronizzazioni. Quello che appare un film analitico, tecnico e tecnologico, scientificamente rigoroso come il personaggio dello straordinario Gene Hackman, prende però una svolta inaspettata e deriva nella follia onirica, visionaria. Da scienziato del sonoro Harry Caul diventa un uomo irrazionale, paranoico fino all’ossessione, e tormentato dal dilemma etico che gli porterà persino incubi notturni.
La seconda parte de La conversazione cambia nettamente di registro, diventando un film imprevedibile, dove lo svolgimento non è più affidato alle prove empiriche, alle intercettazioni appunto, ma alla tormentata immaginazione di Harry, che presto diventa una cruda realtà a cui si trova impreparato. E da spia si convincerà di essere lui lo spiato, arrivando a distruggere tutta la sua casa per trovare i possibili microfoni nascosti.
Efficace e bellissima, questa doppia identità de La conversazione riassume tutto il fascino di un film solido, impeccabile tecnicamente e ben interpretato da Gene Hackman. Che non fa né il buono né il cattivo, ma una sorta di eroe atipico, rigido nelle posture e schivo nell’espressività, per testimoniare un carattere introverso e sempre sulla difensiva. Da menzionare anche la particina del giovanissimo Harrison Ford e il cameo non accreditato di Robert Duvall.
La squisita colonna sonora al pianoforte di David Shire compare sporadica ma cadenzata, adatta ad accompagnare le scene più introspettive, mentre al culmine della tensione Coppola si affida unicamente alla potenza delle immagini velocizzate e silenziose. Se proprio vogliamo trovare il pelo nell’uovo solo la scena del sogno, con il classico di fumo di contorno, è leggermente pacchiana. Un must di quando i film li sapevano fare.
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fabal
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sabato 26 novembre 2016
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gioiello di sincronia audiovisiva
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San Francisco, Union Square nell’ora di punta. C’è Harry Caul, un investigatore privato specializzato in intercettazioni, che con i suoi collaboratori pedina una coppia di giovani amanti, apparentemente dediti ad una tranquilla passeggiata di shopping. Dotato di microfoni all’avanguardia, lo staff registra la conversazione dei due che poi Harry ricostruisce in laboratorio, con l’aiuto delle sue sofisticate apparecchiature. A poco a poco scoprirà un inquietante contenuto, chiedendosi se sia giusto consegnare i nastri al mandante dello spionaggio, un importante industriale che pare avere cattive intenzioni nei confronti della coppia.
Gioiello firmato F.F. Coppola, incisivo fin dai primi fotogrammi in cui l’audio distorto della registrazione disorienta lo spettatore, che ragionevolmente si chiede se il film sia mal doppiato.
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San Francisco, Union Square nell’ora di punta. C’è Harry Caul, un investigatore privato specializzato in intercettazioni, che con i suoi collaboratori pedina una coppia di giovani amanti, apparentemente dediti ad una tranquilla passeggiata di shopping. Dotato di microfoni all’avanguardia, lo staff registra la conversazione dei due che poi Harry ricostruisce in laboratorio, con l’aiuto delle sue sofisticate apparecchiature. A poco a poco scoprirà un inquietante contenuto, chiedendosi se sia giusto consegnare i nastri al mandante dello spionaggio, un importante industriale che pare avere cattive intenzioni nei confronti della coppia.
Gioiello firmato F.F. Coppola, incisivo fin dai primi fotogrammi in cui l’audio distorto della registrazione disorienta lo spettatore, che ragionevolmente si chiede se il film sia mal doppiato. Bastano, dunque, pochi secondi a La conversazione per manifestare tutta la sua efficacia audiovisiva, la perfetta comunione tra sonoro e immagini che lo spettatore deve a sua volta “intercettare” nella lenta ricostruzione del dialogo. La scoperta, progressiva e centellinata, della conversazione registrata all’inizio, diventa un’ossessione per il protagonista così come per chi guarda il film, permettendogli di identificarsi con Harry Caul e con il suo lavoro, che la regia segue dettagliatamente tra i canali audio tripolari ed estenuanti sincronizzazioni. Quello che appare un film analitico, tecnico e tecnologico, scientificamente rigoroso come il personaggio dello straordinario Gene Hackman, prende però una svolta inaspettata e deriva nella follia onirica, visionaria. Da scienziato del sonoro Harry Caul diventa un uomo irrazionale, paranoico fino all’ossessione, e tormentato dal dilemma etico che gli porterà persino incubi notturni.
La seconda parte de La conversazione cambia nettamente di registro, diventando un film imprevedibile, dove lo svolgimento non è più affidato alle prove empiriche, alle intercettazioni appunto, ma alla tormentata immaginazione di Harry, che presto diventa una cruda realtà a cui si trova impreparato. E da spia si convincerà di essere lui lo spiato, arrivando a distruggere tutta la sua casa per trovare i possibili microfoni nascosti.
Efficace e bellissima, questa doppia identità de La conversazione riassume tutto il fascino di un film solido, impeccabile tecnicamente e ben interpretato da Gene Hackman. Che non fa né il buono né il cattivo, ma una sorta di eroe atipico, rigido nelle posture e schivo nell’espressività, per testimoniare un carattere introverso e sempre sulla difensiva. Da menzionare anche la particina del giovanissimo Harrison Ford e il cameo non accreditato di Robert Duvall.
La squisita colonna sonora al pianoforte di David Shire compare sporadica ma cadenzata, adatta ad accompagnare le scene più introspettive, mentre al culmine della tensione Coppola si affida unicamente alla potenza delle immagini velocizzate e silenziose. Se proprio vogliamo trovare il pelo nell’uovo solo la scena del sogno, con il classico di fumo di contorno, è leggermente pacchiana. Un must di quando i film li sapevano fare.
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fabio 3121
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venerdì 18 dicembre 2020
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la coscienza dell''investigatore harry caul
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L'investigaore privato Harry Caul (Gene Hackman) esperto di intercettazioni riceve l'incarico dal "direttore" (cameo di Robert Duvall) di pedinare la moglie perchè sospetta un suo tradimento. Cosi in una giornata soleggiata a San Fracisco, nella affollata Union Square, Harry riesce a registrare la conversazione dei 2 amanti scattando anche alcune foto. Rientrato nel suo laboratorio, dopo aver riascoltato ripetutamente il contenuto dei nastri al fine di ottenere una chiara conversazione, ascolta una frase che potrebbe mettere in pericolo di vita i 2 amanti. Quindi si pone il dilemma se consegnare i nastri e riscuotere il compenso pattuito. Il film scorre con un ritmo volutamente lento in quanto il grande regista Francis Ford Coppola analizza la coscienza e lo stato d'animo dell'investigatore Harry Caul che finirà per diventare ossessionato da tale vicenda arrivando ad avere incubi e allucinazioni.
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L'investigaore privato Harry Caul (Gene Hackman) esperto di intercettazioni riceve l'incarico dal "direttore" (cameo di Robert Duvall) di pedinare la moglie perchè sospetta un suo tradimento. Cosi in una giornata soleggiata a San Fracisco, nella affollata Union Square, Harry riesce a registrare la conversazione dei 2 amanti scattando anche alcune foto. Rientrato nel suo laboratorio, dopo aver riascoltato ripetutamente il contenuto dei nastri al fine di ottenere una chiara conversazione, ascolta una frase che potrebbe mettere in pericolo di vita i 2 amanti. Quindi si pone il dilemma se consegnare i nastri e riscuotere il compenso pattuito. Il film scorre con un ritmo volutamente lento in quanto il grande regista Francis Ford Coppola analizza la coscienza e lo stato d'animo dell'investigatore Harry Caul che finirà per diventare ossessionato da tale vicenda arrivando ad avere incubi e allucinazioni. Interessante la prima parte del film che coinvolge pienamente lo spettatore nel cercare di capire il contenuto della intecettazione. Non manca poi il colpo di scena finale. Eccellente perfomance attoriale di Gene Hackman.
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break
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giovedì 27 settembre 2012
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spionaggio privato
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Sicuramente doveva molto interessante visto a suo tempo, quando si trattava di novità, fatti curiosi per lo spettatore. Oggi le intercettazioni o le violazioni della privacy sono temi che non ci colpiscono più di tanto ma provate a pensare cosa doveva essere questo film negli anni 70.
Lo svolgimento è piuttosto lento, ripetitivo ma efficace. Credo che il regista abbia voluto mettere in forte risalto la psicosi e il chiaro disturbo ossessivo del protagonista. Conseguenze di un lavoro che può recare danno al prossimo.
Formidabile interpretazione di Gene Hackman.
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